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Grazie all'idea e alla ricerca scientifica di Luciano Burderi, docente al Dipartimento di Fisica, entra sempre più nel vivo il progetto HERMES-Scientific Pathfinder (SP), finanziato nel bando Horizon 2020 SPACE-20-SCI, coordinato da INAF con il supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana. Darà vita ad una costellazione di nano-satelliti in grado di localizzare enormi esplosioni cosmiche con grande precisione: monitorando la volta celeste, risponderà ad un'esigenza molto sentita dalla comunità scientifica del pianeta. TUTTI I DETTAGLI e la RASSEGNA STAMPA
17 dicembre 2018
Rappresentazione artistica di un GRB (NASA/Dana Berry/Skyworks Digital)

IL FUTURO E' QUI. Il sistema progettato consentirà di individuare tempestivamente e localizzare precisamente il maggior numero di eventi cosmici e trasmetterne velocemente le caratteristiche agli scienziati

di Sergio Nuvoli

Cagliari, 12 dicembre 2018 – Ci sono l’idea e la ricerca di Luciano Burderi, docente al Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari, dietro il progetto HERMES-Scientific Pathfinder (SP), finanziato nel bando Horizon 2020 SPACE-20-SCI. L’intuizione del docente siciliano trapiantato a Cagliari insieme a quella del suo collega Fabrizio Fiore dell’INAF è alla base di un progetto straordinariamente innovativo a fronte di costi relativamente ridotti, che prevede la realizzazione di tre nano-satelliti, equipaggiati con rivelatori in banda X ad alta tecnologia e di piccole dimensioni.

Sarà così realizzata una costellazione – dal nome appunto di HERMES-SP - dedicata all’osservazione di Gamma Ray Burst (GRB), che sarà in grado entro pochi anni di localizzare le enormi esplosioni cosmiche con una precisione variabile tra pochi gradi e qualche minuto d’arco. Il progetto risponde alla necessità di monitorare con continuità l’intera volta celeste, individuare tempestivamente e localizzare precisamente il maggior numero di eventi cosmici e di trasmetterne velocemente le caratteristiche alla comunità scientifica.

HERMES-SP si muove nel campo dei “fractionated sensors”, dove il potenziamento della misura avviene tramite un numero elevato di sensori spazialmente distribuiti e imbarcati su piattaforme satellitari piccole e snelle, che consentono una notevole flessibilità produttiva e programmatica lungo tutto l’arco di vita della missione.

Il logo del progetto
Il logo del progetto

A realizzare il progetto, che mette l'Italia davanti al mondo in questo campo, partner di altissimo livello con un team composto da enti di ricerca e numerose università, intorno all'Ateneo di Cagliari

HERMES-SP è coordinato da Fabrizio Fiore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Partner del progetto con l’Università di Cagliari sono il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano e numerose Università e piccole-medie imprese Europee. HERMES-SP si giova inoltre del supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

I tre nano-satelliti, che voleranno in formazione, si aggiungeranno ad altri tre analoghi in fase di realizzazione da parte di ASI, che sta già finanziando il progetto HERMES-Technological Pathfinder (HERMES-TP), precursore di HERMES-SP e selezionato dal MIUR nell’ambito dei progetti Premiali. A questo progetto partecipa un team composto da enti di ricerca nazionali (Agenzia Spaziale Italiana, Istituto Nazionale di Astrofisica, Istituto Nazionale di Alta Matematica) e numerose università (Università Cagliari, Politecnico di Milano, Università di Palermo,per citare le principali). Per parte ASI, che coordina Politecnico e INAF, il supporto tecnico è a cura di Simone Pirrotta e Simonetta Puccetti.

Saranno quindi sei i nano-satelliti che andranno a comporre la futura costellazione satellitare HERMES-Full Constellation (HFC) dedicata alla localizzazione tempestiva di esplosioni cosmiche attraverso il rilevamento di emissioni elettromagnetiche ad alta energia, osservando l’intera volta celeste.

Il progetto HERMES-SP, come detto, è ideato da Luciano Burderi dell’Università di Cagliari e da Fabrizio Fiore dell’INAF che hanno coinvolto ASI e il Politecnico di Milano per la fase di realizzazione dei nano-satelliti. “Hermes può offrire una fast-track meno costosa rispetto a quella fornita dagli attuali satelliti che osservano in banda X e gamma – spiegano i due scienziati - per fornire un complemento a queste missioni complesse”.

Luciano Burderi, docente al Dipartimento di Fisica
Luciano Burderi, docente al Dipartimento di Fisica

Tutti i nomi dei protagonisti, ognuno con il suo ruolo per centrare l'obiettivo finale: “Hermes può offrire una fast-track meno costosa rispetto a quella fornita dagli attuali satelliti che osservano in banda X e gamma", spiegano Burderi e Fiore

Dello sviluppo del sensore miniaturizzato di nuovissima generazione, e dell’elaborazione dei dati scientifici con esso ottenibili, si stanno occupando Marco Feroci e Claudio Labanti dell’INAF, Luciano Burderi, che coordina il gruppo composto da Andrea Sanna ed Alessandro Riggio, dell’Università di Cagliari, Tiziana Di Salvo dell'Università di Palermo.

Il gruppo di Michèle Lavagna del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano svilupperà e costruirà le piattaforme di volo miniaturizzate ad alta prestazione, integrerà gli strumenti a bordo e qualificherà l’intero sistema per l’accettazione al lancio in orbita.

“I requisiti scientifici di HERMES rappresentano un’interessante sfida tecnologica per portare le piattaforme di piccole dimensioni non solo verso prestazioni più spinte - aggiunge Lavagna, responsabile di HERMES-SP ed HERMES-TP per il Politecnico di Milano - ma in modo deciso verso la realizzazione di tecnologie più affidabili di quanto il mercato dei nano-satelliti correntemente può offrire". In ultimo, in collaborazione con Fabrizio Ferrandi del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, sarà realizzato il software di bordo. In sintesi, HERMES è un progetto naturalmente scalabile, perché basato su nano-satelliti relativamente poco costosi e con un tempo di sviluppo di soli pochi anni.

Il primo passo è stato l’approvazione del progetto HERMES-TP. HERMES-SP è il secondo importante passo, che permetterà di effettuare esperimenti di posizionamento di GRB a partire dal 2021. Il passo finale sarà la realizzazione di una grande costellazione di nano-satelliti, il progetto HERMES-Full Constellation (HFC), che permetterà di rivelare e posizionare Gamma Ray Burst su tutta la volta celeste, con accuratezza minore dell’arco-minuto, sufficientemente buona quindi per determinare le loro galassie ospiti in maniera non ambigua. 

Il consorzio di HERMES-SP è costituito da Istituto Nazionale di Astrofisica - che coordina il progetto - Politecnico di Milano - con i Dipartimenti di Scienze e Tecnologie Aerospaziali e di Elettronica, Informazione e Bioingegneria; Università di Cagliari, Palermo, Napoli - Federico II; Pavia; Udine; Ferrara; Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Trieste; Fondazione Politecnico di Milano; Fondazione Bruno Kessler; Deimos Space S.L.U.; SkyLabs d.o.o.; C3S Electronics Development LLC; Univerza V Novi Gorici; AALTA LAB d.o.o., Universitaet Tuebingen; Eotvos Lorano Tudomanyegyetem.

Un'altra immagine di grande impatto che rappresenta un fenomeno celeste
Un'altra immagine di grande impatto che rappresenta un fenomeno celeste

RASSEGNA STAMPA

L’UNIONE SARDA di sabato 15 dicembre 2018
Regione (Pagina 12 - Edizione CA)
Spazio
Nano satelliti
per osservare le esplosioni

Lo spazio visto da vicino. Come? Attraverso una costellazione di satelliti che osserva, registra e invia i dati alla Terra. Sarà un sistema in grado di dare la caccia e localizzare le enormi esplosioni cosmiche con una precisione variabile tra pochi gradi e qualche minuto. Il progetto si chiama Hermes-Scientific Pathfinder (SP), è finanziato nel bando Horizon 2020 SPACE-20-SCI. Dietro c'è l'intuizione di Luciano Burderi, siciliano, docente al Dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari e del collega Fabrizio Fiore, dell'Istituto nazionale di astrofisica, coordinatore del progetto. Prevista, a costi ridotti, la realizzazione di tre nano-satelliti, equipaggiati con rivelatori in banda X ad alta tecnologia e di piccole dimensioni.
Hermes-SP si muove nel campo dei “fractionated sensors”. Cioè si basa su un numero elevato di sensori distribuiti e imbarcati su piattaforme satellitari piccole e snelle. Partner dell'iniziativa, con l'Ateneo di Cagliari, sono il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano e numerose Università e piccole-medie imprese europee. Hermes-SP può contare anche sul supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana. I tre nano-satelliti si aggiungeranno ad altri tre analoghi in fase di realizzazione.

L'UNIONE SARDA
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