UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 22 novembre 2019

Venerdì 22 novembre 2019

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
22 novembre 2019

L'Unione Sarda

 



 

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 22 novembre 2019 / AGENDA - Pagina 28

SA DUCHESSA. Giovedì il Career day
Laureati e imprese insieme per il lavoro

Il PalaCus di Sa Duchessa – via Is Mirrionis 3 – è pronto ad ospitare “UniCa&Imprese lavoro-Career day”. Organizzata dall’Università di Cagliari – con la pro rettrice all’Innovazione Maria Chiara Di Guardo e la Direzione ricerca in prima fila – per giovedì 28 novembre dalle 9,30 alle 17, la prima edizione dell’iniziativa finalizzata a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, è la risposta rapida e concreta alle necessità delle imprese e degli studenti e laureati dell’Ateneo.
PRIMA TAPPA. L’evento rientra nel percorso aperto e sostenuto dalla rettrice Maria Del Zompo in avvio di mandato. “Puntiamo – Di Guardo, direttore del Crea e del ContaminationLab – ad avvicinare i mercati del lavoro alle competenze maturate dai nostri ragazzi che abituiamo all’idea del confronto, della trasversalità dei saperi, del talento e della flessibilità”. Infatti il Career day incentiva “il matching tra domanda e offerta di lavoro di qualità e coinvolge maggiormente studenti e laureati, riducendo l’apparente distanza tra la realtà accademica e quella aziendale”.
LA GIORNATA. Otto ore a disposizione di studenti e laureati di Biologia e Farmacia, Ingegneria e architettura, Medicina e chirurgia, Scienze, Scienze economiche, giuridiche e politiche e Studi umanistici: in campo oltre cinquanta imprese. Dai vari settori un’offerta lavorativa eterogena, in linea con i percorsi formativi dell’Università. Si richiedono informatici, chimici, consulenti, sviluppatori, data analyst, ingegneri, biologi, farmacisti, comunicatori, psicologi, esperti di scienze sociali e umane, psicologi.

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 22 novembre 2019 / REGIONE

INCHIESTA / 1. Il progetto Aviprofo dell’Università di Sassari e di Porto Conte Ricerche coinvolge tredici imprenditori

DAI CAMPI ALLA TAVOLA UN PANE TUTTO SARDO COL GRANO DI UNA VOLTA
Un team di contadini scienziati e fornai al lavoro per la filiera della qualità

Dal campo alla tavola, un pane tutto sardo. Fatto con i grani di una volta, macinati a freddo, aiutati dai lieviti naturali. Sapori e profumi di Sardegna destinati ai negozi del cibo eco-chic (dove già si trovano ottimi prodotti di nicchia) ma anche ai supermercati. Per mangiare meglio, ma anche per vivere e lavorare in Sardegna: le risorse agricole locali come arma contro lo spopolamento. È l'obiettivo di un progetto congiunto dell'Università di Sassari e di Porto Conte Ricerche, con la collaborazione attiva di 14 operatori economici. Si chiama Aviprofo ( Antiche varietà per l'innovazione dei prodotti da forno ) ed è stato avviato nel marzo 2018. Di recente i primi risultati sono stati resi noti in un seminario a Oristano.

IL PASSATO È FUTURO. «L'obiettivo generale è ottimizzare l'uso di sfarinati di grano duro e tenero delle vecchie varietà sarde per la realizzazione di prodotti da forno secondo le moderne tecnologie di produzione», spiega il responsabile del progetto, Antonio Piga, 54 anni, professore ordinario di Scienze e tecnologie alimentari dell'Università di Sassari. In altre parole, si tratta di vagliare, razionalizzare (dove necessario), diffondere e trasformare in business le buone pratiche di molte piccole aziende che in questi anni hanno incontrato il favore crescente dei consumatori riproponendo pane e biscotti della tradizione. Sostenendo le imprese attraverso la ricerca scientifica, nel tentativo di migliorare e accrescere la produzione, minimizzando alcuni problemi tecnici.

TRIGU MURRU E TRICU COSSU. Quattro mulini, nove produttori di pani o dolci tipici e un ristorante-pizzeria che utilizza prodotti rigorosamente sardi hanno sperimentato la semola derivata da un grano duro tradizionale, il Trigu Murru (fornito da Sa Laurera di Villanovaforru) e le farine di grano tenero (privilegiate per i dolci) della varietà Tricu Cossu, proposte dalla tenuta agricola gallurese Coda di Lupo. «Varietà ampiamente usate in Sardegna, soppiantate negli anni Sessanta, con la Rivoluzione verde», spiega il professor Piga. È allora che arriva nell'Isola l'onda lunga della modernizzazione agricola mondiale, avviata negli anni Quaranta dal genetista americano Norman Borlaug, premio Nobel per la pace nel 1970. Gli scienziati creano in laboratorio ibridi vegetali ad altissima produttività, implementata dall'uso di fertilizzanti e di nuove ed efficienti tecniche di coltivazione meccanizzate. La resa dei campi si impenna, i costi di produzione scendono, insetti ed erbacce scompaiono; i semi diventano proprietà delle multinazionali, si restringe il campo della biodiversità.

IL BOOM DEL MODERNO. La farina diviene sempre più raffinata, il pane sempre più bianco. Progresso o tradimento? Il professor Piga è pragmatico: «Le farine moderne si sono affermate perché hanno maggiore panificabilità», dice. «Grazie al miglioramento del glutine danno impasti più estensibili, elastici e tenaci, più facili da lavorare per i produttori». Non solo, il pane moderno gonfia di più, è più leggero, ha maggior volume. Peccato che spesso sia di gusto piatto, sciaboriau. I titolari dei forni coinvolti nel progetto Aviprofo non hanno dubbi: invitati ad assaggiare le diverse qualità di pane (comunque tutte di buon livello) i loro clienti hanno scelto quelle fatte con il grano dei nonni. Anche al netto delle scelte etiche (molti oggi privilegiano per principio i metodi di coltivazione naturali e il sostegno alle aziende locali ) i consumatori «preferiscono in maniera significativa i prodotti derivati dalle vecchie varietà per i loro profumi e i loro sapori», specifica Piga.

IL COSTO DELLA QUALITÀ. Il problema, osserva, è che le vecchie varietà di grano danno raccolti meno abbondanti e sono più costose. Ma il consumatore, sostiene, è disposto a spendere per un pane di qualità, che fra l'altro dura più a lungo di quello normale. «Anche se - precisa il professore - dobbiamo ancora vagliare la durata delle condizioni di alta qualità». Gli impasti fatti con le semole tradizionali sono meno elastici ed estensibili, il che crea problemi di lavorazione ai produttori. Per questo il progetto prevedeva di migliorarli con siero di latte ovino in polvere. «Sarebbe stato un buon integratore di proteine per un pane tradizionale migliorato attraverso un altro prodotto locale». Peccato che il siero di latte ovino in polvere in Sardegna non si trovi più. Si può usare quello di importazione? No, per ragioni di sapore e di principio. «Vogliamo una filiera tutta sarda del grano e dei suoi derivati, come in Sicilia». conclude Piga. Daniela Pinna (continua)

 

LE AZIENDE
«Un progetto utile e prezioso per l'Isola»

«Felici di essere stati coinvolti nel progetto di cui condividiamo valori e obiettivi». Marianna Virdis, 31 anni, è la co-titolare di Sa Laurera, giovane ma premiata azienda bio agricola: «Le analisi sulle caratteristiche organolettiche dei prodotti o le indagini sul gradimento dei consumatori, fatte da Università e Porto Conte Ricerche, sono preziose per orientarci nella produzione e nella commercializzazione». Sa Laurera ha fornito le farine per i test. «Questo ci ha messo in contatto con i trasformatori, che hanno sperimentato i nostri prodotti senza costosi investimenti».

Viviana Sirigu, 56 anni, di Kentos («l'unica filiera cerealicola autonoma della Sardegna, certificata per il grano Senatore Cappelli solo bio») ha apprezzato il tenero Tricu Cossu della Gallura: «Eccellente per i dolci tipici». Soddisfatto anche Antonio Masia, 56 anni, del panificio Cherchi di Olmedo. I terreni dove si producono i grani per il loro forno sono nel Parco di Porto Conte. L'azienda è rodata alle collaborazioni con i ricercatori. «Questa è la strada», dice Masia. «Una filiera per un prodotto di nicchia, un po' più caro. Tornare indietro costa. Ma vale la pena». ( d. p. )

 

La Nuova Sardegna

 

 


3 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 22 novembre 2019 / SARDEGNA - Pagina 9
INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ
Servizi elettronici, i privati sono avanti rispetto alla pubblica amministrazione

LE IMPRESE E IL DIGITALE: L'ISOLA VIAGGIA A PASSO LENTO
L'assessora Satta: «La Regione deve investire sulla formazione del personale»


di Mario Frongia
CAGLIARI Il pagamento e le fatturazioni elettroniche come antipasto. A seguire, le politiche di digitalizzazione di sanità, scuola, giustizia, turismo e agricoltura. Un oceano di input fondamentali per sviluppo, innovazione, occupazione e progresso. E competitività, anche delle start up. Con la Sardegna e il Mezzogiorno che arrancano. Su trasferimento tecnologico e riforma digitale della pubblica amministrazione e delle imprese al centro del tavolo. Con la nostra regione in affanno, pur con cenni di recupero. Di fatto, da Villasimius a Castelsardo le strutture dedicate sono inferiori alla media nazionale, pari a 29 e 49. Su un universo destinato a essere rivoltato come un guanto, con un taglio netto a burocrazie, lungaggini, sistema cartaceo e non solo, si sono confrontati ieri in aula magna gli esperti legati a digitalizzazione della Pa e Piano triennale Agid. Ovvero, le colonne di un Paese obbligato a cambiare pelle. E anche in fretta, pena l'aumento del gap nei settori produttivi. L'Agenda digitale italiana, incardinata nella strategia Europa 2020, promuove e sviluppa la diffusione dell'innovazione e dei servizi e infrastrutture tecnologiche. Da qui, un percorso nutrito e sviscerato nei dettagli da Stefano Da Empoli, presidente di I-Com. Dai principi a obiettivi, modalità di applicazione, ambiti di intervento, tempistiche di realizzazione. Il "Digital impact Cagliari edition" ospitato dall'Università del capoluogo ha messo a nudo gli effetti della trasformazione digitale su imprese e pubblica amministrazione. Organizzato da Open Gate Italia con Amazon Web Services e con il contributo di I-Com (Istituto per la competitività), l'evento è stato aperto dal preside di Scienze dell'ateneo, Gianni Fenu. «Formazione avanzata, ricerca e didattica più evoluta sono il nostro biglietto da visita. Prepariamo studenti e laureandi ai nuovi mercati», ha rimarcato il docente di Informatica. «La Regione deve darsi da fare su tecnologia e digitalizzazione. I dati forniti da I-Com? Vogliamo capire perché la Pubblica amministrazione è indietro rispetto alle imprese private. I nostri investimenti devono andare anche sulla formazione del personale», ha detto Valeria Satta, assessore regionale agli Affari generali. Nell'isola i principali attori del settore sono «l'Università e il Comune di Cagliari, Sardegna Ricerche, Sardegna It e Crs4», ha segnalato la Satta. Per Raffaello Porcu (responsabile transizione al digitale, Regione Sardegna), «possiamo fare meglio grazie al talento che abbiamo: diffuso, riconosciuto e apprezzato. Ma dobbiamo interpretare il nostro ruolo proponendoci come luogo di conforto, sicuro, con solide basi, per consentire a tutti gli attori di esprimersi al meglio». Insomma, vanno colte le opportunità ancora prima che il cambiamento digitale le imponga. «Adesso, le scelte cambiano il futuro. Per agganciarci all'innovazione serve lavorare assieme, creando spazi di connessione e luoghi di confronto». Dal Sistema pubblico di connettività a razionalizzazione del patrimonio Ict, consolidamento dei Data center, implementazione della Cyber security, servizi quali Identità e anagrafe digitale. E sarebbe utile un patto sul digitale: «Deve essere il luogo dove ci incontriamo» ha aggiunto Porcu. Parole al miele da Raffaele Resta (Amazon web services): «E Cagliari è la prima città del centro-sud nell'osservatorio Smart City».

 

 

 


4 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 22 novembre 2019 / SASSARI - Pagina 18

IL CONVEGNO A MILANO

Un ricercatore sassarese

in prima linea contro la Sla

SASSARI Leonardo Sechi dell'università di Sassari sarà tra i relatori del Convegno scientifico AriSLA che si svolgerà a Milano oggi e domani per fare il punto sulla ricerca sulla Sla e coglierà l'occasione per celebrare il raggiungimento dei 10 anni di attività.Sechi presenterà i risultati del suo progetto "Irkals" che si è posto l'obiettivo di indagare il coinvolgimento nella malattia di Herv-k, ovvero retrovirus endogeni umani residui di infezioni retrovirali che si sono verificate nei nostri antenati e sono stati incorporati nel nostro Dna, rilevati in elevate quantità in una parte dei pazienti Sla. In particolare è stato verificato se i livelli delle sequenze trascritte di Herv k e la risposta immunitaria contro il retrovirus nel sangue o nel fluido spinale possano essere utili come biomarcatori per monitorare la progressione della malattia e la risposta alla terapia. E proprio degli ultimi progressi compiuti dai ricercatori italiani sulla Sla, delle strategie più promettenti e delle prospettive future di ricerca si parlerà nelladue giorni del convegno, dal titolo "10 Anni insieme, alleanza concreta per nuove prospettive di ricerca: speranza reale per un futuro senza Sla" che inizia oggi al Rosa Grand hotel a Milano.Le due giornate, a cui parteciperanno ricercatori italiani ed esperti internazionali, hanno innanzitutto l'obiettivo di illustrare lo stato dell'arte della ricerca sulla Sla e condividere i progressi compiuti dai progetti finanziati dalla Fondazione. Inoltre, offriranno spunti di riflessione per meglio comprendere il posizionamento della ricerca italiana in ambito internazionale ed elaborare insieme ai principali interlocutori della Fondazione le strategie future per lo sviluppo della ricerca sulla Sla, per dare al più presto risposte ai bisogni dei pazienti.

 

 


5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 22 novembre 2019 / CULTURA & SPETTACOLI - Pagina 36

Ieri la Fondazione Sardegna ha ospitato la Giornata mondiale della filosofia
Una lunga maratona, docenti e studenti insieme per riflettere sul presente

STUDIO E PENSIERO CRITICO
IL FUTURO SI COSTRUISCE COSÌ

di Giovanni Dessole
SASSARI Studenti e filosofi a confronto: 24 studiosi e 24 giovani cittadini hanno celebrato ieri in città la Giornata mondiale della filosofia. Il tutto in 24 incontri e 24 ore complessive di produttivo dibattito per un evento organizzato per la prima volta a Sassari da Fondazione di Sardegna in collaborazione con l'associazione culturale Inschibboleth e la partecipazione delle Acli, insieme a Università di Sassari, ministero dell'Istruzione e alcuni istituti d'istruzione superiore cittadini.Dal 2002 il terzo giovedì di novembre è dedicato alla Giornata mondiale della filosofia, indetta dall'Unesco: momento di approfondimento alla scoperta del pensiero filosofico, strumento funzionale alla costruzione di un pensiero critico e alla comprensione del mondo.Dal pomeriggio e sino ad una notte che è "madre dei pensieri", sono gli spazi della Fondazione Sardegna in via Carlo Alberto a ospitare la manifestazione, opportunità (colta) di promozione della cultura sul territorio. Una vera notte bianca dedicata alla filosofia, declinata secondo tre tematiche di primo piano come Ambiente, Tecnologia e Alterità. Tematiche trattate in contemporanea, in diretta streaming su www.inschibbolewth.org e sviluppati attraverso il produttivo scambio - con successivo dibattito aperto alla platea - fra studenti e studentesse all'ultimo anno delle superiori o al primo di Università, un filosofo o una filosofa. Tematiche che nello spazio all'aperto hanno trovato espressione nell'arte e nelle performance degli studenti del liceo artistico "Figari" e del Conservatorio "Canepa". Apertura dei lavori affidata ai principali attori coinvolti nell'organizzazione. Angela Mameli, vice presidente della Fondazione Sardegna, sottolinea «l'importanza dell'evento in relazione all'esigenza di apertura verso la cittadinanza della Fondazione, in un momento in cui è fondamentale rilanciare e preservare lo spirito critico». Il ministro Miur Lorenzo Fioramonti raggiunge Sassari con un video messaggio, Carla Guetti (delegata Miur su Unesco) ribadisce l'importanza dell'insegnamento della filosofia ed elogia il formato innovativo della manifestazione. Sebastiano Ghisu, docente di Filosofia della Facoltà di Lettere a Sassari, introduce a una «bella e lunga serata di riflessione». Mentre Luca Maria Scarantino (Fisp) racconta al pubblico come è nata l'idea. Introduzione e chiusura a cura di Giuseppe Pintus per Inschibboleth. Poi ognuno dei quattro spazi deputati al dibattito ha preso vita. A dire la loro, Massimo Adinolfi, Carla Bagnoli, Rossella Bonito Oliva, Carla Canullo, Silvia Chiodi, Gaetano Chiurazzi, Francesco Paolo Ciglia, Francesca Crasta, Franca D'Agostini, Massimo Dell'Utri, Antonio Delogu, Carla Guetti, Irene Kajon, Giovanni Leghissa, Marco Moschini, Matteo Nucci, Paolo Pagani, Piero Perconti, Andrea Poma, Riccardo Pozzo, Gaetano Rametta, Franco Riva, Leonardo Samonà, Luca Maria Scarantino. Gli studenti, preparatissimi, incrociano il loro pensiero con quello di filosofi e filosofe, fra contemporaneità e scambi culturali, giovani, futuro e un tempo in cui invece sembra esistere soltanto un presente superficiale.
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie