Domenica 9 febbraio 2020

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
09 febbraio 2020

L'Unione Sarda

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 9 febbraio 2020 / CAGLIARI - Pagina 20
QUELLI CHE CI PROVANO
La giovane psicologa che non accetta l'idea di espatriare
Susanna Incerpi lavora con un’associazione che si occupa di adolescenti e adulti autistici

Maria Francesca Chiappe
chiappe@unionesarda.it

«Sono una mosca bianca». Ossia: è l'unica rimasta. I suoi amici sono tutti fuori: Torino, Milano, estero. Hanno lavorato a un progetto durante gli studi e non sono più tornati. «Ci ho pensato anche io, certo che ci ho pensato, parlo l'inglese, potevo farlo». Invece? «Cagliari è la mia dimensione, perchè devo rinunciarci»? Non c'è lavoro. «Anche qui c'è bisogno delle mie competenze. Perchè devo partire? Non lo accetto. Farò di tutto per restare qua». Signore e signori ecco a voi Susanna Incerpi, 28 anni, laurea quinquiennale in Psicologia, padre tecnico ortopedico, madre casalinga, sorella avvocata. «Ho fatto lo Scientifico al Pacinotti, mi è sempre piaciuto leggere i grandi classici e scrivere tutti i giorni quello che mi succedeva». Si è iscritta in Lettere moderne convinta fosse la sua strada ma presto è entrata in crisi: «I miei colleghi erano entusiasti, io sempre più estranea». Finchè un giorno per puro caso ha sentito stralci di una lezione di psicologia.
LA REALTÀ. «Mi ha sempre affascinato la mente. Sono andata a guardare il piano di studi di quella facoltà». Ha superato il test di ammissione, ha cambiato e corso e si è laureata in velocità. «Brindisi, festeggiamenti, congratulazioni e subito ti scontri con la realtà». Cioé? «Ho mandato il mio curriculum ovunque - cooperative, associazioni, studi privati - e non mi ha risposto nessuno». Fanno male le porte in faccia. «Dopo un mese attraverso un conoscente sono riuscita a ottenere due colloqui: mi hanno chiesto cosa sapevo fare». Non aveva ancora fatto niente. «Esatto. Mi hanno detto lei è bravissima, ci piace però dovrebbe avere almeno due anni di esperienza ». Ed è difficile farla se nessuno ti offre una possibilità. «Mi sentivo depressa, ero a casa da un mese e mezzo senza fare nulla, tra l'altro se non eserciti dimentichi anche quello che hai studiato». Non poteva certo finire così, senza neanche iniziare. «Ho visto su facebook il bando per il servizio civile rivolto a giovani entro i 28 anni: ci rientravo».
UN NUOVO MONDO. Non era necessaria una competenza specifica, poteva partecipare chiunque ma, ovviamente, i più preparati scalano la graduatoria. «Ho trovato l'associazione Peter pan di Sestu che si occupa di adolescenti e adulti autistisci. Io ho studiato per lavorare con i bambini, non avevo mai fatto niente con i grandi ma non potevo certo precludermi la prima possibilità che mi si prospettava». È stata convocata nel novembre scorso. «Quattro posti, venti candidati: sono andata con poche speranze». Le hanno detto la più classica delle frasi: le faremo sapere . «Dovevo controllare il sito dove avrebbero pubblicato gli idonei». E di lì a qualche giorno il suo nome c'era. «Non ci potevo credere, si era accesa finalmente la speranza di lavorare nel mio ambito, nel settore per cui ho studiato». Ha firmato un contratto per un anno: 439 euro al mese, cinque ore di lavoro al giorno per cinque giorni alla settimana e 90 ore di formazione specifica. Eppure è contenta.
LA PASSIONE. «Mi si è aperto un mondo e faccio un lavoro che mi dà grande soddisfazione». La competenza non basta. «No, ci vuole passione, amore verso l'altro, empatia, devi dare te stessa al ragazzo che solo così potrà fidarsi di te, devi metterci del tuo e magari se non riesci ci resti male però sai che ci stai provando». Il rientro a casa, però. «È difficile scrollarsi tutto di dosso, è un lavoro che ingloba e nel contempo ti fa scoprire una realtà che non si conosce: compiuti i 18 anni i ragazzi autistici sono degli invisibili che stanno tutto il giorno a casa a guardare un muro, l'assistenza pubblica cessa con la maggiore età. L'associazione Peter pan è nata proporio per questo, un gruppo di famiglie si è unito per dare ai propri ragazzi una possibilità: fanno attività, socializzano o almeno ci tentano, visto per per gli autistici questo è un tabu».
L'ESTERO. E il futuro? Un anno passa in fretta. «Mi dicono che qualcuno potrà essere inserito stabilmente nell'associzione, è gia successo in passato». Ma non fidarsi è meglio e allora nel frattempo continua a cercare. «La mia idea è che quest'anno imparo e faccio anche corsi spendibili in un futuro lavorativo. E poi c'è anche la libera professione». In che senso? «Si possono seguire gli adulti autistici a casa».
L'idea di fare le valigie finora l'ha solo sfiorata. «Tutti i miei amici sono fuori, anche se in verità non è che stiano proprio benissimo». Perché? «A Cagliari siamo abituati bene. Diciamo che all'estero ci si adatta, c'è il lavoro quindi va bene, e poi vedo che quando si parte non si torna se non per le vacanze».
Le piace viaggiare e lo fa pure spesso, saprebbe come muoversi, il problema non è quello. «È che io voglio provarci qua».
Ed è il primo passo per salvarsi. Per salvarci.

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 9 febbraio 2020 / NUORO E PROVINCIA pagina 40
Nuoro. Mille volumi donati dalla famiglia alla biblioteca universitaria
AGLI STUDENTI I LIBRI DI MARIO MELIS

«Ci piaceva l'idea che questo vasto patrimonio librario, appartenuto a mio padre, venisse adoperato dagli studenti di Nuoro. Ecco perché la nostra famiglia ha fatto questa donazione». Mille volumi, perlopiù testi giuridici e di storia dell'Isola. Laura Melis svela un gesto carico di altruismo e sardità che il padre Mario avrebbe avallato. La figlia dell'ex presidente della Regione, storico leader sardista, ieri mattina ha mostrato tutta la sua gioia per quella che ha definito una «carezza fatta alla memoria di un uomo che ha dato tanto alla Sardegna». Davanti al governatore Christian Solinas è stata inaugurata la nuova biblioteca del Consorzio universitario nuorese, in via Salaris, intitolata al grande leader del Partito sardo d'azione.
INSEGNAMENTI ATTUALI. Il ricordo dell'indimenticato penalista, scomparso nel 2003, appare quanto mai vivo. I suoi messaggi dettano la strada da seguire per il futuro dell'Isola, almeno stando alle parole del presidente della Regione. «Dobbiamo attingere alla grande eredità politica e culturale di Mario Melis per attualizzare l'autonomia e la specialità della Sardegna - dice Christian Solinas - poi, occorre declinarla in atti concreti per la nostra terra». Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna, aggiunge: «Mario Melis ha sempre messo in evidenza l'attaccamento alle proprie radici. Per lui lo Stato era la Regione, la Sardegna veniva prima di tutto».
LIBRI E RILANCIO. È il concetto che ricorre, tra gli scaffali pieni di volumi dal grande fascino, donati dalla famiglia Melis e illustrati ai presenti dal politologo nuorese Carlo Pala. «Mario Melis si è speso tanto per la sua terra e per il suo territorio - afferma Fabrizio Mureddu, commissario di UniNuoro -. Ha sempre divulgato due parole chiave: cultura e istruzione». I figli Michela, Antonio e Laura Melis hanno così deciso di destinare alla biblioteca di UniNuoro parte della collezione libraria appartenuta al padre. Opere variegate, impreziosite da libri antichi di diritto, risalenti all'Ottocento. Quindi, testi di politica, di economia e di sociologia.
SARDISMO DIFFUSO. Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, ne è convinto, mentre sventola un pensiero caro a Mario Melis e che ritiene imprescindibile per il rilancio dell'Isola. Gli schieramenti politici non c'entrano. «Tutti noi dobbiamo avere i Quattro mori scolpiti nel petto, come li aveva lui. D'altronde, ci ha insegnato che occorre essere sardisti, sempre, anche se democristiani o comunisti». Christian Solinas conclude: «Sull'esempio di Mario Melis, la politica sarda dovrebbe dimostrare una maggiore coesione. Se penso alla continuità territoriale, dico che è una battaglia di tutti e per tutti».
Gianfranco Locci

 

 

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie