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Ricerca scientifica e protezione ambientale a difesa degli ecosistemi fluviali

L’Università di Cagliari ha sottoscritto una convenzione con la Libera associazione guide ambientali-escursionistiche professioniste per sviluppare un progetto mirato al monitoraggio sull’impoverimento biologico delle acque interne e sulle conseguenze dovute all’impatto di attività turistiche e sportive che comportano possibili danni alla fauna e alla flora che vivono in questi delicati ambienti. Lo studio affidato agli esperti del Dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente, guidati dal professor Andrea Sabatini
11 luglio 2022
In aumento le attività escursionistiche e sportive lungo i corsi d'acqua interni, che offrono possibilità e scenari naturali di grande respiro

UNICA E LAGAP. Con la stipula della convenzione il Dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari e Libera associazione guide ambientali-escursionistiche professioniste inizia anche in Sardegna un progetto di studio degli impatti sugli ecosistemi delle acque interne derivato da attività turistiche. Il progetto sarà curato dal ricercatore Andrea Sabatini dell’Università di Cagliari e dal suo staff, in stretta collaborazione con le guide afferenti a Lagap.
 
L’UNITÀ DI RICERCA
di UniCa, collegata con una rete di scienziati europei, è impegnata da anni in progetti di ricerca per la salvaguardia degli ecosistemi: in particolare della trota sarda e del suo ambiente, legato alle acque dolci. Proprio da queste accurate ricerche è emerso che diverse minacce, presenti nel tempo, hanno messo a serio rischio la specie. L’intervento delle istituzioni, sollecitate dai ricercatori dell’ateneo cagliaritano, ha permesso di ottenere i primi risultati per il mantenimento di questa specie autoctona molto rara, fondamentale per l’equilibrio dell’ambiente fluviale sardo.
 
OBIETTIVI. Partendo appunto dall'esperienza del gruppo di ricerca e dal suo valore assoluto a livello internazionale, si è individuato l’obiettivo principale del progetto: valutare in maniera scientifica ed oggettiva l’impatto delle attività turistiche sugli ecosistemi delle acque interne, con particolare riferimento alla frequentazione di corsi d’acqua con portate d’acqua variabili nel tempo e con momenti forte scarsità, soprattutto nei periodi estivi, nei periodi di massimo carico turistico; a causa anche del rilancio del turismo di prossimità, in conseguenza del Covid, con la ricerca di momenti turistici esperienziali, i corsi d’acqua sono stati riscoperti, sono sempre più utilizzati per attività ludico-ricreative. Tutto questo, visti anche i numeri bassi del recente passato di queste attività, attualmente senza nessuna esperienza diretta di buone prassi e soprattutto senza nessuna regolamentazione. Il fine dichiarato è, dunque, di riunire risorse e professionalità, contribuendo in tal modo alla reale salvaguardia, alla valorizzazione della biodiversità e delle caratteristiche peculiari di questi ecosistemi; sempre in un’ottica della creazione di modelli scientifici a supporto di una fruizione realmente sostenibile, con valori e indicazioni basate su valutazioni scientifiche e senza preconcetti, del territorio.

Uno studio per diffondere buone prassi e rendere sempre più fruibili in modo consapevole e responsabile le risorse ambientali, secondo un’ottica di eco-sostenibilità e protezione dell’ambiente

«Da diversi anni in Italia si è sviluppato un sistema di escursioni e attività varie in fiumi e torrenti - a parlare è Giovanni Pischedda, naturalista e presidente nazionale Lagap - e come guide siamo i primi ad avere dubbi sulla correttezza di come a volte vengono organizzate». Occorre infatti cominciare a ripensare queste forme di turismo in tutte le aree che, come la Sardegna, con il cambiamento climatico presentano una maggiore diminuzione della portata d’acqua nei mesi estivi (periodo in cui vengono perlopiù svolte le attività escursionistiche), in un’ottica principalmente di conservazione e rispetto per l’ambiente naturale. «L’attenzione per un ambiente in grado di assorbire senza traumi le attività turistiche, per una guida, è paragonabile all’attenzione che qualsiasi professionista ha per il proprio luogo di lavoro».
 
«Questo studio - così spiega Andrea Sabatini, responsabile del gruppo di ricerca di UniCa - non è indirizzato alla richiesta di divieti indiscriminati, ma sarà un punto di partenza per affrontare in modo scientifico gli impatti negativi che possono essere generati sul territorio da una fruizione non consapevole e soprattutto non sopportabile a livello ambientale. Il progetto di ricerca produrrà necessariamente una proposta di regolamentazione sostenibile degli ambienti legati alle acque interne, in modo particolare fiumi e torrenti, con il proposito di sensibilizzare le istituzioni e tutti sull’importanza del mantenimento di buoni standard di naturalità dei nostri corsi d’acqua».

Convenzione UniCa-Lagap. Da sinistra Giovanni Pischedda e Andrea Sabatini
Convenzione UniCa-Lagap. Da sinistra Giovanni Pischedda e Andrea Sabatini

Senza dati e considerazioni scientifiche, si rischia di lasciar danneggiare delicati ecosistemi, letteralmente stravolti da visioni e spinte lobbystiche squisitamente commerciali, più sensibili alla remunerabilità che ai temi naturali. Richiede attenzione anche lo sfruttamento sportivo, come nel caso del settore pesca, per le conseguenze fortemente impattanti, come si può riscontrare in alcune acque interne italiane.

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