Giovedì 28 maggio 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
28 maggio 2020

L'Unione Sarda

 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 28 maggio 2020 / PRIMA
La creazione della moneta
DI BENIAMINO MORO
Con “helicopter money” in economia s'intende l'ipotesi di stampare banconote da scaricare con un elicottero sopra le città, distribuendole a pioggia alla popolazione. È un'idea suggestiva cui qualche osservatore ricorre per intendere che quando l'economia ristagna un modo per rianimarla consista nel dare alla popolazione nuovo potere d'acquisto.
Non si è molto lontani da questo concetto coi due ultimi decreti del governo, che messi insieme distribuiscono a pioggia 80 miliardi di euro, tutti in deficit spending. In realtà, come avviene la creazione di nuova moneta? Trascurando le banconote, che vengono emesse in quote fisse da parte di ciascuna banca centrale dei Paesi dell'Unione monetaria europea (Ume) e che sono la parte meno rilevante della massa monetaria, oggi le Banche centrali dei paesi dell'Ume possono emettere moneta solo in due modi: con le operazioni di rifinanziamento a breve e lungo termine del sistema bancario o con l'acquisto di titoli pubblici nell'ambito del programma di quantitative easing (Qe). Quanto al primo modo, dipende dalle richieste di liquidità delle singole banche ordinarie. (...) segue a pagina 38

COMMENTI - Pagina 38   segue dalla prima
La creazione della moneta
(...) Lo ha chiarito in un'intervista al Corriere della Sera François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia: «Alla Bce abbiamo lanciato un'offerta di liquidità eccezionale fino a quattromila miliardi di euro. Ne beneficia molto l'Italia, giustamente. Se si guarda il totale delle operazioni di rifinanziamento, quasi il 30% oggi va alle banche italiane: è la prima destinazione». Quanto al secondo modo, che dipende invece dalla discrezionalità della Bce, sempre il governatore francese chiarisce che «dal 18 marzo quando abbiamo deciso il Pepp (Pandemic emergency purchase program, ovvero il programma di emergenza di acquisti di bond contro la pandemia) da 750 miliardi, lo spread italiano sulla Germania in media è del 2,1%; nei vent'anni che hanno preceduto l'euro era in media al 5,6%. L'euro permette dunque all'Italia di finanziarsi pagando molto di meno. È un vantaggio che hanno anche la Francia, la Spagna e altri Paesi». Il governatore intendeva dire che il vantaggio dipende dall'uso dell'euro, moneta forte, al posto delle vecchie monete nazionali, più esposte alla speculazione dei mercati finanziari.
La Banca d'Italia utilizza entrambi i canali di emissione della moneta all'interno dell'Ume. Al di fuori di questi due, non esistono altri canali attraverso cui l'Italia possa in nessun modo emettere nuova moneta, non esiste più oggi la Zecca dello Stato che stampava nuove monetine. Tuttavia, con riguardo al secondo meccanismo di cui sopra, la Bce, attraverso la Banca d'Italia, ha già monetizzato il 22% del debito italiano (circa 550 miliardi). Il governo italiano, per finanziare i due ultimi decreti, come si è detto entrambi in deficit spending, venderà Btp o altri nuovi titoli per 80 miliardi, che la Banca d'Italia riacquisterà (emettendo moneta) in tutto o in parte nell'ambito del programma di Qe.
Lo spread attualmente è tornato intorno ai 200 punti base: ancora alto, ma governabile con gli acquisti della Bce.
Ipotizziamo ora che cada il governo attuale e se ne formi uno nuovo esplicitamente orientato ad uscire dall'Ume per tornare alla lira. A parte tutte le complicazioni giuridiche di un'uscita dall'euro, l'effetto immediato sarebbe quello di far schizzare lo spread anche oltre il livello di 570 punti raggiunti nella crisi del dicembre 2011. La percezione dei mercati sarebbe che il nostro debito pubblico potrebbe non essere considerato più sostenibile e, in mancanza di un deciso intervento come ad esempio un'imposta patrimoniale, il rischio di default del Paese diventerebbe concreto. Pertanto, ai commentatori anti-euro, che per convenienza politica, vanità personale o ingenuità culturale, credono che un ritorno alla lira possa avvenire in modo indolore, ordinato e senza conseguenze disastrose per il Paese, va detto che le loro argomentazioni sono solo ideologiche, pericolose e destituite di un corretto fondamento economico.
BENIAMINO MORO
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 28 maggio 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 2
L’epidemiologo. Paolo Contu
«ARRIVI, POSSIBILI NUOVI CASI: A CHI SI RIVOLGE IL FORESTIERO?»

«Zero contagi in Sardegna è più o meno quello che ci si aspettava dopo la chiusura dei collegamenti, il controllo delle situazioni a rischio e una circolazione che comunque qui è sempre stata abbastanza bassa. Adesso, però - avverte l'epidemiologo Paolo Contu, docente di Igiene dell'Università di Cagliari - bisogna capire cosa succede quando arriverà gente da fuori».
Perché?
«Perché non abbiamo modo di evitare che arrivi qualcuno di infetto: la certezza non la si avrebbe neanche facendo il test più sicuro all'aeroporto di sbarco. Quindi sarà fondamentale la capacità di intervento dei servizi sanitari nel caso in cui un turista dovesse ammalarsi qui in Sardegna. Ci dev'essere un percorso chiaro per chi arriva».
Intende dire che è necessaria una campagna di sensibilizzazione e informazione rivolta ai turisti?
«Al di là di questo, il punto è che un percorso chiaro per chi magari scopre di essere stato a contatto con un infetto, oppure accusa dei sintomi, ci dev'essere e non so se sia stato stabilito. Insomma, partendo dalla situazione più banale: ho dei sintomi, a chi devo rivolgermi posto che non ho qui il mio medico di famiglia? E poi cosa succede? Cosa è previsto? Il percorso dev'essere chiaro per chi viene qui in vacanza e per chi organizza il sistema. Ma c'è un altro problema di cui non si parla...».
Quale?
«Nel caso in cui un turista dovesse finire in isolamento, magari senza sintomi e comunque contagioso, dove verrebbe ospitato? In albergo, in ospedale, oppure in una qualunque struttura che dev'essere ancora identificata? Queste sono cose che andrebbero chiarite subito, anche perché, magari, prima di decidere di venire nella nostra Isola chiunque vorrebbe sapere cosa viene previsto nell'eventualità di un contagio».
( p.s.)




 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 28 maggio 2020 / PRIMO PIANO
Il virologo. Enzo Tramontano
«L'EPIDEMIA NON È FINITA, NON ABBASSIAMO LA GUARDIA»
Ormai da giorni in Sardegna non stiamo registrando nuovi contagi: è possibile che il virus si sia indebolito?

«No, non ho visto alcun dato pubblicato in merito. Stiamo semplicemente vedendo l'esito di quello che abbiamo fatto da marzo a oggi: il successo dell'attenzione che abbiamo dimostrato osservando le misure previste dal Governo - spiega Enzo Tramontano, docente di microbiologia e virologia dell'Università di Cagliari -. Siamo riusciti a ridurre i contagi e a limitare la diffusione del virus, ora aspettiamo che tutte le persone ancora positive possano guarire per poter arrivare a un momento in cui non avremo malati in Sardegna. Bisognerà però capire cosa accade dal 3 giugno...».
La data della riapertura progressiva dei voli.
«Prima dall'Italia, poi dall'estero. Inizia la stagione estiva. Ecco, siccome mi sembra che un po' il sentimento che prevale adesso è "va tutto bene, l'abbiamo superato", non vorrei che si arrivasse ad abbassare la guardia. Continuare a osservare le misure igieniche e il distanziamento è invece un'attenzione ancora più importante nel momento in cui ci stiamo aprendo».
Perché?
«Perché non so quanto sia possibile fare una selezione di chi arriva. Non penso che riusciremo a garantire che tutti quelli che arrivano siano negativi, e comunque potrebbe esserci questo rischio».
Quindi quali regole dobbiamo seguire?
«Distanziamento, mettere la mascherina, stare il più possibile all'aria aperta. Oggi stiamo godendo dei benefici del nostro comportamento degli ultimi mesi, ma a metà giugno, a luglio, come sarà la situazione? Se è ovvio che non possiamo rimanere chiusi tutta la vita, non dobbiamo abbassare la guardia. Serve attenzione, ancor più adesso. L'epidemia non è finita». ( p.s.)




 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 28 maggio 2020 / PRIMO PIANO
Biologo molecolare. Germano Orrù
«TROPPI SENZA MASCHERINA, STOP CONDIZIONATORI A PALLA»

Il professor Germano Orrù, docente di Tecnologie mediche nella Facoltà di Medicina dell'Università di Cagliari, avverte che, «non ci sono dati scientifici riguardo un rallentamento del virus con il caldo. Io, nel mio lavoro in laboratorio qualche positivo lo vedo ancora. Certo, c'è una riduzione dei contagi ma è dovuta al successo delle misure adottate negli ultimi mesi».
Non possiamo andare incontro all'estate un poco più rilassati?
«Non è il caso. Ci sono dati che dicono che nei Paesi caldi si è sviluppato. In Brasile, per esempio: è vero che la stagione sta cambiando, ma lì un mese fa c'era ancora molto caldo e il virus ha galoppato».
Quindi?
«Significa: uno, che non conosciamo perfettamente la biologia del virus; due, che sicuramente ci sono ambienti di protezione del virus. L'aria condizionata, per esempio».
Adesso è un problema?
«Pensiamo ad ambienti come le Rsa, gli ospedali, gli ospizi, i nostri uffici dove cominciano ad accenderla. Se c'è una persona che ha sviluppato la malattia senza manifestare sintomi, emette goccioline di saliva che non evaporeranno mai perché c'è l'aria condizionata».
Come dobbiamo regolarla?
«Ventidue gradi va bene. Non dev'essere troppo bassa: mai 16,18 gradi perché stiamo riproducendo l'inverno. E' importante, poi, evitare l'umidità perché fa sì che le goccioline di saliva persistano di più: un deumidificatore sarebbe utile».
Una raccomandazione in particolare?
«Bisogna uscire con la mascherina. Purtroppo vedo tanta gente senza, che la porta sotto il mento e in tasca: smettiamola di fare i cow-boy. Dico pure che dobbiamo avere il coraggio di riprendere chi ha comportamenti scorretti perché sottovaluta il problema magari pensando di aver già fatto il massimo col lockdown». ( p.s.)





5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 28 maggio 2020 / AGENDA - Pagina 22
Mai più sole. Appuntamento sabato
UN CALCIO AL CANCRO SI SPOSTA SU FACEBOOK

Il classico appuntamento - convegno scientifico la mattina e torneo di calcio a 5 femminile la sera - è saltato per l'emergenza sanitaria, ma la giornata si svolgerà ugualmente seppure in modo diverso. “Un calcio al cancro” è in programma sabato alle 16 su Facebook: i partecipanti potranno interagire con chi fa parte di “Mai Più Sole” e i medici che esporranno le relazioni scientifiche consultabili su www.maipiusole.com e www.fondazionetaccia.it. È la quarta edizione di un evento organizzato dalla “Fondazione Taccia” (sostiene la ricerca in oncologia) al fianco di “Mai Più Sole contro il tumore ovarico” (promuove iniziative a favore delle donne colpite o rischiano di essere colpite da un carcinoma) in collaborazione con Comune di Cagliari e “Fidapa BPW”.
GLI ESPERTI
Parteciperanno Daniele Farci, direttore dell'unità di Medicina e oncologia della nuova casa di cura di Decimomannu e coordinatore Aiom Sardegna; Antonio Macciò, responsabile di Ginecologia oncologica al Businco; Andrea Figus, chirurgo plastico del Policlinico universitario e professore del dipartimento universitario di Scienze chirurgiche; Claudia Marchetti, ginecologa e oncologa del Policlinico Gemelli; Massimo Dessena, senologo del Businco; Stefania Antonia Noli, esperta in fertilità e oncologia all'Ieo di Milano; Rita Nonnis, chirurga e senologa dell'Aou di Sassari e membro del comitato tecnico scientifico nazionale di aBRCAdaBRA onlus; Andrea Savasta, odontoiatra; Nadia Brusasca, responsabile del centro di psiconcologia aziendale dell'ospedale Zonchello di Nuoro e coordinatrice della Sipo Sardegna; Daniela Tocco, docente di Attività motorie.




 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 28 maggio 2020 / COMMENTI - Pagina 38  
I VOSTRI SMS
L’università ancora chiusa e le piazze affollate per il passaggio delle Frecce tricolori. Gli studenti sono gli unici esclusi dalla ripresa, però i fuori sede pagano gli affitti per lo studio: è vergognoso. (sms firmato)





 

La Nuova Sardegna



 

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 28 maggio 2020 / NUORO - Pagina 23
IL CASO. Il giovane non era rientrato in Sardegna e ha discusso la tesi a Pisa
LORENZO, NEOLAUREATO IN SOLITUDINE

NUORO Lauree a distanza, dal salotto di casa, qualcuno persino dalla camera da letto (dove era sistemato il computer), o comunque dal punto in cui la connessione era migliore. E sempre con i familiari stretti, loro e solo loro, accanto. Ecco perché la laurea di Lorenzo Fancello, giovane nuorese neo dottore, è un caso insolito. Il giovane, studente del corso di Storia e filosofia all'Università di Pisa, diversamente da molti suoi colleghi, anziché tornare a Nuoro è rimasto in Toscana, e si è dunque trovato a vivere questa importante tappa della sua vita in perfetta solitudine. Non era rientrato in famiglia quando ancora non c'era il blocco dei trasporti, e di conseguenza ha dovuto per forza di cose adattarsi a questa situazione. È diventato dottore il 18 maggio, discutendo la tesi "Breve storia dell'animale politico da Atistotele a Hobbes, a Vico e Lévinas". La commozione per la mamma Marilena, i fratelli Giovanni e Filippo, la nonna Giovanna, zii, cugini e nipoti è stata comunque fortissima. Loro, tutti a Nuoro, a sostenere online Lorenzo. Per festeggiare, ci sarà tempo.

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