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La più grande garanzia di democrazia

Per Mauro Mura, fino al 2015 Capo della Procura della Repubblica di Cagliari, è l’obbligatorietà dell’azione penale: “Il magistrato deve applicare la legge, e la legge non può che essere uguale per tutti”. Il Rettore ha concluso i seminari della prima parte di “UniCa per l’Etica”: “Volevamo stimolare in voi una riflessione in termini positivi e vedere i risultati. Obiettivo centrato”. Resoconto e GALLERIA FOTOGRAFICA
18 aprile 2018
Mauro Mura, relatore del quarto seminario di UniCa per l'Etica

"La parità stabilita tra le parti nel processo esprime il principio di eguaglianza espresso dalla Costituzione". Quindi la descrizione del passaggio del processo italiano dal modello inquisitorio al sistema accusatorio

di Sergio Nuvoli

Cagliari, 18 aprile 2018 - “C’è spazio per l’etica nel processo penale? C’è senza dubbio l’assoluta necessità di regole di carattere morale, la dottrina della virtù e la regola dell’eccellenza. Nel 2010 è stato approvato il codice etico dalla magistratura, che però non risolve il problema, perché risponde a casi particolari ed è stato dato dalla stessa magistratura, quindi dalla nostra stessa corporazione”. Così Mauro Mura, questo pomeriggio, durante il seminario di “UniCa per l’Etica” sull’etica nel processo penale.

Il magistrato, fino al 2015 a capo della Procura della Repubblica di Cagliari, ha cominciato il suo intervento con una ricostruzione storica della riforma del processo penale italiano, passato dal modello inquisitorio al modello accusatorio: “La caratteristica fondamentale del nuovo processo penale – ha spiegato ad una platea molto attenta - è che il PM che porta avanti le indagini rassegna i risultati o davanti al GIP o direttamente in dibattimento: la parità stabilita tra le parti nel processo esprime il principio di eguaglianza espresso dalla Costituzione”.

Gli studenti nell'Aula magna del Rettorato
Gli studenti nell'Aula magna del Rettorato

Secondo il magistrato, le disposizioni costituzionali interpretate in modo corretto si rivelano la linea guida più efficace per il giudice nell'applicazione delle norme

Mura si è quindi soffermato sugli aspetti giuridici della vicenda del DJ Fabo e dell’aiuto al suicidio: “È una vicenda che riguarda il libero esercizio del diritto alla vita - ha commentato l’ex capo della Procura di Cagliari - Determinazione, rafforzamento, agevolazione: quest’ultima secondo la Corte di Cassazione costituisce aiuto al suicidio. Per questo sullo specifico caso ha correttamente sollevato il contrasto tra le disposizioni della Carta costituzionale e le convenzioni internazionali. Ancora una volta le disposizioni costituzionali interpretate in modo corretto si rivelano la linea guida del giudice nell’applicazione delle norme”.

Mauro Mura durante il seminario di UniCa per l'Etica
Mauro Mura durante il seminario di UniCa per l'Etica

"E' urgente riformare la prescrizione: il fatto che una elevata percentuale di processi cada in prescrizione contrasta con il principio della obbligatorietà dell’azione penale"

L’ex PM ha ricordato anche le lacerazioni causate dalla legge sul blocco dei beni nel sequestro di persona, introdotte nei primi anni ’90 nel nostro ordinamento e ha poi evidenziato che “il fatto che una elevata percentuale di processi cada in prescrizione contrasta con il principio della obbligatorietà dell’azione penale. Il principio di uguaglianza da esso richiamato significa per me che tutti i processi debbano essere risolti nel merito: per questo serve una radicale revisione dell’istituto della prescrizione”.

“Il dubbio deve accompagnare tutta l’attività del nuovo processo penale – ha aggiunto - non è stallo, non è irresolutezza, ma è intelligenza, è capacità di guardare la vicenda processuale non solo dalla parte dell’accusa ma anche da quello della difesa. Tante volte nella mia vita professionale ho avvertito un senso di ingiustizia profonda: se un magistrato dovesse sentire come massima sua irrinunciabile - estensibile a massima universale - l’obbligo della verità, tanto da usare in modo distorto in buona fede la sua libertà, potrebbe farlo? Quale parametro si potrebbe usare per parlare di regole etiche? È la Costituzione, sono le carte internazionali: i principi in esse contenuti devono essere proiettati in avanti, perché da sempre molti di essi  esprimono il principio di uguaglianza. Anche per questo l’obbligatorietà dell’azione penale è la più grande garanzia di democrazia”.

Al seminario era presente anche Fabio Botta, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza (qui accanto al Rettore)
Al seminario era presente anche Fabio Botta, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza (qui accanto al Rettore)

"L’iniziativa della Procura sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale è importante: non era facile decidere se procedere, specie perché riguardava quasi tutti i gruppi e molti consiglieri"

Il magistrato ha chiuso il suo intervento tenuto interamente a braccio citando Gustavo Zagrebelsky: “Verità e Giustizia non sono mai interamente conoscibili e realizzabili. Appartiene alla natura umana agire con prove e controprove, esercitando la virtù del dubbio e l’arte del dialogo per avvicinarsi alla verità e alla giustizia (con le iniziali minuscole)”.

Si è dunque aperto un fitto dialogo con gli studenti che seguono il percorso-concorso: “Per un Pubblico Ministero la stella polare è l’obbligatorietà dell’azione penale – ha rimarcato, rispondendo ad una domanda del Rettore Maria Del Zompo sul rapporto tra magistratura e politica - L’iniziativa della Procura sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale è importante: non era facile decidere se procedere, specie perché riguardava quasi tutti i gruppi e molti consiglieri. Il magistrato deve applicare la legge, e la legge non può che essere uguale per tutti”.

Studenti nell'Aula magna durante il seminario
Studenti nell'Aula magna durante il seminario

Il Rettore: "Volevamo stimolare in voi una riflessione sull’etica e vedere i risultati. Parlarne in termini positivi, cercando di cambiare le cose: questi quattro seminari avevano questo obiettivo, stimolando dubbi e curiosità. Ci siamo riusciti”

Al Rettore il compito di concludere la prima parte di “UniCa per l’Etica”: “Con questi seminari volevamo stimolare in voi una riflessione sull’etica e vedere i risultati. Parlarne in termini positivi, cercando di cambiare le cose: questi quattro seminari avevano questo obiettivo, stimolando dubbi e curiosità”, ha detto il Magnifico, sottolineando “la necessità di avere sempre un codice etico per prevedere e promuovere comportamenti che per alcune persone sono naturali, per altre meno”.

Studenti nell'Aula magna durante il seminario
Studenti nell'Aula magna durante il seminario

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