L'indicazione del Rettore: "Dobbiamo mettere in gioco tutte le nostre risorse per lavorare su questo aspetto"
di Valeria Aresu
Cagliari, 15 maggio 2018 – Aula Capitini al completo per il VII convegno della Società Italiana di Pedagogia Speciale (SIPeS), coordinato dal prof. Antonello Mura e dal suo gruppo di ricerca. Per due giorni, Cagliari è stata la capitale italiana della ricerca sui temi dell’integrazione e della formazione delle professionalità educative.
“L’inclusività è una delle sfide più grandi del nostro ateneo - ha sottolineato il Rettore Maria Del Zompo, nell'intervento che ha aperto i lavori della giornata di lunedì - Dobbiamo mettere in gioco tutte le nostre risorse, per concentrarci maggiormente su questo aspetto. Oggi ci troviamo in un’aula particolare, molto vissuta, recentemente affrescata da uno street artist, che l’ha trasformata nell’aula dell’apprendimento e della conoscenza. È importante conciliare la cultura e l’inclusività con le nostre risorse, per superare ogni ostacolo e ottenere il massimo”.
Roberta Caldin, presidente della SIPeS: "Politica, cultura e ricerca necessitano di essere in dialogo per la realizzazione di un percorso di didattica speciale che possa essere efficace"
L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere il dialogo tra tutti gli esponenti della comunità scientifica. “Il dialogo è una prerogativa della pedagogia speciale. Politica, cultura e ricerca necessitano di essere in dialogo per la realizzazione di un percorso di didattica speciale che possa essere efficace”, ha spiegato Roberta Caldin, presidente della SIPeS.
Al centro del dibattito di lunedì, la riforma dei percorsi di formazione degli insegnanti della scuola media e superiore e di quello degli insegnanti di sostegno
Al centro del dibattito di lunedì, la riforma dei percorsi di formazione degli insegnanti della scuola media e superiore e di quello degli insegnanti di sostegno, dei nuovi percorsi di formazione per gli educatori e gli insegnanti degli asili nido e dei percorsi obbligatori di riqualificazione degli educatori attualmente in servizio. Presente anche Francesco Feliziani, Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna: “In Italia persistono due aspetti preoccupanti: abbiamo meno della metà delle risorse necessarie a ricoprire il fabbisogno nazionale di insegnanti di sostegno; quasi tutti sono privi di autorizzazione. È quindi necessario che lo Stato pensi a formare un numero adeguato di insegnanti di sostegno”
Luigi Guerra, docente dell’Università di Bologna: “Le politiche per l’inclusione non possono esistere soltanto all’interno degli ambienti scolastici, ma devono essere estese anche oltre essi”
“Impegno e politiche sono due aspetti fortemente interconnessi tra loro, nella formazione di educatori e insegnanti”, ha affermato Michele Corsi, docente dell’Università di Macerata, che ha passato la parola a Luigi Guerra, docente dell’Università di Bologna: “Le politiche per l’inclusione non possono esistere soltanto all’interno degli ambienti scolastici, ma devono essere estese anche oltre essi”.
Illustrati anche i più recenti risultati della ricerca scientifica in materia di inclusione e contesti scolastici, con il supporto dei migliori ricercatori italiani
Il dibattito della seconda giornata - presieduto da Felice Corona, docente dell’Università di Salerno - ha invece messo in luce i più recenti risultati della ricerca scientifica in materia di inclusione e contesti scolastici.
“In tutta Europa, oggi, le sedi della ricerca scientifica sono anche le sedi della professionalità. La realtà italiana è ancora molto lontana da questo obiettivo. Persiste, infatti, una distanza incolmabile e terribilmente fastidiosa tra il mondo delle professioni e le normative. Sono quindi necessari passi avanti sotto questo aspetto – ha spiegato Piero Crispiani, docente dell’Università di Macerata - Una scienza è considerata tale se vi sono dei professionisti che la esercitano, è quindi necessario comprendere che sono i pedagogisti, che lavorano quotidianamente, ad indicare quale sia il profilo professionale agli accademici. Non viceversa”.
Servono insegnanti validi e capaci, percepiti come componenti fondamentali nell'implementazione dell'istruzione inclusiva, anche dalle associazioni dei genitori
L’importanza dei professionisti del settore è stata evidenziata anche dall’intervento di Anna Maria Murdaca, docente dell’Università di Messina: “In un contesto scolastico, il processo di didattica inclusiva non puó far a meno di insegnanti validi e capaci. Essi sono percepiti come componenti integrali e fondamentali nell’implementazione dell’istruzione inclusiva, anche dalle associazioni dei genitori”.
Spazio anche all’inclusività in ambienti universitari, “un campo ancora poco esplorato, ma proprio per questo di grande valore per la pedagogia italiana – ha ribadito Angelo Lascioli, docente dell’Università di Verona – Sono necessari degli studi capaci di rendere la didattica universitaria più inclusiva”.