UniCa UniCa News Notizie Gelmini: "La mia azione si fonda sul trinomio autonomia, valutazione, merito"

Gelmini: "La mia azione si fonda sul trinomio autonomia, valutazione, merito"

Secondo il ministro sarà il talento dei giovani a sconfiggere il disagio economico. E promette di lavorare per un sistema competitivo con "atenei pienamente responsabili delle loro scelte"
04 luglio 2008

I L   V E L I N O
Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale

 
Università, Gelmini: Talento farà vincere il disagio economico

Roma, 4 luglio 2008 (Velino) - “Istruzione, università e ricerca sono i tre moduli dell’infrastruttura del sapere che è l’infrastruttura fondamentale per ogni società che non voglia rassegnarsi al declino”. Inizia così il messaggio che il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha mandato ai Giovani per la Libertà-Forza-Italia che si sono incontrati a Napoli. “Ma siete soprattutto voi giovani a dover percorrere questa infrastruttura, che ho trovato in cattivo stato - prosegue il ministro –. Risistemarla è il compito che mi sono assunta, con l’obiettivo di trasformarla in un campo dove ciascuno di voi possa giocare le proprie carte e vedere riconosciuti i propri meriti. Non posso, non possiamo rassegnarci a vivere in una società gerontocratica, falsamente egualitaria, soprattutto immobile, dove il figlio del notaio, ce lo dicono le statistiche, è predestinato a diventare a sua volta notaio, e il figlio dell’operaio, se gli va bene, a fare l’operaio. È una catena di ingiustizia che voglio rompere, che dobbiamo rompere tutti assieme. Per farlo, ho intenzione innanzitutto di chiamare al ministero giovani docenti e ricercatori, affinché possano partecipare a un grande concorso di idee, aiutarmi a rendere realtà le idee migliori, a tradurle in pratica e a proporle al paese. Vorrei, soprattutto, mantenere un filo diretto con le associazioni e i movimenti politici giovanili e in primo luogo con voi, perché la vostra esperienza quotidiana, nella scuola e nell’università, è l’esperienza reale di chi vive e ascolta i problemi, di chi sa vedere le soluzioni”.

“Insomma, vorrei che il futuro venga progettato anche col contributo di chi ne sarà protagonista”. La filosofia cui il ministro intende informare l’azione del ministero si fonda sul trinomio autonomia, valutazione, merito “che è quanto l’Italia, oggi, si aspetta da noi – sottolinea – e quanto da tempo sostenete con la vostra azione politica. L’autonomia, rimasta in gran parte sulla carta per quanto riguarda le scuole, è invece diventata patrimonio delle università. Ma non può trasformarsi, come di fatto è successo, in una autonomia irresponsabile. Responsabilità significa avere la possibilità di essere premiati o sanzionati per le scelte rispettivamente vincenti o sconvenienti che si sono operate, in termini di utilizzo delle risorse e di qualità”. Il ministro Gelmini, poi, spiega come intenda lasciare alle università la massima libertà “nella loro organizzazione, per rendere gli atenei pienamente responsabili delle loro scelte, limitando il ruolo dello Stato alla fissazione di alcuni paletti che rispettino la natura di societas dell’università e garantiscano, a tutta la collettività, un controllo rigoroso e trasparente. Dal canto mio, lavorerò per un sistema competitivo, che rispetti la radice etimologica del termine competere: cercare insieme (petere: cercare, cum: insieme) la soluzione migliore in modo agonistico, gareggiando per ottenere i migliori risultati. Le regole di questa competizione sono semplici: massima libertà coniugata con la massima responsabilità; trasparenza e certezza delle norme”.

“Valutazione significa innanzitutto elevare i criteri di accreditamento delle strutture universitarie, attraverso alcuni parametri oggettivi: le esigenze del territorio, la capacità di autofinanziamento, l’adeguatezza dei corsi di laurea rispetto agli obiettivi formativi, la composizione del corpo docente, l’idoneità tecnica delle strutture. E significa poter premiare le università secondo il principio del merito e della responsabilità, incoraggiare tutti all’adozione di politiche migliori, attraverso l’analisi dell’efficacia dell’azione di ogni corso di laurea”. Gelmini auspica che ogni ateneo si dotasse, attraverso il proprio sito, “di una carta di identità che contenga i dati sugli sbocchi professionali dei laureati, sulla produzione scientifica annuale dei docenti e ricercatori, sulla customer satisfaction degli studenti e sui risultati in termini di occupazione congruenti con gli studi fatti. Garantire la trasparenza e l’accessibilità alle informazioni, è l’unico modo per affermare un sistema pienamente meritocratico e offrire ai giovani una vera possibilità di scelta. Un ultimo accenno vorrei farlo a voi giovani. Giovani studenti che sin dagli antichi statuti sono non semplici fruitori di un servizio, ma parte integrante della societas universitaria”.

“La mia stella polare per la creazione di un nuovo welfare studentesco è nel rendere finalmente effettivi i dettati degli articoli 3 e 34 della Costituzione. A cinquant’anni di distanza, non siamo riusciti ad assolvere pienamente al compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono ‘il pieno sviluppo della persona umana’ e di garantire il diritto di raggiungere i più alti gradi dell’istruzione ai ‘capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi’. Alcune regioni italiane hanno saputo compiere grandi sforzi e conseguire buoni risultati. Alcune università si sono dotate di strutture di accoglienza che non hanno nulla da invidiare ai famosi campus anglosassoni. Ma – sottolinea il ministro dell’Istruzione – il bisogno delle famiglie soffoca i talenti, immobilizza la società. Non è giusto. Su questo, è mia intenzione coinvolgere da subito il consiglio nazionale degli studenti universitari, che sono certa vorrà offrire al paese e ai propri rappresentati una prova di maturità, e ragionare con me sul possibile, con la mia parola che tutto il possibile verrà fatto. È la parola di un ministro di 35 anni, che ha fresco il ricordo dei suoi anni all’università e dei suoi compagni di corso, ed è una parola che mi auguro voi mi aiutiate a spendere e a far sì che la mano che tendo venga stretta verso un obiettivo comune. Le risorse, si sa, sono poche – conclude Gelmini –. Dovremo, e dovrà per primo il ministero, fare di necessità virtù. Ma sono convinta che un patto per la mobilità sociale e per il merito tra istituzioni pubbliche, università, fondazioni, imprese sostenuto dai giovani potrà aiutarci a far sì che il talento riesca a vincere il disagio economico, a far vincere al paese la sfida del capitale umano, a far vincere a voi la sfida del futuro”.

(red/noe) 4 lug 2008 20:02

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