Sabato 24 marzo 2018

24 marzo 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 marzo 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ, SEMINARIO
“Etica, politica ed economia. Una simbiosi necessaria”: è questo il titolo del primo seminario del ciclo di incontri organizzato dall'Università nell'ambito del percorso-concorso “UniCa per l'Etica”. Relatore sarà il professor Aldo Pavan, docente di Economia aziendale della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, l'appuntamento è per mercoledì 28 marzo alle 16 nell'Aula magna del Rettorato.

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 marzo 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
A Sadali il più antico cervo sardo
Sull'altopiano di Sadali c'è una caverna che ha custodito le ossa di un cervide vissuto nel Pleistocene, circa 2,58 milioni di anni fa. La scoperta è stata fatta da un team del Dipartimento di Chimica e Scienze Geologiche dell'Università di Cagliari, guidato dalla geologa Rita Teresa Melis. Lo straordinario rinvenimento del più antico cervo dell'Isola è avvenuto in un luogo tanto suggestivo quanto pieno di mistero: una cavità capace di svelare complessità architettoniche. MIRARCHI A PAGINA 44

Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
LA SCOPERTA  Il ritrovamento fatto da un team guidato dalla geologa Rita Teresa Melis
È il più antico cervo sardo Le ossa fossilizzate in una caverna di Sadali

In un'angusta grotta dell'altopiano calcareo di Sadali sono stati ritrovati i resti di quello che potrebbe essere il più antico progenitore dei cervi endemici sardi. La notizia è di quelle che risvegliano all'istante la curiosità del grande pubblico per la scienza, e in questo caso mette in primo piano la nostra Isola: il patriarca infatti rappresenta una sottospecie a sé stante, sia geneticamente che morfologicamente, rispetto alle specie presenti altrove.
MITO Il cervo, che primeggia fra gli altri mammiferi per maestosità ed eleganza, ha sempre nutrito l'immaginario del mito, simboleggiando la fecondità e il rinnovo continuo del ciclo di vita. In Sardegna deriva da due specie finora note, lungo il filone evolutivo del genere Praemegaceros: i P. sardus e i P. cazioti, vissuti rispettivamente 400 mila e 700 mila anni fa. Si ignorava però quale potesse essere il loro antenato, o almeno, così stavano le cose fino al 2016, quando un team di studiosi del Dipartimento di Chimica e Scienze Geologiche dell'Università di Cagliari, guidato dalla geologa Rita Teresa Melis, insieme a Maria Rita Palombo (Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università La Sapienza di Roma), a Bassam Ghaleb (Uqam, Università di Montreal) e al geologo Serafino Meloni, ha rivelato sulla Quaternary Research che potrebbero aver rinvenuto l'esemplare di una specie finora sconosciuta.
ALTIPIANI «La zona del ritrovamento è quella che accomuna anche i caratteristici altipiani, detti Tacchi, di Jerzu e Ulassai; in questo caso, per raggiungere quello di Sadali, bisogna superare Mandas, guadare il Flumendosa e spingersi in un territorio di natura calcarea segnato da movimenti carsici spinti, ricchi di concrezioni rocciose che offrono altrettanti campioni di datazione storica», spiega la docente Rita Teresa Melis.
GROTTA Il rinvenimento non è stato per niente semplice. Le ricerche sono iniziate nel 2012, quando una persona del posto segnalò la grotta a Serafino Meloni, allora studente di geologia. Una delle difficoltà è legata alla natura stessa della caverna, che risale probabilmente a cinque milioni di anni fa: bisogna entrare in una stretta cavità superficiale, nota come Su Fossu de Cannas, e poi spingersi in un corridoio sottostante; nel soffitto di questo tunnel emergono i resti di un grande cervide, con metà mandibola esposta e diverse ossa (tra cui un metatarso ben riconoscibile) fossilizzate in una parete di calcite.
«Le grotte hanno il potere di conservare intatte queste risultanze. È stato determinante il sostegno della popolazione locale, e in particolare del proprietario del terreno, senza dimenticare il supporto fondamentale della soprintendenza di Sassari e Nuoro, perché i fondi che avevamo a disposizione erano ridotti», prosegue la geologa.
PLEISTOCENE «I resti non si potevano estrarre dal soffitto in cui erano incastonati, abbiamo preso solo un piccolo campione di due centimetri che poi è stato analizzato anche a Montreal. Ci siamo presto resi conto che il metodo del Carbonio 14, capace di datare fino a trentamila anni fa, non era sufficiente, ma nemmeno la datazione con l'Uranio-Torio, che arriva a 450 mila anni addietro, bastava. L'analisi comparata dei campioni ci ha fatto retrodatare il ritrovamento fino a 800-900 mila anni fa».
Questo antenato dei megaceridi sardi (spettacolari cervi dalle grandi forme e dai palchi eccezionalmente sviluppati), potrebbe risalire a un gruppo comparso in Europa nel Pleistocene, giunto in Sardegna perché i periodi freddi avevano reso il mare attraversabile, ed estintosi poi nel Pleistocene medio per cause ancora sconosciute. Le sue dimensioni sono di circa un metro e ottanta centimetri al garrese, e se le intuizioni degli studiosi venissero confermate, si tratterebbe dell'anello mancante nell'antica storia evolutiva di quel particolare esemplare di cervo che popola la Sardegna e la Corsica, e che oggi deve essere tutelato per non correre il rischio di estinguersi, stavolta non per cause naturali, ma come conseguenza dell'impatto negativo dell'uomo.
Luca Mirarchi

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 marzo 2018 / Libri (Pagina 47 - Edizione CA)
Lo scrittore Le faremo sapere/3
Chiamata alle arti per i narratori sardi emergenti o esordienti
«E chi vuole colpi, venga all'Oasi Papa Giovanni»


Libri (Pagina 47 - Edizione CA)
L'illustratore Marco Manca
Nato a Trento nel 1997, abita a Burcei dal 1998. Ha frequentato il liceo artistico Brotzu di Quartu Sant'Elena, ora studia Scienze della Comunicazione all'Università di Cagliari.

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 marzo 2018 / Cronaca di Nuoro (Pagina 39 - Edizione CA)
Incontro con Licinio Contu
Oggi alle 18, nell'auditorium comunale, incontro con Licinio Contu sul tema “Lo scienzato e la fede”. Intervengono il sindaco Giovanni Santo Porcu, il parroco don Ruggero Bettarelli e Antonio Rojch.

 

 

La Nuova Sardegna

 




 

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 24 marzo 2018 / Scultura e spettacoli - Pagina 37
Animali arrivati nel Pleistocene, una nuova specie di grandi dimensioni estinta settemila anni fa per effetto della caccia
A Sadali i resti del progenitore dei cervi sardi

di Simone Repetto
CAGLIARI Dallo studio della paleontologia sarda, la presenza di cervi endemici era nota, con due specie classificate dal mondo scientifico. Recentemente, è stata fatta una scoperta assai importante che, oltre a svelare il cervo più antico che abbia mai calcato la terra sarda, potrebbe annunciare l'individuazione di una terza specie. La notizia, è stata pubblicata sulla rivista Quaternary Research, a cura della geologa Rita Melis (Dipartimento di Chimica e Scienze Geologiche dell'Università di Cagliari), la paleontologa Maria Rita Palombo (Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università La Sapienza di Roma), lo studioso canadese Bassam Ghaleb (Uqam, Università di Montreal) e il geologo Serafino Meloni. E' stato quest'ultimo a ritrovare inaspettatamente i resti del cervo, in fondo ad una grotta dell'altopiano calcareo di Sadali, a circa 800 metri sul livello del mare in località "Su Fossu de Cannas". Una cavità la cui apertura non lascerebbe presagire la particolare forma interna, che si conclude con un tunnel dall'altezza limitata. Nelle concrezioni calcaree del soffitto, sono stati trovati inglobati parti dello scheletro del grande cervide, tra cui si riconoscono la mandibola ed un osso metatarsale, incrostato in uno strato di calcite. «Col parere positivo della Soprintendenza di Sassari e Nuoro - ha detto la geologa Rita Melis - abbiamo avviato le indagini in una grotta molto complessa, sviluppatasi circa 5 milioni di anni fa, in cui si sono succedute fasi di erosione e sedimentazione legate ai cambiamenti climatici, che hanno generato colate stalagmitiche coprenti resti e sedimenti. I resti fossili di cervide, sono stati trascinati all'interno da un flusso d'acqua e poi ricoperti da una colata stalagmitica di età superiore ai 450 mila anni. È probabile che il cervo sia arrivato tra 800 e 900 mila anni fa, durante una fase fredda del Pleistocene». Si tratta di un "megacerino" del genere Praemegaceros, endemico della Sardegna ed appartenente ad una tribù di cervi preistorici caratterizzati da grandi dimensioni e palchi di corna particolarmente sviluppati. «Durante il Pleistocene e agli inizi dell'Olocene - ha detto la paleontologa Palombo - specie endemiche di cervidi discendenti da diversi antenati continentali, erano una componente comune di varie faune insulari in tutto il mondo, dal Giappone alle Filippine, dalle isole di Jersey a quelle del Mediterraneo. Tra i cervidi pleistocenici endemici presenti nelle isole del Mediterraneo, gli unici appartenenti inequivocabilmente alla tribù dei megacerini, che mostrano un'evoluzione anagenetica (evoluzione cioè che implica un cambiamento nella frequenza genetica) che si manifesta anche con progressiva diminuzione di taglia, sono quelli del massiccio sardo-corso ed in particolare della Sardegna, dove sono presenti anche le forme più antiche, come quella trovata nella grotta di Sadali».L'argomento, è tra quelli che attira l'attenzione degli studiosi, anche per i numerosi ritrovamenti in grotta (fra i depositi più ricchi, la Grotta della Medusa e la Grotta dei Cervi ad Alghero, la Grotta di Corbeddu ad Oliena) e gli sviluppi evolutivi emersi nel corso delle ricerche. «Oltre alla scoperta del cervo di Sadali - ha detto il paleontologo Daniel Zoboli dell'Università di Cagliari - in Sardegna sono note due specie di cervo appartenenti al genere Praemegaceros, strettamente legate dal punto di vista evolutivo, dal momento che dalla più grande ed antica (P. sardus) si è sviluppata quella più piccola (P. cazioti). La prima, è stata individuata presso Fluminimaggiore (Cava Santa Lucia) e nelle brecce ossifere di Capo Figari (Golfo Aranci). La seconda, è invece molto più diffusa e i suoi resti sono stati ritrovati in molti depositi di grotta. Sono state rinvenute anche molte impronte e piste seguite dai cervi in passato. Considerando le dimensioni, P. cazioti è circa 25-40% più piccolo del suo antenato P. sardus, e raggiungeva poco meno di un metro di altezza al garrese». Per il cervo di Sadali, secondo i ricercatori, si può ipotizzare un'altezza superiore al metro e mezzo (l'antenato continentale del filone endemico sardo, si stima avesse un'altezza di un metro e 80 ), in attesa di ulteriori sviluppi dall'analisi dei resti del cervide della grotta di Sadali. Come per i mammut, anche i megacerini del Pleistocene probabilmente raggiunsero il blocco sardo-corso a nuoto (considerando i bassi livelli marini e la relativa vicinanza fra le terre emerse) e subirono una riduzione fisica progressiva dovuta all'insularità, prima di estinguersi intorno ai 7 mila anni fa (in base ai reperti ritrovati nella Grotta Juntu sul monte Albo), forse a causa dell'uomo che diede loro la caccia.

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 24 marzo 2018 / Sassari - Pagina 20
Maxi delibera del direttore generale D'Urso che sceglie anche vice e coordinatori
L'AOU NOMINA I DIRETTORI DI UNDICI DIPARTIMENTI
Costituito il collegio che è incaricato di supportare la direzione strategica

SASSAR II dipartimenti dell'Aou hanno i loro direttori. Sono stati nominati mercoledì con delibera del direttore generale con la quale sono stati nominati anche i vice direttori di dipartimento e i coordinatori di area funzionale dipartimentale. Costituito anche il collegio di direzione. «Abbiamo creato una squadra di professionisti clinici - afferma il direttore generale Antonio D'Urso - che supporteranno la direzione aziendale nel governo dell'Aou. Un'attività corale e condivisa che, assieme alla professionalità degli attori coinvolti, deve rappresentare e contraddistinguere l'azione della nostra azienda».Sono undici i direttori di dipartimento nominati dal direttore generale: dieci quelli dei dipartimenti dell'assistenza integrata e uno del dipartimento amministrativo e tecnico. Per quanto riguarda i primi, cinque sono direzione universitaria e cinque a direzione ospedaliera. Per quelli a direzione universitaria, il direttore generale Antonio D'Urso ha preso atto della nota del rettore dell'Ateneo turritano Massimo Carpinelli che ha indicato quale direttore del dipartimento Emergenza Urgenza Pierpaolo Terragni, per quello Chirurgico Alberto Porcu, per quello Oncoematologico Gian Vittorio Campus, per quello della Tutela della Salute donna e bambino Salvatore Dessole, per il dipartimento Tutela delle fragilità Stefano Sotgiu.Per quelli a direzione ospedaliera, il rettore dell'Università di Sassari ha espresso parere favorevole sulle nomine comunicate dal direttore generale. Queste ultime, sulla base del regolamento per l'organizzazione e funzionamento dei dipartimenti, sono state fatte sui candidati in possesso dei requisiti validi. I loro nominativi sono venuti fuori dalle riunioni dei comitati di dipartimento che si sono svolte nei giorni scorsi. Direttore del dipartimento Medico sarà Francesco Bandiera, del dipartimento Specialità mediche e della riabilitazione Maria Cossu, del dipartimento Neuroscienze testa collo Francesco Bussu, del dipartimento Cardio toraco vascolare Pierfranco Terrosu e del dipartimento Farmaco e diagnostica Stefano Profili.Chiara Seazzu, infine, sarà il direttore del dipartimento amministrativo e tecnico.Contestuali quindi le nomine dei coordinatori di area funzionale dipartimentale. Per il dipartimento Farmaco e diagnostica saranno Stefano Profili all'area della diagnostica per Immagini e interventistica quindi Salvatore Rubino all'area della diagnostica di laboratorio. Per il dipartimento amministrativo e Tecnico, invece, Chiara Seazzu all'area amministrativa e Luigi Spanu all'area tecnica.Nominati anche i vice direttori del dipartimento Farmaco e diagnostica, sarà Salvatore Rubino, e del dipartimento amministrativo e tecnico, sarà Luigi Spanu.Successivamente saranno nominati gli altri vice direttori di dipartimento. Restano ancora da istituire il comitato di dipartimento delle Professioni sanitarie e da nominare il relativo direttore.


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