Cagliari, 29 giugno / 4 luglio 2018
Ivo Cabiddu / Mario Frongia
Ha preso il via all'Università di Cagliari (2-3-4 luglio) per poi proseguire a Sassari (5-6) il progetto del Consiglio Europeo che riguarda il riconoscimento dei titoli dei rifugiati con scarsa o assente documentazione.
L'EQPR prevede la compilazione di un questionario da parte dei candidati - una decina di giovani titolari di protezione e richiedenti asilo - seguita da un'intervista per verificare quanto dichiarato e cercare di accertare le loro competenze. I colloqui per la prima sessione di valutazione in Italia dal 3 luglio al 6 luglio, prima a Cagliari (3-4 luglio) e poi a Sassari (5-6 luglio), con le interviste ai ragazzi individuati, precedute il 2 luglio da una giornata di formazione rivolta al personale amministrativo e docente dell’Ateneo. L’aggiornamento sarà tenuto da Marina Malgina (nel video di presentazione qui di seguito), del centro norvegese NOKUT, e da valutatori provenienti da centri ENIC-NARIC esteri, che parteciperanno poi alle interviste dei ragazzi nei giorni seguenti.
MISSIONE COMPIUTA. Un percorso complesso e delicato. Con ripercussioni politiche, didattiche e di inclusione. Ma soprattutto, umane. La fase di confronto e ampliamento delle posizioni sul Passaporto per rifugiati dei richiedenti asilo ha avuto a Cagliari amplia eco e risultati più che positivi. Con l’ateneo che ha risposto al meglio alle istanza dei valutatori e a quelle dei giovani coinvolti: “Siamo pienamente convinti che sia questa la strada da seguire. Il Consiglio europeo ci ha individuati - spiega Alessandra Carucci, pro rettore per l’Internazionalizzazione – come sede della prima tappa in Italia. Gli ospiti hanno percepito la nostra totale partecipazione proattiva. E anche dai ragazzi trapelano ottime sensazioni”.
I MAGNIFICI SEDICI. Provengono dal continente africano, hanno dai 20 ai 35 anni e per la gran parte posseggono il diploma di scuola media superiore. I sedici giovani che hanno sostenuto nell’aula convegni del secondo piano del rettorato le interviste come da indicazioni normative stilate dal Consiglio d’Europa e portate avanti dal Cimea Italia, hanno un duplice obiettivo: iscriversi all'università, anche se tra i partecipanti qualcuno è già laureato e intende comunque proseguire gli studi. Nati in Guinea (due), Mali, Gambia, Marocco, Algeria, Camerun, Somalia, Pakistan, Ghana, Nigeria (tre), Costa d’Avorio e Senegal (due), hanno lo status di richiedenti asilo, o sono in Italia con il permesso per asilo, o sono titolari di protezione umanitaria o sussidiaria.
MEETING PREPARATORIO
Da lunedì 2 luglio si sono aperte a Cagliari le sessioni di lavoro dei valutatori con il via alle interviste ai ragazzi extracomunitari. Mercoledì 4 luglio ultima giornata di confronto e valutazione nel Rettorato del capoluogo, quindi il passaggio del testimone all'ateneo turritano per ulteriori due giornate di lavori a Sassari.
L’implementazione dello EQPR in Italia si svolge con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica. Nei lavori della prima sessione di valutazione hanno preso parte, con la professoressa Carucci nel ruolo di coordinatrice, anche Samir Heco (Council of Europe), Silvia Bianco (CIMEA – NARIC Italia) e Marina Malgina.
L’ateneo di Cagliari aveva già aderito lo scorso anno lavorando con il CIMEA per la concessione del Pass Accademico delle Qualifiche ai Rifugiati
Nel 2017 l’Università di Cagliari era infatti tra i sei atenei italiani in cui è stato sperimentato l’Academic Pass for Refugee Qualifications, per i candidati stranieri, titolari di asilo politico o protezione sussidiaria, che avevano richiesto di poter continuare i propri studi nell’ateneo del capoluogo sardo. Il 4 luglio le valutazioni dei casi prescelti con gli esperti del CIMEA-NARIC e i valutatori esterni da Pavia, Bari e Genova (vedi servizio su UniCa.it).
Il passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati è utile alle autorità pubbliche, istituzioni, università e datori di lavoro per valutare meglio le competenze dei rifugiati e aiutarli nel mercato del lavoro o per ulteriori studi nel paese ospitante
Dopo la fase pilota, sostenuta dall'UNHCR in Grecia nel 2017, il Consiglio d'Europa sta lanciando una nuova fase (2018-2020) del passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati: un progetto di rafforzamento delle capacità volto a valutare il livello di istruzione dei rifugiati, esperienza lavorativa e competenza linguistica dei rifugiati in assenza di documentazione completa grazie ad una metodologia testata. Il passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati descrive le qualifiche in un formato che dovrebbe facilitare l'uso della valutazione sia all'interno che all'esterno del paese ospitante dei rifugiati. Pertanto, se i rifugiati si trasferiscono in un altro paese in Europa, le loro qualifiche non devono essere nuovamente valutate.
SCHEDA a cura del CIMEA - Il Passaporto Europeo delle Qualifiche dei Rifugiati
Cos’è il Passaporto Europeo delle Qualifiche dei Rifugiati?
È un documento che contiene la valutazione delle qualifiche accademiche dei rifugiati che hanno conseguito un titolo finale di scuola secondaria o universitario ma che non hanno con sé la relativa documentazione per dimostrarlo. Il Passaporto Europeo delle Qualifiche dei Rifugiati contiene informazioni anche sulle esperienze lavorative e sulle competenze linguistiche dell’individuo.
Come funziona la procedura di rilascio del Passaporto europeo delle Qualifiche dei Rifugiati?
La procedura si svolge in due fasi:
1. il candidato compila un questionario con le informazioni relative al suo percorso scolastico, alle lingue parlate e alle esperienze lavorative;
2. il candidato è chiamato a sostenere un colloquio davanti ad una commissione di valutatori esperti, che hanno valutato il questionario.
Quando inizia la procedura?
Nel 2017 in Grecia sono state condotte in totale 92 interviste, e dal 2018 si inizia anche in Italia. Il progetto coinvolge il personale di alcune università italiane insieme a un team di credential evaluator provenienti da Armenia, Canada, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Paesi Bassi e Regno Unito, che valutano le qualifiche dei rifugiati in diverse zone d’Italia.
Qualsiasi rifugiato può fare domanda per il rilascio del documento?
Le università italiane che partecipano all’iniziativa, in collaborazione con il CIMEANARIC Italia, contattano i rifugiati che dichiarano di avere concluso del tutto o in parte gli studi di scuola secondaria superiore e universitari, ma in possesso di scarsa o assente documentazione, e che desiderano intraprendere questa procedura. Il rifugiato partecipa così una procedura di valutazione dei suoi titoli che si svolge presso una delle università coinvolte. L’obiettivo è consolidare una procedura di valutazione che possa essere adottata anche da altre università e da altri paesi.
Quali sono i tempi della procedura?
Il questionario viene inviato al candidato tre settimane prima dell’intervista, e va compilato in maniera autonoma nell’arco di due settimane. Il questionario viene poi inviato ai credential evaluator che potranno così effettuare una revisione della documentazione presentata. Il candidato viene poi convocato per il colloquio che ha una durata di circa 45-60 minuti, in base al quale i valutatori esperti decidono se rilasciare o meno il documento. In caso di esito positivo, il Passaporto Europeo delle Qualifiche dei Rifugiati viene rilasciato una settimana dopo il colloquio e ha una validità di 5 anni.
Il Passaporto Europeo delle Qualifiche dei Rifugiati è un passaporto?
No, non nel senso letterale del termine. Il documento non sostituisce alcun tipo di documentazione identificativa del candidato né quella relativa al suo percorso di studi. Inoltre, essa non garantisce l’ammissione a un corso di studi né ad alcuna assunzione lavorativa, e non è un atto di riconoscimento formale. Il Passaporto Europeo delle Qualifiche dei Rifugiati riporta informazioni affidabili e rappresenta un primo passo verso il mondo del lavoro e la possibilità di proseguire gli studi. Il documento è pensato per aiutare i rifugiati ad integrarsi nella comunità in cui vivono.
Perché tale documento è rivolto esclusivamente ai rifugiati?
Il Passaporto Europeo delle Qualifiche dei Rifugiati è rivolto esclusivamente ai rifugiati che sono scappati dal paese d’origine per persecuzioni, per la guerra e per altre situazioni che mettono in pericolo la loro incolumità. Per questo hanno bisogno di un supporto. Tale concetto è presente nella legislazione internazionale, tra cui la cosiddetta Convenzione di Lisbona in materia di riconoscimento del Consiglio d’Europa e dell’UNESCO, la quale prevede di adottare “tutti i provvedimenti possibili e ragionevoli per elaborare procedure atte a valutare equamente ed efficacemente se i rifugiati, i profughi e le persone in condizioni simili a quelle dei rifugiati soddisfano i requisiti per l’accesso all’istruzione superiore.”
Interessante, ma questa procedura funziona effettivamente in altri paesi?
Si, per esempio Grecia, Norvegia e Regno Unito hanno con successo iniziato ad introdurre tale metodologia.
Quindi tale documento potrebbe essere usato in più paesi?
Certo, l’obiettivo è che le informazioni contenute nel documento vengano accettate e facilmente interpretate in qualsiasi paese europeo. Nel lungo periodo tale metodologia andrà ad ammortizzare i costi sostenuti dal paese ospitante, facilitando e accelerando la valutazione delle qualifiche dei rifugiati.
Una volta che la decisione finale verrà presa, a chi verrà resa nota?
CIMEA, il centro nazionale di informazioni sul riconoscimento dei titoli accademici in Italia, che svolge un ruolo fondamentale all’interno della rete dei centri europei che si occupano di qualifiche, provvederà a registrare elettronicamente tali informazioni.
Come può essere utilizzato il Passaporto Europeo delle Qualifiche dei Rifugiati?
Quando al rifugiato è garantita la permanenza in una paese europeo, esso è fortemente incoraggiato a contattare il Centro di Informazione sul riconoscimento accademico del paese europeo in cui si trova (www.enic-naric.net) al fine di ricevere informazioni aggiuntive sui requisiti di accesso all’università e ulteriori possibilità a sua disposizione.
Per maggiori informazioni:
www.coe.int/eqpr
RASSEGNA STAMPA
L'UNIONE SARDA di domenica 1 luglio 2018
Cronaca Italiana (Pagina 16 - Edizione CA)
CAGLIARI. Verranno valutate le competenze dei rifugiati
UN “PASSAPORTO” EUROPEO
PER CERTIFICARE L'ISTRUZIONE
Un “passaporto” universitario europeo per i rifugiati: domani nel rettorato di Cagliari si aprirà la prima sessione di valutazione per attribuire alle persone che richiedono asilo politico una qualifica d'istruzione superiore. L'appuntamento è alle 10: in via Università 40 si terrà il meeting preparatorio con gli esperti e i rappresentanti del Consiglio d'Europa e del Cimea Italia (Centro informazioni mobilità equivalenze accademiche). Ai lavori, seguiti dal pro rettore per l'internazionalizzazione, Alessandra Carucci, interviene il rettore Maria Del Zompo.
IL PERCORSO Gli atenei di Cagliari e Sassari sono stati scelti dal Cimea-Naric per la prima sessione in Italia dell'European qualifications passport for refugees (Eqpr). Lo sviluppo dell'Eqpr in Italia si svolge con il patrocinio del Miur (ministero Istruzione, università e ricerca). L'università di Cagliari ospita fino al 4 luglio la prima fase del progetto del Consiglio europeo sul riconoscimento dei titoli dei rifugiati con scarsa o assente documentazione.
L'Eqpr prevede la compilazione di un questionario da parte dei candidati - una decina di giovani titolari di protezione e richiedenti asilo - seguita da un'intervista per verificare quanto dichiarato e cercare di accertare le loro competenze. I colloqui per la prima sessione di valutazione in Italia si svolgeranno dal 3 luglio al 6 luglio a Cagliari e Sassari. con le interviste ai ragazzi individuati. La giornata di domani è rivolta anche al personale amministrativo e docente dell'Ateneo. Il passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati è utile alle autorità pubbliche, istituzioni, università e datori di lavoro per valutare meglio le competenze dei rifugiati e aiutarli nel mercato del lavoro o per ulteriori studi nel paese ospitante. Dopo i primi passi del progetto, la nuova fase prevede la valutazione del livello di istruzione dei rifugiati, l'esperienza lavorativa e la competenza linguistica..
L'UTILIZZO Il passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati descrive le qualifiche in un formato che dovrebbe facilitare l'uso della valutazione sia all'interno che all'esterno del paese ospitante dei rifugiati. Pertanto, se i rifugiati si dovessero trasferire in un altro paese in Europa, le loro qualifiche non dovrebbero essere nuovamente valutate.