Martedì 28 aprile 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
28 aprile 2020

L'Unione Sarda

 



 

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 28 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 11

Le buone notizie
Farmaco per l'ulcera impiegato negli Usa per curare il Covid-19

Gli sforzi di medici e ricercatori per trovare una terapia contro il Covid-19 finiranno nei manuali di storia della medicina. In tutto il pianeta sono circa cinquecento i protocolli avviati su vecchie e nuove molecole. Trecento di questi studi hanno già iniziato ad arruolare volontari per validare le intuizioni degli specialisti. L'università canadese McMaster ha iniziato a fare un po' di chiarezza tra le varie ricerche cliniche: una grande piattaforma online aiuterà gli scienziati a ricercare dati e a sfogliare evidenze utili ai pazienti ricoverati.

LO STUDIO. Le ricerche sono classificate per località geografica, fase di studio, arruolamento dei pazienti e caratteristiche dell'intervento, e sono incluse le sperimentazioni registrate negli Usa, in Cina, Corea del Sud, Europa, Iran, Giappone e Germania. I ricercatori hanno sviluppato anche un metodo, basato sull'intelligenza artificiale, per identificare i potenziali studi clinici sfuggiti ai registri delle sperimentazioni. Il 21 aprile, risultavano trecento studi registrati che hanno iniziato ad arruolare i volontari su cui testare farmaci e terapie, come l'antivirale Remdesivir, la terapia a base di plasma delle persone guarite, la trasfusione di cellule staminali, i possibili candidati vaccini, altri farmaci ad azione antivirale diretta e della medicina tradizionale cinese.

IL FARMACO DA BANCO. Una molecola accessibile senza la ricetta del medico e utilizzata per il bruciore di stomaco può essere un valido alleato nella lotta contro il coronavirus. Alcuni ospedali di New York hanno cominciato gli studi su un comune farmaco da banco usato contro l'ulcera gastrica. Ben 23 ospedali della città hanno avviato test clinici su 187 pazienti ai quali è stato somministrato il farmaco il cui principio attivo è la famotidina. Ai pazienti che si sono sottoposti ai test clinici vengono somministrate via endovenosa dosi nove volte superiori alla quantità per trattare l'ulcera.

DPI SPAZIALI. Dalla ricerca spaziale un aiuto contro la pandemia. Il Centro Astronauti Europei-Eac di Colonia dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha deciso di impiegare le proprie tecnologie di stampa in 3D per realizzare componenti per le visiere protettive contro il nuovo coronavirus. Usate per l'addestramento degli astronauti e per le future missioni spaziali sono realizzate da un team di artigiani digitali.

TRENITALIA. Donati, nelle principali città italiana, diciassettemila kit con generi di conforto alla Croce Rossa Italiana.

Matteo Mascia









 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 28 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 14

L’EMERGENZA. La studiosa Alessandra Mura, analizza giorno per giorno le cifre dell’epidemia in Sardegna
LA VERITÀ DEI NUMERI: ISOLA SALVATA DAL LOCKDOWN

È diventato un appuntamento imperdibile per chi vuole seguire l'andamento della pandemia in Sardegna: ogni sera Alessandra Mura pubblica i grafici che raccontano la presenza del coronavirus nell'Isola. Cinquantatré anni, laureata in Scienze politiche, allieva dell'ex assessore regionale Raffaele Paci e un'esperienza di cinque anni come consulente nell'ufficio di gabinetto di Francesco Pigliaru dove si è occupata di sanità, Mura ha preso confidenza con i numeri quando, nel 1992, ha iniziato a lavorare nell'osservatorio industriale della Sardegna. Un'esperienza fondamentale. «Perché», spiega, «mi occupavo dell'analisi dei dati congiunturali. Quelli, per intendersi, di breve periodo».

Proprio come quelli legati alla presenza del virus nell'Isola.

«Esatto. Anche perché, fortunatamente, qui l'epidemia non è mai esplosa. E lavoriamo con numeri piccoli».

Come elaborarli?

«Ci sono tanti sistemi. Io uso la “media mobile”».

Concetto che andrebbe spiegato a chi, a scuola, zoppicava in matematica.

«Quando si ha a che fare con numeri molto variabili, se si vuole analizzare la tendenza è necessario depurarla dalle variazioni casuali che, in un certo senso, la nascondono. Inoltre, quando, come nel nostro caso, si ha a che fare con numeri piccoli, una variazione anche minima incide tanto. Per intendersi: se un giorno c'è un caso e il giorno successivo ce n'è un altro, si tratta di un aumento del cento per cento. Ma stiamo pur sempre parlando di due soli casi e di una variazione contenuta in termini assoluti. Per poter analizzare graficamente queste variazioni si utilizza la “media mobile”, cioè si sostituisce il valore rilevato giornalmente con la media dei valori rilevati in un intervallo più lungo. Ad esempio, il valore di oggi lo calcolo sulla base dei numeri di avant'ieri, ieri e oggi. Domani utilizzerò i numeri di ieri, oggi e domani. Questo sistema serve appunto a smorzare le variazioni, senza annullarle, rendendo più leggibili le tendenze».

Che cosa hanno detto i numeri sinora?

«Che la pandemia non è mai realmente esplosa in Sardegna. E che nell'unico luogo in cui ci sono stati problemi, a Sassari, è accaduta una cosa diversa dal resto dell'Italia: i contagi sono saliti vertiginosamente in pochissimi giorni, siamo passati da 1 a 35 casi in una settimana, a causa dei contagi negli ospedali. Nella Penisola un aumento della stessa dimensione si è avuto in 11 giorni, cioè in quasi il doppio del tempo».

Le altre città?

«A Nuoro sembrava potesse accadere quello che è successo a Sassari ma i contagi sono stati contenuti subito. E a Cagliari - anche in questo caso si parla di ospedali - più volte si è temuta l'esplosione che, fortunatamente, non c'è stata».

I numeri dicono anche altro?

«Ovviamente, parlo di matematica e non di virologia. Le cifre dicono che il lockdown, arrivato quando l'epidemia era ancora all'inizio in Sardegna, è stato decisivo. Secondo alcuni studi in Italia senza lockdown ci sarebbe state 200 mila vittime».

Si è parlato tanto di picco. Nell'Isola l'abbiamo raggiunto?

«Abbiamo avuto il picco quando era previsto, nel periodo che ha preceduto la Pasqua. Però i dati sui contagi sono parziali, per dare una risposta più attendibile è meglio studiare i numeri dei ricoverati in terapia intensiva: il massimo è stato raggiunto tra l'8 e il 13 aprile, quando questi hanno oscillato tra 31 e 27 casi. Poi, anche se con qualche variazione e molto lentamente, hanno cominciato a scendere».

Si può, dunque, guardare al futuro con ottimismo.

«Non faccio previsioni. Si può prevedere che, con l'allentamento del lockdown, è probabile che i casi possano aumentare. E sarà proprio quello il momento di stare più attenti ai numeri per bloccare subito i potenziali focolai».

Marcello Cocco








 

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 28 aprile 2020 / ECONOMIA - Pagina 22

Distretto aerospaziale. Ossigeno e microalghe commestibili per gli astronauti

VIA LIBERA AI BREVETTI SARDI PER MARTE
Sì dell’India al procedimento che sfrutta le risorse del pianeta rosso

Il Distretto Aerospaziale della Sardegna si avvicina ancora di più al pianeta Marte. L'India ha autorizzato il brevetto relativo al processo per garantire il sostentamento di missioni umane utilizzando le risorse disponibili sul pianeta rosso. In pratica il suolo e l'anidride carbonica, di cui l'atmosfera marziana è quasi completamente costituita, che potrebbero essere sfruttati per ottenere ossigeno, fertilizzanti, propellenti e biomassa commestibile.

I TEST. Il brevetto del Dass ha superato le prove sperimentali che dimostrano il processo tecnologico, ottenendo le necessarie autorizzazioni anche in Cina, Europa, Giappone, Russia e Stati Uniti. «Abbiamo dimostrato che le microalghe crescono al 100 per cento con anidride carbonica», dice soddisfatto Giacomo Cao, presidente del Distretto Aerospaziale.

MENO COSTI PIÙ BENEFICI. «Il Dass è orgoglioso del risultato raggiunto - sostiene Giacomo Cao - perché consente di accrescere il valore del proprio patrimonio brevettuale in un settore strategico quale lo sviluppo di nuove tecnologie per l'esplorazione dello spazio che recepiscano uno dei paradigmi coniati dalla Nasa». L'utilizzazione di risorse disponibili sul posto (praticamente inesauribili e che non devono essere trasportate in lunghi viaggi) consentono un abbattimento dei costi e l'allungamento dei tempi di missione.

IL VIAGGIO NELLO SPAZIO. L'Università di Cagliari e il Distretto aerospaziale della Sardegna sono in prima linea per gli studi che mirano all'espansione della civiltà nello spazio orientandosi verso l'orizzonte sconfinato del sistema solare. «In questo periodo di gravissime difficoltà causate dalla pandemia in atto, consapevoli del fatto che il nostro compito non sia quello di anticipare il futuro ma di renderlo possibile - prosegue Cao - è importante sottolineare come il Dass contribuisca con i propri brevetti alla necessità tecnologica di sviluppare l'accesso allo spazio a costi sostenibili per l'umanità, consci del pericolo per la civiltà umana che, se non si espanderà oltre i limiti della Terra, alla fine può rischiare l'implosione».

Andrea Artizzu









 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 28 aprile 2020 / CULTURA - Pagina 39
GRAMSCI E SRAFFA, UN'AMICIZIA PIÙ FORTE DELLA SCOMPARSA DI ANTONIO
Il grande economista di Cambridge lo ricorda in numerosi scritti

Il presidente dell'Istituto Antonio Gramsci della Sardegna, Pietro Maurandi, ricorda la morte dell'intellettuale di Ales, attraverso gli scritti dell'economista Piero Sraffa.
«Una disgrazia senza l'uguale» scrive Piero Sraffa il 27 aprile del 1937, alla morte del suo amico Antonio Gramsci, per i postumi di una tubercolosi contratta nel carcere fascista.

Da Cambridge dove risiedeva, Sraffa aveva incaricato una libreria di Milano di inviare all'amico libri e riviste per consentirgli di lavorare sui Quaderni. Alla morte di Gramsci, sua cognata Tania Schucht fece pervenire tutto il suo materiale a Sraffa, che andò a Mosca e lo consegnò, alla sua vedova Julka Schucht, che a sua volta lo consegnò a Palmiro Togliatti.

INCONTRO A TORINO. Gramsci e Sraffa si erano conosciuti a Torino, per opera del professor Umberto Cosmo, che aveva intuito le potenzialità nascoste nell'intelligenza dell'uno e dell'altro. L'uno proveniva da una terra povera e avara, da una famiglia di sette figli, cresciuti da una madre piena di amore e di coraggio. L'altro era nato a Torino in una famiglia borghese e antifascista. Due persone e due storie che non potevano essere più diverse. Ma due personalità fatte per incontrarsi e per capirsi.

Sraffa si occupa di economia, si era laureato con Luigi Einaudi. Nel 1925 aveva scritto un saggio su Alfred Marshall, un mostro sacro per gli economisti, che Keynes fece pubblicare.

INGHILTERRA. Nel marzo del 1926 Sraffa vince il concorso per la cattedra di Economia a Cagliari. Ma ormai in Italia imperversa il fascismo. Perciò, accettando l'invito di Keynes, va a Cambridge nel 1927 e non tornerà più a risiedere in Italia. Keynes gli affidò il compito di pubblicare tutti gli scritti di David Ricardo insieme con Adam Smith il più importante economista classico. L'opera fondamentale di Sraffa “Produzione di merci a mezzo di merci”, pubblicata nel 1960, si riallacciava direttamente ai classici e a Marx. Un'opera complessa, al di fuori delle linee battute dagli economisti in quel periodo. Ma una sua maggiore diffusione e una riflessione più attenta, collocherà Sraffa tra gli economisti più originali e più importanti del Novecento.

MEMORIA. Sraffa non cessò mai di occuparsi della memoria dell'amico, assicurandosi che la Fondazione Gramsci, istituita dal Pci, ne conservasse gli scritti e li mettesse a disposizione degli studiosi. Gli scritti di Gramsci sono diffusi e studiati in tutto il mondo, più di quindicimila libri sono stati scritti su di lui. Egli parla anche agli uomini di oggi, con il suo pensiero e il suo stile di vita. Per questo il suo ricordo nell'anniversario della morte, insieme con quello del suo amico Sraffa, non è una fredda commemorazione ma un riconoscimento dovuto alla sua opera e alla sua vita.

Pietro Maurandi
(Presidente dell'Istituto Antonio Gramsci della Sardegna)




 

La Nuova Sardegna



 

 

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 28 aprile 2020 / SASSARI - Pagina 17
CORONAVIRUS >> SINDACATI DEI MEDICI
Otto sigle contro la gestione dell'emergenza e i nuovi protocolli: pazienti ospedalieri a rischio

«FASE 2 SENZA FARE GLI STESSI ERRORI»

di Paoletta Farina
SASSARI Otto sigle sindacali della sanità bocciano la gestione dell'emergenza coronavirus e le "aree grigie" predisposte dall'Aou per la fase 2. Ed è una bocciatura sonora: «Perché sarebbe folle - scrivono in una lunga nota - pensare di ragionare di una riorganizzazione secondo i vecchi paradigmi. Eppure il rischio che stiamo correndo è proprio quello: che il desiderio di tornare alla normalità ci porti a sottovalutare i pericoli che ancora esistono». E che le "aree grigie"amplificherebbero. .Gli errori. Giovanni Garrucciu per l'Anaao Assomed , Giovanni Pala (Aaroi - Emac), Marianna Pes ( Anpo-Ascoti-Fials Medici), Myriam Pastorino e Paolo Dettori (Cgil Dirigenza Medica e Sanitaria e Fp Cgil Sassari), Rita Nonnis (Cimo- Fesmed), Luigi Cugia (Cisl Medici), Franco Piredda (Uil Medici) e Davide Piredda (Fassid) fanno un dettagliato resoconto di quanto è accaduto in questi due mesi e danno un contributo per ripartire da maggio con una marcia in più e non ripetere gli errori del passato.Le fragilità. «La Sanità Sassarese nella fase 1 non ha dato prova di una perfetta capacità organizzativa anzi», dicono e snocciolano i "punti di fragilità": «Tardiva adozione di protocolli e percorsi covid + e covid - senza alcuna logica di sistema, ma adottati spesso reparto per reparto; mancata integrazione territorio-strutture ospedaliere (Aou in particolare); sanità pubblica del territorio parcellizzata e depauperata». Scotto «di una malriuscita fusione delle strutture del Santissima Annunziata con quelle che costituivano il primo nucleo dell'Aou, le "Cliniche di San Pietro" ed il Policlinico Universitario». Zona rossa. Come se non bastasse, con il coronavirus che ha fatto diventare Sassari "zona rossa" dell'isola, si sono «sospese o fortemente ridotte tutte quelle attività di assistenza che venivano svolte prevalentemente negli ospedali. Una lista lunghissima di prestazioni che sono venute a mancare a malati oncologici, neurologici, psichiatrici e altri ancora. Però adesso è arrivato il momento ed è doveroso dare risposte che questa vasta platea di malati richiede, richieste che sono in aumento. Perciò non si può continuare, in questa emergenza a fornire un'assistenza «ospedalocentrica», dicono i sindacati. Tanto più nel momento in cui - è il ragionamento delle organizzazioni sindacali - verrà meno il supporto delle strutture private che usciranno di scena («Il Policlinico Sassarese, forse troppo presto dati i numeri: circa 35 ricoveri e altri in procinto di essere attuati», sottolineano i sindacalisti). Programmare. Che fare allora? Soprattutto alla luce del fatto che i reparti sono diventati focolai di contagio durante l'emergenza? C'è urgenza massima di programmazione perché non si ripeta quanto è avvenuto. E allora è necessario che «l'Azienda ospedaliero universitaria che è un Hub a vocazione chirurgica, con specialità che non possono essere svolte nel territorio, e con specialità internistiche e pediatriche di secondo livello, ritorni in modo graduale e protetto alla sua "mission" ». Percorsi separati. Ma, con il Covid che ancora non è stato sconfitto «sarebbe incauto aprire indiscriminatamente gli ospedali senza assicurare percorsi separati per pazienti con malattia riconducibile al Covid e per pazienti che, pur essendo potenzialmente portatori del virus, possono essere curati solo in un Hub o in ospedale». Quindi occorre ampliare il Padiglione Infettivi che «metta la popolazione in sicurezza da un'eventuale seconda ondata epidemica che nessuno può escludere. Ma per gli altri reparti non si può continuare in regime di deroga e creare "zone grigie" diffuse per accogliere i pazienti sospetti Covid aumenterebbe il rischio di nuove infezioni ospedaliere. Non può essere questo il modo di gestire la fase 2, servono strutture dedicate. O ricadremmo negli errori fatti in Lombardia». Il territorio. Per quanto riguarda il territorio, poi «si mettano in campo tutte le risorse necessarie: vengano attivate le Usca e si aumenti il numero di laboratori per l'esame dei tamponi». «La nostra preoccupazione - chiudono Myriam Pastorino e Paolo Dettori - è sulla fase perché pensiamo sia molto rischiosa e delicata. Se si possono attrezzare "camere tampone" dedicate all'emergenza nei reparti, tutti i sospetti contagiati cosiddetti "grigi devono andare negli Infettivi o in strutture separate, perché gli altri pazienti non Covid non possono essere sottoposti a rischi. Resta basilare, però che il pronto soccorso tratti tutti gli arrivi come sospetti».

 

 

 

 

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 28 aprile 2020 / SASSARI - Pagina 20

Università, oggi alle 17 il primo incontro in webinar con Luttwak e Burman
IMMAGINIAMO IL FUTURO DOPO LA CRISI

SASSARI É previsto per oggi, con inizio alle 17, il primo incontro in webinar della serie: "Immaginiamo il futuro, dopo la crisi e oltre". Nell'arco delle prossime settimane sarà possibile, incontrare e dialogare con personalità della cultura e della politica per ragionare e discutere del futuro e degli scenari del dopo crisi. Gli incontri sono aperti a studenti, personale dell'università di Sassari e a tutte le persone interessate.Il primo appuntamento - quello appunto in programma questo pomeriggio - è con Edward Luttwak, saggista e politologo, ed Edward Burman, che è già stato Senior partner dello studio Ambrosetti di Milano ed è Foreign Advisor del governo della città di Xian in Cina. L'università punta a una larga partecipazione e gli interessati - per partecipare all'incontro odierno e a quelli in programma successivamente - potranno collegarsi alla pagina web: www.uniss.it/uniss-comunica/eventi/immaginiamo-il-futuro-dopo-la-crisi-e-oltre. Chi non possiede un account Teams può comunque partecipare utilizzando il browser chrome e selezionando il link "Partecipa in modo anonimo".Gli incontri di "Immaginiamo il futuro, dopo la crisi e oltre" sono organizzati dai professori Plinio Innocenzi e Quirico Migheli.

Questionario e social

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