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Gioco d’azzardo, Pelligra audito in Consiglio regionale

Il docente di Politica economica alla Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche è stato ascoltato dalla sesta Commissione sul testo unificato delle proposte di legge sulla prevenzione del gioco d’azzardo patologico
23 ottobre 2018
Il Palazzo del Consiglio regionale, in via Roma a Cagliari

di Sergio Nuvoli

Cagliari, 23 ottobre 2018 – La sesta Commissione del Consiglio regionale della Sardegna ha ascoltato oggi in audizione Vittorio Pelligra, docente di Politica economica alla Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, nell’ambito dei lavori sul testo unificato delle tre proposte di legge presentate negli ultimi anni relativamente alla prevenzione del gioco d’azzardo patologico.

Il professor Pelligra è anche co-fondatore del Movimento Slotmob, e da anni impegnato nella lotta contro un modello di impresa basato sulla “manipolazione e l’inganno”, per usare l’efficace espressione dei due premi Nobel, George Akerlof e Robert Shiller.

Il docente dell’Università di Cagliari ha sottolineato prima di tutto come le principali giustificazioni utilizzate negli ultimi anni a supporto dell’incentivazione del settore dell’azzardo (102 miliardi di euro di raccolta solo nel 2017) siano tutte, alla luce dei dati, false.

La sala di una delle commissioni del Consiglio regionale
La sala di una delle commissioni del Consiglio regionale

“Chi gioca non solo non è soddisfatto della sua condizione di giocatore, ma preferirebbe nella stragrande maggioranza dei casi essere in grado di non giocare – ha spiegato - I dispositivi di gioco, però, sono progettati utilizzando le più avanzate conoscenze della psicologia comportamentista e delle neuroscienze, specificamente per creare dipendenza, o per usare l’efficace espressione di un ex-giocatore, per formare “persone ratto””.

“Non è neanche vero che le imprese del settore creano occupazione – ha proseguito - La maggioranza dei 140 mila addetti del settore sono rappresentati da coloro che dedicano “quota parte” del loro lavoro alle attività connesse al gambling; il barista che vende il gratta e vinci e il tabaccaio che raccoglie la giocata del lotto per esempio. Ascrivere al settore dell’azzardo l’esistenza dei baristi e dei tabaccai appare, quindi, francamente una forzatura. La Consulta nazionale delle fondazioni e associazioni antiusura, ha stimato anzi che il settore dell’azzardo, drenando dall’economia reale circa 20 miliardi di euro negli ultimi anni, ha impedito la creazione di di 115 mila nuovi posti di lavoro, 90 mila nel commercio e servizi e circa 25 mila nell’industria. Il saldo, in termini occupazionali, non sembrerebbe particolarmente positivo”.

Infine, ha concluso Pelligra - anche l’assunto secondo cui lo Stato guadagni dalle ingenti entrate fiscali derivanti dal gioco d’azzardo è falso. “Da una parte abbiamo circa 10 miliardi di entrate fiscali – è stato il ragionamento proposto ai commissari - ma dall’altra enormi costi economici e sociali. Se consideriamo i circa 4 miliardi all’anno solo di mancato gettito IVA, e li sommiamo a quelli sociali derivanti dal calo della produttività sul lavoro, dall’indebitamento, dall’usura, dal peggioramento dello stato di salute, dall’aumento della criminalità e del relativo impegno di risorse dei sistemi giudiziario, sanitario e previdenziale si arriva facilmente, secondo i dati della Procura nazionale antimafia, ad una stima pari a circa 30 miliardi. I costi superano di tre volte le entrate”.

La legge che il Consiglio Regionale potrebbe approvare “è – secondo il docente di Politica economica - un passo importante nella lotta all’economia dell’azzardo che sa da una parte produce denaro per pochi, dall’altra distrugge valore sociale ed economico a scapito delle categorie più fragili e vulnerabili”.

Vittorio Pelligra
Vittorio Pelligra

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