UniCa UniCa News Notizie Gelmini: "Difficile restituire i tagli a settembre"

Gelmini: "Difficile restituire i tagli a settembre"

Il 6 agosto ci sara’ un incontro con le parti sociali. Università in rivolta contro la privatizzazione
23 luglio 2008

(AGI) - Firenze, 23 lug. - "A settembre e’ difficile che ci possa essere una restituzione immediata delle risorse tagliate.
Ma sara’ una manovra circoscritta e l’obiettivo e’ la restituzione, di almeno una parte dei sacrifici chiesti, nelle prossime manovre". Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, nel corso di una conferenza stampa tenuta a conclusione della sua visita all’Istituto di Scienze Umane di Firenze. "Il decreto 112 - ha riconosciuto - certamente comporta dei sacrifici per l’Universitai’ e il blocco del turnover non aiuta i giovani". Per quanto riguarda la ricerca "il governo ha confermato i 40 milioni di Euro per assumere mille ricercatori e per un bando da 60 milioni per i ricercatori under 40. Cosi’ non restituiamo il maltolto, ma e’ un segno della sensibilita’ del governo per i giovani e la scuola". Infine "il 6 agosto ci sara’ un incontro con le parti sociali. Stiamo pensando alla possibilita’ di una semplificazione della normativa delle universita’, con un testo unico, per favorire un dimagrimento delle norme e per impiegare meglio le risorse". (AGI)

Firenze, 23 lug. - (Adnkronos) - "Ripristineremo il tavolo con le scuole di alta formazione, che si insediera’ a settembre. Sara’ non solo utile perche’ possono fare rete, ma sara’ anche un tavolo utile al ministero per elaborare una agenda di priorita’". Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione e dell’Universita’ Maria Stella Gelmini, conversando con i giornalisti nel corso di una conferenza stampa all’Istituto di scienze umane di Firenze. "Il primo progetto -ha proseguito- sara’ la riforma del dottorato, che e’ particolarmente sentita dagli studenti. Apriremo un confronto per riqualificare il dottorato, per dare una connotazione internazionale a questo istituto. Sentiro’ i pareri di tutti -ha concluso la Gelmini- e poi decidero’ in tempi ragionevoli".



Università in rivolta
contro la privatizzazione

di Bianca De Fazio

Le mobilitazioni sono iniziate due settimane fa. La Crui, la conferenza dei rettori, s´è riunita d´urgenza e ha avuto parole durissime contro la politica universitaria del ministro Gelmini. Poi sono cominciate le assemblee e le riunioni degli organi accademici, qui e lì in tutta Italia. E in Campania. Fino al documento messo a punto ieri dall´assemblea del Secondo Ateneo di Napoli, che minaccia addirittura di non far partire il nuovo anno accademico.

Sotto accusa c´è il decreto del governo, quello collegato alla Finanziaria che verrà, che riduce drasticamente i finanziamenti alle università, impone il blocco delle assunzioni, mira alla privatizzazione degli atenei con la loro trasformazione in fondazioni di diritto privato. «È in corso un tentativo di delegittimazione del sistema universitario. Si arriverà alla sua paralisi» denunciano docenti, studenti e personale tecnico amministrativo delle nostre università. E sono partite anche le petizioni tra gli studenti, con centinaia e centinaia di firme raccolte in un batter di ciglia, contro la decisione del governo di bloccare le Sicsi, di cancellare, per i neolaureati, la possibilità di iscriversi alle scuole di specializzazione per l´insegnamento «senza offrire alcuna alternativa alla nostra legittima aspirazione all´inserimento nel mondo del lavoro».

Tant´è, ieri s´è riunita l´assemblea generale di ateneo della Sun. Un´assemblea straordinaria convocata unitamente al Senato accademico e al Consiglio di amministrazione, alla quale hanno partecipato il rettore e il direttore amministrativo, oltre ai rappresentanti dei presidi di facoltà, ai direttori di dipartimento, alle organizzazioni sindacali. Tutti sul piede di guerra contro il decreto legge numero 112 del 25 giugno, tutti d´accordo col documento della Crui e col Comitato regionale di coordinamento delle università campane, che il 14 luglio ha bocciato le manovre romane che mirano al contenimento della spesa, ma minacciano la sopravvivenza degli atenei, soprattutto in regioni con economie deboli, com´è appunto la Campania.


Le lettere dei rettori dei nostri atenei sono già partite alla volta del ministro Gelmini, ma senza, fino a ora, trovare ascolto. Neppure quando sottolineano «la contraddittorietà dei provvedimenti governativi con gli indirizzi di politica europea affermata dalla Dichiarazione di Berlino e trasfuse nel recente "Patto per l´Università" e con le finalità di una Università pubblica rivolta a promuovere formazione e sviluppo scientifico-tecnologico, assicurando didattica e ricerca libere e qualificate». Di qui alla forma di protesta estrema che prevede il blocco di tutte le attività a settembre, fino al congelamento dell´inizio dell´anno accademico, il passo è breve. «Lo stato di agitazione riguarda tutte le componenti dell´ateneo» hanno spiegato ieri in assemblea alla Sun. «E per scongiurare la protesta il governo dovrà fare dietro-front». La richiesta è chiara: «Nel prossimo dibattito parlamentare, al momento della conversione in legge del decreto legge 112 del 2008, deve essere stralciata la parte relativa all´Università o deve essere avviata una approfondita discussione sulle finalità dell´Università per pervenire a una sostanziale revisione del provvedimento».

L´assemblea della Sun ha inoltre messo in evidenza che la manovra finanziaria del governo comporta effetti pesantissimi sul sistema universitario; in particolare le norme contenute nel decreto riducono drasticamente i trasferimenti statali del fondo di finanziamento ordinario, minando alla base le risorse economiche per lo sviluppo degli atenei, poiché vengono addirittura ridotte e messe in discussione le risorse consolidate; e bloccano il rinnovo delle assunzioni di personale fino al 2011 al 20 per cento delle cessazioni dell´anno precedente e, dal 2012, al 50. Un vincolo che - sostiene l´assemblea - non tiene conto né degli impegni legati alla revisione in atto degli ordinamenti didattici in applicazione del Dm 270/2004, né dei posti già banditi di professore e ricercatore e dei conseguenti impegni di assunzione, né della diversa distribuzione degli organici presso gli atenei, né del diverso costo tra le varie fasce, con una conseguente penalizzazione delle possibilità di accesso, che andrebbero invece incentivate, dei giovani ricercatori. Inoltre le stesse norme «restringono o annullano i margini della contrattazione decentrata per il personale tecnico amministrativo; prevedono una frettolosa privatizzazione attraverso la trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato. Tale operazione è certamente di difficile applicazione soprattutto in atenei come la Sun, che operano in un contesto economico-ambientale caratterizzato da presenza solo di piccole e medie imprese e dove non operano fondazioni bancarie e istituti che possano fare da volano agli investimenti». Infine l´approvazione del decreto «avrebbe riflessi negativi anche sui prossimi bilanci degli atenei, costringendo a ricorrere di nuovo all´aumento delle tasse di iscrizione per gli studenti».
(23 luglio 2008)

 



Ultime notizie

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie