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Il ricordo, la memoria

E' scomparsa Anna Oppo, docente di Sociologia del nostro Ateneo. La dedizione con cui ha svolto la sua attività di studiosa e di docente hanno contrassegnato la sua vita intellettuale, ma anche quella della comunità sociologica sarda, nazionale e non solo. E' stata maestra di tanti sociologi e sociologhe. IL RICORDO DEI COLLEGHI E DELLE COLLEGHE
05 luglio 2018
Una bella immagine di Anna Oppo

di Sergio Nuvoli 

Cagliari, 5 luglio 2018 - E' scomparsa nei giorni scorsi la professoressa Anna Oppo, per tanti anni apprezzata docente dell'Università di Cagliari, intellettuale nota - non soltanto in città e in Sardegna - per la sua capacità di analisi dei fenomeni, che molto spesso meritava anche le pagine dei quotidiani. Pubblichiamo un ricordo che di lei hanno scritto le colleghe e i colleghi del Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni.

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Ci ha lasciato ieri la collega Anna Oppo, che è stata professoressa ordinaria di sociologia del nostro Ateneo. La sua perdita merita di essere sottolineata con la stima e l’affetto che non siano solo di circostanza. Laureata in Scienze Politiche, ha compiuto i suoi studi di specializzazione in sociologia a Bologna e in California, a Berkeley. Prima di assumere incarichi di insegnamento a Cagliari ha insegnato a Urbino e a Bologna.

Nella prima fase della sua attività di ricercatrice gli interessi si sono indirizzati verso alcuni problemi classici della sociologia politica quali l’organizzazione e il ruolo dei partiti in diversi regimi e la partecipazione politica nei regimi democratici. A tale proposito si deve ricordare la sua collaborazione, da giovane sociologa, alla ricerca coordinata da Alessandro Pizzorno sulla partecipazione politica a Sassari. La sua sensibilità femminista, testimoniata anche dall’adesione al movimento degli anni ’70, ha influenzato le sue ricerche che si sono progressivamente indirizzate verso lo studio del funzionamento delle strutture di genere in ambito lavorativo, familiare e politico, con particolare attenzione alla realtà sarda di cui era profonda conoscitrice. I suoi studi pioneristici sulla famiglia costituiscono ancora oggi un riferimento per gli studiosi di scienze sociali. Ma non si può dimenticare il suo fondamentale contributo nella ricerca socio-linguistica sulla lingua sarda, agli studi sulla bassa fecondità in Sardegna e in Italia e alla divisione sessuale del lavoro.

La dedizione con cui ha svolto la sua attività di studiosa e di docente hanno contrassegnato la sua vita intellettuale, ma anche quella della comunità sociologica sarda, nazionale e non solo. Nella sua vita accademica è stata maestra per tanti sociologici e sociologhe che ha accompagnato allo studio e alla ricerca con rigore e acuta intelligenza. Intere generazioni di giovani sardi che l’hanno incontrata dentro e fuori dalle aule universitarie ne hanno apprezzato la capacità di analisi della società a cui guardava sempre con uno sguardo originale, ma anche la disponibilità che riservava a ciascun interlocutore che mai avvertiva il disagio nel confronto che la sua autorevolezza avrebbe potuto generare.

La curiosità per il mondo e la passione per la sociologia si accompagnavano ad un lavoro diligente di riflessione teorica che diveniva spesso oggetto di conversazione con i colleghi e gli studenti. Il suo alto profilo intellettuale si accompagnava ad una sensibilità non comuni che ne facevano una amica generosa, attenta e accogliente alle vicende umane di tutti e ciascuno. La sua presenza nella vita degli altri era discreta e riservata, ma sapeva riempirsi di lunghe conversazioni sui libri, la musica, l’arte, la cucina e il giardinaggio. La morte di Anna segna una grave perdita per il mondo accademico e culturale sardo che potrà essere attenuata solo dal ricordo del suo impegno e dal nostro lavoro nella direzione che ci ha indicato.

Le colleghe e i colleghi del Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni.

RASSEGNA STAMPA

L’UNIONE SARDA di giovedì 5 luglio 2018
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Lutto per la scomparsa della sociologa Anna Oppo
Stroncata a 81 anni da una grave malattia. Funerali alle 16 nella cattedrale di Oristano

Nella morte d'estate c'è un che di insopportabile per la troppa luce, le giornate infinite, il crollo di ogni resilienza che la morte invece sollecita. È irrilevante che una morte sia annunciata come quella di Anna Oppo che se n'è andata nella sua Oristano, geografia insegretita della Sardegna, fertile di figure speciali da cui veniva anche Nereide Rudas.
La scomparsa di personalità così fondative accresce il senso di orfanità perchè solo pochi la trasmettono anche a chi non aveva un'assidua frequentazione. Tendenzialmente lunadigas - non percorse dall'esibizione dell'urgenza di maternità - ma nondimeno entrambe impegnate a studiare i territori della famiglia, delle donne, della matrilinearità, della matricentricità.
Le ricerche di Anna Oppo su questi temi sono le uniche. Li ha scavati attraverso la letteratura, la ricerca sul campo, la lingua sarda. Hanno finito per essere grandi madri non solo della famiglia più prossima - quella della ricerca - ma di quella più vasta dell'intellettualità militante, specie femminile e femminista. Essere ricercatori e intellettuali non è infatti sovrapponibile. Lo raccontano oggi la cronaca, lo spaesamento politico, il degrado linguistico, la sconnessione tra decisori e quanto urge alla comunità. Si chiamava politica e Anna Oppo le era prossima agendola con consapevolezza. Tutto fuorché controfigura o eterodiretta. Pensando alla sua vita, rassicura l'autorità che altre donne le hanno riconosciuto e che vale di più della pur grande autorevolezza accademica ancorché la prima ha a che fare con la seconda.
In mezzo c'è la trincea del femminismo che in Sardegna è tanto rilevante quanto rimosso. Ci sarà tempo per dettagliare la formazione di Anna Oppo a Cagliari, Bologna, Berkeley e la sua carriera accademica ma da subito bisogna esercitare una tenace pedagogia della memoria per non rimuovere chi del valore delle donne ha fatto ricerca di una vita. Non era scontato ieri ma neanche oggi.
Questo pomeriggio i funerali alle 16 nella Cattedrale di Oristano.
Maria Antonietta Mongiu

L'UNIONE SARDA
L'UNIONE SARDA

LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 5 luglio 2018
IL LUTTO
Addio ad Anna Oppo, voce delle donne
Dall’Istituto Cattaneo di Bologna agli studi e alle inchieste sociologiche sulla condizione femminile in Sardegna

di Giacomo Mameli

ORISTANO Anna Oppo, la creatrice della scuola sociologica sarda, la più rigorosa studiosa del femminismo e delle dinamiche familiari, è morta ieri nella sua casa di via Crispi a Oristano. Aveva 81 anni. Il suo nome è inizialmente legato alle ricerche per l'Istituto "Carlo Cattaneo" di Bologna (collaborava con Romano Prodi, Arturo Parisi, Marzio Barbagli e Stefania Cappello) e alle università di Bologna e di Urbino dove aveva insegnato Sociologia generale tra la metà degli anni '60 e il 1976 quando si trasferisce definitivamente a Cagliari alla facoltà di Scienze politiche. Sofferente da alcuni mesi, è rimasta sempre lucida e acuta nei giudizi. La nipote, Annina Ferrara, ricorda: «Pochi giorni fa ha commentato le cronache: era felice per il miglioramento delle classifiche delle due università sarde, ma disperata, sì proprio disperata, per le ultime stragi di migranti nel Mar Mediterraneo e per la deriva populista».
Oristanese, prima di sei figli, liceo classico al De Castro, laurea a Cagliari (tesi con Paola Arcari) si trasferisce subito a Bologna e poi, per il dottorato, negli Stati Uniti a Berkeley dove conosce, fra gli altri, Robert Merton. Si impone in campo accademico con la traduzione del libro "Conflict Sociology. Toward an explanatory science" di Randall Collins uscito per Zanichelli col titolo "Sociologia", prima edizione Academic Press nel 1975: testo che si imporrà fra i classici e adottato in quasi tutte le facoltà italiane di sociologia. Dai temi generali, dallo studio dei classici, passa a quelli più specifici come l'organizzazione e il ruolo dei partiti in diversi regimi politici e la partecipazione degli elettorati nelle democrazie occidentali. Il rientro in Sardegna coincide con le lotte dei primi movimenti femministi nel periodo della tormentata industrializzazione.Dopo i primi anni, per le edizioni Cuec, a cura del Centro di documentazione e studi delle donne di Cagliari, esce la prima ricerca organica dal titolo "Memoria del movimento delle donne negli anni '70, contributi per una storia del femminismo in Sardegna". Dedica il lavoro a quattro attiviste, «Gavina, Luisanna, Paola e Silvana che avremmo voluto ancora con noi" perché, aveva spiegato in un'intervista, "devo tutto a loro, dalla teoria mi hanno passare alla pratica, sono state fedeli nei racconti delle loro lotte in anni davvero di oscurantismo verso le donne che usavano la ragione». Con la Oppo il gruppo era composto dalle "donne di Guspini" e dalle pioniere indiscusse del femminismo sardo: Annalisa Diaz, Alida Manca, Anna Rita Oppo, Sabrina Perra, Luisa Maria Plaisant, Nora Racugno e Alessandra Spiga, Elisabetta Manca di Nissa, Linetta Serri, Pinella Depau, Luciana Floris, Mariolina Fusco, Maria Giovanna Piano, Wanda Piras, Loredana Rosenkranz, Luisa Salis, Ada Sanna, Linetta Serri, Laura Tonin e Rosella Virdis. Ricorda Linetta Serri, ex consigliere regionale, ex sindaco di Armungia: «Il collante fra noi era Anna perché aveva il carisma della ricercatrice scrupolosa, con i questionari ci faceva uscire dalle proteste generiche e ci diceva che dovevamo incidere nei luoghi di lavoro, nelle univeristà e nelle scuole, stando attente alle migrazione femminili che già avevano raggiunto cifre consistenti». In un capitolo scritto con Sabrina Perra, Anna Oppo affronta temi attualissimi: sessualità, corpo, contraccezione, liberazione sessuale, lavoro di militanza. Nella prefazione a "Donne sarde" del 2005 si era chiesta: «Siamo coscienti che, al di là della carenza delle infrastrutture, di capitali, di livelli di competenza, il problema dell'isola è ancora, come sempre è stato, quello della qualità dei rapporti sociali e dunque della capacità di costruire reti, di avere fiducia?». In Sardegna vedeva ancora «troppo individualismo e scarse competenze». Come superarli? Rispondeva con Gramsci: «Studiando, studiando, studiando».
I funerali si terranno oggi alle 16 in Duomo a Oristano.

LA NUOVA SARDEGNA
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