UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 23 ottobre 2019

Mercoledì 23 ottobre 2019

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
23 ottobre 2019

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 23 ottobre 2019 / CAGLIARI - Pagina 16

Il caso. Sa imbreachera è il tema di un concorso col contributo dell’Ersu
«Nessuna lode della sbronza, solo ironia»

Tema controverso quello scelto dall'associazione culturale Terra Mea per la terza edizione del concorso letterario in lingua sarda “Cantade bois chi ballamus nois”, il cui oggetto quest'anno sarà sa imbreachera: la sbronza. Un argomento che desta qualche preoccupazione, anche se come precisa Massimo Diana, 67 anni, psichiatra ed ex responsabile del servizio dipendenze della Asl cagliaritana. «Bisogna solo stare attenti a non farne un'apologia del bere, l'importante infatti è che non diventi una lode alla sbronza».

Lo stile di consumo dell'alcol è cambiato all'interno del territorio sardo che, come segnalato da uno studio multicentrico nazionale del 2014, poi ripetuto lo scorso anno, vede l'Isola detentrice di un triste primato. L'età media in cui si inizia a fare uso di alcolici in Sardegna si aggira intorno ai dodici anni, due anni prima dell'età media a livello nazionale che si attesta invece intorno ai 14.

«Prima si entra in contatto con sostanze che possono creare dipendenza e più possibilità ci sono che questa dipendenza si generi», dice Diana. Dello stesso avviso Rosalba Cicalò, 61 anni, responsabile del Serd di Nuoro, che ricorda una serie di interviste effettuate a campione nelle scuole sarde, dove il 30 per cento dei tredicenni intervistati ha affermato di aver avuto almeno una sbronza nella propria vita. «Ecco perchè è importante che anche all'interno di un concorso letterario non ci sia nessuna ambiguità, non è più semplicemente sa imbreachera, ma è divenuta ormai l'anticamera del coma etilico», spiega Cicalò.

«Niente di più lontano da un'esaltazione al bere», assicura Terra Mea, l'associazione ideatrice del concorso diviso in due categorie, una delle quali si avvale del contributo dell'Ersu. «Contributo però - si precisa - che copre non solo parte del concorso ma in generale varie attività e laboratori tenuti da noi, come la giornata di beneficenza per l'acquisto di un defibrillatore. Sa imbreachera non è vista negativamente ma in modo ironico: è quella che ispira le trallallera di Sardegna».

Michela Marrocu

 

 

 


2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 23 ottobre 2019 / AGENDA – Pagina 19

CITTADELLA UNIVERSITARIA. Convegno venerdì al Policlinico
Come individuare, combattere e debellare l'epatite C, malattia che colpisce il fegato

Come individuare e combattere l'epatite C, malattia infettiva che colpisce il fegato e può sfociare in una cirrosi. È l'argomento al centro del convegno “L'impegno della Aou di Cagliari nell'eradicazione dell'Hcv” in programma a partire dalle 12 venerdì nell'aula Balzano di Medicina I della Cittadella universitaria di Monserrato. La prima parte del convegno si occuperà di illustrare l'epidemiologia, l'esperienza e i trattamenti previsti al Policlinico, il lavoro di eradicazione dell'infezione da frequentatori del Serd, anziani e pazienti infetti anche da Hiv. La seconda parte sarà dedicata all'esperienza infermieristica, al lavoro della farmacia, ad alcuni aspetti del laboratorio e all'illustrazione di alcuni casi esemplificativi. Nella terza parte si discuterà di gestione della terapia antivirale, terapia, importanza del laboratorio. Seguirà una tavola rotonda col coinvolgimento di medici, biologi, infermieri e farmacisti.

L'INFEZIONE.  Nel mondo sono circa 70 milioni le persone infette. Il virus - con quello dell'epatite B - provoca circa un milione e mezzo di morti all'anno. In Europa il Paese con la maggiore incidenza di epatite C è l'Italia, tra l'1 e il 2,2 per cento della popolazione: il 75 per cento (circa 300 mila-670 mila persone) ha un'infezione attiva. I più colpiti sono gli anziani e, territorialmente, il sud e le isole. In Sardegna risulta una prevalenza di Hcv tra il 3 e il 5 per cento. Uno degli obiettivi, spiegano gli organizzatori del convegno, è creare una “rete” che consenta di «identificare i pazienti Hcv positivi che a vario titolo si presentano nei reparti o servizi dell'Azienda ospedaliera universitaria da indirizzare poi all'Epatologia per la diagnosi accurata e il trattamento».

GLI INTERVENTI.  L'iniziativa è di Luchino Chessa, professore di infettivologia al Dipartimento di Scienze mediche e sanità all'Università di Cagliari e dirigente medico. Interverranno, oltre a Chessa, Cinzia Balestrieri, Maria Conti, Giancarlo Serra, Cinzia Balestrieri, Lucia Barca, Arianna Cadeddu, Michele Casale, Luchino Chessa, Alessandra Cola, Maria Conti, Martina Loi, Simona Onali, Francesco Pes, Giancarlo Serra, Orazio Sorbello e Teresa Zolfino.

 

 

 


3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 23 ottobre 2019 / AGENDA – Pagina 19

MEMO. Web radio e giovani
L’agenzia nazionale Giovani, ente governativo, oggi sarà a Cagliari per inaugurare la web radio realizzata da ragazzi, punto di riferimento per i giovani. Appuntamento alle 16 in via Mameli nella Mediateca del Mediterraneo. Al termine dell’inaugurazione l’agenzia parteciperà all’iniziativa “La Porta sull’Europa” organizzazione dall’associazione TDM 2000 con l’obiettivo di valorizzare le esperienze di mobilità in Europa attraverso i programmi europei Erasmus+ e Corpo Europeo di Solidarietà.

 

 


4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 23 ottobre 2019 / CAGLIARI - Pagina 15

Il fenomeno migratorio  Domani, alle 10,30, nell’aula magna Maria Lai verrà presentato il dossier sull’immigrazione. Interverrà il docente Gianni Loy

 

 

 

 


5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 23 ottobre 2019 / Prima pagina

L’INTERVENTO. L'eredità di Draghi

di Beniamino Moro

A fine mese andrà in pensione l'italiano più potente al mondo negli ultimi otto anni, il signore dell'euro che ha salvato la moneta comune dalla peggiore crisi finanziaria del dopoguerra. Mario Draghi passerà alla storia come il presidente della Banca Centrale Europea (Bce) che nel luglio del 2012 ha sconfitto la crisi dell'euro e dei debiti sovrani con una frase diventata famosa, che passerà anch'essa ai libri di storia: «La Bce farà di tutto per contrastare la crisi finanziaria e salvare l'euro, e vi garantisco che sarà sufficiente».

In quel momento, gli spread dei titoli pubblici a 10 anni erano saliti oltre 500 punti in Italia e 600 in Spagna, e valori ancora più elevati si registravano per la Grecia, il Portogallo e l'Irlanda. Il rischio di una rottura dell'euro era elevatissimo, ma la minaccia di Draghi venne presa sul serio dai mercati. Gli speculatori, che sino al giorno prima puntavano allo sfaldamento della moneta comune e al fallimento dei debiti sovrani dei Paesi più esposti alla speculazione, si ritirarono con la coda tra le gambe: mai giocare a poker con una banca centrale, perché si perde sempre. La Bce avrebbe potuto inondare di liquidità i mercati monetari, come poi ha effettivamente fatto con il quantitative easing (Qe), salvando insieme l'euro e i debiti sovrani.

Nei giorni scorsi a Mario Draghi è stata conferita la Laurea honoris causa in Economia dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. In quella occasione ha letto una prolusione, che molti hanno interpretato come il testamento intellettuale del primo banchiere centrale italiano in Europa. (...) SEGUE A PAGINA 7

REGIONE - Pagina 7 - Segue dalla prima pagina
La sua lezione: conoscenza, coraggio e umiltà contro la sfiducia nei fatti oggettivi
L'EREDITÀ DI DRAGHI, IL BANCHIERE ITALIANO CHE HA SALVATO L'EURO

(...) Al centro del suo intervento egli ha collocato la conoscenza, il coraggio e l'umiltà. «Oggi viviamo in un mondo in cui la rilevanza della conoscenza per il policy making è messa in discussione. Sta scemando la fiducia nei fatti oggettivi, risultato della ricerca, riportati da fonti imparziali; aumenta invece il peso delle opinioni soggettive che paiono moltiplicarsi senza limiti, rimbalzando attraverso il globo come in una gigantesca eco», ha sostenuto Draghi. «La lezione della storia è invece che le decisioni destinate ad avere un impatto duraturo e positivo sono basate su un lavoro di ricerca ben condotto, su fatti accuratamente accertati e sull'esperienza accumulata». Ciò che conta è la competenza fondata sulla conoscenza, che rimane «essenziale per capire la complessità».

La ricerca scientifica in campo economico è d'importanza cruciale nell'affrontare i problemi e trovarne le soluzioni. Un esempio è costituito proprio dal Qe introdotto nel 2014-15, con gli acquisti di titoli pubblici e i tassi d'interesse negativi che hanno contrastato l'incipiente deriva verso la deflazione. «Allora - prosegue Draghi - molti policy maker, me incluso, si interrogavano su come queste misure potessero funzionare nell'area dell'euro», dove i tassi d'interesse non erano mai stati spinti prima in territorio negativo. Perciò, non si conoscevano ancora gli effetti ultimi che sarebbero stati prodotti in un'economia bancocentrica come quella europea, basata cioè sul ruolo primario delle banche. Si agiva in condizioni d'incertezza, ma l'evidenza empirica era univoca: «senza ricorrere a misure non convenzionali la Bce non sarebbe stata in grado di adempiere al suo mandato di tutelare la stabilità dei prezzi».

La conoscenza, prosegue Draghi, non è però tutto, ci vuole anche una buona dose di coraggio, perché anche le migliori analisi «non danno quella certezza che rende una decisione facile: la tentazione di non decidere è frequente», ma anche il non agire rappresenta una decisione, che potrebbe rivelarsi peggiore del decidere e portare al tradimento del mandato ricevuto. Infine, il lavoro del banchiere centrale deve essere caratterizzato dall'umiltà, che «discende dalla consapevolezza che il potere e la responsabilità del servitore pubblico non sono illimitati ma derivano dal mandato conferito» dal potere politico, nel caso specifico dal Consiglio e dal Parlamento europeo, che esprimono la volontà di tutti i cittadini europei.

BENIAMINO MORO

UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

 


6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 23 ottobre 2019 / Sassari e Alghero

SASSARI. Università: primo incontro sulla vertenza col dirigente Eraldo Sanna Passino
Clinica veterinaria, guerra fratricida
Le accuse del rettore Carpinelli al Dipartimento: “È tutta colpa vostra”

Guerre interne tra fazioni, manovre più o meno sotterranee e lo strappo tra i vertici dell'Università e il dipartimento di veterinaria difficile da ricucire. Scontro diretto nel primo faccia a faccia tra il rettore Massimo Carpinelli e il direttore del dipartimento di Scienze mediche veterinarie, Eraldo Sanna Passino di fronte ad una partita ancora aperta, l'emergenza dell'Ospedale didattico veterinario universitario di Sassari chiuso dal comitato di controllo della clinica, il 26 settembre per mancanza di fondi e di personale amministrativo.

TAPPA OBBLIGATA.  Ieri una prima visita del rettore, una tappa obbligata a Veterinaria per un Consiglio di dipartimento, dopo cinque anni dal suo insediamento. Dalla programmazione al tema scottante della sopravvivenza dell'ospedale, un confronto durato oltre tre ore. Deciso a marciare contro chi avrebbe chiuso la struttura, si dichiara pronto ad intervenire contro eventuali responsabilità per gli incassi persi, ma alla fine tende una mano per l'apertura della clinica. «Non ho deciso io di chiudere l'ospedale - ha dichiarato al Consiglio - e quindi siete voi che dovete decidere di riaprirlo».

LA RISPOSTA.  Il direttore Sanna Passino replica ma, preoccupato del destino dell'ospedale, recepisce la disponibilità del rettore al supporto della struttura. «Abbiamo trovato un punto di incontro - dice il direttore del Dipartimento - e cioè quello della disponibilità dell'Ateneo a venire incontro per quanto possibile alle esigenze che saranno presentate dal Dipartimento a tutela delle attività didattiche e di ricerca svolte e mai interrotte». Rimasto fino a ieri fuori dal tavolo di confronto tra il rettore Carpinelli, Cristiano Nicoletti, direttore generale dell'Ateneo, Maria Lucia Manunta, direttore sanitario dell'ospedale veterinario, Sanna Passino era stato incaricato, però, di avviare le interlocuzioni per far ripartire l'ospedale. «Volevamo riaprire la clinica in segno di volontà - aveva dichiarato il direttore di Dipartimento - mettendoci subito al lavoro convinti che l'istituzione di un comitato per un Audit interno servisse a far riaprire l'ospedale; invece l'Università aveva istituito un tribunale dell'inquisizione diretto a valutare possibili illeciti».

STRADA INSANABILE.  Una strada in salita dopo la mossa a sorpresa dell'Ateneo alla ricerca di responsabili nella gestione amministrativo-contabile dell'ospedale. «È stato istituito un comitato per un Audit interno, per verificare possibili irregolarità nella gestione amministrativo-contabile - aveva dichiarato l'Università - e saranno accertate anche eventuali responsabilità legate alla decisione di chiudere l'ospedale didattico veterinario». Penalizzata perché fuori dal Servizio sanitario nazionale, la struttura può sopravvivere contando sulle convenzioni con l'Ateneo per sostenere 13 reparti specialistici, con 28 componenti dello staff medico che 24 ore su 24 garantiscono una serie di servizi per gli animali d'affezione e da reddito, ed una didattica riconosciuta a livello europeo.

Mariangela Pala

Questionario e social

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