La soddisfazione del Rettore Francesco Mola: "Da parte nostra, un plauso alle attività condotte dal gruppo coordinato dal prof. Cao nel settore aerospaziale, insieme alla riaffermazione della necessità del gioco di squadra a livello territoriale"
Sergio Nuvoli
Sassari, 14 ottobre 2021 - L’Università degli Studi di Sassari, il CRS4, il Distretto AeroSpaziale della Sardegna (DASS), l’Università degli Studi di Cagliari e l’azienda Tolo Green hanno depositato la domanda di un brevetto altamente innovativo che contribuirà ad ampliare la portata delle ricerche nel campo dell’astrobiologia, fino a immaginare un futuro in cui l’uomo possa arrivare su Marte. E’ appunto questo lo scenario delineato dal DASS nell’ambito della missione “La Sardegna nello spazio”.
Un lavoro di squadra
La notizia è stata comunicata nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il Rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti, l’amministratore unico del CRS4 e Presidente del DASS Giacomo Cao, il Presidente e fondatore di TOLO Green Gilberto Gabrielli, la professoressa Antonella Pantaleo dell’Università di Sassari e la dottoranda Alessia Manca, il ricercatore del CRS4 Alessandro Concas e il dottorando dell’Università di Cagliari Giacomo Fais. TOLO Green, impegnata nel settore delle energie rinnovabili, è il primo produttore italiano della microalga spirulina. “Mi spiace non essere stato presente alla conferenza stampa di questa mattina, perché impegnato nella celebrazione dei 400 anni del nostro Ateneo (v. notizia sui 400 anni di UniCa con Biologia e Farmacia) – dichiara Francesco Mola, Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari – Nata al Centro interdipartimentale ingegneria e scienze ambientali (CINSA) del nostro ateneo, l’iniziativa di oggi si intreccia a doppio filo con alcuni filoni della ricerca scientifica più innovativa, portata avanti da tempo da diversi team di nostri ricercatori. Da parte nostra, un plauso alle attività condotte dal gruppo coordinato dal prof. Cao nel settore aerospaziale, insieme alla riaffermazione della necessità del gioco di squadra a livello territoriale con l’Università di Sassari, il Distretto Aerospaziale e il CRS4, e con il contributo di aziende leader nel settore come Tolo Green”.
Giacomo Cao: "Gli studi effettuati dimostrano ancora una volta che nel settore aerospaziale la Sardegna può giocare un ruolo rilevante e significativo, non solo per lo sviluppo di nuove tecnologie ma anche per l’attrazione di importanti investimenti "
Grazie a un lungo e paziente lavoro di squadra che ha coinvolto ricercatori, ricercatrici e dottorandi degli atenei e degli enti di ricerca interessati, è stato possibile mettere a punto un terreno di coltura fertile per l’alga spirulina, il nuovo “oro verde”, che cresce in condizioni di vita extraterrestri. A gravità quasi pari a zero, raggiunta tramite un apposito strumento chiamato clinostato equipaggiato per simulare l’atmosfera marziana, l’alga, fornita dalla società TOLO Green di Oristano, prospera come dimostrano gli esperimenti condotti dal gruppo di ricerca della professoressa Antonella Pantaleo del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari.
Dal 2006 il CRS4 e l’Università di Cagliari, come pure altri soci del DASS, stanno sviluppando, sotto la guida del professor Giacomo Cao, importanti ricerche sulle microalghe che potranno consentire all’umanità di sbarcare sul pianeta rosso. L’alga spirulina, infatti, in ambiente extraterrestre può servire al duplice scopo di nutrire gli astronauti e generare ossigeno, utilizzando l’atmosfera marziana satura di CO2.
“E’ motivo di grande soddisfazione dare seguito, attraverso il deposito di questo brevetto, al concetto più volte sottolineato di sinergia tra il mondo scientifico-tecnologico e quello imprenditoriale, rappresentato da TOLO Green – sostiene Giacomo Cao, amministratore unico del CRS4 e Presidente del DASS – Gli studi effettuati dimostrano ancora una volta che nel settore aerospaziale la Sardegna può giocare un ruolo rilevante e significativo, non solo per lo sviluppo di nuove tecnologie ma anche per l’attrazione di importanti investimenti privati nel settore”. Conclude Cao: “Ritengo sia importante sottolineare che le future missioni robotiche ed umane su corpi extraterrestri possono rappresentare significativi avanzamenti per reperire risorse, quali ad esempio le terre rare utilizzate per la produzione di microchip, che sulla Terra scarseggiano”.
La spiegazione del brevetto, le dichiarazioni sul tema dei vertici degli enti coinvolti nel prestigioso passo avanti
Oggetto del brevetto è un kit composto da un clinostato e da una camera con atmosfera di CO2, che può riprodurre le condizioni extraterrestri come quelle marziane. Scopo di questo strumento è quello di consentire la crescita di microalghe in assenza di gravità, nonché valutare il comportamento in tali condizioni di cellule umane, vegetali e animali anche in atmosfera marziana simulata. Inoltre, il processo innovativo di coltivazione è oggetto del brevetto e interviene a migliorare un sistema già brevettato in passato. L’innovazione consentirebbe la limitazione del materiale da trasportare nel tragitto Terra-Marte utilizzando elementi disponibili in loco quali la CO2 atmosferica, il suolo marziano e l’urina degli astronauti per il sostentamento di missioni umane sul pianeta rosso. Infatti, utilizzando queste risorse sarebbe possibile coltivare su Marte alghe utili sia per la produzione di ossigeno sia per il sostentamento alimentare degli astronauti.
“Tutti gli esperimenti del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari stanno dando esito positivo e fanno presagire importanti passi avanti nel settore – dichiara il Rettore Gavino Mariotti – Per noi è motivo di orgoglio poter contribuire con le nostre competenze scientifiche alla crescita del territorio, soprattutto se possiamo farlo assieme ad altre istituzioni, centri di ricerca e aziende protagoniste del tessuto produttivo sardo. In questa sede, è poi doveroso ricordare il professor Proto Pippia, pioniere della ricerca in astrobiologia all’interno della nostra Università. A lui si deve la disponibilità nei nostri laboratori di un’attrezzatura all’avanguardia come il clinostato, di fatto essenziale perché qui a Sassari si stanno svolgendo tutti gli esperimenti che stanno dando risultati promettenti”. Il modello di clinostato presente all’Università di Sassari è unico in Italia.
“La collaborazione fra CRS4 e TOLO Green nasce due anni fa ed è il frutto di una convergenza di interessi scientifici e produttivi. Ognuno con le sue specificità e con le sue missioni strategiche, ha generato l’opportunità che oggi cogliamo e che vorremmo, dobbiamo, sviluppare anche nel futuro – ha dichiarato Gilberto Gabrielli di TOLO Green - Oggi TOLO Green è all’EXPO di Dubai come una delle più interessanti rappresentazioni delle tecnologie innovative italiane, biologiche e del settore delle microalghe, presenti nel mondo degli Emirati Arabi Uniti. Con CRS4, con il professor Cao, cogliamo l’opportunità di avviare il percorso biologico per lo spazio e per la sua esplorazione nella combinazione delle nostre capacità, e di definire uno standard innovativo sulla sostenibilità di lungo periodo dell’impiego biologico in condizioni estreme”.
RASSEGNA STAMPA
L'UNIONE SARDA del 15 ottobre 2021
Primo piano - pagina 11
Scienza Grazie al gruppo di ricerca: Università di Sassari e Cagliari, Crs4, Distretto AeroSpaziale della Sardegna e Tolo Green
La scoperta sarda: l'ossigeno per Marte dall'alga spirulina
Una scoperta tutta sarda che al confronto è solo una simpatica curiosità il brevissimo volo nello spazio del capitano Kirk di Star Trek, alias William Shatner, col programma spaziale di Jeff Bezos, il miliardario proprietario di Amazon. Perché qui si parla di una possibilità concreta, non più ipotetica, di coltivare cibo in assenza di gravità e di ossigeno. Non solo quindi nelle stazioni orbitanti, gli avamposti dello spazio, ma persino in un pianeta inospitale come Marte, la cui atmosfera è composta quasi al 96% da anidride carbonica. Ebbene, in tali condizioni estreme «cresce e prospera l'alga spirulina, che consuma CO2 e produce ossigeno» come ha rivelato Antonella Pantaleo, docente di Scienze Biomediche a Sassari, coordinatrice del gruppo di ricerca che ha messo insieme le menti delle Università di Sassari e Cagliari, Crs4, Distretto AeroSpaziale della Sardegna (Dass) e Tolo Green di Oristano. Il brevetto Come spiegato nella conferenza stampa è stato già depositato la domanda di un brevetto di livello internazionale, perché gli sviluppi per l'astrobiologia sono davvero promettenti e vasti. Il brevetto riguarda il già esistente clinostato, uno strumento che annulla gli effetti della gravità sulle piante, abbinato a una camera ad atmosfera ricca di CO2 che riproduce le condizioni dell'ambiente extraterrestre. I due rettori sardi, Gavino Mariotti e Francesco Mola, hanno evidenziato quali risultati e con quale velocità si ottengono quando si opera in sinergia. L'esperimento Il gruppo di ricerca ha fatto sviluppare una coltura di alga spirulina in un'atmosfera simile a quella marziana. L'anidride carbonica immessa è quasi il 100%. Del gruppo fanno parte i dottorandi Alessia Manca e Giacomo Fais, e il ricercatore del Crs4 Alessandro Concas. Quando si parla di «oro verde» non è esagerato: l'alga spirulina è un alimento ideale per gli astronauti, perché contiene un ampio set di proteine con tutti gli amminoacidi essenziali, oltre a molte vitamine del gruppo B ed E, e gli acidi grassi essenziali omega-6. Gilberto Gabrielli, presidente e fondatore della Tolo Green di Oristano: «Siamo all'Expo di Dubai come una delle più interessanti rappresentazioni delle tecnologie innovative italiane, biologiche e del settore delle microalghe. Col Crs4 del professor Cao abbiamo avviato da 2 anni il percorso biologico per lo spazio e per la sua esplorazione». Gli sviluppi futuri Giacomo Cao, amministratore unico del Crs4e presidente del Dass, ha spiegato: «La scoperta è importante non solo in previsione di uno sbarco su Marte e dello sfruttamento degli asteroidi alla ricerca dei cosiddetti metalli delle terre rare per la produzione di microchip, che scarseggiano sul nostro pianeta. Anche altri ricercatori in diverse parti del mondo potranno portare avanti studi con il clinostato e la camera con atmosfera di CO2 per verificare ad esempio come si comportano le varie tipologie di cellule viventi, con evidente risparmio, visto che si ricreano sulla terra le condizioni ambientali dello spazio o di altri pianeti». Ad esempio il metodo e la strumentazione potrebbero testare le capacità di alcuni insetti di sopravvivere in ambiente extraterrestre. O, ancora, aiutare a capire come limitare gli scompensi e problemi al corpo umano quando sta più di due settimane nello spazio, che sono a oggi il più grande impedimento per la colonizzazione dei pianeti. E tutto il lavoro di ricerca che verrà fatto grazie al kit messo a punto nell'isola produrrà le royaltes, il pagamento dei diritti a chi detiene il brevetto, quindi soldi che arriveranno in Sardegna per potenziare ulteriormente le ricerche nel campo dell'astrobiologia. Insomma, per dirla alla Star Trek: se lo spazio diventerà l'ultima frontiera delle esplorazioni umane, il merito sarà anche delle ricerche fatte in Sardegna. Giampiero Marras
LA NUOVA SARDEGNA del 15 ottobre 2021
Sassari - pagina 13
Il progetto coinvolge le Università di Sassari e Cagliari, Crs4, Distretto aerospaziale e Tolo green
Un brevetto per i viaggi su Marte
di Paolo Ardovino. SASSARI. È come aver ricreato in tre metri quadrati una piccola Marte direttamente sulla Terra. Di più: dentro la stanza di un laboratorio dell'università di Sassari. Il brevetto è stato depositato e ieri presentato ufficialmente, si tratta di un kit pensato in sinergia tra studiosi e ricercatori che si candida ad avere - in un futuro non troppo prossimo - valenza significativa nel progetto internazionale di esplorazione umana nello spazio. Lavoro di gruppo. Dietro c'è un lavoro di squadra (tutta sarda) importante, che nella ricerca durata due anni ha coinvolto università di Sassari, Crs4, distretto aerospaziale della Sardegna, università di Cagliari e l'azienda Tolo Green. L'oggetto del brevetto è uno strumento composto da un clinostato e da una camera con atmosfera di CO2 capace di ricreare le condizioni marziane. Assenza di gravità e di ossigeno e fortissima presenza di anidride carbonica. Si è andato oltre, portandola addirittura al 100% mentre nell'atmosfera di Marte è al 96%. La ricerca ha coinvolto le microalghe, in particolare la spirulina, che ha dimostrato di poter crescere senza problemi ed essere una risorsa. Il prossimo passo sono le cellule vegetali e animali, poi quelle umane. «I risultati ottenuti sono promettenti», sostiene raggiante la professoressa Antonella Pantaleo del dipartimento di Scienze biomediche dell'università di Sassari, dove ieri è stato presentato il brevetto. È stata proprio lei a condurre gli esperimenti insieme al suo gruppo di ricerca. «Abbiamo messo su un sistema partendo dal clinostato del professor Proto Pippia - così Pantaleo -, ideando un apparecchio per simulare condizioni estreme. Estreme per noi esseri umani però, non per le microalghe, in particolare la spirulina, il nuovo oro verde, che cresce e prospera consumando l'anidride e producendo ossigeno». L'eredità di Pippia. In pieno spirito scientifico, questo viene pensato come punto di partenza. E come scintilla che può dar luce a percorsi ampi di sinergie tra enti pubblici, mondo accademico e partner commerciali. «Sì, perché dimostrano come poter raggiungere traguardi importanti e accelerare i tempi. Anche questo esperimento conferma i passi in avanti che il dipartimento sta compiendo nel settore - le parole del rettore dell'Uniss, Gavino Mariotti -. È doveroso in questa occasione rivolgere un ricordo al professor Pippia, pioniere dell'astrobiologia nella nostra università, a lui si deve la disponibilità di attrezzatura d'avanguardi presente nei nostri laboratori», come il già citato clinostato, modello unico in Italia. Andare su Marte. Dalla Tolo green, azienda oristanese specializzata nello studio e nella ricerca di microalghe, fioccano grandi elogi per «la competenza di studenti e ricercatori. Nonostante la distanza imposta in questi due anni, abbiamo lavorato benissimo - dice il presidente Gilberto Gabrielli -. Cosa cercavamo? L'obbiettivo era capire in condizioni extraterrestri fino a dove potevamo spingerci in fatto di alimentazione, sopravvivenza e riproduzione». Lunedì il brevetto verrà presentato all'expo Dubai. Si sogna in grande, questo sì, e non è detto che non sia lecito farlo. Perché la possibilità che dà l'apparecchio brevettato a Sassari è di confrontarsi con un'atmosfera marziana vera e propria. Il progetto mira a supportare la ricerca internazionale in visione del piano di esplorazione dello spazio.