Sabato 25 aprile 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
25 aprile 2020

L'Unione Sarda

 



 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 2
L’EMERGENZA. Babudieri: prevedibili altre infezioni, decisive le équipe territoriali

FASE 2, COME TENERE A BADA IL VIRUS «SARÀ FONDAMENTALE LA DISTANZA»
Gli esperti: “Zero positivi? Solo una previsione, serve prudenza”

E' vero che la curva delle infezioni è in discesa, che i ricoverati sono sempre di meno e che il numero dei guariti cresce ogni giorno. Ma l'ottimismo, avvisano gli esperti, non deve far abbassare la guardia, il che sarebbe come aprire un'autostrada e lasciar correre il virus. «Ecco perché - avverte Sofia Cosentino, docente di Igiene dell'Università di Cagliari -, quando comincerà la Fase 2 e riprenderemo a uscire, sarà fondamentale osservare le prescrizioni, continuando a mettere, tutti, la mascherina e ancor più a mantenere la distanza di almeno un metro». Perché le epidemie non si spengono come l'abat-jour ed è bene ricordarlo a quanti hanno letto frettolosamente anche l'ultima proiezione dell'Osservatorio nazionale sulla Salute che ha previsto la data dell'azzeramento dei contagi regione per regione, indicando la Sardegna tra le prime e fissandone la data al 29 aprile. Cosa significa? Vuol dire che mercoledì prossimo il virus smette di lavorare? Purtroppo non è così.

LA PREVISIONE. Dunque, come va letta la data del 29 aprile che prevede «zero contagi» per la Sardegna? «Si tratta di una previsione sui contagi ufficiali, rilevati: significa, in sostanza, che quello dovrebbe essere il primo giorno in cui tutti i tamponi fatti potrebbero risultare negativi - spiega Enzo Tramontano, docente di Microbiologia e virologia dell'Università di Cagliari -. Questo, però, non vuol dire che anche il giorno dopo sarà per forza così e ancora l'indomani. Dipende. Il dato importante è che la curva si abbassa sempre di più ma occorre che lo zero numero di casi si ripeta per un certo numero di giorni, un lasso di tempo che dovrà indicare l'Organizzazione mondiale della Sanità. Quanto almeno? E' ragionevole pensare ad almeno tre settimane». Il punto è che noi, adesso, conosciamo il numero delle diagnosi, cioè dei nuovi positivi al tampone, ma non il dato sugli asintomatici che, magari, emergeranno tra una settimana. «Occorre perciò evitare che ripartano nuovi focolai e quindi che la curva risalga».

IL MODELLO MATEMATICO. Questi modelli statistici, dice Sofia Cosentino, «sono un po' come le previsioni del tempo, hanno un valore scientifico perché fatti con modelli matematici molto complessi, però sono proiezioni, non possono dire con sicurezza, pur andando magari molto vicino, come sarà la situazione tra una settimana». Si possono fare previsioni, certo, «ma si fanno sulla situazione di oggi, considerando che tutti rispettiamo le prescrizioni del lockdown. Il problema - spiega la docente di Igiene - è che il virus non è scomparso. Sì, abbiamo impedito che circolasse tra persone malate, asintomatiche positive e persone sane perché abbiamo costretto tutti a restare in casa ed evitato i contatti. Però per dire che il virus è scomparso non ci devono essere più neanche i malati. Ma i malati ci sono, e ci saranno anche i positivi asintomatici di cui non conosciamo l'identità. È per questo che le misure andranno allentate con prudenza e continuerà ad essere fondamentale, con l'avvio della Fase 2, l'osservanza delle prescrizioni da parte di tutti».

IL VACCINO NON C'È. Sergio Babudieri, direttore del reparto Malattie infettive dell'azienda ospedaliera universitaria di Sassari, dalla sua trincea puntualizza che sì, «la percezione sul campo è che l'epidemia sta rallentando in maniera considerevole, fermo restando che siamo tutti chiusi. Quindi, cosa potrà accadere nel momento in cui si riapre?». Visto che un vaccino contro Sars Cov-2 ancora non esiste, «bisogna ricordare quello che dicono gli epidemiologi e cioè che, per restare alla nostra regione, il 96% della popolazione sarda è suscettibile al virus».

ASSISTENZA TERRITORIALE. In questa fase, avvisa il professore, sarà fondamentale l'assistenza territoriale. «Chiunque abbia febbre elevata e dolori muscolari deve chiamare il suo medico ma, soprattutto, deve pretendere che qualcuno venga subito per fargli il tampone e per prescrivergli la terapia. Questa è una malattia che se la terapia si fa subito le possibilità di guarigione sono elevatissime e si abbatte completamente il ricorso al ricovero ospedaliero». Altri contagi ci saranno. «Per questo - avvisa Sergio Babudieri - saranno determinanti le Usca, le équipe a domicilio. Non si può pensare che nessuno si contagerà d'ora in avanti, però una cosa è contagiarsi con la prospettiva di finire al camposanto, altra è contagiarsi per guarire in due, tre settimane».

Piera Serusi





 

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 4
L’EMERGENZA. La sindaca di Fonni: “E poi parliamo di spopolamento”
BANDA LARGA, LA GRANDE BEFFA: 180 COMUNI SONO SENZA RETE

Studenti e imprese ancora più isolati in piena pandemia
«Da noi non c'è fibra né banda larga, è un problema serio». Daniela Falconi, sindaca di Fonni, in questo periodo di emergenza sanitaria ha toccato con mano le difficoltà dei tanti studenti, universitari e delle superiori, costretti a seguire le lezioni da casa. «Stiamo parlando di circa 300 ragazzi - puntualizza la prima cittadina - che a malapena riuscivano a connettersi con il 4G dei cellulari. E non parliamo dei costi, specie se in famiglia gli studenti sono due se non tre. Il divario digitale è anche divario culturale, sociale ed economico. Anche questo è uno dei fattori dello spopolamento dell'interno».

ATTESA IN BARBAGIA. Pare che a Fonni, e in altri centri della Barbagia, Infratel debba realizzare l'infrastruttura entro l'anno. «Così ci hanno assicurato - dice Daniela Falconi - anche se ci crederò una volta finiti i lavori». In Ogliastra, la situazione non è che sia messa molto meglio. «È vero - conferma Pierpaolo Puddu, amministratore di Medianet, provider sardo - anche se attualmente le cose stanno migliorando e a breve quasi tutto il territorio sarà servito. Abbiamo lavorato anche in queste settimane. Per farlo abbiamo noleggiato dei camper, essendo chiusi gli alberghi, e molti ci hanno preso per turisti. Non conto le volte che siamo stati giustamente controllati. Se c'era una segnalazione...».

TROPPI CENTRI SENZA FIBRA. Ma non basta, c'è ancora molto da fare. «I nostri dati parlano di quasi 200 Comuni serviti dalla fibra sui 377 totali. Però, sia chiaro, per Comuni si intendono i centri urbani, le frazioni sono escluse, come se ci vivessero cittadini di serie b. Un esempio? Cortoghiana e Bacu Abis, due tra le tante frazioni di Carbonia con qualche migliaio di abitanti, non hanno copertura». Da chi dipende? Dal fatto che gli appalti dei lavori vengono studiati solo per il centro principale.

AREE INDUSTRIALI SCOPERTE. E di copertura non ne hanno manco il Cacip, l'area industriale di Cagliari, quelle di Portovesme, Ottana, Oristano e le zone Pip comunali. «Se tutto va bene - sottolinea Puddu - fra due, al massimo tre anni l'Isola dovrebbe essere interamente servita. A nostro parere per superare questo importantissimo divario digitale, che si traduce in un altrettanto importante divario socio economico, sarebbe opportuno che lo Stato, anche tramite Regione o Comuni, venisse incontro agli operatori locali, che in ogni parte d'Italia, come noi facciamo nella nostra, già da più di 10 anni investono risorse proprie, attraverso la realizzazione di infrastrutture di rete radio, per il superamento del gap tecnologico, anche nelle ruralità più estreme».

UN MINUTO PER UNA FATTURA. «Ancora noi non abbiamo la fibra - dice Tito Loi, sindaco di Osini, in Ogliastra - ma mi risulta che i lavori per sistemare la rete, che non dipendono da noi, li stiano facendo. È chiaro che in questa situazione i problemi ci sono. Mi risulta che gli studenti hanno avuto grosse difficoltà a seguire le lezioni a casa. Giusto per saperlo, scaricare una fattura elettronica nei nostri uffici comporta almeno un minuto».

Vito Fiori





 

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 aprile 2020 / PROVINCIA DI CAGLIARI - Pagina 28

USSANA
Laurea online per la mamma lavoratrice

Laurea in videoconferenza per Donatella Orgiano, mamma di Ussana, da ieri con la corona di alloro di dottoressa in Scienze dell'amministrazione pubblica. Chiusi atenei e aule per il coronavirus, Donatella Orgiano, 50 anni, madre di due gemelli di 4 anni, ha discusso la tesi dallo studio di casa sua con i docenti collegati sullo schermo del computer portatile. «Dopo anni ho concluso il mio percorso di laurea magistrale cominciato con la laurea triennale in facoltà di Scienze Politiche», spiega la neo dottoressa, stanca ma soddisfatta dell'ottimo percorso di formazione che l'ha vista tornare alle lezioni e sui libri in un'età non più giovanissima. Il pezzo di carta, come si chiamava una volta, arriverà. Come pure la festa che al momento è solo rinviata.«Stasera ci concediamo una pizza a casa», ha detto la mamma-lavoratrice e studentessa modello che si è spesa sui libri nel tempo ricavato dagli impegni professionali e familiari». (ig. pil.)






 

La Nuova Sardegna

 

 

 

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 3
Lo studio dell'Università di Cagliari aiuta a realizzare prodotti di qualità
MASCHERINE, C'È IL TEST DELLA RESPIRABILITÀ

SASSARI Nella fase 2 saranno indispensabili, tutti dovranno usarle e per questo ne serviranno grandi quantità. Proprio perché se ne farà grandissimo uso, la qualità dovrà essere elevata. Con il caldo, per esempio, dovranno garantire che si possa respirare bene. Nasce con questo obiettivo il dispositivo per testare la «respirabilità» delle mascherine testato da un gruppo di ricercatori e tecnici dell'Università di Cagliari. Lo scopo è quello di aiutare gli imprenditori che stanno riconvertendo le loro attività a realizzare prodotti conformi alle richieste normative. Nel team ci sono i ricercatori Giorgio Pia, Paola Meloni e Roberto Ricciu del dipartimento di Ingegneria meccanica diretto da Giacomo Cao, e i tecnici Gianluca Marongiu e Daniele Lai. Durante la prova, un campione precedentemente portato alla temperatura di 21 °C e all'umidità relativa dell'85%, viene fatto attraversare da un flusso di aria. Alcuni strumenti di misura rilevano la differenza di pressione in funzione della superficie esposta e determinano un valore che viene confrontato con quello riportato sulla norma di riferimento. Una corsa contro il tempo che in una sola settimana ha portato alla realizzazione del dispositivo che sin da subito è a disposizione degli interessati. «L'emergenza Covid19 - spiega Pia - apporterà modifiche sostanziali al nostro modo di vivere. Uno degli aspetti principali è quello di proteggerci durante le attività che riprenderanno quando sarà avviata la fase 2. L'emergenza mascherine non è da sottovalutare. E appare ancor più attuale e urgente che vi sia una notevole produzione per far fronte alla massiccia richiesta».







 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 aprile 2020 / TEMPIO - Pagina 39
Anche le lezioni di Teologia sullo smartphone
di Giuseppe Pulina
TEMPIO La didattica a distanza entra anche nelle aule dell'Università. Per essere più precisi, fa il suo ingresso nelle case degli studenti, dove, tramite un pc o uno smartphone, è possibile seguire le lezioni. Accade anche per gli studenti dell'Issr Euromediterraneo. Il Servizio nazionale degli Studi superiori di Teologia e Scienze religiose della Cei ha, infatti, dato il via libera all'uso delle nuove modalità didattiche. Una novità non del tutto inedita per gli studenti delle due sedi di Tempio e Sassari dell'Istituto diretto da don Raimondo Satta, perché abituati alla formazione a distanza con l'ausilio di un grande schermo. Dopo un'interruzione durata più di un mese, nell'attesa di direttive che potessero avviare un nuovo protocollo operativo, lo Iem riparte con tutti i suoi corsi. Il nuovo percorso accademico comprenderà le lezioni, che si protrarranno sino alla fine di maggio, ma anche verifiche, esami e discussioni di tesi. Studenti e insegnanti della triennale e della specialistica hanno ripreso le lezioni dal 21 aprile. Orari e programmi non sono cambiati. Tutti si stanno impegnando nell'uso della piattaforma scelta per le videolezioni. La didattica a distanza potrebbe valere anche per gli studenti impegnati in attività di tirocinio diretto, per i quali è stato suggerito l'avvio dei contatti con i tutor di riferimento nelle scuole pubbliche così da verificare la possibilità di proseguire le ore di tirocinio tramite le nuove modalità didattiche. Sarebbe per loro una sorta di sperimentazione all'interno di una situazione che di sperimentale ha già molto in sé.







 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 aprile 2020 / TEMPIO - Pagina 39
BORTIGIADAS
Laurea online per Gabriele: «Strano ma anche soddisfacente»

di Sebastiano Depperu
BORTIGIADAS Gabriele Addis, martedì, è stato proclamato dottore in Economia aziendale - management e imprenditorialità in videoconferenza. Nella sua tesi ha messo in evidenza un'eccellenza del territorio che produce supporti per l'enologia. Per il giovane di Bortigiadas, come per molti neo dottori in questo periodo, la discussione è avvenuta in chat con la Liuc Università Carlo Cattaneo di Milano. Anche Gabriele, dunque, si è laureato da casa, seduto al tavolo della sala da pranzo discutendo la tesi "Analisi delle performance della Mondial Capsule S.r.l". Con lui c'erano il padre e la madre. Ma, in videochiamata erano presenti altri parenti e amici del 22enne bortigiadese. «Laurearmi da casa in videoconferenza è stato abbastanza strano - racconta il neo dottore - ma, allo stesso tempo, è stato molto soddisfacente. Sicuramente, mi è mancato il contatto diretto con la commissione e con i miei amici e colleghi che mi hanno comunque supportato e festeggiato a distanza in videochiamata anche loro. È stato un mix di sensazioni positive e contrastanti nello stesso momento». La festa per la laurea triennale di Gabriele Addis è solo rimandata. Si festeggerà quando saranno finite le prescrizioni in materia di epidemia da Covid-19 e quando ci saranno e condizioni di sicurezza per tutti. Il giovane di Bortigiadas, intanto, lui dimostra di avere i piedi per terra. «Raggiunto un traguardo - dice - penso già al prossimo, ovvero: continuare gli studi con il biennio della laurea magistrale e cercare di ottenere una specializzazione in economia e direzione d'impresa».



 

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 aprile 2020 / ORISTANO E PROVINCIA - Pagina 42

Tre universitari trasformano la loro tesi di laurea in un progetto per il web
GLI STUDENTI SI REINVENTANO E NASCE TOC TOC SARDEGNA

Comunicazione e informazione diventano un appuntamento quotidiano social
di Roberta Fois

ORISTANO Reinventarsi con entusiasmo, è forse questa la chiave giusta per affrontare il confinamento domestico e sfruttarlo a proprio favore. Lo stanno facendo gli ideatori di "Toc Toc Sardegna", tre studenti laureandi della facoltà di Scienze politiche e relazioni internazionali dell'università di Cagliari che dai primi di aprile sono sbarcati sul web con il loro progetto. «Tutti e tre stiamo scrivendo una tesi di laurea legata alla comunicazione durante il Covid-19 - raccontano -. Ognuno di noi ha una diversa parte comunicativa da osservare per cui ogni mattina ci vedevamo per scambiarci le idee e fare una rassegna stampa dei principali quotidiani». Così Emanuele Orrù, 23 anni, presidente della Consulta giovani Oristano, e i ventunenni Piero Grimaldi di Monserrato e Alessandro Manno di Cagliari hanno pensato di condividere la loro esperienza diventata ormai virtuale e le loro idee con il popolo dei social. «Abbiamo iniziato con la rassegna stampa in diretta Facebook la mattina, ma pian piano ci siamo allargati e abbiamo iniziato a chiamare anche degli ospiti - racconta Emanuele Orrù -. Abbiamo avuto modo di intervistare onorevoli, sportivi, assessori regionali, consiglieri comunali, protezione civile, docenti universitari e ragazzi che si danno da fare nel territorio». L'appuntamento con la rassegna stampa di Toc Toc Sardegna è tutte le mattine alle 9.30 in diretta Facebook dove ogni sabato sera alle 18 si tiene anche il "Puntatone" mentre le dirette Instagram quotidiane sono dedicate alle interviste a giovani sardi che raccontano come stanno trascorrendo la loro quarantena. «Il Puntatone è una puntata speciale del sabato sera a tema - proseguono -. Lo scorso sabato era a tema sportivo, abbiamo avuto tra i tanti ospiti Jack Devecchi, capitano della Dinamo Sassari e gli atleti di canottaggio Stefano Oppo e Romano Battisti». La diretta della fine settimana è resa più leggera dall'apporto satirico di due pagine di meme tramite il "Momento Memotto", Sardegna Aesthetics e la pagina di Oristano Quando c'era lei. «Oggi parleremo di sanità a livello regionale e dell'andamento del virus in Sardegna», spiegano gli studenti che hanno allargato il loro team con altri tre giovani sardi: Mattia Tofolon, 17 anni di Cagliari per la regia, Andrea Atzeni, mogorese classe 1994, per la grafica e Lidia Dessì, 20 anni, che supporta i ragazzi nella gestione dei messaggi sui social e attualmente si trova a Milano perché studentessa alla Iulm.






 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 aprile 2020 / SPORT - Pagina 52

Lo studio dell’Università di Sassari
«CORRERE CON LA MUSICA? SOLO A BASSO VOLUME»

SASSARI Ascoltare musica ad alto volume durante la corsa potrebbe avere effetti negativi sulla salute dei runner. Lo rivela un recente studio pubblicato da un gruppo di ricerca dell'Università di Sassari sulla rivista "European Journal of Applied Physiology" e intitolato "Listening to music while running alters ground reaction forces: a study of acute exposure to varying speed and loudness levels in young women and men".La ricerca è iniziata a marzo 2018 e ha coinvolto 50 giovani volontari fisicamente attivi, sia uomini che donne, di età compresa tra 18 e 25 anni. L'azione di corsa dei soggetti è stata monitorata per periodi di due minuti su un tapis roulant dotato di sensori in tre diverse condizioni e a tre differenti velocità: musica a 85 decibel, 80 decibel, assenza di musica; velocità pari a 8, 10 e 12 chilometri orari. L'ipotesi da cui è partita l'indagine è che la musica ad alto volume modifichi il livello di attenzione di chi corre, rendendo quindi i movimenti meno controllati e coordinati e potenzialmente più rischiosi per la salute delle articolazioni. "E' emerso un valore di GRF sensibilmente aumentato per gli uomini che correvano a 8 e 10 chilometri orari ascoltando musica a 85 decibel - Spiega Franca Deriu, professoressa di Fisiologia Umana nel Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Sassari e coordinatrice dello studio - Non ci sono stati effetti invece sugli uomini a 12 chilometri orari né sulle donne, a nessuna delle tre velocità testate".Le conclusioni della ricerca suggeriscono, soprattutto agli uomini, di preferire una corsa senza musica o con un volume che non superi gli 80 decibel (corrispondenti al primo avviso di allarme segnalato dai moderni smartphone) al fine di preservare la funzionalità articolare.

Questionario e social

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