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Domina la laurea al femminile

Su cento studenti 60 appartengono al gentil sesso
02 luglio 2008



Come ogni anno, AlmaLaurea (www.almalaurea.it) «fotografa» i laureati italiani. Dalla prima indagine del 1999, lo studio è diventato sempre più approfondito ed esaustivo: l'ultima ricerca prende in considerazione circa 185.000 laureati di 46 Atenei italiani, fra i quali, per la prima volta, la Seconda Università di Napoli, l'Università Carlo Cattaneo (LIUC), Milano San Raffaele, l'Istituto Universitario di Scienze Motorie (IUSM) di Roma e l'Università della Valle d'Aosta. La popolazione osservata delinea efficacemente il capitale umano uscito dai 46 Atenei coinvolti nell'indagine e fornisce un quadro di riferimento indicativo dell'intero complesso dei laureati italiani, con un tasso di copertura del sistema universitario nazionale del 64,4% e un campione che rispecchia in modo omogeneo il totale dei laureati italiani.

Andando a curiosare in profondità nell'indagine, emergono molti dati interessanti. Per cominciare, le ragazze surclassano i maschi: su 100 laureati, ben 60,7 sono di sesso femminile, contro 39,3 ragazzi. L'età media di conseguimento della laurea è di 27 anni, con un ritardo medio rispetto al corso regolare degli studi di 1,7 anni (indice di ritardo pari a 0,45). I diplomati accedono all'università in tempi «regolamentari»: quasi l'80% ha al massimo un anno di ritardo. Quasi uno studente su tre (il 27,5%) ha alle spalle precedenti esperienze universitarie, in maggioranza non portate a termine. Ma di questi 27 ragazzi e mezzo su cento, ben 8,8 sono alla seconda laurea, e non è poco. La parte più consistente dei laureati 2007 arriva dai licei, specialmente scientifico (35,8%) seguito dal classico (16,3%). Da una formazione tecnica arriva il 26,8% dei laureati, l'8,2% ha un titolo magistrale o psico-pedagogico, il 5,9% esce dal liceo linguistico, il 2,9% da un istituto professionale e l'1,8% dal liceo artistico. E l'1,9% ha un titolo di studio conseguito all'estero.

D'altronde, il richiamo dell'estero si fa sentire anche durante gli studi universitari: quasi il 12% dei laureati ha svolto periodi di studio oltre confine. Ancora pochi, ma non proprio pochissimi. La metà dei ragazzi ha comunque svolto stage o tirocini al di fuori dell'università (39,8%) o in ambito universitario (10,6%), e questo è un dato che in parte sconfessa chi lamenta la poca esperienza "sul campo" dei nostri laureati. Inoltre, ben il 70% dei laureati 2007 ha esperienza di lavoro, saltuario in quasi il 40% dei casi, ma comunque coerente con gli studi per il 20,6% del campione.

E quasi dieci laureati su 100 sono stati lavoratori-studenti, ovvero hanno lavorato regolarmente e a tempo pieno durante il corso di studi. Una volta conseguita la laurea, come si pongono i giovani italiani nei confronti del mondo del lavoro? Vogliono acquisire professionalità (81,9%), consapevoli che è la più «rivendibile» delle caratteristiche, e cercano stabilità e sicurezza, possibilità di carriera e guadagno. La coerenza con gli studi effettuati è importante ma non fondamentale: la indicano «decisamente» circa la metà degli intervistati. Lo stesso vale per la rispondenza a interessi culturali e l'indipendenza. All'ultimo posto, il tempo libero: è basilare per il 27,2% del campione. C'è una buona disponibilità agli spostamenti, visto che solo i l4,4% dei neolaureati si dichiara non disponibile a trasferte di lavoro, mentre quasi il 70% le mette tranquillamente in conto (il 35,3% le accetterebbe anche con cambi di residenza). La massima aspirazione? Facile, è il contratto a tempo indeterminato (85,7% del campione).

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