Sabato 17 marzo 2018

17 marzo 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 marzo 2018 / Salute (Pagina 42 - Edizione CA)
Patologia Ne soffre una paziente su quattro
Incontinenza: nuove terapie per le donne

Un imbarazzo che può spesso ritardare la diagnosi e aumentare i disagi. «L'incontinenza urinaria femminile interessa una donna su quattro - ha spiegato Salvatore Dessole, direttore dell'unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia dell'Aou di Sassari - e si aggrava con l'aumentare dell'età colpendo sino al 60% delle donne in post-menopausa. Una situazione che altera la qualità della vita, con importanti costi per la società a causa di disabilità associate e assenze dal posto di lavoro».
I NUMERI I numeri e il tasso d'incidenza dei casi hanno aperto il corso sulle patologie del pavimento pelvico femminile e l'incontinenza urinaria femminile inaugurato pochi giorni fa nell'aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'ateneo sassarese. Le statistiche descrivono una vera patologia, resa ancora più frequente da gravidanze, interventi chirurgici invasivi e particolari disfunzioni neurologiche. «Questa patologia - ha aggiunto Dessole - intacca la qualità di vita, mentre noi vorremmo che si invecchiasse sempre di più e bene». Da qui la necessità di un inquadramento diagnostico-terapeutico della malattia, con i percorsi terapeutici assistenziali mirati alla cura dell'incontinenza urinaria femminile e del prolasso degli organi pelvici.
IL METODO «L'approccio di questo corso - ha sottolineato il direttore generale dell'Aou sassarese, Antonio D'Urso - è nuovo e non si concentra sulla malattia in senso stretto ma sul percorso del paziente e vede protagonisti ginecologi, urologi, ostetriche, fisioterapiste e altri professionisti che del pavimento pelvico fanno il centro del loro interesse professionale. Un metodo che ha due effetti: sull'efficacia clinica del trattamento e sull'efficienza, aspetti importanti in un momento in cui le risorse sono limitate e definite».
MALATTIA COMPLESSA Una patologia invalidante, quindi, dal punto di vista della vita di relazione, con risvolti psicologici. Una malattia di cui non si conosce ancora precisione l'incidenza in entrambi i sessi, con un range che oscilla tra il 5 e il 65% della popolazione. «Una malattia silenziosa - ha sottolineato Pier Luigi Cherchi, direttore della scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia di Sassari - le donne si rifiutano di parlarne, ma se non curata in tempo peggiora progressivamente». Dall'incontro è emerso inoltre che le donne sono più colpite degli uomini, con una casistica di nove a uno.
LE CAUSE «Una situazione dovuta, tra i tanti fattori, al parto vaginale naturale che determina uno sfiancamento del pavimento pelvico, con riflessi su prolassi e incontinenza urinaria», ha aggiunto Cherchi. Durante i lavori si è parlato anche di terapia riabilitativa e medica, dei pro e dei contro dell'approccio chirurgico mininvasivo, alla luce anche dei dati provenienti dalle nuove pubblicazioni scintifiche.
EFFETTI COLLATERALI Spesso in molte donne c'è quindi anche un vissuto di solitudine, di tristezza che può sfociare anche in una depressione. «È chiaro che prevenire queste malattie e curarle in tempo - ha detto Alberto Porcu, direttore del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Aou di Sassari - deve essere l'obiettivo di una moderna società che vuole assicurare ai propri cittadini una vita più lunga e di buona qualità».
Luca Mascia

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 marzo 2018 / Borsa (Pagina 18 - Edizione CA)
«Continuità, basta attese: avanti anche senza l'Ue»
L'ultima lettera ha la data di ieri ed è accompagnata da un corposo dossier firmato dai ricercatori del Cirem. Il progetto della nuova continuità territoriale parte per Bruxelles in cerca di un via libera definitivo, ma questa volta il biglietto è di sola andata: «Non possiamo più aspettare, abbiamo tempo fino a marzo. Se non riceveremo segnali positivi dalla commissione Ue andremo avanti lo stesso», avverte l'assessore ai Trasporti Carlo Careddu.
LO SCHEMA Lo spazio per le attese è finito: la Regione dopo una lunga serie di trattative, limature e modifiche di sostanza, ha confezionato la versione definitiva della prossima continuità aerea. L'obiettivo è farla partire a fine ottobre, quando scadrà la proroga dell'attuale sistema di collegamenti tra l'Isola e gli aeroporti di Roma e Milano. L'ossatura non sarà molto diversa dal modello in vigore. Ci saranno più posti, questo è sicuro, e cambierà qualcosa sotto il profilo delle tariffe per i turisti: i prezzi saranno uguali a quelli per i sardi per otto mesi all'anno (ora sono nove mesi), mentre nei restanti quattro (d'estate) saranno più alti, anche se con un tetto massimo. Poi potrebbero essere introdotti alcuni correttivi già ipotizzati nel progetto dell'ex assessore Massimo Deiana: è il caso dei posti riservati per motivi sanitari e dei nuovi meccanismi per le prenotazioni.
LE TRATTATIVE È utile un riassunto delle puntate precedenti: a ottobre, quando la continuità di Deiana era pronta al decollo a Olbia e Alghero, la commissione europea scrisse alla Regione per sollecitare una marcia indietro. Troppi biglietti a tariffa agevolata: quel modello sconfinava negli aiuti di Stato. Così si è fermato tutto e nel frattempo è stata avviata una trattativa per mettere a punto un altro bando, condiviso con Bruxelles. Ma negli ultimi mesi la posizione dell'Europa è diventata sfuggente. Ancora di più nelle ultime settimane: la sponda del ministro Delrio è meno efficace, a Roma c'è un governo che prepara le valigie e non si sa chi arriverà dopo.
«Il rapporto con l'Ue non è facilissimo», ammette Careddu, «noi fino ad ora abbiamo assecondato le loro indicazioni, siamo tornati indietro sui progetti di Olbia e Alghero. Ora, con la schiena dritta e le carte alla mano, metteremo a punto un bando affidabile e appetibile per le compagnie aeree». E se dall'Ue non arrivasse il via libera, pazienza: «In quel caso andremo avanti e ci difenderemo nelle sedi opportune», dice l'assessore ai Trasporti.
NESSUNA INTERRUZIONE Se poi il braccio di ferro tra Regione e Europa dovesse proseguire, comunque la continuità territoriale ci sarà sempre. «Verrebbe prorogato il sistema attuale: non possiamo interrompere uno strumento così importante per la mobilità dei sardi. Bruxelles deve fare uno sforzo per farci sentire una volta per tutte cittadini europei. La continuità aerea per noi è l'equivalente dell'alta velocità ferroviaria».
ALGHERO Sulla scrivania dell'assessore c'è anche la recente delibera con cui l'autorità Anticorruzione ha chiuso il fascicolo sulla privatizzazione dell'aeroporto di Alghero. L'Anac ha spedito gli atti alla procura di Sassari e alla Corte dei conti. «È un atto dovuto», spiega l'assessore ai Trasporti, che dà una «valutazione positiva» del documento firmato da Raffaele Cantone. Nel documento si sottolinea però il ricorso «anomalo» alle proroghe del bando di vendita, ben undici. «La Regione esce da questa vicenda in maniera ottima», conclude Careddu, «perché viene affermato che ha agito in maniera conforme al codice. E il merito, va detto, è di chi mi ha preceduto».
Michele Ruffi




 

La Nuova Sardegna

 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 17 marzo 2018 / Sardegna - Pagina 8
NUOVA CONTINUITÀ
Careddu: basta ai diktat Ue
andiamo avanti coi bandi

di Luca Rojch
CAGLIARI Per la Sardegna l'Europa è uno Stato straniero. Nessun paradosso. Per parlare con gli Euroburocrati le Regione, anche quella sarda, si devono rivolgere all'ambasciatore italiano. Sembra impossibile, ma è il reale iter che si deve seguire. È questo è solo uno dei tanti labirintici percorsi che l'assessorato ai Trasporti deve percorrere per portare a casa il nuovo bando della Continuità. L'assessore Carlo Careddu dà due notizie. Sono partite le integrazioni per i bandi sulla Ct1. E la Regione ha deciso in ogni caso di andare avanti con la pubblicazione dei bandi. La scelta. L'assessore Careddu spiega l'iter seguito. «Oggi sono partite per Roma e Bruxelles le ultime integrazioni ai bandi, richieste dopo gli ultimi incontri diretti e indiretti con l'Ue. Sì perché alcuni incontri li fa l'ambasciatore italiano. Lo so che sembra incredibile, ma tutti i rapporti e gli appuntamenti con la commissione sono fissati attraverso l'ambasciatore. Oggi è partito l'ulteriore corposo, e spero definitivo, plico». Ma cosa contiene? «Ci sono gli studi e i calcoli sul progetto di continuità territoriale. Come la dimensione dei flussi. Nodi che la commissione aveva posto. In questi mesi ci siamo riuniti in diverse occasioni. E ogni volta gli euroburocrati hanno messo in evidenza un aspetto diverso. E ogni volta hanno sollevato nuove questioni e nuovi dubbi. Questo tipo di rapporto non è per nulla semplice da portare avanti». La vicenda. Careddu racconta solo gli ultimi mesi di trattativa. «La lettera dell'ottobre 2017 ci chiedeva di revocare i bandi di Alghero e Olbia e di rifare quello di Cagliari. Da quel momento in poi ci sono state diverse riunioni, l'ultima a Palazzo Chigi. Il mio obiettivo da subito è stato avere la sponda del governo. La Regione non può essere lasciata da sola. Il cambio di governo in questi ultimi mesi ha reso le cose ancora più complicate». La decisione. Careddu dice in modo esplicito che andrà avanti. «La trattativa con l'Ue è andata avanti a schiena dritta. E siamo pronti ad andare avanti perché anche noi siamo cittadini europei e vogliamo avere gli stessi diritti e le stesse possibilità degli altri europei. I burocrati di Bruxelles non capiscono le nostre esigenze e la situazione che viviamo e la necessità di quantificare il gap che vivono i sardi». Careddu spiega la differente impostazione tra Bruxelles e la Regione. «Da una parte della bilancia c'è il libero mercato, dal altra il diritto alla mobiltà dei sardi, che è un diritto fondamentale. L'Europa dovrebbe tutelare questo diritto, mi pare perferisca considerare il libero mercato. Ci troviamo a parlare di concetti come "servizio minimo", quello da garantire per non alterare il mercato. Io parlo di diritto alla mobilità che deve essere garantito. Ma l'Ue pretende l'inversione dell'onere della prova. Devi essere tu a dimostrare che a quel diritto non puoi rinunciare. E che la Regione non dà aiuti di Stato, ma difende la mobilità dei sardi». Ct1. Per l'assessore «è indispensabile andare oltre la Ct1 in vigore. Martedì ho convocato i vettori per incrementare ancora i voli, ma c'è un limite fisico e contrattuale oltre il quale non si può andare. Serve la nuova Ct1. In questi mesi c'è stato contestato il meccanismo di upgrade dei voli. Che scattava al coefficiente di riempimento dell'80%. Percentuale che per l'Ue penalizza le low cost. Abbiamo innalzato la percentuale. Ho insistito molto perché nel nuovo bando vengano garantiti nel primo e nell'ultimo volo posti riservati ai sardi che devono fare controlli e visite mediche nella penisola. Anche in questo caso ho faticato. L'Ue ci contesta anche il fatto che ci sia una sperequazione tra il numero di voli estivi e quelli invernali. Ho spiegato che anche i sardi viaggiano e lo fanno di più in estate. Tutti questi dati non li abbiamo inventati, ma ci siamo serviti di consulenze esterne gratuite delle due università sarde e del Cirem. Abbiamo scelto competenze sarde per mostrare che le abbiamo anche nell'isola. Dati scientifici». Avanti comunque. L'assessore è determinato. «Auspico che in questo incontro l'Ue prenda atto che abbiamo chiarito tutti i punti e non possiamo più rinunciare al nostro diritto alla mobilità. In caso contrario andremo comunque avanti, con garbo, ma con decisione, esercitando i nostri diritti. Diritti che si basano su dati scientifici. Che si basano anche su realtà vicine, che hanno presentato la loro continuità all'Ue e a cui non è stato chiesto nessun tipo di esame».

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 17 marzo 2018 /Atlanti - Pagina 14
REALTÀ VIRTUALE >> Il progetto
Gli architetti elaborano le proposte di detenuti, personale e volontari: la collaborazione tra l’Istituto di Quartucciu e l’Università di Cagliari
Un carcere minorile a misura d'uomo? Lo simuliamo in 3D

di Stefano Ambu
La tecnologia e la buona architettura insieme per fare stare meglio chi è detenuto in un carcere. Intento nobile in qualsiasi caso, figuriamoci se gli ospiti sono ragazzini sotto i diciotto anni. Il principio è chiaro: gli ambienti - i corridoi, il cortile e gli spazi comuni, le cucine eccetera - con i quali si è costretti a convivere non devono essere una pena aggiuntiva a quella già stabilita dal giudice. Ed è stato il leit motiv di tre tesi in architettura discusse tre settimane fa da tre studentesse, ora dottoresse, proprio all'interno del carcere minorile di Quartucciu. Il progetto nasce dalla convenzione tra il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura (Dicaar) dell'Università di Cagliari ed il Centro per la Giustizia minorile per attività didattiche e di ricerca. Titolo: "Fuori Luogo - ripensare gli spazi di vita all'interno dell'Ipm di Quartucciu con i suoi abitanti", guidato dalla professoressa Barbara Cadeddu. Tre tesi affascinanti. La più tecnologica di tutte è quella firmata da Giulia Rubiu: "La strategia Building information modeling and management applicata al caso studio dell'Ipm di Quartucciu". La seconda fase del lavoro è stata condotta sotto la guida della professoressa Emanuela Quaquero, docente per il Laboratorio integrato di progettazione tecnologica. Usati da Rubiu strumenti come Building information modeling (Bim), realtà virtuale (Vr) e la realtà aumentata (Ar) nella gestione del progetto proposto per la riqualificazione dell'istituto. «L'impiego della metodologia e degli strumenti Bim - spiega Rubiu - associati alla realtà virtuale e alla realtà aumentata mi ha condotto ad una proposta per la risoluzione delle criticità emerse dal modello partecipativo tradizionale. Tra i vantaggi dell'impiego di tale innovativo modello ritengo necessario evidenziare la rapida comprensione e condivisione delle scelte progettuali, il superamento della barriera delle competenze linguistiche e tecniche, il miglioramento del dialogo con le parti sociali più deboli, in questo specifico caso i principali fruitori dei risultati della progettazione, il valido supporto all'architetto nel suo critico ruolo di mediatore». Il Bim per esempio favorisce le migliori condizioni possibili per l'integrazione di tutti i soggetti coinvolti nel processo di progettazione. Le simulazioni consentono insomma di capire subito se i suggerimenti proposti - in questo caso da detenuti, volontari o personale che lavora in carcere - possono funzionare. La tecnologia favorisce insomma una costruzione "partecipata" del carcere ideale. Poi realtà virtuale e realtà aumentata. La prima consente - attraverso l'uso congiunto di uno smartphone e di un visore - una totale "immersione" nei risultati delle scelte "vivendo" (virtualmente ma molto realisticamente) quello che si è progettato. La realtà aumentata, quella per intenderci di Harry Potter che consente di far animare la fotografia di un giornale, consente poi di allargare ulteriormente lo sguardo. L'impiego di uno smartphone, dotato di fotocamera e di un'app, permette di scansionare una pianta. E sovrapporre a quest'ultima un modello 3D con informazioni aggiuntive. Il risultato: il video finale mostrato da Rubiu nell'esposizione della sua tesi ha fatto vedere un istituto di pena all'avanguardia, pieno di colore e di luce. Un messaggio di speranza per chi sta cercando di uscire da un tunnel.

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 17 marzo 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 37
IL PROGETTO
Un protocollo d'intesa tra l'ateneo e Casa Gramsci

SASSARI L'Università di Sassari, rappresentata dal rettore Massimo Carpinelli, e la Fondazione Casa Gramsci onlus di Ghilarza, rappresentata dal presidente Giorgio Macciotta, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa che rafforza la collaborazione scientifica e didattica tra le due istituzioni. Obiettivo del progetto che i due soggetti istituzionali intendono realizzare insieme è quello di valorizzare la Casa Museo di Antonio Gramsci, promuovere lo studio e la diffusione della conoscenza della figura e del pensiero di Antonio Gramsci nel mondo attraverso l'organizzazione di iniziative congiunte, favorire il libero confronto delle idee e la diffusione dei risultati scientifici allo scopo di contribuire al progresso culturale, civile, sociale ed economico, operando anche in una prospettiva internazionale. Le iniziative comuni viaggeranno su due direttrici fondamentali. La prima riguarda, da una parte, la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale della Sardegna, di cui Gramsci costituisce una delle più significative espressioni; dall'altra, la valorizzazione dei beni storici, culturali, ambientali, paesaggistici e architettonici e delle fonti delle identità locali, con particolare riferimento alla Casa Museo di Antonio Gramsci, dichiarata dallo Stato d'interesse culturale storico e artistico e monumento nazionale da salvaguardare e sostenere. La seconda direttrice di intervento muove dall'assunto che la conoscenza costituisca un bene comune di cui favorire la libera circolazione e la più ampia diffusione anche attraverso l'accesso e lo sviluppo delle biblioteche, degli archivi e dei musei come Casa Gramsci. L'intesa tra Università di Sassari e Museo Casa Gramsci si declinerà in progetti di ricerca, svolgimento di attività formative anche nell'ambito della museologia, museografia e dell'innovazione tecnologia applicata ai beni culturali, istituzione di premi o borse di studio, attività di tirocinio, organizzazione di seminari e iniziative congressuali sulla figura di Antonio Gramsci. L'accordo recente con l'ateneo turritano rappresenta lo sviluppo di una precedente convenzione stipulata nel maggio 2017 con il Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell'Università di Sassari per i tirocini curriculari da svolgersi nella Casa Museo. Per seguire l'attuazione del protocollo d'intesa, di durata quinquennale e rinnovabile, l'Università di Sassari ha designato come referente Antonello Mattone, già mebro del comitato scientifico della Fondazione Casa Gramsci.

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 17 marzo 2018 / Atlanti - Pagina 15
TURISMO >> ITINERARI
Villa Piercy a Bolotana. In alto a sinistra, il Compendio garibaldino della Maddalena
UNA RETE DEI GIARDINI PER PASSEGGIARE NELLA BELLEZZA FIORITA
Sette weekend nei luoghi storici delle eccellenze botaniche dell’isola
Il primo tassello per un’offerta di qualità e un turismo innovativo

di Sabrina Zedda
Dagli aranceti storici di Villa Pernis- Vacca, a Milis, dove si trova anche quello che tutti conoscono come il “giardino romantico”, alle cascatelle che zampillano qui e là nel Parco Aymerich, a Laconi. Sino ai giardini di Casa Garibaldi, a Caprera, considerati tra i più belli d’Italia del 2017. Turismo non è solo mare e sole, ma anche la lentezza di una passeggiata in suggestivi giardini quando ancora il tempo delle vacanze di massa è lontano. Su quest’idea si muove ora la Regione che, con il progetto “Passeggiate nella bellezza-Sette giardini per sette week end”, guarda dritto a quel turismo di nicchia capace di arrivare nell’isola anche fuori dall’estate. Con un occhio attento all’accessibilità. La prima tappa si è svolta nella villa Pernis-Vacca di Milis nel fine settimana dell’11 e 12 marzo, dove è stata ospitata all’interno della fortunata manifestazione “Primavera in giardino”. Il 14 e 15 aprile si è ripreso dall’Orto botanico di Cagliari, per proseguire lungo un percorso che si snoderà sino alla fine di giugno, toccando così tutti i sette Giardini storici dell’isola. «Dopo la firma dell’intesa per la nascita della rete dei Giardini Storici di Sardegna, avvenuta a ottobre, “Passeggiate nella bellezza” è il primo tassello nella costruzione di un’offerta di qualità che valorizzi le sette eccellenze botaniche e paesaggistiche coinvolte nel network», spiega l’assessora regionale al Turismo, Barbara Argiolas. Come a dire che, dopo aver messo sulla carta l’idea di un turismo alternativo grazie all’idea di valorizzare sette polmoni verdi sparsi per tutta l’isola, il naturale passo successivo è dargli gambe. Dopo il Giardino degli agrumi dello stabilimento Pernis-Vacca di Milis, il percorso farà tappa anche nell’Orto botanico di Cagliari (14 e 15 aprile), degno di nota sia per l’enorme varietà di piante sia per il suo disegno architettonico. Nel Parco di Monserrato di Sassari (28 e 29 aprile), dove la disposizione delle piante offre ora improvvisi squarci sulla città ora improvvise chiusure. Nel Giardino all’italiana Aymerich di Laconi (12 e 13 maggio) costruito secondo canoni estetici ottocenteschi. Ancora la manifestazione toccherà il Parco inglese dell’ingegner Benjamin Piercy, a Bolotana (26 e 27 maggio) dove lecci e roverelle si trovano insieme a curiose piante tropicali, e l’isola-giardino di Giuseppe Garibaldi, a Caprera (9 e 10 giugno), sorta su terreni che l’eroe acquistò nel 1855. Si chiude nel week end del 23 e 24 giugno nell’incantevole Parco di San Leonardo di Siete Fuentes, a Santu Lussurgiu. A fare da filo conduttore alla manifestazione, oltre alla bellezza, sarà la parola accessibilità: l’iniziativa si inserisce, infatti, nel progetto transfrontaliero Itaca, che coinvolge diverse regioni affacciate sul Mediterraneo. «L’obiettivo – spiega il sindaco di Santu Lussurgiu, Diego Loi, capofila della rete dei Giardini storici – è approfondire, tappa dopo tappa, la conoscenza del territorio, in modo da tracciare delle linee guida che possano diventare un riferimento di cui tener conto quando si parla di turismo accessibile». Preziosissimi in questo senso saranno i contributi degli addetti ai lavori e di quei visitatori costretti a fare i conti con l’handicap. Nella tappa di Milis, “Passeggiate nella bellezza” ha dedicato all’argomento un workshop. A Cagliari, Sassari e Laconi si proseguirà con laboratori partecipativi dedicati alle disabilità sensoriali, fisiche e psichiche. Un lavoro i cui risultati finali saranno presentati nella tappa conclusiva di Santu Lussurgiu.

Questionario e social

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