La soddisfazione più piena del Rettore è per il grande lavoro di squadra realizzato da tutti: "Orgogliosa di un Ateneo vivo e vitale". La didattica, la ricerca e l'assistenza danno risposte in tempo reale all'altezza delle esigenze della società
Sergio Nuvoli
Cagliari, 23 aprile 2020 - “Abbiamo detto dall’inizio che non avremmo fatto perdere nemmeno un giorno ai nostri studenti, e stiamo mantenendo la parola grazie al lavoro di tutti. Stiamo facendo davvero un bel lavoro di squadra”. Così Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari, durante l’intervista con Valerio Vargiu durante “Panorama sardo”, la trasmissione in onda tutti i mercoledì su Sardegna Uno Televisione (con le riprese di Antonio Carta).
Dal Magnifico note positive anche sui tirocini: “Il nostro Ateneo sta lavorando splendidamente in smart working – ha aggiunto – Sono molto contenta e orgogliosa, abbiamo dato una risposta in tempi davvero rapidi: questo accade quando c’è senso di appartenenza e lavoro di squadra”.
Nessun silenzio su quanto accaduto all’Azienda Ospedaliero-Universitaria: “Ritenevo doveroso capire le problematiche e le attività che si potevano svolgere per migliorare quanto era già stato fatto dall’Azienda – ha spiegato la prof.ssa Del Zompo, sollecitata dalle domande del giornalista - Possiamo certamente fare meglio: grazie al fatto che ora c’è maggiore disponibilità di dispositivi i protezione, ci sarà un miglioramento dell’attività già ottima che il nostro Policlinico ha portato avanti fin dall’inizio della pandemia”.
Sull'Azienda Ospedaliero-Universitaria: "Abbiamo retto benissimo senza problemi l’arrivo del virus: stiamo lavorando bene, possiamo fare meglio e ci stiamo organizzando per farlo”
“Bisogna registrare con soddisfazione anche una certa creatività e innovatività – ha dettagliato - la prof.ssa Paoletti e la Croce Rossa hanno creato due spazi diversi di accesso alle strutture per le mamme e per i pazienti oncologici. Questo testimonia anche come i nostri colleghi direttori di dipartimenti assistenziali si danno da fare per aiutare l’Azienda a trovare soluzioni. Abbiamo retto benissimo senza problemi l’arrivo del virus: stiamo lavorando bene, possiamo fare meglio e ci stiamo organizzando per farlo”.
“La raccolta fondi che abbiamo avviato ha due scopi: il primo, come è stato fatto anche da altri, è sostenere l’aspetto clinico e gestionale dell’AOU. Dall’altro, sostenere la ricerca clinica e di base che i nostri gruppi stanno portando avanti: si tratta di iniziative importanti che hanno bisogno di finanziamenti. Le donazioni di chi vorrà contribuire saranno certamente ben spese, diremo pubblicamente come le utilizzeremo”.
Un contributo a tutto campo, quello dato dall’Ateneo alla società sarda. “Ci stiamo attivando per mettere le imprese sarde in grado di avere la certificazione necessaria per produrre le mascherine – ha detto – C’è poi il contributo dell’Ateneo sugli schermi divisori, che altri gruppi di Ingegneria stanno stampando in 3D. Ci sono poi i fisici e i matematici che stanno lavorando sui modelli di predizione e simulazione di quello che avverrà da oggi in poi. Stiamo fornendo un aiuto importante per i decisori politici a scegliere per il meglio”.
Il ruolo della ricerca scientifica in periodo di pandemia: "La scienza non ha la palla di vetro - ha spiegato la prof.ssa - Ma deve attenersi alle informazioni disponibili al momento, e cercare sempre risposte adeguate alle sfide del tempo"
E poi ancora i progressi sulla neuropsichiatria infantile, e tanti altri spunti che arrivano da un Ateneo vivo e vitale sulla ricerca su tanti aspetti che COVID-19 ha messo in evidenza.
“La scienza e la ricerca non hanno la palla di vetro – ha spiegato infine relativamente al susseguirsi di notizie non sempre attendibili sul virus – Quello che è stato detto all’inizio dipendeva dalle informazioni disponibili in quel momento. Nessuno poteva immaginare che questo virus creasse una risposta immunitaria da parte dell’ospite così aggressiva da creare danni polmonari, che possono dare in qualche caso esiti letali. Solo successivamente è stato osservato questo, come tanti altri aspetti: la scienza deve stare al dato disponibile al momento, non si occupa di fantasie. L’Italia ha fatto un lavoro importante, mettendo tanti altri Stati nelle condizioni di gestire al meglio la situazione. Un grande merito del nostro Servizio Sanitario Nazionale, che continua ad essere uno dei migliori al mondo nonostante i tagli subiti a partire dal 2009”.