Formazione avanzata, analisi e confronto e relazioni internazionali
Mario Frongia
Oggi, giovedì 18 marzo, dalle 17 alle 19, sulla piattaforma Teams si tiene il webinar “Natura e Costituzione” con la presentazione del fascicolo n. 3/2020 della rivista quadrimestrale “Diritto costituzionale” edita da FrancoAngeli. L’evento on line, per l’Università di Cagliari, vede la partecipazione del prorettore per la Semplificazione e l'innovazione amministrativa, Pietro Ciarlo, e dei costituzionalisti Gianmario Demuro e Ilenia Ruggiu. I lavori verranno aperto dal direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Cristiano Cicero. Di alto profilo il parterre degli ospiti: Luca Pani (ordinario di farmacologia all’Università Modena e Reggio Emilia e di Psichiatria clinica all’University of Miami), Gilberto Corbellini (ordinario di Storia della medicina, La Sapienza-Roma), Franck Laffaille (ordinario di Diritto pubblico, Université Sorbonne-Paris-Nord), Roberto Bin (ordinario di Diritto costituzionale, Università Ferrara) e Antonio D’Aloia (ordinario di Diritto costituzionale, Università di Parma). Il webinar esplora territori di forte attualità, rafforza relazioni scientificihe internazionali, studi e ricerche di pregio della facoltà di viale Fra Ignazio, un percorso didattico e formativo di prim’ordine.
Natura e Costituzione: tra regole, sostenibilità e ordine civile
Il fascicolo esamina un tema di grande attualità quale è il rapporto tra Natura e Costituzione. “In particolare, al fine di approfondire la relazione tra la Natura, ordine di tutte le cose, e la Costituzione ordine politico e civile: una relazione profonda e in contrapposizione, perché la Natura è fragile e sottoposta a uno sfruttamento indiscriminato, senza regole che disciplinino tale sfruttamento in modo che esso avvenga secondo i criteri della sostenibilità” spiega il professor Demuro, curatore del fascicolo.
Tra ermeneutica e dintorni, dibattito aperto anche sull'approccio
“Si impone la necessità di esplorare le relazioni tra i due elementi, naturale e artificiale. Nel fascicolo - rimarca la professoressa Ruggiu - la Natura viene vista come un presupposto dato, all'interno del quale si muove il diritto costituzionale, che la garantisce e la ingloba come parte di una regolazione che è risultato di una precisa scelta politica. In particolare, si esplorano le relazioni tra Natura e Costituzione secondo due approcci ermeneutici. Un punto di vista oggettivo, dove la natura entra direttamente nel testo costituzionale e diviene oggetto di regolazione”.
Scienza, continenti e riflessioni su oggettività e soggettività
“L’analisi di Franck Laffaille esplora il concetto di Pacha Mama nella costituzione dell'Ecuador, rappresentazione diversa rispetto a quella occidentale con la madre terra titolare di diritti universali, divisi secondo la trilogia dei diritti della natura, universali e degli indigeni. Una Natura che - sottolinea il professor Ciarlo - deve essere regolata, trasformata e al contempo preservata, ed è titolare di diritti costituzionali propri, che la pongono in relazione diretta con chi la vive cui è affidato il compito di preservarla. La natura umana, nella sua irriducibilità al diritto nell’esperienza individuale, è quindi soggettiva”. Dibattono questa prospettiva i medici Gilberto Corbellini e Luca Pani. L’approccio si fonda sull’evidenza dei fatti provati con metodo scientifico, che si interroga sulle relazioni tra diritto e natura: studiate da neuro-scienziati, e tese a capire se possano stravolgere la teoria e la prassi giuridica, e condurre quindi alla necessità che la scienza e il diritto parlino lo stesso linguaggio.
La società naturale e le ricerche su una mappa di sfruttamento sostenibile
Il professor D’Aloia esamina il rapporto tra Natura, scienza e diritto. E si interroga sulle modalità al confine tra approccio soggettivo dell’interprete e pretesa di oggettività della Natura nella regolazione delle rispettive relazioni. “Gli scritti del fascicolo si distanziano da uno status naturae che giustifica (e autogiustifica) la cristallizzazione di una determinata realtà delle cose: dal matrimonio come “società naturale” alla concezione “naturale” delle pene. Ciascun contributo - dice il professor Bin - si pone al contrario in una relazione problematica sulla presunta oggettività della naturalità, proponendo un radicale cambio di paradigma, e assumendo la Natura come dato di fatto e al contempo come oggetto e soggetto di regolazione costituzionale”. Le riflessioni degli autori si proiettano verso future ricerche e ambiscono a suggerire una mappa che oltrepassi il confine dello sfruttamento naturale come trasformazione della natura anche da parte del diritto, che superi l'accettazione di un ordine naturale delle cose e quindi una presunta impossibilità di regolarlo in maniera differente. Le considerazioni conclusive dei lavori sono affidate a Pietro Ciarlo.
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