Nel piazzale antistante l’aula magna sono stati esposti numerosi modelli storici di Lambretta e Vespa, tutti opportunamente posizionati in base all’anno di costruzione
Cagliari, 28 novembre 2019
Ivo Cabiddu
Ad aprire la conferenza, con un interessante discorso introduttivo, Il vice presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini. La conferenza, come di consueto per gli appuntamenti Asi nel polo universitario di Ingegneria, è stata moderata dal presidente della facoltà, il professor Corrado Zoppi.
Nel corso delle quattro relazioni, dalle cui parole è emersa tanta conoscenza e, soprattutto, una inesauribile passione, si sono avvicendati, come da programma: Lorenzo Morello, vicepresidente Commissione nazionale Cultura Asi, ha esposto il tema “Vespa e Lambretta: dal monopattino allo scooter”; Angelo Melis ha intrattenuto i numerosi partecipanti su “Vespa: oltre settant’anni di miracolo italiano”; Alessandro Casciu ha presentato la relazione su “Lambretta: l’eterna rivale” e infine Paolo Pezzuoli, ha argomentato su "C'erano anche altri scooter...".
Lo scopo del riuscito evento è stato quello di far conoscere alle nuove generazioni, e non solo, la storia dei due scooter prodotti in Italia, con gli aspetti tecnici legati alla meccanica e anche al design dei vari modelli nel corso degli anni
L’appuntamento è stato seguito da numerosi studenti dei vari dipartimenti di ingegneria, dai loro docenti e da un folto pubblico di appassionati.
Presenti molti rappresentanti dei Vespa Club e Lambretta Club del territorio, tra loro anche l’architetto Marco Galassi - consigliere nazionale Asi - e Giuliano Usai, consigliere nazionale del Vespa Club d’Italia.
Il convegno ha evidenziato come la Vespa e la Lambretta siano state due vere icone, due filosofie che nonostante la grande rivalità, insieme, sono riuscite ad incarnare il nuovo modo d’intendere la mobilità, in modo pratico ed economico.
Ben presto sono diventate simbolo di libertà e di indipendenza, affermandosi come vere protagoniste del cambiamento, principali interpreti della dinamica del costume, dell’estetica, del linguaggio, della moda e della mentalità di uomini e donne, adulti e giovani.
Pur con storie contrapposte, Vespa e Lambretta hanno avuto un comune denominatore: la capacità di imporre lo stile italiano anche con le due ruote.
Classico esempio della fabbricazione italiana di motocicli del dopoguerra (entrambe il risultato di produzioni di tipo artigianale), Vespa e Lambretta si sono celermente evolute sulla spinta delle richieste dei moto amatori, non solo italiani. Progettati per essere dei mezzi di trasporto affidabili ed economici, questi scooter si sono da subito sfidati per guadagnare parti del nascente e consistente mercato post-bellico dei motocicli, tra scooter e moto.
Diverse fonti accreditano la Vespa quale mezzo generalmente scelto da un pubblico più "borghese" ed esigente, in quanto più curata nei dettagli estetici, mentre la Lambretta (così chiamata per la vicinanza dello stabilimento Innocenti al fiume Lambro) ha subito nei decenni profondi aggiornamenti tecnici ed estetici, con innovazioni tali da trasformare anche il gusto e il gradimento degli italiani, conquistando e ispirando anche altri concorrenti su scala mondiale.
In realtà, "vespisti" o "lambrettisti", questo derby italiano continua ancora oggi, senza distinzione di età, genere o ceto sociale.
Cagliari, 14 novembre 2019
Ivo Cabiddu
Con i patrocini del Presidente del Consiglio Regionale e dell’Università degli Studi di Cagliari, l’Automotoclub Storico Italiano (ASI) e l’Associazione Automoto d’Epoca Sardegna organizzano a Cagliari l’incontro “Vespa e Lambretta, due miti a confronto”.
EVENTO STORICO E CULTURALE. L’appuntamento, aperto a tutti gli studenti di UniCa e agli interessati, è incentrato sulle moto storiche, con particolare riferimento alla genesi e all’evoluzione degli scooter, sia in Italia che all’estero. Comprende una conferenza - con inizio alle ore 15 di giovedì 28 novembre 2019, nell’aula magna di Ingegneria - e un’esposizione all’aperto di modelli ed esemplari italiani e stranieri di particolare pregio ed interesse tecnico e stilistico, nell’antistante piazzale del polo universitario di via Marengo.
VESPA E LAMBRETTA. La conferenza è dedicata ad illustrare l’evoluzione e la storia dei due famosi scooter italiani, che hanno fatto scuola in tutto il pianeta e sono peraltro sempre molto richiesti e restaurati dai tantissimi appassionati. Altri interventi, come da programma predisposto a cura della Commissione Cultura dell’Asi, verteranno sulla genesi dei modelli e su ciò che in Italia e all’estero altre case costruttrici hanno prodotto nello stesso periodo di oltre 70 anni.
STORIA, TECNICA E COSTUME DAL SECONDO DOPOGUERRA AD OGGI
RELATORI. A moderare l’incontro, a cui seguirà un dibattito aperto, sarà il professor Corrado Zoppi, presidente della facoltà di Ingegneria e Architettura di Cagliari. Tra i presenti il dottor Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, e i seguenti relatori:
- Lorenzo Morello, Vicepresidente Commissione Nazionale Cultura ASI
“Vespa e Lambretta: dal monopattino allo scooter”
- Angelo Melis, Presidente Associazione Automoto d’Epoca Sardegna
“Vespa: oltre settantanni di miracolo italiano”
- Alessandro Casciu, Vicepresidente Associazione Automoto d’Epoca Sardegna
“Lambretta: l’eterna rivale”
- Paolo Pezzuoli, Socio Associazione Automoto d’Epoca Sardegna
"C'erano anche altri scooter..."
INFO: Associazione Automoto d’Epoca Sardegna, federata Automotoclub Storico Italiano
Viale Sant’Avendrace 255, 09122 Cagliari - tel: 070283181 - fax: 0707273886
web: www.aaesardegna.org - email: posta@aaesardegna.org
Facebook: @AAE.Sardegna.CA - Instagram: @aae.sardegna.ca
RASSEGNA STAMPA
L'Unione Sarda di giovedì 28 novembre 2019
CULTURA - Pagina 55
DESIGN E MODA. Questo pomeriggio a Cagliari il confronto alla Facoltà di Ingegneria
Vespa e Lambretta, due icone, due filosofie e una grande rivalità
Due icone, due delle migliori espressioni della creatività e del saper fare italiano. La vespa e la lambretta rappresentano la storia delle due ruote, nate in un Paese che, dopo la seconda guerra mondiale, vuole, come segno di rinascita dopo le sofferenze del conflitto bellico, mettersi in moto . Due simboli che sono finiti, in bella mostra, in molti musei del mondo e che ora diventano oggetto di dibattito nelle austere aule dell'Università. Oggi a Cagliari, nell'Aula Magna della Facoltà di Ingegneria, con inizio alle 15, c'è l'incontro “Vespa e Lambretta: due miti a confronto”, moderato dal preside Corrado Zoppi e organizzato dall'associazione Automoto d'Epoca Sardegna in collaborazione con l'Automotoclub Storico Italiano.
DUE MONDI
Due miti diversi e contrapposti di cui discuteranno esperti e appassionati che fanno parte delle due associazioni. «Tra vespisti e lambrettisti la divisione è netta. Nel portachiavi del lambretta club Italia - racconta Angelo Melis, presidente dell'Associazione Automoto d'Epoca - «c'è scritto: Fatto con pelle di vespista . C'è sempre stata rivalità e gli sfottò non sono mai venuti meno anche se la Lambretta non è più in produzione dal 1971».
UN PO' DI STORIA
Melis è un vespista convinto, possiede infatti una vespa 125 Bacchetta degli anni Cinquanta. «Quel modello che ho restaurato in modo maniacale - dice con orgoglio - sarà esposto, in occasione dell'incontro nella Facoltà di Ingegneria, insieme a una Lambretta B del 1949, un altro pezzo da collezione». Il confronto, rientra in un ciclo di iniziative dedicato al mondo antico dei motori: «Nei due precedenti appuntamenti - spiega Melis - abbiamo indirizzato l'attenzione sulla prima auto giunta in Sardegna nel 1903, una Vermorel, e sulla Fiat 500, un altro mito italiano. Le giovani generazioni devono conoscere tutti gli aspetti legati alla storia di auto e moto prodotte in Italia, non solo la parte più tecnica, che riguarda i motori, ma anche gli aspetti legati al design e all'estetica».
GLI STILI
La Lambretta, «un disegno - ha scritto Edmondo Berselli - che sembra un piccolo Beaubourg motociclistico», nasce, a Milano, nella fabbrica Innocenti nell'ottobre del 1947, un milione di esemplari nei primi dieci anni. Vicino allo stabilimento c'è il Lambro e il fiume ispira la scelta del nome del nuovo ciclomotore. Un prezzo non proprio abbordabile per quei tempi: 156 mila lire (lo stipendio medio di un operaio era di ventimila lire). La vespa di Enrico Piaggio e del progettista Corradino D'Ascanio, è uno scooter di un anno più giovane rispetto alla rivale. Il prezzo della prima serie è di 61 mila lire. Il cinema contribuisce ad amplificare la sua fama: Gregory Peck e Audrey Hepburn, nel film “Vacanze romane” del 1953, vanno in giro per la Capitale proprio sul sellino della moto prodotta dalla Piaggio. Nanni Moretti, molti anni più tardi, farà la stessa scelta: con la sua Vespa 125 blu arriva nella spiaggia di Ostia, dove è stato ucciso Pier Paolo Pasolini, dopo aver attraversato i quartieri di Roma. Il regista ha poi donato quella vespa al Museo nazionale del Cinema. Vespa, che in una versione molto in voga alcuni anni fa è diventata anche Vespino, e Lambretta sono oggetti di fede, storie contrapposte con un comune denominatore: lo stile italiano che è riuscito imporsi anche con le due ruote.
Massimiliano Rais