Mercoledì 28 marzo 2018

28 marzo 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 marzo 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Cagliari, scritte sui muri
AEROSPAZIALE, ANCORA MINACCE AL DIRETTORE CAO

“Cao schiavo dei militari” e “Dass ricerca per la guerra”: queste le scritte comparse ieri sulla vetrata dell'aula magna della facoltà cagliaritana di Ingegneria. Nel mirino Giacomo Cao, docente della facoltà e presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna. Immediata la solidarietà dell'Ateneo e della Cgil. Indaga la Digos.  A PAGINA 17

Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Il direttore del distretto nel mirino da anni: «Ma non ci occupiamo di progetti militari»
AEROSPAZIO, MINACCE A CAO
Imbrattata con scritte in rosso l'aula magna di Ingegneria

«Il distretto non si occupa di progetti militari. Sono meravigliato di questo nuovo attacco anche perché sono aperto al confronto con chiunque. In questo caso però non so chi sia l'interlocutore». Giacomo Cao, docente della facoltà di Ingegneria e soprattutto presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass) non si scompone davanti all'ennesimo atto intimidatorio. Ieri mattina il personale della facoltà di Ingegneria ha trovato delle scritte nella facciata esterna dell'aula magna: “Cao schiavo dei militari” e “Dass ricerca per la guerra”, queste le frasi con vernice rossa. E poi degli schizzi con pittura nera. Su quanto accaduto sono al lavoro gli investigatori della Digos.
ANTIMILITARISTI Nessuna firma, nessuna sigla per rivendicare il blitz messo a segno durante la notte tra lunedì e ieri. Ma inevitabilmente gli inquirenti ipotizzano che l'azione sia riconducibile a qualche attivista o movimento antimilitarista. Verranno analizzati anche gli altri atti intimidatori contro Cao. Nell'ottobre del 2015 venti persone, vestite di scuro, avevano tappezzato il dipartimento del docente, in Ingegneria, di manifesti con lo slogan “Fuori i militari dalla Università, non lasciare in pace chi vive di guerra” e con la foto del professore. Pochi giorni dopo altri volantini, questa volta vicino alla sede di Sardegna Ricerche, soci del distretto aerospaziale. Un altro blitz nel marzo del 2016: anche in questo caso erano stati sistemati dei manifesti contro il lavoro di Cao e contro il Dass tanto da costringere il docente a svolgere la sua lezioni sotto lo sguardo anche di due agenti della Digos.
IL NUOVO ATTACCO Dopo due anni dunque il docente e presidente del distretto aerospaziale è finito nuovamente sotto attacco. «Non sono particolarmente preoccupato. Piuttosto basito e meravigliato. Non so chi siano i responsabili di queste scritte e dunque non posso chiedere un confronto diretto», spiega. «Non ho dunque idea di cosa vogliano. Forse cercano un po' di visibilità. Non capisco il senso delle scritte: se siano minacce e una presa di posizione». Il professore universitario ribadisce: «Tutti sanno che sono aperto al confronto. Dunque che si manifestino in modo da avviare un dialogo, un ragionamento». Cao respinge nettamente i contenuti delle scritte: «Il distretto non si occupa di progetti militari. E io non sono schiavo di nessuno: la mia storia professionale lo dimostra. Andrò avanti sperando, lo ribadisco, di avviare un dialogo con queste persone quando si manifesteranno senza più restare nascosti dietro delle scritte anonime».
LA SOLIDARIETÀ Immediata la solidarietà della rettrice Maria del Zompo. «Condanniamo queste modalità violente che non condividiamo e non ci appartengono, perché denunciano viltà e prevaricazione. Il nostro Ateneo c'è e deve esserci, pronto a confrontarsi su tutto e con tutti con le giuste modalità». Del Zompo conclude: «Ci dispiace perché il collega coinvolto è uno stimato docente che svolge in maniera legittima la sua attività». Anche la Cgil ha espresso vicinanza attraverso il segretario generale Michele Carrus: «Al professor Cao esprimiamo tutta la nostra solidarietà ma anche il sostegno affinché continui nel suo lavoro per consolidare un settore strategico per la Sardegna, quello aerospaziale».
LA PROTESTA Intanto - ma non c'è alcun collegamento diretto - mercoledì 11 aprile dalle 10 davanti al rettorato, “A Foras - Contra a s'ocupatzione militare de sa Sardigna” ha organizzato un presidio per dire «fuori i militari dall'Università». Sotto accusa anche i presunti collegamenti «che l'Ateneo ha stretto, attraverso il Dass, con la filiera bellica».
Matteo Vercelli
 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 marzo 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Missioni umane su Marte:
il Dass acquisisce i brevetti

Ci sarà vita su Marte. E la Sardegna è in prima linea per contribuire alle missioni umane utilizzando le risorse disponibili sul pianeta rosso, suolo e anidride carbonica (di cui è ricchissima l'atmosfera del pianeta rosso) per ottenere ossigeno, acqua, fertilizzanti, propellenti e biomassa edibile. Il Dass, Distretto Aerospaziale della Sardegna, è diventato proprietario dei diritti sul brevetto relativo allo sviluppo di questo processo, diritti che erano in capo al Crs4, dopo che aveva già acquisito quelli che appartenevano all'Università di Cagliari e all'Agenzia Spaziale Italiana, raggiungendo la quota del 100%.
Il Dass - spiega una nota - è oggi l'unico tra i distretti italiani «a disporre di un proprio patrimonio brevettuale, le cui domande depositate sono state concesse o sono in fase di nazionalizzazione in Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Cina, Giappone, Russia e naturalmente Italia, a dimostrazione dell'innovatività delle tecnologie sviluppate».
Dice il presidente, Giacomo Cao: «Il Dass, dopo poco più di quattro anni di vita, sta evidentemente concorrendo in maniera significativa allo sviluppo in Sardegna dell'aerospazio, che gode di sempre maggiori attenzioni da parte dei territori anche a seguito del riconoscimento di strategicità della filiera da parte della Giunta regionale».

 
3 - L’UNIONE SARDA ONLINE di martedì 27 marzo 2018, 14:35 / CULTURA » CAGLIARI
DETRITI SPAZIALI, REALE MINACCIA?
Un nuovo progetto in Sardegna

Nuovi sensori e software di elaborazione capaci di acquisire i dati e le informazioni caratteristiche dei detriti in orbita terrestre, prevedendone i pericoli di collisione con le infrastrutture in orbita o sulla Terra: è questo il cuore di un nuovo progetto di ricerca industriale sul tema della "spazzatura spaziale", argomento in questi giorni ampiamente dibattuto dopo l'annuncio del pericoloso rientro nell'atmosfera della stazione cinese Tiangong 1, in corso nell'Isola grazie al finanziamento di Sardegna Ricerche e con la collaborazione di un'impresa sarda, Nurjana Technologies, e dal Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell'Università di Cagliari (DIEE).
I primi risultati del progetto, dal titolo "Sviluppo di una piattaforma di Multi Sensor Data Fusion per monitoraggio e tracking di detriti spaziali", hanno portato all'osservazione e alla stima dell'orbita, tramite un telescopio ottico, della stazione spaziale cinese la cui caduta è data ormai per imminente. L'immagine catturata dai ricercatori sardi è stata resa disponibile nei giorni scorsi.
"Per comprendere come i detriti spaziali siano una minaccia chiara e presente - spiega Pietro Andronico di Nurjana - è sufficiente pensare che una collisione con un frammento di un centimetro ha l'effetto dell'esplosione di una granata, dato che viaggia alla velocità di 10 chilometri al secondo. Di qui la necessità di monitorare le orbite e prevenire le collisioni. Inoltre oggetti di grandi dimensioni, quali satelliti dismessi o parti di razzi, possono rientrare nell'atmosfera terrestre in modo incontrollato, creando rischi per l'incolumità di persone e cose". Tra i risultati attesi del progetto, oltre all'avanzamento delle conoscenze tecnico-scientifiche, vi sono le ricadute economiche legate alle sue applicazioni anche in ambito commerciale e di tutela delle persone. Esiste infatti un mercato, di nicchia ma in forte crescita, costituito dalle agenzie spaziali di tutto il mondo, da enti di ricerca e università, osservatori scientifici, dalle società di telecomunicazione, dalle autorità pubbliche responsabili della protezione civile. (Unioneonline/v.l.)


4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 marzo 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Uno dei ricoverati si aggrava: trasferito a Sassari. Chiusa una discoteca dall'Assl
«MENINGITE, NON È EPIDEMIA»

La Regione: situazione sotto controllo. Paura fra i giovani Non c'è alcuna epidemia, la situazione è sotto controllo e non è necessaria la vaccinazione a tappeto. Così l'assessore Luigi Arru e l'Ats sull'emergenza meningite. Otto i casi accertati da Natale, due mortali. E mentre la discoteca Cocò è stata chiusa per motivi sanitari, uno dei due ragazzi ricoverati a Cagliari si è aggravato ed è stato trasferito a Sassari. Nelle scuole e tra gli universitari del capoluogo cresce la paura.  M. LEDDA, MARCI, VERCELLI ALLE PAGINE 2, 3, 5

Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
MENINGITE
Le risposte dell'esperta
IL CONTAGIO È SEMPRE DIRETTO

Alessandra Pani
Per capire la portata del rischio legato al meningococco di tipo B l'Unione Sarda ha rivolto alcune domande a un'esperta, la docente di Microbiologia e Virologia del dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Cagliari.
Che cosa è il meningococco di tipo B, come si contagia, quanto è pericoloso ?
«Il meningococco è un ospite frequente delle prime vie respiratorie con il 2-30% della popolazione che è “portatore sano”, cioè alberga meningococchi nel naso e nella gola senza presentare alcun sintomo. È un batterio che si trasmette direttamente da individuo infetto a individuo sano per via respiratoria. Esistono 13 sierogruppi di meningococco, ma solo 5 (A, B, C, W 135 e Y) causano meningite e tra questi il B e il C sono i più frequenti in Italia e in Europa. Purtroppo nel 10-20% dei casi la malattia è acuta e rapida, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore anche in presenza di terapia specifica».
Può nascondersi in un luogo come una discoteca e contagiare chi la frequenta?
«No, il meningococco è un batterio molto fragile e non sopravvive al di fuori di un ospite. Come detto, il contagio avviene in modo diretto tramite tosse, starnuti, ovviamente baci, ma anche semplicemente parlando molto vicini, come si è costretti a fare in una discoteca affollata con il volume della musica molto alto, o scambiandosi una sigaretta o un bicchiere di birra».
Siamo di fronte a una epidemia?
«No, parlerei di focolaio epidemico da meningococco B, come in Toscana è stato con il C».
Come ci si difende?
«Per limitare la diffusione e non rischiare di trasformare una situazione di focolaio in epidemia vera e propria, è fondamentale che i contatti stretti dei malati inizino subito la profilassi antibiotica e che vengano individuati e tenuti sotto sorveglianza tutti i contatti recenti in modo da procedere con la diagnosi e la terapia preventiva ai primi sintomi. Tuttavia, il mezzo più efficace di prevenire anche i focolai è vaccinando le fasce di età in cui il meningococco circola di più (adolescenti e giovani adulti) e quelle in cui dà più casi di malattia (bambini). Ovviamente a livello individuale chi vuole ha il diritto di farsi vaccinare. Purtroppo stiamo assistendo a un paradosso: le fasce che dovrebbero vaccinarsi (bambini e giovani) lo fanno sempre meno e una quantità di persone che non rientra nelle fasce prioritarie presa dalla psicosi vuole vaccinarsi».
 

Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Nei pronto soccorso la situazione è nella norma ma c'è chi diserta le mense universitarie
UN COLPO DI TOSSE ED È PANICO
In una scuola i genitori hanno fatto saltare le lezioni ai figli

Basta un colpo di tosse per mettere in allerta. E se di mezzo ci si mette pure l'effetto moltiplicatore della rete e delle chat su WhatsApp il gioco è fatto. Non è ancora psicosi meningite, ma la preoccupazione cresce. Basta una giornata trascorsa all'ingresso di una scuola cagliaritana, nei Pronto Soccorso cittadini e alla mensa universitaria di via Trentino per rendersene conto.
VIA PICENO Ore 8, davanti alla scuola frequentata dal figlio della donna ricoverata al Brotzu con un sospetto di meningite che poi si è rivelato infondato non c'è anima viva, a parte il nonno vigile che la prende con filosofia: «Nessuna paura, oggi siamo in vita, domani non si sa». Dopo quindici minuti circa compaiono i primi ragazzi. Decisamente meno del solito, per via del messaggio circolato nella chat dei genitori lunedì sera. «Il figlio della trentottenne ancora in prognosi riservata) frequenta questa scuola», spiega una delle mamme presenti. Tengono i figli sino all'ultimo e chiedono rassicurazioni agli insegnanti, ma chi accetta di parlare non si dilunga più di tanto.
BOTTA E RISPOSTA «Sappiamo che la signora sta facendo accertamenti, non creiamo inutili allarmismi», taglia corto un docente. «Volevo chiederle cosa ci sa dire di questa situazione», incalza una mamma. «Non mi piacciono gli allarmismi ma non vorrei nemmeno sottovalutare la questione. Dobbiamo sapere come comportarci». La risposta è vaga: «Non sappiamo niente ma è tutto sotto controllo». Anche la referente del plesso non dà le rassicurazioni sperate: «Attendiamo indicazioni dalla Assl». Sta di fatto che al suono della campanella entrano in pochi. C'è chi c'è già passata: «Mio figlio ha preso la meningite B quando aveva appena un giorno, ora ha quindici anni e per fortuna sta bene», racconta Eleonora. «Ma mi sembra di tornare indietro nel tempo e di rivivere quel dramma. Sono terrorizzata, se dicessi il contrario mentirei. Ovviamente oggi gli ho detto di restare a casa, è vaccinato, ma non si sa mai».
PRONTO SOCCORSO Mezz'ora dopo le 9 al Brotzu ci sono una decina di persone che attendono il loro turno. Età media: quarant'anni. Nessuna ressa né incremento di accessi. «L'affluenza è assolutamente nella norma», confermano dal presidio ospedaliero di via Peretti. Scenario identico al Santissima Trinità, dove poco più tardi sono in dodici a dividersi la saletta d'attesa. Pochi metri quadri dove la diffidenza è palese, ma niente di più. Situazione nella norma anche nel Pronto Soccorso del Policlinico di Monserrato, che registra grosso modo gli stessi accessi di sempre. Una giornata come tutte le altre, stando ai numeri.
MENSA UNIVERSITARIA Ore 13,30, tavoli pieni e volti distesi: la psicosi meningite sembra restar fuori dalla mensa di via Trentino, in compenso gli universitari ne parlano parecchio. «La paura c'è, negarlo non avrebbe senso. Ma non è che ci si possa rinchiudere in casa», osserva Chiara Pireddu, vent'anni, iscritta alla facoltà di Lettere. Vanessa Cabiddu, 23 anni, studentessa di Scienze dell'Educazione, annuisce: «Continuo a fare le stesse cose di sempre, almeno sino a quando le autorità competenti non lanceranno un allarme ufficiale», sottolinea. «Anche perché non credo ci siano alternative. Se non la quarantena». Nessuna psicosi, assicura Ornella Piroddi, 33 anni, studentessa-lavoratrice, che dice di «affidarsi molto alla sanità e alla scienza», spiega. «Comunque ci dovrebbe essere più informazione da parte dalla Assl e dall'assessorato, per evitare fenomeni di psicosi», polemizza. «Anche perché credo sia più probabile il contagio mentale rispetto a quello fisico». Anche Andrea Portas, 26 anni, di Oristano, è tranquillo. «Non siamo in epidemia, continuo la mia vita di sempre: lezione, biblioteca, mensa. Tra l'altro sto anche alla Casa dello studente», dice con totale serenità. «In compenso diversi colleghi si sono rinchiusi in casa».
Sara Marci


5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 marzo 2018 / Salute (Pagina 45 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI. Il nuovo studio sulle dipendenze
Ecco come le droghe leggere portano nell'inferno della cocaina

Arriva ad un anno esatto dalla visita all'Università degli Studi di Cagliari e dalla lectio magistralis del Premio Nobel per la Medicina professor Eric Kandel la pubblicazione sulla prestigiosa rivista “Cell reports” del lavoro “Cannabinoid Modulation of Eukaryotic Initiation Factors (eIF2a and eIF2B1) and Behavioral Cross - Sensitization to Cocaine in Adolescent Rats”, frutto della collaborazione scientifica tra la professoressa Paola Fadda e la dottoressa Maria Scherma, docenti del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Ateneo cagliaritano, e il gruppo di ricerca guidato da Eric e Denise Kandel.
COLLABORAZIONE Si tratta del primo attestato dell'intesa tra i due gruppi: hanno contribuito al raggiungimento di questo obiettivo anche il professor Walter Fratta, il dottorando Matteo Deidda e il ricercatore Fabrizio Sanna, anch'essi in forze al Dipartimento di Scienze Biomediche. L'anno scorso Kandel fu l'ospite del primo incontro dei Seminari del Rettore, organizzati dalla professoressa Maria Del Zompo per approfondire importanti tematiche.
LA RICERCA I risultati dello studio pubblicato in questi giorni aggiungono supporto alla “Gateway Hypothesis”, l'ipotesi scientifica che era stata oggetto della apprezzatissima lectio magistralis di Kandel all'Università di Cagliari, e che serve a spiegare il rapporto che risulta esistere tra l'utilizzo di droghe leggere e pesanti: le prime fungono da “portale” che favorisce l'accesso a ulteriori dipendenze.
LE DIPENDENZE Negli anni è stato infatti statisticamente dimostrato che un'alta percentuale di persone dipendenti dalla cocaina ha precedentemente abusato di sostanze contenenti alcol, nicotina e marijuana. Nel lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale, i gruppi di ricerca di Fadda e Kandel hanno ora dimostrato che sostanze cannabinoidi sintetiche psicoattive simili al Thc presente nella Cannabis modulano i livelli di due fattori di iniziazione eucariotica, importanti per la sintesi di proteine, processi di memoria e di sensibilità alle droghe.
TEST SU ANIMALI In particolare, i cambiamenti vengono osservati in animali esposti al cannabinoide in adolescenza, e che dimostrano una maggiore sensibilità alla cocaina. Il quadro che risulta da queste evidenze scientifiche dimostrerebbe un'alterazione di un'età specifica nella suscettibilità all'abuso di sostanze, ponendo in risalto la vulnerabilità neurobiologica del periodo adolescenziale, in un contesto di esposizione a sostanze d'abuso come i cannabinoidi.
 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 marzo 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
SELARGIUS. Il dirigente: sanzioni legittime, niente dietrofront «Non pagheremo»
Multe al liceo, la protesta di una madre

«Mi rifiuto di pagare la multa di due euro», proclama Fabiola Uda. Sua figlia è una delle vittime del provvedimento disciplinare adottato dal dirigente scolastico del liceo scientifico “Pitagora” di Selargius per contrastare il fenomeno degli studenti ritardatari. La sanzione pecuniaria per chi arriva a scuola dopo la chiusura dei cancelli viene contestata anche dai genitori dei ragazzi che studiano nell'istituto di via I Maggio.
I RITARDI DEL PULLMAN «Non sono d'accordo», prosegue Uda, madre di una studentessa multata alcune settimane fa: «Va bene prendere provvedimenti nei confronti di chi arriva sempre tardi ma non di tutta la scuola. Mia figlia è stata multata per un ritardo di soli cinque minuti, dovuto al fatto che il pullman non è stato puntuale: una situazione giustificabile visto che arriva da Sinnai e che può succedere al massimo due volte al mese».
MALCONTENTO DIFFUSO Tutti concordi: i ritardi cronici di alcuni studenti andavano puniti ma non con richieste economiche. Anche se si tratta di un importo simbolico di due euro. «Non lo trovo giusto», continua la madre della ragazza sanzionata: «Potevano prendere altri provvedimenti, magari mirati solo nei confronti di chi fa ritardi esagerati e frequenti. Io non pagherò la multa, e spero che facciano la stessa cosa anche gli altri genitori».
REGOLE DISCIPLINARI Ieri alcuni rappresentanti di istituto hanno incontrato il dirigente scolastico, Salvatore Angius, che non intende fare dietrofront riguardo al provvedimento; quanto al fatto che quest'ultimo sia stato definito «illegittimo» dall'avvocato cagliaritano Leonardo Filippi, docente di Diritto penale all'università, «perché contrario alla legge sulla buona scuola», Angius replica spiegando che «il regolamento di istituto deriva dalla legge quadro sulla scuola e dell'autonomia scolastica che attribuisce alle istituzioni scolastiche facoltà di regolamentazione didattica, di ricerca e disciplinare».
BUONA SCUOLA Quanto alla “buona scuola” ricordata da Filippi, «la norma - aggiunge il preside del liceo selargino - si occupa di organico potenziato, programmazione triennale dell'offerta formativa, attività educative e ricreative, alternanza scuola-lavoro, tutela della salute, edilizia scolastica, integrazione dei disabili, carta per l'aggiornamento dei docenti, bonus docenti e carta dello studente».
NESSUNA OBIEZIONE Sempre sul regolamento il dirigente scolastico precisa che «è stato approvato all'unanimità da tutte le componenti. Inoltre, è pubblicato da tre mesi nel sito e nessuno ha opposto ricorsi, neanche i genitori, tra i quali ci sono avvocati e magistrati».
Federica Lai


7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 marzo 2018 / Spettacoli e Società (Pagina 47 - Edizione CA)
MODA Top Model of the World
Vent'anni, di Uras, sarà Martina Corrias a rappresentare l'Italia

Arriva da Uras, Martina Corrias, la ventenne che rappresenterà l'Italia alla finale mondiale di “Top Model of the World”, il concorso di moda in programma, a ottobre, ai Caraibi. Martina Corrias, occhi nocciola e lunghi capelli biondi, studia in Scienze Politiche a Cagliari ed è stata scelta dall'organizzatrice regionale del concorso, Laura Piras, tra decine di sarde, bellissime e agguerrite, con il sogno della passerella. Lo fotoshooting a Cagliari, sulla spiaggia del Lido. Non è la prima volta che la Sardegna raggiunge la finale mondiale di “Top Model of the World”. «Cinque anni fa», ricorda Laura Piras, «è stata la modella Giulia Campesi a rappresentare l'Italia, piazzandosi al quarto posto». La mia speranza, continua l'organizzatrice, un passato da modella, tra sfilate e copertine, «è che anche la nostra Martina Corrias possa eguagliare, se non migliorare, questo piazzamento». Perché, parafrasando David Herbert Lawrence, «la Sardegna non solo è il luogo in cui nascono i colori, prima di diffondersi nel mondo». È anche quello dove la terra mescola il classico canone di bellezza a forti armonie dal sapore mediterraneo. Le donne sarde sono le più belle? Forse. Martina Corrias lo è di sicuro.



 

La Nuova Sardegna

 


 


8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 marzo 2018 / Sardegna - Pagina 7
LA DENUNCIA
Scritte ingiuriose contro Cao (Dass)

Nuove scritte ingiuriose contro Giacomo Cao, docente di ingegneria all'Università di Cagliari e presidente del Dass, il Distretto aerospaziale della Sardegna. Sui vetri esterni dell'aula magna della facoltà di Ingegneria sono comparse due grandi frasi: «Dass ricerca per la guerra» e «Cao schiavo dei militari». Cao, già in passato, era stato preso di mira. Tre anni fa in Facoltà erano comparsi volantini e manifesti minacciosi in cui il docente veniva accusato di essere «complice nello scempio del territorio» causato dalle esercitazioni militari nell'Isola. Solidarietà al docente da parte del segretario generale della Cgil Michele Carrus e del rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo.


9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 marzo 2018 / Sardegna - Pagina 9
IL PROGETTO >> DALLA SONDA CINESE AL FUTURO
Collaborazione tra l'Università di Cagliari e Nurjana
DETRITI SPAZIALI: NASCERÀ IN SARDEGNA IL RADAR SENTINELLA
Nuovi sistemi di monitoraggio per i rifiuti in orbita

di Antonello Palmas
CAGLIARITutti con lo sguardo preoccupato verso il cielo: è imminente il rientro nell'atmosfera della stazione spaziale cinese Tiangong1, che potrebbe cadere proprio nel periodo pasquale in una zona che comprende anche il sud Italia.Il pericolo concreto, dicono gli esperti, sembra limitato. Ma in futuro potrebbe essere la Sardegna a vestire i panni di supereroe e vigilare sulla "spazzatura dello spazio", un problema che sembra destinato a divenire sempre più pressante a causa dell'aumento del lancio dei satelliti.È infatti in corso un progetto di ricerca industriale finanziato da Sardegna Ricerche e condotto in collaborazione da un'impresa sarda, Nurjana Technologies, e dal Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell'Università di Cagliari (Diee): si chiama "Sviluppo di una piattaforma di multi sensor data fusion per monitoraggio e tracking (tracciato) di detriti spaziali. L'obiettivo è mettere a punto nuovi sensori e software di elaborazione capaci di acquisire i dati e le informazioni caratteristiche dei detriti in orbita terrestre, prevedendone i pericoli di collisione con le infrastrutture in orbita (satelliti, stazioni spaziali) o sulla Terra.E i primi risultati del progetto hanno portato proprio all'osservazione e alla stima tramite un telescopio ottico dell'orbita di Tiangong1. L'immagine catturata dai ricercatori sardi è stata resa disponibile nei giorni scorsi. Spiega Giorgio Montisci: «Il Gruppo di elettromagnetismo del Diee si occuperà dello sviluppo di sistemi radar per il monitoraggio dei detriti, i cui dati saranno correlati con i dati forniti dai telescopi ottici, al fine di ottenere una stima più precisa delle orbite». Già dal 2015 l'Europa ha iniziato a finanziare programmi di monitoraggio, cui partecipa anche l'Italia, col centro operativo di Pratica di Mare, il sistema radar bistatico Biralet (Poligono interforze di Salto di Quirra) e il radiotelescopio Srt costruito e gestito dall'Inaf e dall'Asi a San Basilio.Ma non c'è bisogno che gli oggetti siano grandi come Tiangong: anche un frammento ridottissimo può rappresentare un grosso pericolo. I detriti spaziali muovendosi ad altissima velocità nell'orbita terrestre sono in grado di fare danni enormi in caso di impatto, così come sono potenziali killer in caso di caduta sul nostro pianeta. «Basti pensare che una collisione con un frammento di solo un centimetro ha l'effetto dell'esplosione di una granata, dato che viaggia alla velocità di 10 chilometri al secondo» spiega Pietro Andronico (Nurjana). In tutto sinora sono stati catalogati 13.000 oggetti più grandi di un centimetro. Ma anche scaglie di vernici, polveri, materiale espulso dai motori dei razzi, liquido refrigerante, a quelle velocità si possono trasformare in micidiali proiettili.Tra i risultati attesi del progetto, oltre all'avanzamento delle conoscenze tecnico-scientifiche, vi sono le ricadute economiche legate alle sue applicazioni tecnico-scientifiche, commerciali e di protezione civile. Esiste infatti un mercato, di nicchia ma in forte crescita, costituito dalle agenzie spaziali di tutto il mondo, da enti di ricerca e università, osservatori scientifici, dalle società di telecomunicazione, dalle autorità pubbliche responsabili della protezione civile.


10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 marzo 2018 / Sassari - Pagina 31
Aou, uno dei nuovi capi non avrebbe i requisiti in quanto non titolare (ma sostituto) nella struttura
DIRETTORI DIPARTIMENTI: NOMINE DA RIFARE?
L’Università: «Si tratta di un incarico a tempo, in attesa di regolarizzare la posizione con i concorsi per ordinari» - La scelta del candidato e l’incompatibilità dei titoli potrebbero tuttavia rendere nulle le delibere

di Luigi Soriga
SASSARI In qualunque azienda la distribuzione dei ruoli di comando non è mai una operazione indolore. Si entra a gamba tesa sulle ambizioni e sulle aspettative professionali, aprendo uno spartiacque tra appagati e scontenti. Per questo, le promozioni, andrebbero fatte con precisione chirurgica. L'Aou e l'Università nei giorni scorsi hanno nominato i direttori di undici dipartimenti: un passaggio epocale nella riorganizzazione sanitaria che sta sollevando un enorme polverone. E c'è già il dito puntato su una presunta illegittimità nella scelta di uno dei direttori. Si tratta del dottor Stefano Sotgiu, per il dipartimento Tutela delle fragilità. E in effetti, a controllare le delibere pubblicate dall'Aou qualcosa non torna. Nella delibera 181 del 2 marzo, poi ribadita da quella successiva numero 194, vengono inquadrati uno per uno i dipartimenti e anche i conditati a ricoprire il ruolo di direttore. Accanto al nome di Stefano Sotgiu, nell'ambito della struttura complessa, compare la dicitura sostituto titolare di Nurospichiatria Infantile. Ma la delibera 195 del 12 marzo, che adotta il regolamento e specifica il funzionamento e le modalità nell'assegnazione degli incarichi all'interno dei dipartimenti, all'articolo 8 recita: i capi dipartimento vengono nominati dal direttore generale dell'Aou su indicazione del Rettore, e scelti tra i titolari di struttura complessa. E il punto è proprio questo: mentre tutti gli altri nomi indicati dall'Università hanno i requisiti (Emergenza Urgenza Pierpaolo Terragni, Chirurgico Alberto Porcu, Oncoematologico Gian Vittorio Campus, Tutela della Salute donna e bambino Salvatore Dessole) invece Stefano Sotgiu risulterebbe ineleggibile in quanto sostituto titolare e non titolare. L'Università parla di mero errore all'interno della delibera: «Il Dipartimento Tutela fragilità è a direzione universitaria e, stante l'urgenza di avviare l'organizzazione dipartimentale della Aou, il Rettore Massimo Carpinelli ha indicato il nominativo del professor Stefano Sotgiu come incaricato temporaneo in attesa dell'espletamento della selezione e quindi della successiva individuazione del titolare come previsto dagli atti aziendali. Purtroppo il professor Sotgiu, per mero errore, è stato indicato come titolare». Quindi Sotgiu avrebbe un incarico pro tempore e non godrebbe dell'indennità economica per questo nuovo ruolo.Il problema, in verità nasce anche a monte. Si è scelto di attribuire a un medico dell'Università la guida del dipartimento Tutela della Fragilità. Ma già in partenza era palese l'incompatibilità nei requisiti. Infatti entrambi i professionisti che il Rettore avrebbe potuto indicare, e cioè i professori Sotgiu e Lorettu (Psichiatria), sono inquadrati come sostituti titolari. Al contrario dei colleghi ospedalieri che fanno parte sempre della stessa struttura complessa, ovvero Demaria e Posadinu, che invece avevano i gradi per poter ricoprire il ruolo. Ora bisognerà attendere gli sviluppi di questo polverone interno alla sanità. Due i possibili scenari: nel primo la pezza posta da Università e Aou con l'incarico affidato in maniera provvisoria, servirà a smussare malumori e polemiche; nel secondo la vicenda avrà strascichi differenti, come nella peggiore delle ipotesi l'annullamento delle delibere dell'Aou.


11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 marzo 2018 / Provincia di Sassari - Pagina 30
OZIERI
Letteratura al femminile con “Un viaggio tra le pagine”
OZIERI Proseguono le iniziative promosse

dalla biblioteca (istituzione San Michele) con la collaborazione dei volontari del Servizio Civile che dal 6 aprile presenteranno la rassegna “Un viaggio tra le pagine”. Il primo incontro in programma, che si svolgerà venerdì prossimo alle 18.30 in biblioteca, è incentrato su una riflessione sul tema della condizione femminile dalla classicità ai giorni nostri: un intervento animato dalle docenti di lettere, latino e greco del liceo classico di Ozieri Giovanna Arcadu e Pierina Carroni. Il secondo appuntamento, che si terrà il 12 aprile, sarà un the letterario nel quale si ripercorreranno le tappe dell’emancipazione del pensiero femminile con un commento a “Una stanza tutta per sé” di Virginia Wolf con la scrittrice Monica Farnetti, socia fondatrice della Società Italiana delle Letterate e docente di letteratura italiana nell’università di Sassari. Il terzo e ultimo appuntamento, venerdì 20 aprile sempre alle 18.30 sarà la presentazione del romanzo “Agosto” di Sotera Fornaro, scrittrice, studiosa di cultura e letteratura tedesca e docente di letteratura greca all’università di Sassari, che affronterà una delle tematiche più complesse del nostro tempo: lo sbarco dei migranti.Vi prenderanno parte alcuni migranti del centro di accoglienza della Caritas. Tutti gli appuntamenti si svolgeranno nel centro culturale San Francesco. (b.m.)

Questionario e social

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