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L’Università, gli studenti e il decreto della discordia

Gli studenti scrivono, via email, al Quotidiano Nazionale per lamentare il loro disappunto. La causa? Il ’decreto sui 25 punti’ ,il nuovo sistema di accesso alle facoltà universitarie, per il quale non sono stati interpellati.
03 gennaio 2008

Bologna, 2 gennaio 2008 - Ancora e-mail di protesta. Inviate al nostro giornale dagli studenti delle scuole superiori. I "liceali" non accettano il nuovo decreto ’sui 25 punti’, approvato dal ministro Mussi per l’ammissione all’Università. I ’pomi’ della discordia sono più di uno: dalla mancanza di concertazione dei vertici istituzionali (gli studenti non si sentono coinvolti nelle scelte che li riguardano) alle obiezioni sul nuovo sistema di accesso agli atenei a numero chiuso. Leggiamo e pubblichiamo una di queste missive:

"La sottostante è una lettera che scrivo a nome di oltre 3000 studenti delusi da un provvedimento “il decreto sui 25 punti” che ci riguarda personalmente.

In data 28 Dicembre 2007 il governo italiano in carica ha approvato il decreto legislativo N° 192 in applicazione all’art. 2, comma 1, lettera c) della legge 11 gennaio 2007, n. 1 per la valorizzazione della qualità dei risultati scolastici degli studenti ai fini dell’ammissione ai corsi di laurea universitari ad accesso programmato di cui all’articolo 1 della legge 2 agosto 1999, n. 264.

E’ da sottolineare come il Ministro dimostra di non tenere in nessun contro il parere degli studenti, agendo senza consultare il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, ignorando le richieste di una riforma complessiva del sistema di accesso all’Università ed eludendo qualsiasi tipo di concertazione con gli studenti.

Tale decreto assegna un bonus di 25 punti per merito scolastico, spendibili per l’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso; tali 25 punti si sommerebbero agli attuali 80 conseguibili attraverso un test di ammissione, per portare il totale del massimo dei punti a 105.

Nello specifico, tali 25 punti sono assegnati in modo gradato tenendo conto dei seguenti elementi:

a) la media complessiva non inferiore a sette decimi degli ultimi tre anni di scuola secondaria superiore
b) La valutazione finale conseguita all’esame di stato dal 20% degli studenti con la votazione più alta attribuita dalle singole commissioni e comunque non inferiore a 80/100. Il punteggio potrà essere assegnato anche per scaglioni in relazione al voto conseguito dallo studente
c) L’eventuale lode ottenuta nella valutazione finale dell’esame di stato
d) Le votazioni finali uguali o superiori a otto decimi conseguite negli ultimi tre anni di scuola superiore, in discipline predefinite nel bando di accesso ai corsi universitari, che abbiamo diretta attinenza o siano comunque significative per il corso di laurea prescelto.

Ciò desta non poca preoccupazione tra gli studenti e non solo, per via dei seguenti motivi:

a) la qualità e la quantità dei programmi scolastici possono essere svolti in maniera diversa da una scuola ad un’altra, proprio in virtù dell’autonomia didattica di cui godono gli istituti scolastici.

b) non può esserci un metro oggettivo di giudizio tra una scuola ed un’altra. Ogni docente, anche in forza della libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione, ha un diverso metro di giudizio e di valutazione: uno studente che per un prof può valere 7 per un altro può valere 8.

c) non in tutte le scuole superiori si studiano le materie oggetto della prova di ammissione (biologia, chimica, e fisica in particolare), che darebbero punti in più a chi ha voti dall’ 8 in su, e penalizzerebbe chi non fa queste materie, ma ha deciso di intraprendere gli studi scientifici.

d) la difficoltà di definire le materie attinenti per ciascun indirizzo di scuola superiore e per ciascun corso di laurea (le combinazioni possibili sono nell’ordine di diecimila), anche tenendo conto dell’autonomia scolastica che può accorciare il curriculum di tutte le materie ovvero crearne di nuove.

e) l’effetto pratico della valorizzazione del risultato scolastico potrebbe portare gli eventuali malintenzionati (la cui esistenza sembra confermata dalle coraggiose ed autorevoli dichiarazioni dello stesso ministro Mussi) a spostare il teatro delle loro azioni criminose dal test nazionale, in cui è relativamente rischioso male agire, all’ambito delle singole scuole o ancora in sottoambiti di queste, dove in assenza di criteri oggettivi di valutazione validati a livello nazionale, potrebbe risultare più facile, in linea di principio, operare per ottenere risultati immeritati, ma utili al fine di sopravanzare gli onesti. In tal modo l’inquinamento reale delle ammissioni partirebbe da ben prima e da lontano, e sarebbe impossibile, in pratica, a chi fosse leso di ricostruire l’abuso operato ai suoi danni.

f) Il diritto degli studenti, non brillanti alla scuola superiore, di poter rifarsi mostrando una maturità e una motivazione allo studio che prima non avevano sviluppato. Nella vita si cambia, soprattutto nell’adolescenza: la possibilità di dimostrare anche dopo la maturità il proprio valore deve essere data a tutti, riteniamo dunque che la valutazione degli studi scolastici non debba influire in maniera predominante sull’esito dei test d’accesso, cosa che rischia di accadere se questa proposta del governo verrà approvata definitivamente.

g) Il test vedrebbe violata la sua oggettività e anonimità, a causa di questa legge che permetterebbe ad enti (le scuole) conoscitori dei candidati (nomi e cognomi) di favorire l’uno o l’altro candidato.

h) La lode è stata introdotta dal Ministro Fioroni nell’anno 2007 e pertanto tutti gli studenti che si sono diplomati prima di tale anno non potranno usufruire del punteggio, attribuito dalla stessa, di cui all’art. 4 coma 3 lettera c);

i) Si verrebbero a creare le cosiddette “canne d’organo” che lo stesso Ministro Mussi, contraddicendosi, dichiara di voler combattere. Tale decreto infatti creerebbe dei veri e propri percorsi obbligati che partendo dalla scuola superiore arrivano fino all’università, ledendo così la libertà di scelta degli studenti in quanto 25 punti sono veramente tanti.

Concludo dicendo che, noi studenti, riteniamo tale decreto assolutamente inadeguato alla soluzione dei problemi riguardo i test di ammissione alle facoltà a numero chiuso, che sono emersi quest’anno con particolare evidenza.

Speranzosi di un/una vostro/a riscontro/ risposta porgo un cordiale saluto."

Fonte: http://qn.quotidiano.net


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