L’articolo “Circular economy in marble industry: from stone scraps to sustainable water-based paints” (LINK) - recentemente pubblicato sulla rivista internazionale “Construction & Building Materials” (Elsevier) - è uno studio che rientra nel progetto “Riduzione delle discariche di lavorazione del marmo mediante la valorizzazione del CaCO3”, finanziato dalla Regione Sardegna con la legge regionale 7/2007, il cui responsabile scientifico è il professor Nicola Careddu, del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura (Dicaar) dell’ateneo cagliaritano.
Economia circolare nell'industria del marmo: dagli scarti di pietra alle vernici sostenibili a base d'acqua
Oltre al professor Careddu, sono coinvolti nel gruppo di ricerca anche la ricercatrice Graziella Marras, la professoressa Paola Meloni (Dipartimento di ingegneria meccanica, chimica e dei materiali - Dimcm) e il dottor Gianfranco Carcangiu dell’Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (Cnr-Isac).
Nell’articolo si dimostra come gli sfridi, provenienti dalla lavorazione dei blocchi nel bacino estrattivo del marmo di Orosei, possano essere impiegati nella produzione di pitture bianche per muro. Il giacimento ha infatti un elevato tenore di carbonato di calcio, materia prima impiegata in molti processi industriali di produzione, ad esempio per cemento, gomma, carta, ma anche in cosmesi e farmaceutica.
Lo studio ha coinvolto alcune importanti realtà del territorio sardo, tra cui le principali aziende del Marmo di Orosei (Simg e Sardegna Marmi) e la EdiChem di Elmas, che produce vernici
I risultati ottenuti confermano che le vernici prodotte sostituendo il carbonato di calcio commerciale con gli sfridi del marmo di Orosei, hanno caratteristiche migliori in termini di resistenza agli alcali, potere coprente e resistenza al lavaggio.
Come spiega il professor Careddu: "L’importanza dello studio è indubbiamente legata all’economia circolare applicata all’industria marmifera: il Marmo di Orosei - che dal punto di vista petrografico è un calcare lucidabile - rappresenta la terza voce nell’export della Sardegna (dopo il petrolchimico e il caseario, fonte Istat), in quanto esportato in tutto il mondo. L’ingente di produzione di sfridi, attualmente collocati e stoccati nella discarica consortile di Orosei, spinge per un riutilizzo dello stesso materiale che non può essere ulteriormente rimandato e che è anche economicamente molto interessante, proprio per il suo alto tenore di CaCO3".
Lo studio si inserisce in uno dei principali filoni di ricerca del Dicaar, dipartimento fortemente impegnato nell’ambito delle materie prime, della sostenibilità e dell’economia circolare, come ampiamente dimostrato nel corso degli appuntamenti inseriti nel programma della Terza Conferenza della Ricerca, “per fare il punto in una fase cruciale nella quale la comunità scientifica deve riorganizzare le sue priorità, in un mondo così interconnesso che ogni azione locale assume una valenza planetaria, e viceversa”.
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