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Bonus ricerca, la sede non conta

Circolare dell’Agenzia delle Entrate sul credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo delle imprese
18 agosto 2008
18 agosto  2008 - Circolare dell’Agenzia delle Entrate sul credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo delle imprese. Segnaliamo due articoli curati da Alessandro e Amedeo Sagrestano pubblicati sul Sole24Ore di oggi.
 
Il credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo messe in atto dalle imprese alla luce delle istruzioni impartite dalle Entrate con la circolare n. 46/E/2008. Il bonus, arrivato con la Finanziaria del 2007 è pari al 10% del totale delle spese sostenute per i progetti di ricerca mentre, nel caso di programmi che coinvolgono università e centri di ricerca pubblici, la percentuale dell’agevolazione sale fino al 40%. Il luogo di esecuzione della ricerca è indifferente ai fini della sua agevolazione: non sono previste esclusioni o limitazioni territoriali in base alla residenza dell’impresa
 
L’Italia avanza piano verso gli obiettivi di Lisbona 2010: ancora nessuna regione italiana ha raggiunto i parametri fissati dall’accordo. I dati del Centro Studi Sintesi sono stati pubblicati sul Sole24Ore dell’11 agosto.


IL SOLE 24 ORE 
IL SOLE 24 ORE di lunedì 18 agosto 2008, pagina 28
  
Aiuti alle imprese. Le modalità operative di accesso al credito d’imposta dettate con la circolare 46 delle Entrate
Nessun limite territoriale - Cumulabilità con la deduzione Irap per il personale
 
Il credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo messe in atto dalle imprese ha rischiato di restate impantanato nelle modalità di accesso “controllato” introdotte da giugno per il bonus investimento con il Dl sul monitoraggio della spesa. Un pericolo scampato che consente, ora, di fare il punto sull’operatività dell’agevolazione anche alla luce delle istruzioni impartite dalle Entrate con la circolare n.46/E/2008. (continua....)
 
Un passo avanti per superare il gap dei fondi scarsi
C’era bisogno di un nuovo bonus fiscale sulla ricerca? Stando al giudizio di importanti organismi comunitari la risposta è inevitabilmente sì. Negli ultimi mesi due dei più importanti media europei (Science e Nature) hanno pubblicato alcune note che mettevano in luce il preoccupante gap che contraddistingue il nostro Paese, rispetto ai partner comunitari, per ciò che riguarda l’attenzione data alle politiche di ricerca e sviluppo. Una delle storture stigmatizzate dai commentatori è stata la cronica insufficienza di finanziamenti destinati nel budget pubblico alle attività in discussione. (continua....)


 
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