Venerdì 7 febbraio 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
07 febbraio 2020

L'Unione Sarda

 

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 febbraio 2020 / PRIMAPAGINA
L’ANALISI
La riforma fiscale

di Beniamino Moro
Recentemente il governo ha trovato l'accordo sul taglio di 3 miliardi del cuneo fiscale sul lavoro. Il beneficio riguarderà 16 milioni di lavoratori, di cui 11,7 già percettori degli 80 euro del governo Renzi. Anche questo taglio assumerà la forma di bonus in busta paga, che nella maggior parte dei casi andrà ad integrare sino a 100 euro mensili i redditi più bassi compresi tra 8.200 e 40 mila euro. I sindacati esultano, il ministro dell'economia Gualtieri esprime soddisfazione per l'ampia convergenza sulla politica economica del governo. (...) SEGUE A PAGINA 10

ITALIA Pagina 10 SEGUE DALLA PRIMA
Non riduce davvero le tasse e aggrava il bilancio

RIFORMA FISCALE: INUTILE LA POLITICA DEI BONUS

(...) Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo considera un primo passo verso la riforma complessiva del fisco, in particolare dell'Irpef, che prevede di presentare al Parlamento entro aprile.

Colpisce che i più bisognosi, i cosiddetti incapienti, sprovvisti di reddito o con redditi esigui sino a 8.200 euro, siano esclusi ancora una volta dal beneficio, proprio perché il bonus assume la forma dello sconto fiscale sulle imposte, che gli incapienti per definizione non pagano. Al di là di questo aspetto, tuttavia, ci sono altre considerazioni importanti da fare, che riguardano la futura riforma dell'Irpef e che la propaganda politica presenta come la riforma che ridurrà le tasse agli italiani. Bene, ma se l'affermazione fosse vera, alla riduzione delle tasse corrisponderebbero minori entrate per il bilancio statale, che, a parità di spese, farebbero aumentare il deficit e quindi il debito pubblico, riproponendo di nuovo l'eterno dilemma della stabilità finanziaria dell'Italia.

L'aspetto fondamentalmente sbagliato, anche dal punto di vista educativo, della politica dei bonus e della correlata retorica della promessa di diminuzione delle tasse, è costituito dall'idea, comune a destra come a sinistra e passando per il centro dell'arco parlamentare, che il confronto di politica economica tra i partiti sia prevalentemente ridotto alla distribuzione di bonus e alla promessa di riduzione delle tasse, che di fatto non si concretizza mai. Sulla politica dei bonus ha cominciato Berlusconi con l'esenzione dell'Imu sulla prima casa, ha proseguito Renzi con gli 80 euro, seguito dal governo giallo-verde con quota 100 e reddito di cittadinanza, per arrivare al governo attuale con la riduzione del cuneo fiscale.

Un'implicazione di questa politica, che tutti i suddetti governi hanno dovuto affrontare per far tornare i conti in equilibrio e avere il consenso europeo alle varie manovre annuali di bilancio, è costituita dall'imposizione da parte della Commissione Ue di clausole di salvaguardia sull'Iva, cioè dall'impegno a far aumentare automaticamente e proporzionalmente le imposte indirette nel caso in cui le coperture indicate dal governo non fossero state sufficienti. Per disinnescare tali clausole, è stato necessario reperire quest'anno 23 miliardi di risorse alternative e saranno necessari oltre 20 miliardi all'anno nei prossimi anni. Ciò significa che anche le future manovre finanziarie non partiranno da zero.

Ormai in Italia non si formano nuovi governi che non si basino sulla promessa di nuovi bonus e dell'ennesimo impegno di riduzione delle tasse, per mantenere i quali si squilibrano i conti pubblici, nella speranza che l'Europa si dimostri clemente concedendo più flessibilità, ovvero acconsenta a fare più deficit di bilancio, che si tradurrà automaticamente e fatalmente in nuovo aumento del debito pubblico. Mai nessun governo che rinunci alla deleteria politica dei bonus e dica chiaramente che le tasse non si pagano per distribuire regalie alle varie categorie sociali, ma per finanziare l'erogazione di servizi pubblici efficienti ai cittadini, dalla scuola alla sanità, dall'ambiente all'ordine pubblico, passando anche per la lotta alla povertà e il sostegno delle persone bisognose. Sarebbe bello se questo governo lo dicesse.

BENIAMINO MORO
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI



 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 febbraio 2020 / ITALIA - Pagina 11

INTERVISTA: Il microbiologo

«Morbillo e influenza sono più pericolosi»

Professor Aldo Manzin, docente di Microbiologia clinica alla Facoltà di Medicina dell'Università di Cagliari, perché il coronavirus ci fa così paura?

«La verità è che la paura si sta diffondendo più velocemente del virus stesso. Certo che si ha paura di qualcosa che si conosce poco, però la paura diventa ingiustificata quando ci sono tutti gli strumenti per affrontare l'emergenza e gli scienziati sono al lavoro».

Ci sono stati episodi di discriminazione nei confronti della comunità cinese.

«In certe situazioni i peggiori istinti vengono fuori. E la cosa incredibile è che spesso si parla di bambini e adulti che la Cina l'hanno vista solo sulla mappa geografica...».

Cosa pensa della richiesta dei governatori di alcune Regioni del Nord di non fare rientrare a scuola i bambini che tornano dalla Cina?

«Una richiesta improntata alla prudenza, ma il ministro della Salute ha ribadito che queste sono disposizioni che dà il governo non le Regioni. In ogni caso, non sono favorevole perché in questa situazione aprirebbe la strada a comportamenti discriminatori nei confronti di bambini e adulti che già subiscono uno stigma».

E alle mamme preoccupate cosa direbbe?

«Al momento non c'è alcuna indicazione che vieti l'ingresso a scuola. Ci sono delle misure che vengono prese davanti a sintomi come febbre e tosse e in questo caso gli studenti non frequentano le lezioni. Noi abbiamo mandato ai nostri studenti un vademecum voluto dalla Conferenza dei rettori. Regole di igiene e attenzione che si possono estendere anche ai bambini».

Le regole igieniche quali sono?

«Lavarsi bene le mani; quando si tossisce e si starnutisce coprire la bocca e il naso con il gomito, o un fazzoletto che va gettato via, e poi lavarsi le mani. Ancora, evitare il contatto stretto con chiunque abbia la febbre e la tosse».

Cosa significa contatto stretto?

«Ravvicinato. Questo è un virus respiratorio per cui, con la tosse e gli starnuti, il soggetto malato può emettere goccioline di saliva, materiale biologico infetto che può entrare in contatto con una persona vicina».

Questo virus, però, può essere trasmesso anche da chi non manifesta sintomi.

«Vero, ma c'è una grandissima differenza: colui che è malato emette quantità di virus enormemente superiori rispetto a chi è in fase asintomatica, per cui il rischio del contagio è elevato nel primo caso ma è molto, molto limitato per chi malato non è, ha il virus che ancora non ha dato malattia e in molti casi non la darà mai».

Si dice sia un virus molto contagioso.

«Ma non è contagioso come ad esempio il morbillo, e questo nessuno lo ricorda. Una persona infettata da questo coronavirus è in grado di trasmettere l'infezione ad altri due soggetti, il morbillo invece, di cui tendiamo a sottovalutare gli effetti, può contagiarne fino a trenta».

2Anche l'influenza è più contagiosa?

«Sì, e se per adesso sappiamo che il tasso di letalità del coronavirus è poco più del 2%, sa quante persone muoiono ogni anno in Italia di influenza? Tra 6mila e 8mila, come diretta conseguenza o per complicazioni».

Piera Serusi

 

 

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 febbraio 2020 / AGENDA - Pagina 19

MATEMATICA
“Briciole, matematica e altre curiosità”: è il titolo del libro postumo del matematico Luigi Cerliencoche sarà presentato oggi alle 16.30 nell’aula Magna di Matematica, (Palazzo delle Scienze via Ospedale 72).

La Nuova Sardegna

 
 

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 7 febbraio 2020 / PRIMA PAGINA
“MATTARELLA QUI, CHE ONORE”
Università, il rettore: ha accettato con gioia l’invito a Sassari per il 24 

a pagina 3

PRIMO PIANO - Pagina 3
IL PRESIDENTE IN SARDEGNA
Il rettore Carpinelli: «Manderà un messaggio a tutte le Università, che onore»

«MATTARELLA HA SCELTO NOI 
SASSARI DIVENTA UN SIMBOLO»

“Il Capo dello Stato verrà il 24 in occasione dell’apertura dell’anno accademico. L’idea è nata un paio di mesi fa al Quirinale a un incontro su Segni”. “Io e Mariotto abbiamo riflettuto su quanto il suo ruolo sia fondamentale in questo momento storico: l’ho invitato e ha accettato con gioia”

di Giovanni Bua
SASSARI «Lo scorso ottobre eravamo al Quirinale, per un incontro di studio sulla presidenza Segni e il ruolo internazionale dell'Italia. Io, che aprivo gli interventi, e Mario Segni, presidente della Fondazione dedicata a suo padre. Un momento importante, in cui l'università e la città di Sassari erano protagoniste. A margine dei lavori parlavamo con Mariotto, concordando sulla levatura del presidente Mattarella, su quanto il suo ruolo, e lo "stile" con cui lo esercitava, fosse fondamentale in un momento politico e storico così complesso. E lì c'è venuta l'idea: perché non chiedergli di venire a Sassari, il giorno dell'inaugurazione dell'anno accademico? Perché non chiedergli di scegliere Sassari per mandare un messaggio sull'importanza dell'università in Italia? L'ho fatto, e la sua risposta è stata entusiasta. Ha detto che sarebbe venuto con enorme piacere. E con piacere ancora più grande ci prepariamo ad accoglierlo».È decisamente una chiusura col botto quella che il rettore Carpinelli è riuscito a mettere in piedi per il suo mandato, in scadenza tra nove mesi. La visita di Sergio Mattarella infatti, dopo due mesi di laboriose limature delle rispettive segreterie, ci sarà. Il 24 febbraio. E sarà, per la prima volta nella secolare storia dell'ateneo turritano, dedicata all'apertura del 158º anno accademico. «Altre due volte - ricorda Carpinelli - Presidenti della Repubblica erano venuti a Sassari per importanti ricorrenze legate all'università: Antonio Segni nel 1962 per il centenario, e Giorgio Napolitano nel 2012 per i 150 anni. Ma nessuno espressamente per l'apertura dell'anno accademico. Può sembrare una differenza di poco conto, ma invece il valore simbolico è altissimo. Mattarella viene a Sassari per rendere onore alla sua università. E sceglie l'ateneo sassarese per salutare tutte le università di Italia. Un fatto che non può che inorgoglirci, e ricordarci del "blasone" e del peso storico che abbiamo. E che dobbiamo usare e valorizzare per proporci al mondo».Radici nel passato e sguardo al futuro, legame col territorio e apertura al mondo. Tutte parole d'ordine del rettore manager, che, pur promettendo «altri botti» prima di lasciare l'ermellino, non può esimersi dal tracciare un bilancio dei suoi cinque anni alla guida dell'università sassarese. «La presenza di Mattarella è la perfetta sintesi di quello che è stata la mia aspirazione dal primo giorno di lavoro - spiega - mirare all'eccellenza. Solo nell'ultimo anno abbiamo messo sul piatto un piano di investimenti da 5 milioni e mezzo. Con una scuola superiore nuova di zecca, e altri due corsi che si aggiungono a una offerta mai stata così ricca. Un milione e mezzo distribuito tra i ricercatori, e un altro milione messo su aule e strumentazioni. Reclutamento sempre aperto e una miriade di piccoli e grandi progetti, dentro cui l'università è sempre presente, e quasi sempre in prima fila. E lo sguardo fisso sul mondo. Spingendo su internazionalizzazione e mobilità studentesca. E dando forte impulso ai doppi titoli e alle lauree internazionali».Profilo che ha attirato l'attenzione del Presidente. «Vi assicuro - sottolinea Carpinelli - che Mattarella sapeva bene cosa l'Ateneo turritano fosse, non solo nella storia che da uomo di raffinata cultura conosceva a perfezione, ma anche nel presente. E lo dimostra il fatto che di quell'appuntamento di ottobre eravamo protagonisti. Il suo staff poi non lascia davvero nulla al caso. E tutto è stato vivisezionato, compreso il mio curriculum. Ripeto, il valore simbolico di questa visita è grande, e i simboli non si usano con leggerezza». Cosa poi l'Ateneo costruirà intorno al Cameo della visita del presidente ancora non è dato saperlo nei dettagli. Se non per il nome dell'autore della consueta "lectio magistralis", anch'esso dal grande valore simbolico. «Sarà - racconta Carpinelli - Carlotta Sami. Portavoce per il sud Europa dell'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l'Unhcr. Anche qui portiamo avanti fino in fondo la linea scelta per ridare all'apertura dell'anno accademico un rilievo "politico", nel senso più alto del termine. Testimonianza del ruolo da protagonista che l'Ateneo deve avere nell'affrontare i temi più rilevanti».Eccellenza, protagonismo, levatura accademica, managerialità. Un elenco della spesa pesante da lasciare al successore. «Tanto è stato fatto in questi anni. Per riportare Sassari in cima alla considerazione del mondo accademico nazionale e internazionale. Io so per certo che dentro il nostro Ateneo ci sono le eccellenze necessarie per continuare questo cammino, virtuoso, che tutti insieme abbiamo intrapreso. Spero che non si cada nella tentazione di ragionare con logiche diverse, al ribasso. Sassari e la sua università non lo meritano».

L'ospite d'onore sarà Carlotta Sami, da più di quindici anni impegnata nella difesa dei diritti umani
RIFUGIATI, LECTIO MAGISTRALIS DELLA PORTAVOCE ONU

SASSARII riflettori saranno tutti per il Presidente. Che però, con la discrezione che lo contraddistingue, lascerà certo con piacere la scena all'ospite d'onore chiamato da Carpinelli per la lectio magistralis di apertura d'anno accademico: Carlotta Sami. Nome tutt'altro che "facile" in un momento in cui il fantasma dei rifugiati agita i sogni di tanti e il tema dell'accoglienza è spesso dato in pasto alla insaziabile pancia degli elettori. Sami da più di quindici anni lavora nell'ambito delle relazioni internazionali, dei diritti umani e degli interventi umanitari. Attualmente è direttore comunicazioni con incarico di portavoce per il sud Europa dell'alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, meritato punto d'arrivo di un impegno iniziato lavorando nei Territori Palestinesi, dove ha collaborato con numerose organizzazioni italiane e internazionali. Dal 2003 al 2008 ha diretto i programmi di Save the Children in Italia, ricoprendo anche il ruolo di portavoce. Si è anche occupata per l'organizzazione di emergenze umanitarie, fino al 2012, coordinando la comunicazione a livello globale. Dal 2012 al 2013, prima di assumere l'incarico all'Unhcr è stata direttrice generale di Amnesty International in Italia. Carlotta Sami è la terza donna che arriva come ospite d'onore dell'Ateneo. La prima, nel 2015 è stata Elena Cattaneo, farmacologa, biologa, accademica e senatrice a vita. Nota per i suoi studi sulla malattia di Huntington e per le sue ricerche sulle cellule staminali. Dopo di lei Massimo Bray, direttore editoriale dell'enciclopedia Treccani, ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo nel Governo Letta, presidente della fondazione per il libro, la musica e la cultura di Torino. Nel 2017 ad aprire l'anno degli universitari sassaresi arrivò Tito Boeri, economista e accademico, e allora (e fino al febbraio 2019) presidente dell'istituto nazionale della previdenza sociale. Nel 2018 la lectio magistralis fu del pianista iraniano Ramin Bahrami, considerato uno tra i migliori interpreti bachiani viventi a livello internazionale. E, lo scorso anno, toccò a Beatrice Venezi, la prima direttrice d'orchestra donna in Italia, e la più giovane direttrice al mondo ad essersi esibita in teatri di rilievo internazionale, in Spagna, Giappone, Canada, Libano e Argentina e Stati Uniti.

 

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 7 febbraio 2020 / SASSARI - Pagina 19

Progettato dall'università è stato inserito nelle "100 storie" più innovative nel rapporto Enel-Symbola

ANNABEL, IL ROBOT CHE PUÒ IMPARARE A PARLARE

SASSARI Dai robot domestici a quelli per lo spazio. Cento storie italiane dal sud al nord che raccontano di tecnologie pronte a migliorare la vita delle persone: innovazioni applicate alle attività quotidiane, alla sanità, all'industria e alla ricerca. È il Paese raccontato da Enel e Fondazione Symbola nel quarto Rapporto sull'innovazione Made in Italy "100 Italian robotics and automation stories", presentato ieri a Roma dal Presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci e dall'Amministratore Delegato di Enel, Francesco Starace. E, una di queste storie, arriva da Sassari e dalla sua università.È la storia di Annabell ed è nata a Sassari nel 2015. A sentirla sembra una bambina, in realtà è una rete neurale artificiale: una macchina che impara ed elabora il linguaggio partendo (quasi) da zero realizzata dai ricercatori dell'Università di Sassari in collaborazione con l'Università di Plymouth, per studiare la nascita del linguaggio nell'uomo e realizzare macchine che si interfaccino in modo naturale con noi.Più recentemente l'Università ha intrapreso in qualità di coordinatore scientifico il progetto "Cerbero", volto all'elaborazione di metodi e strumenti per progettare Cyber Physical Systems, ossia sistemi complessi che, interagendo in modo intelligente con l'esterno, risolvano da soli i propri malfunzionamenti.Tre i casi studio: l'esplorazione di Marte con la messa a punto di componenti robotiche capaci di fare autodiagnosi e autoriparazione dei guasti con poca energia; il monitoraggio degli oceani con la creazione di un drone sottomarino autonomo, in grado di gestire gli imprevisti del mondo subacqueo; la mobilità elettrica, con lo sviluppo di un'auto intelligente che dialoghi con il conducente e ne ottimizzi gli spostamenti. Attualmente, con il progetto Aloha l'Ateneo partecipa all'implementazione di intelligenza artificiale nei dispositivi di uso comune: si cerca di creare sistemi che imparino per poi decidere autonomamente o supportare un utente nella sua quotidianità.Progetti di eccellenza, che mettono Sassari nell'elite degli atenei, ben rappresentati nel rapporto Enel-Symbola in collaborazione con Fondazione Ucimu, che riunisce i costruttori italiani di macchine utensili, approfondisce la conoscenza di un comparto di eccellenza nazionale. Robot e automi entrano nella vita di tutti i giorni, sempre più presenti nelle attività di pulizia domestica, in quelle ludiche o nei servizi di assistenza. A livello mondiale il mercato ha raggiunto il valore di 16,5 miliardi di dollari e solo nel 2018 sono state consegnate 422mila unità, con un aumento del 6% rispetto all'anno precedente. L'industria italiana è sesta per il numero complessivo di robot industriali installati (69.142 unità nel 2018), preceduta da Cina, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Germania. Per numero di pubblicazioni scientifiche, oltre 10mila, l'Italia è inoltre sesta al mondo nella ricerca robotica davanti a Francia, Canada, Corea del Sud e Spagna.Per quanto riguarda il comparto industriale, la filiera della robotica italiana conta ben 104mila imprese, cresciute del 10% in cinque anni, con un totale di 429mila addetti. Milano guida la classifica con circa 12mila imprese e 110mila addetti; seguono Roma con 11mila imprese e 63mila addetti, Napoli con 5mila imprese e 13mila addetti, Torino con 5mila imprese e 25mila addetti e, con circa 2mila imprese tra Brescia, Padova, Bari, Bologna, Firenze, Monza e Brianza, Bergamo e Salerno. La robotica italiana arriva anche nello spazio: sono Made in Italy, infatti, diverse tecnologie utilizzate sulla sonda robotica della Nasa InSight, sbarcata su Marte nel 2018, e su quelle che nel 2020 saranno utilizzate nella missione ExoMars per lo studio del terreno marziano, come la semisfera catarifrangente Larri (Laser Retro-Reflector for InSight) che fornirà la posizione del lander sulla superficie di Marte, sviluppata dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) con il supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).






6 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 7 febbraio 2020 / LETTERE E COMMENTI - Pagina 34

LA PAROLA AI LETTORI
Ricerca e università meritano più attenzioni

Gentile Vanessa, ho letto con interesse la sua risposta a un lettore che elogiava la rapidità con la quale i cinesi hanno completato un mega ospedale da mille posti letto a Wuhan. Dieci giorni sono affettivamente pochi, eppure in tutta questa storia della pandemia che minaccia il mondo il record più prezioso l'abbiamo conquistato noi italiani. Sono state due ricercatrici dello Spallanzani a isolare il Coronavirus a cui tutti i laboratori del pianeta davano la caccia. Ci hanno messo appena due giorni lavorando con passione e con una professionalità che, evidentemente, le nostre università riescono ancora a trasmettere.Merito di chi non si arrende anche quando lo stipendio è 1500 euro al mese, il contratto è a tempo determinato e le prospettive sono grigie. Il risultato ottenuto dalle due dottoresse dello Spallanzani, in quest'ottica, vale ancora di più.
Maria Spanu Olbia

RISPONDE VANESSA ROGGERI
* * * Gentile Maria,
Francesca Colavita, ricercatrice 30enne, precaria, 1400 euro mensili lordi e un curriculum impressionante, è diventata l'emblema di un paese che alleva "cervelli" in abbondanza e poi non sa (o non vuole) prendersene cura. Da italiani siamo orgogliosi che in meno di 48 ore, le tre virologhe (le altre 2 sono Maria Rosaria Capobianchi, coordinatrice del team, e Concetta Castilletti) siano riuscite a isolare il virus che sta paralizzando mezzo mondo, ma insieme all'orgoglio serpeggia anche un senso di vergogna giacché siamo consapevoli che l'Italia non dà dignità al lavoro dei ricercatori. L'istituto Spallanzani è riconosciuto a livello mondiale per la sua eccellenza, quando il ministro di turno, come in questo caso, si scomoda ad esprimere tutta la soddisfazione propria e del governo per il risultato ottenuto, sembra un po' una presa in giro, un coltello che affonda nella ferita; i nostri ricercatori sono bravi nonostante il precariato, è ipocrita accorgersene quando sale alla ribalta un successo così clamoroso. "Non voglio andare all'estero. Mi piace quello che faccio, ma in Italia è dura", ha detto la dottoressa Colavita. Il nostro paese è ultimo nella classifica europea per fondi destinati alla ricerca e all'università. Sull'onda emotiva di quanto avvenuto pare che lo Stato intenda incrementare gli stanziamenti e procedere all'assunzione di 10 mila ricercatori; è una prospettiva ambiziosa ed entusiastica, che mi lascia diffidente. Staremo a vedere se, spenta l'attenzione sul caso, svaniranno per magia anche le promesse.

Questionario e social

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