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L’Università di Cagliari accoglie altri due studenti di origine eritrea

UNICORE 3.0. Tiegisti e Nahom sono arrivati dall’Etiopia per seguire i corsi di UniCA grazie al progetto «University Corridors for Refugees» promosso dall’Agenzia Onu UNHCR e sostenuto in città dalla Caritas diocesana e dal College universitario Sant’Efisio di Cagliari, che collaborano con il nostro ateneo. Ieri la conferenza stampa presieduta dall’arcivescovo, monsignor Giuseppe Baturi, e dalla prorettrice all’internazionalizzazione, Alessandra Carucci
20 ottobre 2021
La professoressa Carucci con gli studenti eritrei presenti alla conferenza stampa

A livello globale - dato UNHCR - solo il 3% dei rifugiati ha accesso ai livelli di istruzione superiore, mentre la media della popolazione risulta del 37%

Si chiamano Tiegisti Fessehaie Embaie e Nahom Gebreamlak Aregai. Entrambi laureati, proseguono i loro studi a Cagliari, rispettivamente, per la laurea magistrale in Ingegneria chimica e dei processi biotecnologici e per il master in Ingegneria informatica, cybersecurity e intelligenza artificiale.

Presentati ieri mattina il progetto UNICORE 3.0 e i due studenti appena giunti a Cagliari per continuare i loro studi di specializzazione nel nostro ateneo. L’iniziativa si rinnova e anche quest’anno vede la Diocesi di Cagliari - grazie alla Caritas diocesana e al College universitario Sant’Efisio - in prima linea con l’Università di Cagliari nell’accoglienza di altri due studenti rifugiati di origine eritrea, Tiegisti e Nahom, arrivati dall’Etiopia per frequentare, rispettivamente, il corso di laurea magistrale in ingegneria chimica e dei processi biotecnologici e il master in ingegneria informatica, cybersecurity e intelligenza artificiale.

In questa pagina una breve sintesi degli interventi in conferenza stampa.

Oggi in edicola, l'ampio articolo di Stefania Lapenna a pagina 18 su L'UNIONE SARDA
Oggi in edicola, l'ampio articolo di Stefania Lapenna a pagina 18 su L'UNIONE SARDA

UNICORE 3.0 è aperto a studenti che siano riconosciuti quali rifugiati in Etiopia e che abbiano una qualifica valida per accedere a lauree specialistiche, con ottima media di voti e buona conoscenza della lingua inglese

PROF. ALESSANDRA CARUCCI
"La collaborazione con la Caritas è molto importante perché ci consente di rafforzare quello che la nostra università fa ormai da qualche anno per l’inclusione degli studenti stranieri rifugiati, in adesione a diverse iniziative internazionali e, nuovamente, con il progetto UNICORE".
"In questo caso - ha precisato il prorettore all'internazionalizzazione - si tratta di uno studente e una studentessa di ottimo livello, già laureati nella loro nazione o in Etiopia, che hanno superato una selezione e ora, nei prossimi due anni, potranno proseguire a Cagliari i loro studi per la laurea magistrale e per il master".
"È una iniziativa che segue a ruota quella dello scorso anno, con la borsa di studio per altri tre studenti eritrei, tra cui Desalle e Gebremichael, che stanno già completando i loro percorsi di laurea magistrale grazie al sostegno della Fondazione di Sardegna".

Alessandra Carucci intervistata per il tg regionale di RAITRE
Alessandra Carucci intervistata per il tg regionale di RAITRE

"È un bene investire in questo progetto perché dona la possibilità a ragazzi meritevoli, con capacità e volontà, di proseguire il loro percorso studi, crescere e costruirsi un futuro diverso e sicuramente migliore".

La professoressa Carucci, docente della facoltà di Ingegneria, ha inoltre ricordato che "Per gli studenti è fondamentale il confronto con culture ed esperienze diverse e la partecipazione a questo progetto fa parte delle politiche di internazionalizzazione e cooperazione in cui UniCa crede in modo convinto e in cui è da sempre particolarmente impegnata, anche come ateneo EDUC, l’alleanza di università europee di cui facciamo parte. Essendo tra i primi atenei ad aver aderito, sappiamo che i corridoi umanitari sono l'unica strada per l'accoglienza, quella che consente a questi ragazzi di poter arrivare in modo legale e sicuro, evitando vie pericolose".

UNICORE, nato nel 2019 per permettere agli studenti rifugiati in Etiopia di arrivare in Italia con un percorso di ingresso regolare e sicuro, garantisce opportunità di studio e integrazione

MONS. GIUSEPPE BATURI
“Grazie all’incontro con questi giovani universitari - ha detto in apertura l’arcivescovo di Cagliari - possiamo cogliere l’opportunità che ci offre la grande sfida di oggi: che l’accoglienza possa avvenire tramite la cultura. Scommettendo su quest’ultima, scommettiamo sul loro futuro personale, su quello del loro Paese e allo stesso tempo sul nostro futuro. È il giusto approccio che ci consente di immaginare un destino comune: non solo nel tendere la mano a chi arriva ma anche nel garantire accompagnamento e integrazione in un incontro e scambio di progettualità in cui ci si riconosce portatori di un bene da condividere”.

A destra nella foto l’arcivescovo Giuseppe Baturi, con la professoressa Alessandra Carucci e Don Emanuele Meconcelli
A destra nella foto l’arcivescovo Giuseppe Baturi, con la professoressa Alessandra Carucci e Don Emanuele Meconcelli

La Caritas garantisce ai giovani l’alloggio nel College Sant’Efisio, supporto materiale e pratico (lingua, abbigliamento, trasporti, adempimenti burocratici, ecc…), strumenti didattici (pc, smartphone, libri di testo, cancelleria)


DON MARCO LAI
Il progetto si inserisce nell’impegno della Chiesa cagliaritana sul versante della mobilità umana, dell’accoglienza e dell’integrazione: “Grazie al progetto - commenta il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai - accompagniamo questi giovani affinché non solo possano completare prima possibile il loro percorso di studio, ma anche perché possano sentirsi a casa propria e vivere davvero la dimensione comunitaria della nostra città e della nostra Chiesa”.

A sinistra Don Emanuele Meconcelli e il prorettore Alessandra Carucci. Al centro, tra gli studenti UniCoRe, monsignor Giuseppe Baturi. A destra Don Marco Lai
A sinistra Don Emanuele Meconcelli e il prorettore Alessandra Carucci. Al centro, tra gli studenti UniCoRe, monsignor Giuseppe Baturi. A destra Don Marco Lai

DON EMANUELE MECONCELLI
Ruolo importante nel progetto, anche quello svolto dal College Sant’Efisio - come ha voluto ricordare il direttore Meconcelli - nell’ambito di una stretta sinergia con la Caritas. "Una azione da Chiesa estroversa, capace di farsi conoscere e di valorizzare l’opportunità di crescita e arricchimento umano reciproco, che deriva dall’incontro di questi giovani rifugiati con gli altri loro coetanei".

A sinistra Ihab Rizk Soliman, mediatore culturale di UniCa, con gli studenti eritrei
A sinistra Ihab Rizk Soliman, mediatore culturale di UniCa, con gli studenti eritrei

DANIELE ALBANESE
L’iniziativa, a livello nazionale, quest’anno coinvolge 45 studenti rifugiati in 24 Università italiane. "La Caritas - così ha commentato in videoconferenza Daniele Albanese, referente UNICORE della Caritas nazionale - sostiene questo progetto garantendo la parte internazionale, i viaggi, l’accompagnamento per la documentazione e poi sostenendo le Caritas diocesane e le Università nel grande lavoro di accoglienza e integrazione".

L'elenco degli atenei italiani che partecipano a UNICORE 3.0 in una delle slide di Daniele Albanese
L'elenco degli atenei italiani che partecipano a UNICORE 3.0 in una delle slide di Daniele Albanese

Servizio e foto:
Ivo Cabiddu

 Virgolettati Baturi, Lai, Meconcelli e Albanese dal sito dell'Arcidiocesi di Cagliari - Caritas diocesana, a cura dell'addetta stampa Maria Chiara Cugusi

19 ottobre 2021. Un momento della conferenza stampa nella Curia arcivescovile. Da sinistra Maria Chiara Cugusi, Don Emanuele Meconcelli, Alessandra Carucci, monsignor Giuseppe Baturi e Don Marco Lai
19 ottobre 2021. Un momento della conferenza stampa nella Curia arcivescovile. Da sinistra Maria Chiara Cugusi, Don Emanuele Meconcelli, Alessandra Carucci, monsignor Giuseppe Baturi e Don Marco Lai

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