L’obiettivo dell’iniziativa cofinanziata da Sardegna Ricerche è lo sviluppo di una tecnologia ecosostenibile per il disinquinamento, finalizzata alla riqualificazione di aree degradate
Sergio Nuvoli
Cagliari, 10 novembre 2019 – E’ stato presentato venerdì – poche ore dopo l’inaugurazione dell’Anno Accademico di UniCa - il progetto “Bicap – Biorisanamento da idrocarburi con ammendanti naturali e piante vascolari“, che il Dipartimento di Scienze Biomediche (DiSB) dell’Università di Cagliari sta realizzando con Green Land S.r.l (Sgaravatti Group). Il gruppo di ricerca è coordinato da Roberto Crnjar, e ne fanno parte Elena Tamburini (Biotecnologie microbiche), Enrico Sanjust (Biochimica) e Gianluigi Bacchetta (Biologia vegetale).
L’obiettivo dell’iniziativa cofinanziata da Sardegna Ricerche è lo sviluppo di una tecnologia ecosostenibile per il disinquinamento, finalizzata alla riqualificazione di aree degradate per effetto di contaminazione da idrocarburi. Le comunità microbiche degradano gli idrocarburi presenti nei suoli, trasformando gli inquinanti in composti organici semplici oppure mineralizzandoli a composti inorganici. L’applicazione di masse bilanciate di sostanza organica può agire sui parametri fisico-chimici del substrato migliorando la funzione di nutrizione del terreno e la capacità di ospitare specie vegetali pioniere anche in aree degradate e inquinate, nell’ottica dell’attuazione di pratiche di “fast landscaping” dei siti inquinati.
Il direttore dell'Orto Botanico traccia la rotta: "Si può ipotizzare un'azione pilota in Sardegna con la possibilità di esportare questa tecnologia - e con essa le piante - in altre aree del Mediterraneo"
Durante la presentazione avvenuta nella splendida cornice dello Sgaravatti Garden Center di Capoterra, si è parlato anche della possibilità di portare tecnologia e piante in Azerbaijan: Bacchetta, Tamburini e Sanjust hanno spiegato – insieme a Rosi Sgaravatti - finalità e metodi che saranno seguiti.
“Non è un problema soltanto regionale - ha detto Bacchetta, direttore dell’Orto Botanico dell’Ateneo cagliaritano – perché le piante possono essere utilizzate anche in altri contesti. Si può ipotizzare un'azione pilota in Sardegna con la possibilità di esportare questa tecnologia - e con essa le piante - in altre aree del Mediterraneo. O comunque in regioni con un clima simile a quello dei Paesi del Mediterraneo”.
Il ruolo dei ricercatori nelle parole di Elena Tamburini: "La parola ‘tecnologia’ non deve fare paura, perché con questo progetto stiamo semplicemente implementando ciò che la natura ha selezionato. I batteri usano gli idrocarburi come substrato"
“Studiamo i batteri, non soltanto quelli patogeni – ha dettagliato Tamburini – che hanno avuto e hanno un ruolo importante nello sviluppo del nostro pianeta fin dall’inizio della sua storia. Accademia e impresa sviluppano per questo un’interessante sinergia: la parola ‘tecnologia’ non deve fare paura, perché con questo progetto stiamo semplicemente implementando ciò che la natura ha selezionato. I batteri usano gli idrocarburi come substrato di crescita, facendo scomparire gli inquinanti. La green economy rappresenta oggi una implementazione di ciò che fa la natura: già in precedenti progetti questo approccio funziona. Andiamo dalla scala della pianta a quella del microorganismo senza alterare alcun meccanismo”.
“Studieremo quali siano i meccanismi biologici attraverso i quali gli idrocarburi finiscono nel terreno e possono trasformarsi – ha aggiunto Sanjust – soprattutto quelli con cui, attraverso l'azione dei microorganismi, si possono trasformare in anidride carbonica e acqua, parte integrante dei cicli vitali del nostro pianeta”.