Sabato 23 novembre 2019

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
23 novembre 2019

L'Unione Sarda

 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 23 novembre 2019 / PRIMO PIANO

ECONOMIA. Nell’Isola il 35% dei giovani non trova sbocchi

EMERGENZA LAVORO, IN CAMPO 76 MILIONI PER LE ASSUNZIONI
Tirocini, voucher, bonus, microcredito: tra dicembre e gennaio via alla terapia d’urto

Il tasso di disoccupazione è al 15,5%, più del doppio di quello medio europeo. Per non parlare di quello giovanile, fermo al 35,7% contro il 14,6% continentale. Periodicamente ci sono lievi variazioni percentuali, in positivo o in negativo, che fanno esultare le maggioranze di turno ma non cambiano la sostanza: in Sardegna la mancanza di lavoro resta l'emergenza più grave. E per questo la Regione prova a mettere in campo una serie di interventi «coordinati e integrati» per tentare di invertire la tendenza.

 

TIROCINI, VOUCHER, BONUS. In campo ci sono 76 milioni di euro per avviare, tra metà dicembre e i primi di gennaio, il piano Tvb, acronino di Tirocini, voucher e bonus. La prima novità - annunciata ieri alla Fiera di Cagliari nel corso della Conferenza regionale per le politiche del lavoro - è che il finanziamento dei tirocini, che prevedono assunzioni per sei mesi integrabili per altri sei, sarà totalmente a carico della Regione e non più ripartito tra l'impresa che assume e la parte pubblica. Gli under 35 avranno 450 euro al mese, 600 euro sarà lo stipendio degli over 35. Ma sarà più difficile imbrogliare sfruttando i tirocinanti per avere manodopera a basso costo: i controlli sono e saranno serratissimi. Al contrario, è e sarà più facile avere in azienda competenze che servono davvero. Non è un caso - come ha evidenziato il direttore dell'Aspal Massimo Temussi, che i tirocini trasformati in contratti di lavoro, seppure quasi sempre precari, sono passati dal 18% di tre anni fa al 43% del 2019. Non solo: «Le statistiche ci dicono che chi ha fatto un tirocinio ha il 210% di possibilità in più di trovare un posto», evidenzia il dirigente dell'Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro.

Entro il 19 dicembre partiranno anche i voucher formativi e, il primo gennaio, saranno attivi i bonus che assegneranno contributi sino al 50% (grazie al cumulo con le misure nazionali) del costo del lavoro alle imprese che assumono.

MICROCREDITO: 35MILA EURO. Contemporaneamente Regione e Aspal lavorano sull'autoimprenditorialità. Entro dicembre riparte il Microcredito che garantirà sino a 35mila euro di contributi alle nuove imprese, che questa volta non saranno lasciate sole. Nella fase di avvio avranno il supporto di consulenti del lavoro, commercialisti e associazioni datoriali - ha spiegato l'assessora regionale al Lavoro Alessandra Zedda - e saranno monitorati. «Dopo un anno e mezzo si farà una verifica e, se necessario, potranno ottenere altri fondi».

FORMAZIONE. Una settimana fa è stato pubblicato un bando per l'apprendistato per il quale ci sono già 1,5 milioni ai quali «saranno aggiunti 500mila euro nell'assestamento di Bilancio», poi ci sono i fondi di Destinazione Sardegna lavoro, contributi a sostegno delle imprese turistiche che mantengono l'occupazione nei cosiddetti mesi “spalla”, e una riforma della formazione professionale. «Lavoriamo per formare figure utili al mercato del lavoro, puntando sulle competenze nei settori più innovativi ma anche su “Su connottu”, per valorizzare i mestieri tradizionali. Nel frattempo gli uffici della regione e dell'Aspal, lavorano sui database e con le imprese per ridurre il mismatch , la mancata corrispondenza, tra domanda e offerta di lavoro. «I nostri ragazzi vanno fuori e non tornano perché non c'è corrispondenza tra le loro competenze e le offerte nell'Isola», ha spiegato Enrico Orrù, dell'Osservatorio del mercato del lavoro dell'Aspal. Tra i 630 dipendenti dell'agenzia (il 70% dei quali laureati) molti non lavorano in ufficio ma fanno proprio questo: viaggiano in tutta la Sardegna, visitano le aziende, cercano di capire di che cosa hanno bisogno e formano le persone giuste tra i 179.715 sardi presi in carico dai servizi per l'impiego. Solo una parte riuscirà a trovare un lavoro. Fabio Manca

 

LA CURIOSITà. Tra i nuovi contratti, il 63% è a tempo determinato
I MESTIERI PIÙ RICHIESTI? QUELLI CREATIVI (ANCHE NEL CINEMA)

Il dato ha sorpreso anche chi lo ha studiato: tra le professioni più richieste nel settore privato tra chi ha una laurea o competenze equivalenti ci sono i creativi: registi, attori, musicisti. Enrico Orrù, funzionario dell'Osservatorio del mercato del lavoro dell'Aspal ne ha parlato ieri alla Conferenza regionale per le politiche del lavoro. Accanto ai creativi ci sono i farmacisti, i tecnici delle costruzioni (ingegneri, architetti) e gli educatori per disabili. Nel settore pubblico spopolano, oggi e domani, le professioni sanitarie e gli esperti in gestione e controllo nella pubblica amministrazione.

Tra i non laureati i mestieri del turismo a bassa competenza - camerieri, baristi, cuochi - restano i più richiesti, così come i lavori nell'edilizia (muratori manovali, carpentieri) , ma sono richiestissimi e lo saranno sempre di più badanti e addetti alle consegne per conto dei corrieri.

Ma che contratti di lavoro hanno i fortunati che lavorano o lavoreranno? Concetta Rau, ex assessora regionale all'Industria e dirigente di Nomisma, ha illustrato una statistica impietosa: il 40,4% dei contratti sono stagionali e il 63,1 sono a termine. (f. ma.)

 

 

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 23 novembre 2019 / REGIONE - Pagina 11

EVENTI. A Cagliari e Sassari

Abusi sulle donne, le parole giuste per raccontare

Come viene raccontata la violenza sulle donne? Quali sono gli stereotipi, i luoghi comuni, spesso i giudizi espressi con superficialità dai mezzi di informazione? Lunedì prossimo, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, sarà questo il tema di due appuntamenti in programma a Cagliari e a Sassari.

“Fare i titoli: le parole giuste per dirlo”, è il corso organizzato da Giulia giornaliste e Ordine dei Giornalisti della Sardegna, in collaborazione con l'Università di Cagliari. L'incontro, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17 nell'aula Motzo della Facoltà di Studi umanistici a Sa Duchessa, è aperto a tutti. «Un'informazione consapevole, corretta e rispettosa delle persone inizia dal titolo. Per questo - spiegano gli organizzatori - la composizione del titolo richiede una riflessione attenta e un'analisi ragionata sulla scelta delle parole giuste». Intervengono Maria Del Zompo, Francesco Birocchi, Celestino Tabasso, Susi Ronchi, Elisabetta Gola, Marina Cosi, Agnese Pini, Roberta Celot, Massimo Arcangeli, Cristina Cabras. Coordinano Daniela Pinna e Alessandra Sallemi.

A Sassari, sempre il 25 novembre, l'appuntamento “Una storia sbagliata” è alle 17,30 nella Biblioteca Universitaria.

«Siamo convinte - spiegano le organizzatrici - che la narrazione utilizzata dai media, e talvolta anche dalle istituzioni, vada cambiata perché non rispecchia la complessità del fenomeno e perché rinforza alcuni stereotipi di genere che sono alla radice del fenomeno». Un percorso che vede insieme noiDonne 2005 e Donne+Ddonne, col sostegno dell'Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia e del coordinamento di associazioni Diritti al Cuore Doc. Intervengono Maria Francesca Chiappe e Gian Mario Sias.

 

 

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 23 novembre 2019 / REGIONE – Pagina 13

LA CAMPAGNA. Lila e Regione contro l’Aids

ALLARME CONTAGI HIV: MALATI INCONSAPEVOLI TRA I GIOVANISSIMI
Nieddu: nell’Isola le infezioni in calo, ma non dobbiamo abbassare la guardia

In aumento i contagi da Hiv tra gli adolescenti e i giovani tra 15 e i 24 anni (nonostante la riduzione delle nuove infezioni). Sale il “sommerso”, tanti ce l'hanno e non lo sanno, le diagnosi sono spesso tardive, cresce il numero delle persone sieropositive viventi. Negli ultimi anni si è verificato un calo di attenzione sul tema dell'Aids, sono diminuite le campagne di sensibilizzazione e di comunicazione nelle scuole, come se si trattasse di un ricordo del passato. Tutto questo ha ridotto la percezione del rischio tra le persone, soprattutto tra i più giovani. E gli esperti lanciano l'allarme, in occasione della prossima Giornata mondiale contro l'Aids, il 1° dicembre.

I NUMERI. Nell'Isola è in calo il numero di persone affette da Hiv. Dal 2012 - anno in cui è iniziata la raccolta dei dati - al 2018 sono stati riscontrati 433 casi complessivi, di cui 49 registrati nel 2018, comunque in diminuzione rispetto ai 61 del 2017. In Italia, invece, nel 2018, le nuove diagnosi sono state 2.847, contro le 3.561 dell'anno precedente.

Negli ultimi vent'anni, a livello nazionale, i casi di Hiv sono stati in totale 33.401, anche se dall'inizio dell'epidemia si stima che siano 130mila le persone risultate positive a questo virus e ne siano decedute 45mila, a fronte di circa 70mila episodi di Aids conclamato.

Si tratta di numeri che però non prendono in considerazione la grande quota di sommerso, rappresentata da tutte quelle persone che non sanno di avere il virus e che non si sono mai sottoposte al test. In base alle rilevazioni statistiche dei centri di sorveglianza oltre una persona su quattro scopre di essere positiva all'Hiv alla soglia dell'Aids ormai conclamato. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovani sotto i 25 anni che non usano il profilattico e hanno rapporti sessuali non protetti.

Una corretta informazione, la prevenzione e la sensibilizzazione sono i tre principali strumenti da mettere in atto per arginare la diffusione del virus. Per questa ragione la Lega italiana per la lotta all'Aids (Lila) di Cagliari e l'assessorato regionale alla Sanità hanno promosso la prima campagna istituzionale “L'Hiv riguarda tutti, possiamo fermarlo”. L'iniziativa, illustrata ieri, partirà il primo dicembre, e prevede affissioni di manifesti in città e una serie di video spot informativi.

L'ASSESSORE. «Fortunatamente i dati confermano che c'è un calo della percentuale dei malati, ma questo non deve far abbassare in alcun modo la guardia», dice l'assessore alla Sanità Mario Nieddu, che ritiene indispensabile il ruolo centrale che le campagne di informazione e di sensibilizzazione per la prevenzione. Nieddu ha evidenziato come l'Hiv abbia «forti ricadute anche sul piano sociale. Una corretta informazione ai cittadini, anche a fronte dei progressi scientifici relativi alle cure, può aiutare a combattere i pregiudizi e luoghi comuni nei confronti delle persone malate».

Brunella Mocci, presidente della sezione Lila di Cagliari e componente del coordinamento nazionale precisa che «le persone con Hiv che sono in terapia, non hanno carica virale, non hanno il virus nel sangue e, dunque, non sono in grado di trasmetterlo».  Eleonora Bullegas
 

UNIVERSITÀ
Il test salivare gratuito

La Lila, in collaborazione con l'Università di Cagliari, ha promosso due giornate in cui, chi vorrà, potrà effettuare il test salivare, rapido e anonimo.

Il primo appuntamento si è tenuto ieri alla Cittadella universitaria di Monserrato (Cagliari), mentre il prossimo sarà venerdì 29, dalle 16 alle 19, a Cagliari, a Sa Duchessa, nell'edificio B, di via Is Mirrionis 1.

 

 

 

 

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 23 novembre 2019 / ECONOMIA - Pagina 21

IL TOUR. Centro Unistem

Gli studenti a lezione di scienza e tecnologia

Ha fatto tappa ieri a Cagliari l'Unistem Tour, curato dal Centro UniStem dell'Università degli studi di Milano guidato dalla senatrice a vita Elena Cattaneo e da Fondazione Tim, con l'obiettivo di coinvolgere i ragazzi delle scuole superiori di secondo grado, tra i 16 e i 19 anni, e ispirarli nella scelta di percorsi formativi e professionali nel campo della scienza e della tecnologia.

L'appuntamento si è tenuto al Convitto nazionale Vittorio Emanuele II, hanno partecipato oltre 200 studenti e numerosi insegnanti. Il protagonista è stato Telmo Pievani, filosofo della biologia ed esperto di teoria dell'evoluzione dell'Università di Padova, con una conferenza sul tema “Migranti, da due milioni di anni”. Meno di due studenti su dieci (18%) dichiarano di volersi iscrivere a una facoltà Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics), percentuale che scende al 14% tra le ragazze, l'obiettivo del tour è coinvolgere i giovani e orientarli verso la ricerca e l'innovazione.

 

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 23 novembre 2019 / PROVINCIA DI CAGLIARI - Pagina 30

ELMAS

A teatro il dramma delle donne

Un fine settimana dedicato a manifestazioni contro la violenza sulle donne. Un ricco programma organizzato dal Comune di Elmas e dalla Pro loco.

Il primo appuntamento è oggi alle 19 al teatro comunale con lo spettacolo “Fiori strappati, storie di donne raccontati dalle donne”, per la regia di Antonio Luvinetti. La pièce andrà in scena con la collaborazione delle associazioni teatrali S'Arrolliu, Genn'i Auri Zino Secchi e Ctd.

Domani, sempre al teatro comunale, alle 18 spettacolo teatrale delle studentesse dell'istituto De Sanctis, coordinato dalle docenti Maria Elisabetta Palmas e Maria Rosaria Plantera.

A seguire discussione su “Educazione all'affettività e prevenzione della violenza di genere” con Valeria Aresti, presidente Domino. Poi l'intervento di Bruna Biondo, docente all'Università di Cagliari, sulle azioni positive attivate dall'ateneo. In chiusura dibattito tra i presenti. (l. e.)

 

 

 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 23 novembre 2019 / COMMENTI - Pagina 48

L’INTERVENTO

Un'altra forma della democrazia

A ll'improvviso irrompono le sardine. Un movimento spontaneo che si riunisce tramite Internet e che, in tempi rapidi, si diffonde nelle città di tutta l'Italia. Un movimento, come altri in passato, apparentemente nato dal nulla ma, a mio parere, con basi solide dalle quali ri-partire.

La prima, è un movimento fondato sulla forma delle nostre città, sul diritto di queste città di dare forma alla democrazia. La forma è, immediatamente, riconoscibile negli spazi delimitati dalla piazza e in questi spazi si sta come sardine; come, probabilmente, si potrebbe stare in un autobus affollato, o in un concerto estivo o, ancora, in un evento sportivo. Lo spazio chiuso è quello in cui la democrazia dà forza alle persone che si stringono per stare insieme, per fare posto agli altri e chiedere con le braccia bene in alto la realizzazione di un sogno, l'acquisizione di un diritto. La democrazia, in effetti, ricomincia ogni volta che qualcuno si stringe per accettare chi non è conosciuto e con lui fare un pezzo di strada, anche se stretti come sardine. La democrazia, in effetti, ricomincia ogni volta che qualcuno ascolta qualcun altro e insieme costruiscono uno spazio di democrazia.

La seconda, questo movimento interpreta con chiarezza la libertà di manifestare in pubblico “pacificamente e senz'armi” prevista dall'art. 17 della nostra Costituzione. Una libertà che è fondata sull'esigenza della democrazia di rispettare tutti e la piazza delle sardine diventa così l'antitesi alla democrazia illiberale che non ama le piazze se non quelle plaudenti. Le persone che si riuniscono pacificamente in piazza sono antitetiche all'idea che la maggioranza può tutto e le minoranze nulla.

La terza, la forma della piazza è la dimensione territoriale del controllo democratico sulle politiche pubbliche, è la democrazia di prossimità, la democrazia di chi può vedere da vicino. A questa scala è, infatti, possibile verificare l'impatto delle scelte, siano esse statali o globali, siano esse vicine o molto lontane. La piazza ci riporta in effetti alla dimensione primigenia della democrazia che, sin dagli inizi, ha una scala di realizzazione che è, quotidianamente, territoriale. Si svolgono nelle piazze le manifestazioni dei giovanissimi seguaci di Greta Thunberg che chiedono scelte democratiche per affrontare il cambiamento climatico; sono in piazza i ragazzi promotori delle sardine contro l'elogio della paura come strumento di governo.

Certamente in tanti diranno che si tratta di mero spontaneismo, di movimenti che possono sparire rapidamente; parleranno della necessità di darsi strutture e organizzazioni stabili, di troppe “piazze” fallite nel passato. Analisi possibili senza dubbio, ma chi si inscatola nelle piazze come sardine ha il rispetto della democrazia come strumento per superare le diseguaglianze; crede nella pacifica realizzazione dei diritti fondamentali; ritiene irrinunciabile la dimensione costituzionale della solidarietà. In sintesi, utilizza la forma della città per riaffermare la centralità della democrazia senza paura di stare stretto come una sardina.

GIANMARIO DEMURO
EX ASSESSORE REGIONALE

 

 

La Nuova Sardegna



 

 

 


7 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 23 novembre 2019 / CULTURA E SPETTACOLI - Pagina 37

Intervista col direttore della fotografia Luciano Tovoli: gli esordi in Sardegna e le collaborazioni con i grandi del cinema

«Le mie mille luci, da De Seta ad Antonioni»

di Fabio Canessa
Dai pastori della Barbagia a Bridget Fonda senza veli. I ricordi di Luciano Tovoli viaggiano dalla Sardegna a Hollywood, passando per la Cina ripresa nei primi anni Settanta. La sua carriera racconta un pezzo di storia del cinema. Che lui ha scritto con la luce, mezzo d'espressione per chi ha scelto il mestiere di direttore della fotografia. Uno dei ruoli fondamentali nella realizzazione di un film. La persona più vicina al regista, con il difficile compito di tradurre in immagini la sua visione. Necessarie non solo capacità artistiche, ma anche tecniche. Tovoli le ha messe a disposizione di alcuni dei più importanti cineasti italiani e non solo: da Michelangelo Antonioni a Ettore Scola, da Maurice Pialat a Barbet Schroeder.Una lunga avventura nel cinema iniziata in Sardegna. Sessant'anni fa. Chiamato da Vittorio De Seta per le riprese di "Banditi a Orgosolo". Per un tributo a quello straordinario lungometraggio e al suo regista, Tovoli è tornato nell'isola. Protagonista a Sassari, dopo una masterclass all'università di Cagliari e un'emozionante visita a Orgosolo, di un incontro inserito nel programma della terza edizione del Fiorenzo Serra Film Festival. Toscano, classe 1936, Tovoli si concede con grande generosità. Gli inizi, i cambiamenti tecnologici, le geniali soluzioni ai problemi sul set, aneddoti su attori. E poi il rapporto con i registi ai quali ha legato le più belle esperienze della sua carriera, a cominciare da De Seta che dopo "Banditi a Orgosolo" lo coinvolge anche in altri lavori: "Un uomo a metà", dove incontra l'attore e produttore francese Jacques Perrin con il quale, ci tiene a sottolinearlo, instaura una profonda amicizia (si ritroveranno sul set del film diretto da Zurlini "Il deserto dei tartari" e più recentemente per "La vita negli oceani", affascinante documentario realizzato qualche anno fa), ma soprattutto "Diario di un maestro". Un capolavoro televisivo, una miniserie che ai tempi (primi anni Settanta) fu seguita da milioni di spettatori. Tra questi c'era anche Michelangelo Antonioni. «Mi telefonò - ricorda Tovoli - e rimase sorpreso quando gli raccontai che avevo usato soltanto una macchina da presa, a mano. Avevo pensato, e convinto De Seta dopo delle prove, che era la soluzione migliore in quelle condizioni. Con i bambini. Ad Antonioni erano piaciute molto le immagini e mi chiese di andare in Cina con lui per un reportage: nacque così "Chung kuo". Era stato invitato da Zhou Enlai, che poi però fu accusato di un'eccessiva apertura verso l'Occidente. Così il documentario che girammo fu bandito e proiettato in Cina solo trent'anni dopo. È uno dei pochi materiali video girati nel Paese allora, al culmine della Rivoluzione culturale, e per questo è un documento prezioso».Antonioni chiama Tovoli anche per il suo film successivo, questa volta di finzione. "Professione: reporter", rimasto nella storia per il memorabile piano sequenza finale di sette minuti («Fu molto difficile trovare la soluzione per girare quella scena che lui aveva in mente dall'inizio»), e con protagonista una star notoriamente stravagante come Jack Nicholson. «Il primo giorno di riprese mi beccai un "Fuck you!" perché secondo lui gli aveva avvicinato troppo una luce. Poi i rapporti furono idilliaci, fu estremamente collaborativo adeguandosi al metodo di direzione degli attori di Antonioni che trattava gli interpreti un po' come degli oggetti, senza motivare ogni azione che dovevano compiere secondo le sue molto dettagliare indicazioni. Una cosa che per gli americani è incomprensibile».Da Antonioni, un maestro al quale deve molto, Luciano Tovoli apprende anche l'importanza del colore come elemento narrativo e drammaturgico. Una lezione che sviluppa al massimo livello lavorando poi con Dario Argento per un film centrale nella filmografia del regista come "Suspiria". L'uso espressivo, visionario del colore rende unico quest'horror amatissimo in tutto il mondo. Ma Tovoli ha sperimentato tutti i generi, lavorando anche a famose commedie. «Il lavoro che mi sono divertito di più a fare è stato "Fracchia contro Dracula" di Neri Parenti - conclude il direttore della fotografia -. Adoravo Paolo Villaggio e stare con lui tre mesi sul set è stato un grande privilegio».

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie