Martedì 5 novembre 2019

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
05 novembre 2019

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 5 novembre 2019 / Speciale Lavoro oggi - Pagina VI   CONCORSI IN SARDEGNA
BANDI NELL’ISOLA
Cagliari, docenti e ricercatori all'Università
Due selezioni dell’ateneo. Domande entro il 21 novembre

Tempo di assunzioni nel mondo dell'ateneo cagliaritano. L'Università ha bandito le procedure di selezione per la chiamata di dodici professori ordinari per vari Dipartimenti e per il reclutamento di otto ricercatori a tempo pieno e determinato, mediante stipula di un contratto triennale.
DOCENTI. Entrando nel dettaglio i posti di professore sono così distribuiti: due nei dipartimenti di fisica; due in ingegneria civile, ambientale e architettura; uno in lettere, lingue e beni culturali; due in matematica e informatica; due in scienze biomediche; due in scienze chimiche e geologiche e infine uno in scienze della vita e dell'ambiente.
RICERCATORI. Gli otto ricercatori saranno assegnati ai seguenti Dipartimenti d'ateneo: scienze politiche e sociali; scienze mediche e sanità pubblica; scienze economiche e aziendali; scienze della vita e dell'ambiente; scienze chimiche e geologiche; scienze biomediche; lettere, lingue e beni culturali; ingegneria elettrica ed elettronica.
LE DOMANDE. Possono partecipare alle selezioni per professore a chiamata i candidati che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica nazionale per le funzioni di professore ordinario, siano professori di prima fascia in servizio in altri atenei (stesso settore) o studiosi impegnati all'estero in attività di ricerca o insegnamento universitario. Le domande per le due selezioni dovranno essere inviate, secondo le modalità indicate nel bando, al settore concorsi personale docente, entro giovedì 21 novembre. I bandi, con la descrizione dei requisiti e delle procedure di selezione, sono consultabili nel sito http://dirpersonale.unica.it/concorsi. I due avvisi sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale 84 di martedì 22 ottobre. ( g. dep. )

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 5 novembre 2019 / Speciale Lavoro oggi - Pagina VII  UNIVERSITÀ/EUROPROGRAMMI
ATTIVITÀ DI COUNSELING
Lo psicologo aiuta gli studenti dell’Ateneo
Il servizio è gratuito per tutti gli iscritti

La strada verso il conseguimento della laurea è spesso costellata da momenti di forte stress emotivo: il percorso formativo può risultare difficile, la realtà universitaria rappresenta per molti un mondo nuovo dove il destreggiarsi tra esami, tasse, tirocini e stesura della tesi in alcuni casi può essere complicato. Da ciò deriva l'attenzione per i servizi di Counseling psicologico universitario, ovvero servizi di sostegno psicologico dedicati agli studenti per affrontare al meglio gli studi e la vita all'Università.
SUPPORTO PSICOLOGICO A CAGLIARI. Gli universitari cagliaritani possono avvalersi del Counseling dell'Università, istituito con la volontà di aiutare gli studenti a vivere in modo positivo il proprio percorso, prevenendo inoltre abbandoni o ritardi negli studi. Le situazioni che generalmente motivano la richiesta di un supporto sono varie: si tratta spesso di difficoltà di adattamento al contesto universitario, o demotivazione allo studio o ancora difficoltà nelle relazioni sociali. Anche le scuole superiori possono avvalersi del servizio offerto dall'Ateneo per attività di mappatura e valutazione degli stili decisionali, delle abilità di problem solving e dei livelli di autoefficacia percepita degli studenti in transizione verso l'università.
COME SI ACCEDE? Il servizio è fruibile durante tutto l'anno accademico, a Cagliari in via Università 40 (Direzione per la Didattica e l'Orientamento - Servizio di Orientamento), previo appuntamento, telefonando ai numeri 0706752480 o 0706752143, oppure mandando una e-mail a counselingpsicologico@unica.it. Il servizio è gratuito e offre vari tipi di approccio (incontri individuali o di gruppo); informazioni nel sito di Unica.
A SASSARI ORIENTAZIONE. Anche l'Ateneo di Sassari offre gratuitamente un servizio di Counseling psicologico (OrientAzione) agli studenti iscritti, con il fine di migliorarne l'approccio alla realtà universitaria e superare le difficoltà legate al percorso di studi. Anche nel caso di Sassari, gli incontri possono essere individuali o di gruppo in cui si pianifica e si progetta, con il fine di raggiungere obiettivi condivisi. Per accedere al servizio è sufficiente consultare la pagina online dedicata sul sito di Uniss, e compilare online il modulo di prenotazione per una consulenza in presenza o via Skype.
Lisa Ferreli

 

Speciale Lavoro oggi - Pagina VII  UNIVERSITÀ/EUROPROGRAMMI
ALLOGGI, ENTRO OGGI LA CONFERMA
Ultimo giorno per la conferma online dell'interesse all'assegnazione del posto alloggio per gli studenti cagliaritani. La procedura - disponibile nell'area riservata del Portale dello studente - dovrà essere completata entro la giornata odierna: gli studenti risultati idonei non beneficiari nelle graduatorie definitive per il posto alloggio, possono accedere alla scheda di conferma e compilare l'apposito format manifestando il proprio interesse. Gli universitari che non completeranno la procedura entro oggi, decadranno dal beneficio.
LA SCADENZA. A conclusione della procedura, gli interessati riceveranno una comunicazione di avvenuta conferma nella casella di posta elettronica indicata all'atto dell'accreditamento. Le graduatorie di riassegnazione, con i nominativi degli universitari che hanno confermato l'interesse, saranno successivamente rese disponibili online sul sito dell'Ersu Cagliari. Tramite la pubblicazione di un avviso sempre sullo stesso sito, saranno inoltre effettuate le convocazioni per l'assegnazione delle camere in base ai posti risultanti disponibili. (l. f.)

 

Speciale Lavoro oggi - Pagina VII  UNIVERSITÀ/EUROPROGRAMMI
EQUITÀ FISCALE, PREMIO DA 2.000 EURO
L'associazione Lef per la legalità e l'equità fiscale ha pubblicato un concorso per l'assegnazione di tre premi del valore di 2000 euro ciascuno, per le migliori tesi di laurea magistrale incentrate sul tema della legalità e dell'equità fiscale, con particolare attenzione al valore sociale e civile di detti principi e alla funzione redistributiva della fiscalità. Un premio consistente per chi si è occupato di questi argomenti in vista della laurea.
COME CANDIDARSI. Il bando di concorso è riservato agli studenti delle Università italiane che abbiano conseguito il diploma di laurea magistrale negli anni 2018 e 2019. Per partecipare al concorso è sufficiente inviare via email all'associazione Lef ( lef.amministrazione@fiscoequo.it ) entro il 31 dicembre 2019 (o entro il 31 gennaio 2020 per le sole tesi discusse nel mese di dicembre 2019), la domanda di partecipazione (scaricabile sul sito Internet www.fiscoequo.it), il certificato di diploma di laurea magistrale, il curriculum vitae, una copia digitale della tesi di laurea con breve sommario e la fotocopia del proprio documento di identità. (l. f.)

 

 

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 5 novembre 2019 / AGENDA - Pagina 17
VIA UNIVERSITÀ. Incontro giovedì alle 10,30 su Burckhardt
Biblioteca universitaria, tavola rotonda su architettura, pianificazione, pedagogia

“Il falso è l'autentico. Politica, paesaggio, design, architettura, pianificazione, pedagogia”, è il titolo della raccolta di scritti dello storico, paesaggista, designer e urbanista, Lucius Burckhardt, pensatore tanto influente quanto eccentrico, maestro di Jacques Herzog e Pierre de Meuron, teorico dell'ecologia. Giovedì alle 10,30, nella sala settecentesca della Biblioteca universitaria, in via Università, sarà la giornalista Paola Pintus a coordinare la tavola rotonda che vede protagonisti gli architetti Fausto Martino, Sandro Roggio e Laura Peretti. Iniziativa inserita all'interno della rassegna “Racconti e Paesaggio” che la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio organizza in città. A introdurre i lavori la soprintendente Maura Picciau.
IL PENSATORE. L'incontro sarà incentrato sula raccolta di scritti dello storico, paesaggista, designer e urbanista, Lucius Burckhardt, pensatore tanto influente quanto eccentrico, maestro di Jacques Herzog e Pierre de Meuron, teorico dell'ecologia. Burckhardt è conosciuto come il padre fondatore della promenadologia, una teoria della percezione fondata sulla pratica del camminare, che permette di ricostruire la storia evolutiva dei vari frammenti di paesaggio, abitato, incolto, boschivo o dismesso, che incontriamo lungo il cammino.
UN NUOVO APPROCCIO. Lo studioso svizzero ha aperto in tal modo la strada a un approccio interdisciplinare agli ambienti creati dall'uomo, creando uno strumento di analisi in grado di confrontarsi con gli aspetti visibili e invisibili di ogni tipo di paesaggio. La sua ricerca non si è mai limitata alla mera dimensione estetica, ma si è sempre sforzata di considerare criticamente, anche e soprattutto, gli effetti a lungo termine della progettazione.
IL METODO UTOPISTICO. Anche per un irregolare come Burckhardt, restano valide le parole di Lewis Mumford. «Chi segue il metodo utopistico, deve guardare la vita considerandone contemporaneamente tutti i lati, e vederla come un tutto interrelato: non come una mescolanza casuale, ma come un organico insieme di parti suscettibile di migliore organizzazione».

La Nuova Sardegna

4 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 5 novembre 2019 / Speciale La tua salute - Pagina 7
Nuove terapie
TEAM DI STUDIOSI-DETECTIVE PER 7 MALATTIE AUTOIMMUNI

di Francesca Modotti
IL TEMA. Anche l’università di Cagliari sarà coinvolta in uno studio europeo nato per individuare nuove terapie per le persone affette da malattie autoimmuni che non rispondono ai trattamenti utilizzati nei protocolli convenzionali
L'Europa è a caccia di soluzioni per individuare le terapie giuste per chi non risponde ai trattamenti di sette malattie autoimmuni infiammatorie. Per questo è partito uno studio che coinvolge 69 istituzioni accademiche e industriali di 15 Paesi del vecchio continente, coordinato dal centro Genyo di Granada, in Spagna, e che tocca 8 strutture italiane tra cui l'università di Cagliari. Le altre sono l'Azienda ospedaliera di Padova, il Meyer di Firenze, la Fondazione Irccs Cà Granda/Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e gli atenei di Catania, Genova, del Piemonte Orientale e di Pisa.Il progetto si chiama 3TR e vuole studiare i meccanismi di risposta dell'organismo attraverso l'integrazione e l'analisi incrociata di tecnologie avanzate di profilazione. Le malattie autoimmuni, infiammatorie e allergiche sono patologie croniche comuni che incidono in modo significativo sul benessere di milioni di persone in tutto il mondo. Sebbene siano disponibili diversi trattamenti, la risposta dei singoli pazienti e la loro progressione può essere imprevedibile.
Al momento, si sa ancora molto poco sulle basi molecolari che le sostengono. Pertanto, proprio per prevedere meglio la risposta al trattamento e identificare potenzialmente nuovi biomarcatori che portino a una migliore gestione dei pazienti e a trattamenti personalizzati, secondo gli studiosi è necessaria una comprensione più profonda dei meccanismi cellulari che guidano il loro sviluppo. Il progetto 3TR studierà il lupus eritematoso sistemico, l'artrite reumatoide, la sclerosi multipla, la malattia infiammatoria intestinale (compresa la colite ulcerosa e la malattia di Crohn), l'asma e la malattia polmonare ostruttiva cronica.
«Per la prima volta, il team di 3TR allineerà e integrerà l'analisi delle condizioni autoimmuni, allergiche e infiammatorie per identificare la relazione tra profili molecolari longitudinali e microbici nelle cellule e nei tessuti del sangue e i percorsi delle malattie. Con un approccio unico studieremo le sette malattie in modo parallelo e congiunto», spiega Marta Alarcón-Riquelme, coordinatrice scientifica di 3TR e responsabile dell'area di genomica medica del centro Genyo. Il metodo scientifico si propone dunque, con un approccio innovativo, di individuare collegamenti e link che portino a una sorta di identikit, di profilo che accomuni queste patologie che oggi vengono trattate in modi differenti. L'ambiziosi progetto è finanziato da oltre 80 milioni di euro dall'Innovative Medicines Initiative 2 (Imi2), con il 50% di fondi europei come finanziamento per la ricerca e il restante 50% come contributo da parte dell'industria. Si tratta di un'iniziativa congiunta della Commissione europea e della Federazione europea delle associazioni e delle industrie farmaceutiche (Efpia).

 

 

 


5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 5 novembre 2019 / SARDEGNA - Pagina 2
Il progetto di recupero dell'Università di Sassari e Sardegna Ricerche ha coinvolto 14 aziende
I grani antichi ritornano nei panifici dell'isola

di Michela Cuccu
ORISTANO Sono più soffici, i savoiardi fatti con la farina di grano tenero "Trigu Cossu" e anche la pizza con questa farina piace molto ai consumatori, tanto da essere disposti a spendere anche un euro e mezzo in più, pur di mangiarla. Anche il pane fatto con la semola del "Trigu Murru", non dispiace e in alcuni casi i consumatori hanno avuto qualche indecisione a scegliere quale preferissero fra due pani, uno con la semola "Trigu Murru" e l'altro di semole di grani "antichi e comunque, non quelle utilizzate per la grande produzione industriale. Sono solo alcuni dei risultati di "Aviprofo", per lo studio dell'utilizzo di antichi grani sardi nella trasformazione industriale, uno dei 35 progetti promossi da Sardegna Ricerche con il programma "Azioni cluster top-down", finanziato dal Por Fesr Sardegna 2014-2020. Arrivato al giro di boa (partito nel 2019, dovrà concludersi a settembre o, in caso di proroga, a dicembre 2020) il progetto basato sul trasferimento tecnologico dalla ricerca pubblici con la collaborazione delle imprese per risolvere problemi e portare sul mercato le innovazioni sviluppate nei laboratori, Aviprofo è tempo di far conoscere i primi risultati. Ieri mattina, nella sede dell'Università a Oristano, i referenti scientifici del progetto, i professori Antonio Piga e Maria Grazia Farbo, della facoltà di Agraria dell'università di Sassari e la professoressa Simonetta Fois di Porto Conte Ricerche, hanno presentato i risultati delle sperimentazioni fatte con le farine ottenute da due grani tradizionali sardi che non venivano più coltivati a causa della scarsa resa produttiva e della difficile utilizzazione dell'industria dei prodotti da forno. Un progetto andato avanti con la collaborazione di 14 aziende isolane: Esca dolciaria di Dorgali; Tipico srl di Fonni; Bon Bons di Alghero; My Arti di Alghero; Molino Maccioni di Mogoro; Antico Mulino Artigiano di Samugheo; Kentos srl di Orroli; Su Framentazu di Sabrina Rosmarino di Norbello; Panificio Cherchi di Olmedo; Azienda Frongia Giovanna di Samugheo; Su Tzicchi di Sorgono; Società Mulinu di Nuoro; il ristorante El pultal di Alghero e due aziende agricole: Coda di Lupo di Arzachena e Sa Laurera di Vilanovaforru. Proprio nelle aziende agricole impegnate nella coltivazione dei grani dimenticati, sono stati prodotti il grano duro "Trigu Murru", destinato alla panificazione e il tenero "Trigu Cossu" per dolci e pizze. Cereali che sono stati poi trasformati in sfarinati nei mulini e, infine, trasformati nelle aziende dolciarie e nei panifici. Proprio le aziende di trasformazione, hanno sostituito le semole e le farine che utilizzano abitualmente con quelle dei grani antichi. I prodotti, pane e dolci, sono stati sottoposti al giudizio dei consumatori e sottoposti alle analisi sensoriali, svolte nei laboratori. Inoltre, sono stati messi a confronto, sempre in laboratorio, i prodotti, ad esempio, relativamente alla forza delle farine, la duttilità degli impasti, l'alveolatura del pane, solo per citarne alcuni. Pane realizzato col lievito madre, differente per ogni panificio dato che ogni azienda lo produce in proprio. Il progetto che nella prima fase aveva sperimentato l'utilizzo del siero ovino in polvere nella panificazione, prosegue con nuove sfide.

 

 

 


6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 5 novembre 2019 / PRIMO PIANO - Pagina 7
Occupati in aumento ma la maggior parte sono precari. Natalità, è buio fitto
PIÙ POVERA E PIÙ ANZIANA
L'ISOLA CON IL FIATO CORTO
Nonostante una crescita dell’economia dell’1,2% la Sardegna è stata inserita tra le sette regioni più in difficoltà: il Pil è molto al di sotto della media europea
Bocciato il reddito di cittadinanza concesso a 41mila famiglie: non ha inciso nel mercato del lavoro
Calo demografico: nel 2065 sparirà quasi un terzo della popolazione

di Silvia Sanna
SASSARI Il quadro clinico è quello di un ammalato che fa fatica a riprendersi, tra momentanee guarigioni e frequenti ricadute. L'economia della Sardegna va avanti con deboli sussulti e zone d'ombra che non riesce a cancellare. Il risultato è una crescita complessiva buona nel 2018 - 1,2%, terza tra le Regioni del Mezzogiorno - ma inferiore di mezzo punto rispetto al 2017. E un Pil pro capite sempre più lontano dalla soglia media europea, al punto da valere la retrocessione tra le regioni più povere e dunque inserite nell'Obiettivo 1 nell'ambito delle politiche comunitarie. Una sconfitta, per i più pessimisti. Una chance invece per i più ottimisti, che nella bocciatura vedono il lato positivo cioé la pioggia di fondi che arriverà dall'Europa dal 2020 e per i prossimi 7 anni: 60 miliardi, di cui il 70% destinato alle 7 regioni più povere. Ora la vera sfida sarà usare queste risorse con lungimiranza. E sinora, alla voce investimenti e scelte strategiche, la Sardegna come le altre regioni del Sud ha brillato poco. A dirlo è il rapporto Svimez, l'associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno che traccia un quadro allarmante ma allo stesso tempo incoraggiante: il Sud d'Italia ha la forza per risollevarsi e la Sardegna un grande potenziale per emergere. Ma servono coraggio e misure forti. Tra le quali non rientra il Reddito di cittadinanza, che sul mercato del lavoro e povertà ha avuto impatto zero.
L'ISOLA ARRANCA. Crescono gli occupati, nel 2018 la Sardegna è una delle regioni del centrosud con le percentuali maggiori. Ma si tratta quasi sempre di contratti a tempo determinato e a bassa retribuzione che di fatto non incidono nella situazione generale di povertà. L'isola non riesce - più di altre regioni - a scrollarsi di dosso il peso di una crisi economica che negli ultimi 10 anni l'ha tramortita. Infatti sul numero totale degli occupati c'è ancora un ritardo del 3,3% rispetto al 2008. In questo contesto si è inserita la misura del Reddito di cittadinanza, quella che secondo il ministro Di Maio avrebbe cancellato la povertà. In Sardegna ci sono state poco più di 61mila richieste, il 68,5% delle quali è stato accolto, coinvolgendo una platea di 90mila persone. Abbastanza elevato l'importo medio erogato nell'isola: 461,63 euro, conferma dei redditi molto bassi dei richiedenti e dei loro nuclei familiari. Ma dice il rapporto Svimez, nulla è cambiato, in Sardegna come nel resto d'Italia: la povertà è rimasta e l'impatto sul mercato del lavoro è stato nullo, con la percentuale di disoccupati calata a livello nazionale di appena mezzo punto. La sensazione è che l'assegno mensile abbia rallentato la ricerca di occupazione da parte dei beneficiari mentre la figura dei navigator, a lora volta precari che dovrebbero aiutare i disoccupati, per il momento non decolla. Molto meglio sarebbe stato secondo lo Svimez potenziare il Rei, reddito d'inclusione, per il quale la Sardegna aveva fatto da apripista, e utilizzare le risorse extra stanziate in bilancio per creare un sistema integrato di servizi per le fasce più deboli della popolazione, attraverso interventi mirati per contrastare l'abbandono scolastico, integrare i servizi socio-sanitari (asili nido, strutture per anziani) oggi carenti e rafforzare le politiche attive del lavoro.
IL CALO DELLE NASCITE. Lo certifica anche lo Svimez: in Sardegna non nascono più bambini, l'indice è 1,07 figli per coppia. E nel rapporto tra tasso natalità e tasso mortalità, vince nettamente il secondo: il tasso di (de)crescita naturale è -4,2. Significa che tra circa 45 anni, nel 2065, la popolazione si ridurrà di circa 500mila unità, quasi un terzo rispetto all'attuale. E mancheranno soprattutto i giovani: il 28% dei laureati scappa per trovare un lavoro al centro nord.
ZERO INFRASTRUTTURE. È una delle zone d'ombra più gravi. È il basso indice di infrastrutturazione tra le regioni europee: la Sardegna è 225esima tra 263, l'ultima in Italia. Poche infrastrutture e pochi investimenti - vedi macchinari e strumenti tecnologici - per fare crescere le imprese. Così si spiega la fuga dei giovani e la scarsa competitività delle aziende. C'è una luce, quella verde della green economy: il fermento c'è e i casi positivi non mancano. Una luce debole che può brillare. Ma per questo servono risorse e idee vincenti.


IL DATO POSITIVO
Più donne al lavoro
imprese in aumento

Le donne sarde lavorano di più rispetto a quelle delle altre regioni del Mezzogiorno d'Italia. È un dato positivo, che emerge tra i tanti aspetti negativi del rapporto Svimez. In Sardegna l'occupazione femminile cresce, coosì coem si registra una certa vitalità nel mondo dell'imprenditoria guidata da donne. La conferma arriva dalla classifica europea: la Sardegna ha un tasso di occupazione femminile del 45% ed è la percentuale più alta tra le regioni del sud. La Sicilia, con il 29,1%, è penultima nella classifica generale. Ci sono però anche altri aspetti da valutare: le imprese femminili sono quasi tutte individuali e hanno spesso una vita molto breve, più breve rispetto a quelle guidate dagli uomini. Mentre per quanto riguarda il lavoro dipendente, resta il divario delle retribuzioni: a parità di mansione le donne guadagnano meno degli uomini.

Scuola, l'isola è maglia nera: gli abbandoni prima del diploma superano il 23%
DISPERSIONE ALLE STELLE E BOOM DEI NEET

SASSARI È l'ennesima conferma di una situazione gravissima per la quale si fa fatica a intravedere una via d'uscita. Da una parte la scarsa preparazione degli studenti, certificata dai test Invalsi (sulla cui validità è in corso da tempo una animata discussione) con i ragazzi sardi tra i peggiori d'Italia e un divario netto tra Nord e Sud. Le differenze relativamente piccole nella scuola primaria crescono nella secondaria inferiore e ancor di più in quella superiore. Tra le regioni del Sud - dice lo Svimez - i livelli mediamente più bassi si rilevano per Campania, Calabria, Sicilia e appunto Sardegna. Dall'altra l'altissima percentuale di dispersi, cioè di studenti che abbandonano la scuola prima di raggiungere il diploma, il titolo di studio da spendere nel mercato del lavoro. Nel Sud che va male, la Sardegna va malissimo. Maglia nera d'Italia per l'indicatore di Early school leavers, cioé i ragazzi che lasciano la scuola in anticipo: il 23% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni non va a scuola e non frequenta percorsi di formazione. Rispetto alla media nazionale (14,5) c'è uno stacco notevole: +8,5%. Non solo: nel confronto rispetto al 2008 si notano miglioramenti quasi ovunque tranne che in Calabria e in Sardegna dove la percentuale di dispersi è cresciuta di mezzo punto percentuale. Il traguardo fissato dall'Europa - 10% - per l'isola (come per il resto del Mezzogiorno) è una meta lontanissima. Ecco poi l'ultimo dato sconfortante: è quello dei Neet, i 15-29enni che non studiano, non lavorano e non si formano: sono il 27,7% in Sardegna a fronte del 23,4% nazionale, con un aumento nell'isola del 3,8% nel corso degli ultimi dieci anni. (si. sa.)

PRIMO PIANO - Pagina 7
Nel 2020 previsto l'arrivo di ingenti risorse dall'Europa
L'economista Pelligra: «Ora spendiamo bene i fondi dell'Obiettivo 1»
«Servono investimenti di forte impatto e scelte innovative»

SASSARI Non c'è da sorridere, perché la retrocessione tra le regioni meno sviluppate - 7 in totale - significa innanzitutto che mentre altri sono andati avanti, la Sardegna è rimasta indietro, con un Pil molto al di sotto della media europea, nonostante il tasso di crescita economica tra i più elevati: 1,2%. «Ma rientrare nell'Obiettivo 1 significa che dal 2020 arriverà nell'isola una grande quantità di risorse con cui realizzare investimenti. L'importante è spendere i fondi e spenderli bene, per questo sarà fondamentale avere una classe dirigente all'altezza». Vittorio Pelligra, professore associato di Politica economica all'Università di Cagliari, si sofferma proprio su questo aspetto: «Ci sono regioni come la Sicilia e la Campania che non sono state capaci di spendere i fondi a disposizione, sprecando una grande opportunità per stimolare la crescita economica. La Sardegna deve stare attenta a non cadere nello stesso errore. Le risorse vanno programmate e spese con investimenti ad alto impatto. Lo Svimez a questo proposito dà alcuni suggerimenti preziosi». Per esempio, spiega l'economista, «è inutile che il Mezzogiorno provi a copiare il Nord che viaggia a un'altra velocità. Deve distinguersi con scelte innovative - penso per esempio alla bioeconomia - e legate alle specificità dei territori. Solo in questo modo si potrà invertire la tendenza in una fase delicata come questa segnata dalle forti spinte autonomiste da parte di alcune regioni del Nord». Rispetto alle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia, secondo Pelligra il messaggio dello Svimez è molto positivo: «Intanto il rapporto contiene un messaggio chiaro, perché dice che il Nord non può crescere senza il Sud, ribadisce che il sistema Paese è unico. Quindi se il Sud non va bene trascina giù anche le regioni del Nord. Serve dunque un federalismo vero, non gestito in maniera rivendicatoria da parte dei ricchi verso i più poveri». Nella tanto attesa rinascita del Mezzogiorno, con i fondi che ci sono e ci saranno, il primo obiettivo dovrà essere quello di frenare la fuga delle persone: «C'è un calo demografico consistente nelle regioni del Sud, Sardegna compresa - sottolinea Vittorio Pelligra - secondo le previsioni nel 2065 il mezzogiorno avrà 5 milioni di abitanti in meno, di cui circa mezzo milione in Sardegna. Un calo dovuto anche al crollo delle nascite, con 6mila bambini in meno in un anno nel Mezzogiorno. Questo significa che stanno sparendo i giovani, cioé il futuro. Ed è chiaro che questo condiziona la politica degli investimenti. Bisogna individuare i correttivi per trattenere i giovani, innanzitutto i laureati, il 28 per cento dei quali lascia la Sardegna per cercare lavoro altrove». E a proposito dell'istruzione «abbiamo diversi problemi. Per esempio le performance negative dei nostri studenti nei test Invalsi, tra i peggiori in Italia: questo significa che stiamo preparando una classe imprenditoriale non all'altezza - dice Pelligra -. Siamo primi invece per tasso di abbandoni scolastici. E in questo quadro desolante gli investimenti per l'istruzione sono in calo: c'è qualcosa che non va». (si. sa.)

Questionario e social

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