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Sanità e territorio, la sfida della collaborazione

L’intervento del Rettore Francesco Mola ha acceso il dibattito al “Welcome Doctors 2021”, l’iniziativa organizzata dall’associazione “Dipartimento medico” per dare il benvenuto alle specializzande e agli specializzandi. Alla Cittadella universitaria di Monserrato confronto serrato tra buona parte delle istituzioni sarde, medici in formazione, docenti e i vertici dell’Ateneo: il dialogo è aperto per lo sviluppo della nostra società. RASSEGNA STAMPA
01 dicembre 2021
Un momento del "Welcome Doctors"

L’iniziativa moderata da Fabrizio Mattu si può dire riuscitissima: ha radunato gran parte delle istituzioni, della politica, del mondo della ricerca e della sanità sarde, a giudicare dai presenti in sala

Sergio Nuvoli

Cagliari, 1 dicembre 2021 - “Il problema non è solo aumentare il numero delle borse di studio, ma chiedersi come mai certe sedi vengono considerate disagiate. Occorre lavorare insieme perché non lo siano più: l’università è pronta a fare la sua parte, convinti come siamo che non siamo un’altra cosa rispetto al resto della società. I nostri ricercatori e le nostre ricercatrici sono a disposizione. In questo senso l’Università non vuole aprire o gestire ospedali, ma sa di voler fare la propria parte per lo sviluppo della nostra società”. E’ stato questo il passaggio centrale del discorso del Rettore Francesco Mola pronunciato questa mattina durante “Welcome Doctors 2021”, l’iniziativa organizzata nella Sala Congressi della Cittadella universitaria di Monserrato dall’associazione “Dipartimento Medico” per un caloroso benvenuto alle specializzande e agli specializzandi dell’Ateneo.

L’iniziativa moderata da Fabrizio Mattu si può dire riuscitissima: ha radunato gran parte delle istituzioni, della politica, del mondo della ricerca e della sanità sarde, a giudicare dai presenti in sala. Riferendosi ad alcuni interventi di alcuni specializzandi che hanno aperto i lavori, il Magnifico ha poi aggiunto che “nei giorni scorsi gli organi collegiali hanno approvato varie agevolazioni per favorire e sostenere la genitorialità, anche degli specializzandi e specializzande, che noi concepiamo sempre al pari delle altre componenti”.

“Infine – ha concluso il prof. Mola - c’è il problema dei fondi: UniCa è in costante miglioramento su vari indicatori, a livello nazionale, ma una ‘formula magica’ ci impedisce di essere riconosciuti. Continueremo a fare la nostra parte: alla politica offriamo la nostra disponibilità e la nostra lealtà, che presuppone che anche dall’altra parte ci sia lealtà”.

Francesco Mola, Christian Solinas e Fabrizio Mattu
Francesco Mola, Christian Solinas e Fabrizio Mattu
Guarda l'intervento del Rettore Francesco Mola

Disponibilità e assist subito accolti dal Presidente della Giunta Christian Solinas, che nel suo intervento ha replicato: “Raccolgo la sfida del Rettore Mola a lavorare sulle sedi considerate poco appetibili"

Disponibilità e assist subito accolti dal Presidente della Giunta Christian Solinas, che nel suo intervento ha replicato: “Raccolgo la sfida del Rettore Mola sulle sedi considerate poco appetibili. Nell’immediato un sistema di incentivi selettivi può superare il problema, mentre si può ragionare sul futuro”. Il Governatore ha poi affrontato i nodi principali connessi con la riforma della sanità, concludendo il dibattito a cui hanno partecipato anche numerosi consiglieri regionali e l’assessore regionale alla sanità Mario Nieddu, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu e il direttore ATS Sardegna Massimo Temussi.

Da tutti parole di elogio per l’Ateneo e in particolare per gli specializzandi: “Ci si ammala e si muore di Covid, ma ci si ammala e si muore anche per la carenza di personale medico – ha detto l’assessore - Abbiamo posto con forza questo problema al Governo. Non possiamo rincorrere l’emergenza sanitaria con strumenti totalmente inadeguati. Gli specializzandi sono stati fondamentali durante l’emergenza dettata dal coronavirus, e di questo vi ringrazio”.

Luca Saba, Presidente della Facoltà di Medicina e chirurgia, ha invece snocciolato i dati di una realtà davvero importante per la Sardegna: “Sono 980 gli specializzandi attualmente in formazione – ha dettagliato - Complessivamente la nostra Facoltà conta 4500 persone in formazione: tutto il nostro impegno presuppone il concetto di eccellenza. Lo studente di oggi è il medico del domani, e quindi dovrà avere un livello di formazione valido anche nel futuro. Non deve solo imparare, ma anche essere in grado di insegnare: questo presuppone le risorse per poterlo fare, perché l’eccellenza si lega alla ricerca”.

L'intervento di Ernesto D'Aloja
L'intervento di Ernesto D'Aloja

Da Giorgio La Nasa, Piergiorgio Calò ed Ernesto D'Aloja l'analisi precisa e puntuale dei problemi sul tappeto, con la passione per l'insegnamento e per la ricerca

“La Facoltà si integra nel sistema sanitario regionale e partecipa alla programmazione sanitaria – ha aggiunto Giorgio La Nasa, Prorettore alla Sanità e direttore del Dipartimento di Scienze mediche e sanità pubblica - La riattivazione della scuola di Nefrologia mostra quanto la concertazione con la Regione sia in grado di dare buoni frutti. Dove si fa ricerca, si assiste meglio il paziente. Sono particolarmente orgoglioso che la nostra produzione scientifica sia in costante crescita”.

Al lungo dibattito è intervenuto anche Piergiorgio Calò, senatore accademico e direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche: “C’è un calo di vocazioni nel settore delle chirurgie - ha detto - Su questo bisogna meditare. Il problema spesso sono le condizioni di lavoro: il desiderio di genitorialità citato all’inizio del confronto di oggi è solo una delle varie problematiche collegata con l’assenza di servizi. Ma i messaggi che avete dato in questo senso saranno colti dalle autorità. Bisogna potenziare le scuole di specializzazione, sono aumentate le borse. Ora dobbiamo dare qualcosa di più: servono struttura, numeri e rete. I futuri chirurghi devono poter vedere e lavorare su grandi numeri. Cercate di imparare da tutti, ragazzi”.

Anche da Ernesto D’Aloja, componente del Cda di UniCa, parole di grande incoraggiamento: “Il nostro compito è trasmettere la nostra conoscenza ai giovani medici in formazione. La mission dell’AOU è fondamentale e voi ne fate parte a tutti gli effetti. Amo questa terra per il potere della contaminazione che porta con sè: questo è il valore aggiunto delle nostre scuole di specializzazione. Tanti di noi vengono da altre parti d’Italia: condividete, imparate e saremo pronti per il futuro”.

Al lungo dibattito è intervenuto anche Piergiorgio Calò
Al lungo dibattito è intervenuto anche Piergiorgio Calò

“Qui in Cittadella convivono più anime – ha detto Paola Fadda, Prorettrice per la Cittadella di Monserrato - Università vuol dire formazione, ricerca, professionalità: è importante che il nostro ospedale diventi un’eccellenza"

Ai lavori hanno preso parte anche Agnese Foddis e Ferdinando Coghe, rispettivamente commissaria e direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari: “È un’importante occasione di scambio culturale sull’obiettivo che sta a cuore a tutti – ha commentato la dott.ssa Foddis - Una sanità sempre migliore al servizio del cittadino. Nell’immaginario collettivo, la nostra azienda è patrimonio della collettività, e non dobbiamo deludere questa attesa. Le nostre tre anime - didattica, ricerca e assistenza sanitaria – sono tre colonne che lavorano in sinergia. Ospedalieri e universitari collaborano ogni giorno per formare i futuri medici: per questo è molto importante un lavoro di squadra. Ed è quello che facciamo ogni giorno”.

“Qui in Cittadella convivono più anime – le ha fatto eco Paola Fadda, Prorettrice per la Cittadella di Monserrato - Università vuol dire formazione, ricerca, professionalità: è importante che il nostro ospedale diventi un’eccellenza. È importante che medici e universitari lavorino in integrazione, saremo orgogliosissimi di proseguire questo percorso integrati”.

Importante, infine, anche il contributo di Giuseppe Chessa, Presidente dell’Ordine dei Medici: “L’aumento del numero di borse è stato davvero importante - ha detto - Il territorio rappresenta quello che garantirà anche il miglior funzionamento degli ospedali: oggi è lasciato spesso al suo destino. Oggi il cittadino in cerca di risposte rapide ha come unico interlocutore la struttura ospedaliera, mentre avere riferimenti sul territorio è essenziale. Serve l’impegno da parte dei medici per il centro della Sardegna, che può essere un importante banco di prova. L’Università può avere un’integrazione importante con le strutture ospedaliere, si tratta di un confronto importante per i giovani medici. Gli specializzandi frequentano con profitto i nostri presidi, siamo soddisfatti, puntiamo alla integrazione sempre più forte tra ateneo e ospedali”.

L'intervento di Paola Fadda
L'intervento di Paola Fadda

RASSEGNA STAMPA

L'UNIONE SARDA del 2 dicembre 2021

Primo piano - pagina 5

Convegno. Facoltà di Medicina

Via il numero chiuso? «Formiamo il personale che serve al sistema»

«Forse siamo riusciti a risolvere l'imbuto formativo, ma rischiamo di creare quello lavorativo». Valerio Argiolas, specializzando in Chirurgia generale, solleva il problema durante la seconda edizione di Welcome doctor, il convegno organizzato dall'associazione Dipartimento medico, che ha lo scopo di creare una rete professionale nel settore sanitario. «Dobbiamo fare programmazione», continua Argiolas: «Prima di parlare di abolizione del numero chiuso in Medicina, sarebbe bene calcolare quanti specializzati ci servono e quanti medici sia necessario ammettere ogni anno. È importante che politica, università e associazioni lavorino insieme». Ieri, nella sala congressi della facoltà di Medicina c'era anche l'assessore regionale alla sanità, Mario Nieddu: «Si deve pianificare e programmare, ma le criticità riscontrate in Sardegna ci sono anche nelle altre regioni». Nieddu ha chiesto ai giovani colleghi perché non siano attratti dalle sedi meno appetibili: «Dopo tanto tempo abbiamo bandito i concorsi, ma nelle sedi poco appetibili vanno deserti. Si rischia che i poli di Sassari e Cagliari siano pieni e che in quelli periferici manchi il personale. Evitare lo smantellamento di questi presidi sanitari è l'unica arma contro spopolamento delle zone interne. Perché non li accettate?». Fabrizio Mattu, presidente nazionale del Dipartimento medico, ha ricordato il lavoro dei medici in questi due anni di pandemia. «Questo è un punto di partenza, bisogna migliora la formazione per essere competitivi su un piano globale. Nel corso di studi facciamo una scelta di vita, non dobbiamo mai dimenticare che il camice è una luce di speranza per chi si rivolge a noi». Francesca Melis 

 

Covid-19 Nel futuro i tre pilastri della sanità: governance, assistenza territoriale e rete ospedaliera

«Hub e laboratori i nostri modelli vincenti»

Il modello hub, l'eccellenza del laboratori sardi nel processare i tamponi, i due pilastri mancanti della riforma, la costruzione di nuovi ospedali. Alla Cittadella universitaria di Monserrato, davanti agli studenti e al mondo accademico, Christian Solinas ripercorre il presente e immagina il futuro della sanità sarda. Gli hub Per i vaccini, dice, «i nostri hub hanno funzionato e ora il modello apprezzato dalla popolazione si sta replicando in tutto il territorio: devo ringraziare i laboratori per il grande lavoro svolto, sono stati processati decine di migliaia di tamponi, e, grazie al laboratorio dell'Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, siamo quelli che sequenziano di più». Nell'ultimo periodo, sostiene il presidente della Regione, «la sanità sarda è stata un modello: penso alla norma che aumenta le borse per gli specializzandi e alla riforma della governance, considerato che il nuovo decreto ministeriale 71 va nel percorso che noi abbiamo già previsto». L'alleanza Insomma, «noi sardi non siamo gli ultimi e credo che potremmo guadagnare ulteriori posizioni grazie all'alleanza tra Università, Regione e mondo della medicina che da oggi può partire». Un dialogo che «è il presupposto fondamentale per costruire un sistema sanitario all'altezza delle sfide dei tempi e della domanda di salute, che ci dovrà portare a scommettere con sempre maggiore forza sulla sanità pubblica, presidio irrinunciabile che noi intendiamo rafforzare con la costruzione di nuovi ospedali». Non è solo una dichiarazione di intenti: «C'è un articolo della riforma che lo prevede, d'altronde l'ultimo ospedale pensato e progettato per Cagliari è il Brotzu che risale agli anni Settanta, un'era geologica fa rispetto al progresso che c'è stato nel frattempo». Per Solinas, «abbiamo bisogno di strutture moderne, per la migliore erogazione delle prestazioni sanitarie e per attrarre giovani medici dall'Italia e dal mondo». La battaglia sul personale Il presidente non nasconde che ci sono tante cose da fare, ma «pur con tutte le difficoltà la Sardegna è riuscita ad affrontare in modo ordinato la pandemia, mentre il sistema non ha lasciato mai indietro nessun paziente che si sia presentato con una patologia Covid». La base di tutti i problemi è la mancanza di personale, visto che negli ultimi cinque anni «abbiamo perso 45mila unità di personale sanitario». Ora, «servono soluzioni in grado di diventare efficaci nel breve periodo». La Regione si è mossa pur con difficoltà: «Dal 2019 abbiamo aperto 134 procedure per il reclutamento, nel 2020 abbiamo attivato ulteriori procedure per il reclutamento dei medici». In generale, ha concluso, «bisogna ragionare su una riforma complessiva – cioè i tre pilastri della governance, della sanità territoriale, della rete ospedaliera – che duri per i prossimi 30 anni». (ro. mu.)

Gli articoli su L'Unione Sarda del 2 dicembre 2021 a pagina 5
Gli articoli su L'Unione Sarda del 2 dicembre 2021 a pagina 5

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