Giovedì 15 marzo 2018

15 marzo 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
“Erasmus +” 1.500 mete a disposizione dei ragazzi

Studiare all'estero sarà più facile. L'Università di Cagliari ha infatti pubblicato il nuovo bando “Erasmus+ Studio” per l'anno 2018/2019. Per gli iscritti dell'ateneo sono disponibili 1500 soggiorni di studio in Europa per sostenere esami, per preparare la tesi o per un periodo di mobilità combinata studio più tirocinio.
Gli studenti potranno soggiornare all'estero tra il primo giugno 2018 e il 30 settembre 2019 e, grazie a risorse stanziate dall'Unione Europea, dal Miur e dalla Regione, agli studenti più meritevoli saranno assegnate 750 borse di mobilità. Le domande per partecipare alla selezione potranno essere compilate online fino alle 14 del prossimo 4 aprile collegandosi al servizio ESSE3 sul sito www.unica.it. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi agli uffici della Direzione per la didattica e l'orientamento - Settore mobilità studentesca ed attività relative ai programmi di scambio - in via San Giorgio 12, telefonando allo 070.675.6534 o via email a erasmus@unica.it.

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Ieri a Cagliari assegnate le lauree magistrali honoris causa
Yungh-Chi Cheng e Peter Matyus: «Due scienziati al servizio dell'umanità»

Sono state conferite ieri nell'aula magna del Rettorato dell'Università di Cagliari le lauree magistrali honoris causa a Yungh-Chi Cheng, docente della Yale University School of Medicine, e a Peter Matyus, professore di Chimica farmaceutica alla Semmelweis University di Budapest. I luminari hanno ottenuto rispettivamente il riconoscimento in Biologia cellulare e molecolare e in Farmacia. Si tratta - ha detto la rettrice Maria Del Zompo, farmacologa, allieva del professore emerito Gianluigi Gessa - «dei primi titoli honoris causa conferiti durante il mio mandato». Entrambi segno della decisa volontà di dare impulso alla ricerca scientifica e alla collaborazione con i più prestigiosi atenei internazionali. Dopo l'introduzione di Enzo Tramontano, presidente della facoltà di Biologia, la parola è spettata ad Anna Maria Fadda. Direttrice del Dipartimento di Scienze della vita, ha illustrato il curriculum dei candidati e il tema delle lezioni magistrali. Yungh-Chi Cheng, i cui studi hanno riguardato principalmente lo sviluppo dei farmaci per la terapia dei tumori, dell'Herpes virus, del virus dell'Hiv e dell'Epatite B (Hbv), ha esposto le ricerche sulla convergenza tra medicina occidentale e medicina tradizionale cinese. A proposito ha richiamato il patrimonio di conoscenze che la medicina tradizionale sarda può mettere a disposizione per l'elaborazione di nuovi farmaci. E di medicina del futuro ha parlato anche Peter Matyus. Con la sua lezione, focalizzata sulla scoperta di nuovi farmaci nel mondo accademico, ha incoraggiato la demolizione dei tabù che limitano la sperimentazione e un rapporto sempre più proficuo tra la ricerca universitaria e l'industria farmaceutica. La cerimonia è stata conclusa dal suono delle launeddas dell'associazione Cuncordia a launeddas di Ignazio Zucca, Gianfranco Meloni, Ermenegildo Lallai e di Ignazio Francesco Spano. (m.a.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
IN EVIDENZA
Antonio Spanedda, l'omaggio dell'ateneo

L'Università ricorda lo studioso Antonio Spanedda autore di “Microbi e giganti”. Oggi (9.30) nell'aula magna del rettorato la commemorazione del professore con le testimonianze di colleghi illustri che lo hanno conosciuto e che hanno lavorato con lui.

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
CONFERENZA SU MARIA LAI
Lunedì 19 marzo alle 20, nella sala degli specchi dell'Università di Cagliari, l'associazione culturale “Riprendiamocì la Sardegna” ha organizzato la conferenza “Maria Lai: donna e artista”. A parlare sarà la nipote Maria Sofia Pisu.

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
REGIONE. Fondi destinati a giovani, programmi locali e progetti internazionali
RICERCA, PRONTI 5 MILIONI DI EURO

Cinque milioni di euro di fondi regionali per il 2018 che si aggiungono a quelli del Patto per la Sardegna (30 milioni) e alle risorse europee: la Regione punta decisa su ricerca e l'innovazione. «Si tratta di un ulteriore passo avanti nell'attuazione del Patto per la Sardegna», dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru , «che dimostra la sua concretezza, dando risposte mirate alle esigenze dell'Isola. L'investimento sulla ricerca è strategico per lo sviluppo perché fa crescere tutto il sistema, sia accademico che imprenditoriale».L'obiettivo della Regione è favorire il collegamento tra imprese, centri di ricerca e università. «Con la programmazione per il 2018», afferma Raffaele Paci, assessore al Bilancio, «portiamo avanti il percorso iniziato in passato, assicurando complementarietà con le altre fonti di finanziamento in materia di ricerca scientifica e innovazione tecnologica».
LA RIPARTIZIONE I cinque milioni sono così ripartiti: alla mobilità verso gruppi internazionali dei giovani ricercatori sardi sono destinati 500mila euro, altrettanti al programma Visiting Scientist, che permette l'arrivo in Sardegna di scienziati da tutto il mondo, mentre 400mila euro sono riservati alla premialità per i giovani ricercatori. E ancora: 750mila per università e Cnr per progetti collaborativi; 950mila al potenziamento delle infrastrutture di calcolo del Crs4; 500mila a progetti di ricerca in agricoltura; 100mila al Sardegna digital innovation Hub; 900mila euro alla biblioteca scientifica regionale. Infine, 400mila euro per Sinnova. «La continuità che stiamo garantendo oggi ad attività trasversali e di servizio per l'intero sistema della ricerca regionale è molto importante», conclude Paci. ( ma. mad. )


 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Tensione in ospedale per la decisione della Regione: «Serve una Cattedra»
BROTZU, STOP ALLA PLASTICA
Chiude il reparto di chirurgia che aprirà al Policlinico

Si ribella chi lavora nel reparto destinato a sparire dal Brotzu, si era arrabbiato il sindaco Massimo Zedda, hanno protestato anche i sindacati dei medici e degli infermieri: contro «un graduale quanto subdolo declassamento dell'ospedale Brotzu, sinora invece eccellente baluardo della sanità sarda». Ma neanche davanti ad accuse politiche dure come pietre, alla Regione c'è stato un arretramento per Chirurgia plastica e l'annesso Centro ustioni. Quest'ultimo, afferma l'Azienda ospedaliera di piazzale Ricchi, «peraltro nemmeno esiste».
IL TAGLIO Manca solo la data, ma la decisione è presa: salvo clamorose retromarce di cui non si ha sentore, il Brotzu perderà il reparto di Chirurgia plastica. Sarà trasferito al Policlinico di Monserrato, cioè nell'Azienda ospedaliero-universitaria. Intanto, i pazienti che negli anni hanno beneficiato delle cure dell'équipe di Raimondo Pinna (il primario) continuano a chiedere con forza il mantenimento del reparto. Sono persone sfregiate da interventi chirurgici invasivi o da incidenti stradali, rimesse in sesto dall'équipe di Pinna: «Sono un'ex paziente oncologica», protesta ad esempio Monia Piano, «in quel reparto sono stati rimediati errori commessi su di me da un chirurgo incompetente. Il dottor Pinna prese a cuore la mia e tante altre vicende, e continua a farlo. Grazie a lui ho ritrovato il sorriso. Che fine farà, ora?».
L'OSPEDALE Graziella Pintus, direttrice generale del Brotzu, davanti all'argomento Chirurgia plastica perde ogni desiderio di comunicare per voce. Si limita a inviare una nota in cui afferma che «il trasferimento del reparto avverrà nel rispetto della garanzia del percorso assistenziale e delle cure ai pazienti, senza alcuna interruzione del servizio pubblico, privilegiando la qualità delle cure. I pazienti ustionati sono come sempre presi in carico dalla Chirurgia generale e valutati dal chirurgo plastico». Quando la superficie corporea ustionata supera un quarto del totale, il paziente parte al Centro ustioni di Sassari. In alcuni casi di ustione meno gravi, s'interviene invece al Brotzu.
LA REGIONE Già a settembre del 2017 l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, aveva spiegato il perché del trasferimento al Policlinico: «L'Università ha bisogno di una cattedra di Chirurgia plastica». È destinata ad Andrea Figus, professore associato, tornato dall'Inghilterra su chiamata diretta. A lui spetterà la direzione del reparto ora coordinato da Raimondo Pinna, quando sarà al Policlinico.
LA PROTESTA Dal Brotzu spariranno un reparto e sei posti letto «di Chirurgia plastica e Centro ustioni», aveva commentato Susanna Montaldo, segretaria regionale del sindacato Anaao, «e senza la Chirurgia plastica il Brotzu sarà declassato a Dea di primo livello e non potranno esistere l'Unità tumori al seno e il Trauma center regionale». Ne va della salute del Brotzu, insomma. E di chi, all'ospedale, affida la propria.
Luigi Almiento

 

7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Salute (Pagina 43 - Edizione CA)
PATOLOGIE  L'esperto De Luca a cagliari
Epidermolisi bollosa: c'è speranza

I pazienti sono chiamati bambini farfalla. A causa di una malattia genetica rara, scientificamente chiamata Epidermolisi bollosa, la loro pelle è così fragile che basta un contatto o una frizione per produrre bolle e piaghe, talvolta tanto dolorose da richiedere l'uso di potenti antidolorifici. Col progredire della crescita queste lesioni predispongono inoltre alla formazione di carcinomi, accorciando così le prospettive di vita di chi soffre della patologia.
LA RINASCITA DEL BIMBO FARFALLA Le speranze di quanti dalla nascita sono affetti dalla Epidermolisi bollosa e sono quotidianamente costretti a lunghe medicazioni per poter evitare infezioni, è principalmente affidata alle trentennali ricerche di Michele De Luca, leader internazionale nel campo della biologia delle cellule staminali e punto di riferimento anche per i pazienti sardi. Nel 2015 fu lui, assieme ai clinici tedeschi, a salvare Hassan, bimbo farfalla di 7 anni che, fuggito dalla Siria coi genitori, era ricoverato in fin di vita nell'ospedale tedesco di Bochum. «Sono trascorsi due anni e mezzo dall'intervento e la pelle del piccolo si è rigenerata», dice. «Questo lascia ben sperare. La forma della malattia di cui Hassan è affetto, tuttavia, è quella giunzionale. Nelle forme più gravi i bambini farfalla hanno anche lesioni alle mucose interne, complicazione a cui ancora non siamo in grado di porre rimedio».
MICHELE DE LUCA A CAGLIARI Direttore del Centro di medicina rigenerativa Stefano Ferrari di Modena e docente del Dipartimento di scienze della vita dell'Università di Modena e Reggio Emilia, Michele De Luca sarà a Cagliari sabato mattina. Ospite dell'associazione Walter Piludu, anche in qualità di co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni e voce importante nel dibattito sui temi del fine-vita, illustrerà le sue ricerche nel corso di un convegno che, dalle 9, si terrà nell'aula magna della Facoltà di Scienze economiche dell'Università di Cagliari, in via Nicolodi. Il professore terrà una relazione che, intitolata “Cellule staminali e libertà di ricerca: il caso italiano”, s'inserirà nel più ampio confronto sulla ricerca biomedica e le problematiche etiche, giuridiche e sociali. Vi parteciperanno, introdotti e coordinati da Micaela Morelli (prorettrice per la ricerca dell'Ateneo cagliaritano), i docenti universitari Pietro Ciarlo (Giurisprudenza, Cagliari), Maurizio Mori (Filosofia, Torino), Alessandro Zuddas (Scienze biomediche, Cagliari) e Donatella Petretto (Pedagogia e psicologia, Cagliari).
LA RICERCA «Essendo l'Epidermolisi bollosa una malattia genetica - sottolinea Michele De Luca, anticipando i termini dell'intervento - l'unica reale possibilità di curare gli epiteli è laEpidermolisi bollosa , cioè la modificazione genetica delle cellule staminali della pelle. Sappiamo come coltivarle d'altra parte: le abbiamo usate a lungo per le ustioni, anche quelle della cornea. Abbiamo quindi in mano la tecnologia che consente di rifare l'epidermide in laboratorio e di poterla trapiantare sui pazienti, valutando sicurezza ed efficacia dell'intervento». Sperimentazione quindi e non terapia.
TEMPISTICHE I tempi si annunciano lunghi (sono in corso sperimentazioni cliniche di fase 1 e 2 anche sulla forma distrofica della patologia) ma la speranza - precisa De Luca - è quella di giungere a un protocollo che possa aiutare i pazienti prima che arrivino nella fase avanzata della malattia. La prospettiva è quella di riuscire a intervenire quando i bambini sono molto piccoli e la diagnosi è stata appena stilata, così da prevenire l'insorgenza delle lesioni».
Manuela Arca

 

8 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Cronaca di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
NUORO
Confindustria e Inail fanno lezione al Volta

Confindustria e Inail per la prima volta insieme in una scuola per parlare di prevenzione della salute. “I problemi muscolo-scheletrici tra ambienti di lavoro e vita” è il tema del convegno promosso dalla Confindustria e Inail, in programma oggi a Nuoro. Appuntemento alle 9,30 alla scuola Brau dell'istituto Volta, che ospita la terza tappa di “Itinerari salute”. L'obiettivo è sensibilizzare studenti, lavoratori e imprenditori alla prevenzione dei rischi. «La promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è un impegno sancito nel codice etico dell'associazione - spiega il presidente di Confindustria Roberto Bornioli - è importante sviluppare un'adeguata formazione». Coinvolti un centinaio di studenti, il sindaco Andrea Soddu, la preside Concetta Cimmino, Enza Scarpa e Salvatore Denti dell'Inail, Giorgio Massacci, dell'Università di Cagliari, Angelo Piras dell'Assl di Nuoro, Ferdinando Masala di “Medicina del lavoro”, Salvatore Pinna della Cgil. ( f. le. )


 

9 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Non studiano e non lavorano. Sindacati e associazioni: «Si punti sulla formazione professionale»
L'ESERCITO DEI “NEET” SPAVENTA L'ISOLA: 73MILA GIOVANI NON HANNO PROSPETTIVE

Una generazione dal futuro ingabbiato. Non studiano, non lavorano né tanto mano hanno intenzione di farlo: sono i “neet”, giovani completamente inattivi di età compresa tra i 18 ed i 29 anni che in Sardegna, secondo il rapporto stilato da Censis e rielaborato dalla Confcooperative, fanno ormai parte di un esercito composto da 72.900 unità. Una moltitudine di ragazzi sardi che nel 2050, sempre in linea con le previsioni dell'istituto di ricerca, ingrosseranno le file dei cittadini sotto la soglia di povertà, ai quali per giunta si aggiungeranno precari cronici e disoccupati precoci.
UIL «Ho sperato di essere smentita nel mio giudizio negativo sulle politiche attive del lavoro varate da Governo e Regione, ma le cifre mi hanno purtroppo dato ragione - commenta la segretaria regionale della Uil, Francesca Ticca - una crisi occupazionale preoccupante, cha ha confermato l'assenza di un piano organico sul lavoro. Ma invertire la tendenza non è una missione impossibile: basterebbe puntare per esempio sul rilancio dell'industria, non più in chiave di sussidio, ma di rilancio. Scommettendo per esempio su quella 4.0, moderna, competitiva e alla ricerca di figure professionali preparate, ovviamente da formare adeguatamente».
CONFCOOPERATIVE I numeri diffusi dal Censis e sottolineati dall'Istat non lasciano spiragli all'ottimismo. «È una vera bomba sociale che va disinnescata al più presto. E la preoccupazione aumenta inevitabilmente leggendo i dati anche in prospettiva - dice Fabio Onnis, numero uno in Sardegna della Confcooperative - la precarietà dei rapporti di lavoro di oggi influirà infatti sui trattamenti previdenziali di domani, ben più modesti di quelli percepiti dai pensionati di oggi. Ecco perché sarà sempre più importante ricostruire un efficace sistema di formazione para-universitaria, smantellato anni fa nell'Isola, con grandi colpe delle istituzioni».
CGIL Sulla formazione insiste anche la Cgil: «Non mi voglio rassegnare a un futuro che non lasci spazio ai giovani e li abbandoni alla disillusione - afferma Michele Carrus, segretario regionale del sindacato - le politiche fallimentari portate avanti negli ultimi decenni hanno anteposto la competitività delle aziende alla salute del tessuto sociale, ora devastato. Lo scenario è tuttavia complesso e non può essere risolto con ricette miracolose o bacchette magiche. Occorrono invece scelte strutturali che sostengano nuove figure professionali, più in sintonia con le richieste di un mercato ad alto tasso tecnologico, ma che indichino tra i percorsi di ripresa anche la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici o la riscoperta della terra come opportunità di sviluppo».
IL MEZZOGIORNO Il focus regionale ha poi evidenziato l'innegabile differenza socioeconomica tra Nord e Sud. Nel Mezzogiorno vivono infatti oltre la metà dei due milioni di “neet” italiani: circa 1,1 milioni, di cui quasi 700mila concentrati in sole due regioni, Sicilia (317mila) e Campania (361mila).
BONUS IN ARRIVO Non a caso il Governo proprio quest'anno è pronto a varare strumenti fiscali dedicati. La novità più ghiotta per le imprese si chiama “Incentivo occupazione Neet 2018”: un'agevolazione alle assunzione di giovani iscritti al programma Garanzia giovani. Agli imprenditori che nel corso dell'anno daranno ai “neet” un contratto di lavoro a tempo indeterminato o apprendistato professionalizzante spetterà l'esonero contributivo del 100% fino a 8.060 euro per 12 mesi. Il bonus potrà anche essere estendibile a tre anni nel caso di cumulo con l'incentivo giovanile strutturale previsto dalla legge di Bilancio 2018.
Luca Mascia

 

10 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
LAVORO. Dati negativi nel 2017
ISTAT, I DISOCCUPATI NON DIMINUISCONO: IN SARDEGNA AL 17%

Le buone notizie sul lavoro in Italia hanno tagliato fuori la Sardegna. Le ultime rilevazioni Istat aggiornate a dicembre 2017 hanno assegnato al Paese il tasso di disoccupazione pari al 11,2%, il miglior risultato ottenuto negli ultimi quattro anni, ma l'Isola non ha festeggiato affatto visto che la percentuale di residenti senza lavoro ha toccato un picco del 17%.
NUMERI NEGATIVI E se il dato sconfortante sui senza lavoro non bastasse a descrivere la crisi regionale, ci si è messa anche la quota di occupati a rendere più nera la situazione. La fetta di sardi che possono vantare un lavoro resiste, seppure di poco, sopra la soglia del 50%, facendo segnare per l'esattezza 50,5% per un totale di 562 mila lavoratori, la stessa cifra raggiunta nel dicembre del 2016, a cui però era seguito il semestre successivo un incremento fino a 568 mila.
Il territorio più in difficoltà è stato quello del Sud Sardegna con oltre un residente su cinque senza lavoro (21,4%), mentre la situazione migliore l'ha vissuta il Nuorese con un tasso del 13%.
TASSO DI INATTIVITÀ L'Isola si è distinta negativamente anche nella percentuale di cittadini inattivi compresi tra i 15 e i 65 anni. Se il dato nazionale si è fermato al 34,6%, quello regionale ha infatti sfiorato il tetto del 39% arrivando al 38,9%. (l. m.)

 

11 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Scrivete a cagliari lettere@unionesarda.it
POLICLINICO: DI CHI È LA COLPA?

Quanto scrive Boucar Wade nella rubrica Nero su Bianco de L'Unione del 12 marzo è del tutto vero: un percorso di guerra per accedere al Policlinico di Monserrato. In più c'è da aggiungere un dettaglio: un branco di cani randagi di grossa taglia si aggira tra i parcheggi e l'area di deposito dei rifiuti. L'ho sperimentato domenica. Ma addebitare ai cittadini il disordine è troppo. La responsabilità è di altri: dai progettisti, ai direttori dei lavori, a chi ha approvato e finanziato i progetti.
M. Roberto Marchi

 

12 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 marzo 2018 / TV e Radio (Pagina 55 - Edizione CA)
VIDEOLINA. Se ne discute questa sera a Monitor dalle 21
Reddito di cittadinanza, ma si potrà fare davvero?

Al centro della puntata di questa sera di Monitor (su Videolina alle 21) con Egidiangela Sechi ci sono la flat tax e il reddito di cittadinanza, cavalli di battaglia di lega e movimento Cinque Stelle e, secondo molti analisti, segreto del successo di Salvini e Di Maio alle politiche del 4 marzo.
In cosa consistono le due misure? Sono nuove davvero? E soprattutto sono realizzabili nella pratica o sono destinate a rimanere solo uno strumento efficace di marketing politico? Entrambi i partiti in campagna elettorale hanno assicurato che la copertura c'è ma voci autorevoli si sono levate per bocciare le due proposte. A confronto il docente di Poltica economica Vittorio Pelligra e Romina Mura deputata del Partito Democratico.



 

La Nuova Sardegna

 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 15 marzo 2018 / Sardegna - Pagina 2
L'INTERVENTO
Mistretta: un testo che non convince
non considera le differenze dell'isola

CAGLIARI Riduttivo parlare di urbanistica e pensare a come impilare mattoni. Il dibattito sulla Legge regionale catalizza sempre più l'attenzione. Uno studio attento lo ha fatto l'ex rettore dell'Università di Cagliari Pasquale Mistretta, che di mestiere fa l'urbanista. Materia che ha insegnato anche all'università. Mistretta boccia la legge urbanistica, ma il suo approccio non si limita alla critica di singoli articoli. Il professore entra nella materia, viviseziona il testo e analizza anche nei dettagli i singoli articoli. Il suo studio, una serie di appunti sulla legge da cui parte il suo ragionamento, è più ambizioso. Spiega perché ci sono alcuni aspetti dal punto di vista concettuale per cui la legge urbanistica proposta dalla giunta non lo convince. «Il ddl prospetta una ridefinizione della competenza della gerarchia amministrativa. Questo nuoco controllo del territorio di fatto "esautora" la politica regionale, e soprattutto quella degli enti locali, attraverso una esasperata burocratizzazione dei procedimenti di pianificazione. Questa linea che delega a soggetti non eletti (uffici degli assessorati, enti ministeriali e territoriali) le attività che la Costituzione e lo Statuto attribuiscono ai sindaci, sembra studiata per rafforzare una concezione centralistica del governo del territorio con la scusa di "proteggere" lo stesso dalle incursioni della speculazione sfrenata, soprattutto quando la "politica" non è in grado di farlo». In altre parole il potere passa dalla politica ai funzionari. E a perdere del tutto il potere di decidere il futuro urbanistico sono non solo la Regione, ma anche i Comuni. Un altro buco nella legge è la scarsa attenzione all'emorragia di abitanti che vive la Sardegna. «La pianificazione non può prescindere dagli effetti nel medio periodo. I segni sono già evidenti nel disarmo territoriale delle zone interne e nel grande esodo dei giovani dai paesi della montagna». In altre parole Mistretta punta il dito contro la mancanza nella legge di una visione strategica. Sulla carenza di analisi della dimensione insediativa dei comuni e dell'effetto attrattivo che hanno le città. Sono loro a spopolare il resto dell'isola. «Non si può adottare una norma di governo del territorio burocraticamente uguale per tutti. Si potrebbero usare gli indicatori insediativi per incentivare le potenzialità edificatorie e dei centri più deboli rispetto a quelli più forti e per invogliare molti operatori a investire, scommettendo sulle zone e su centri che oggi sono senza alcuna prospettiva».Mistretta mette in evidenza come in Sardegna ci siano solo due città sopra i 100mila abitanti, 314 sotto i 5 mila e 122 sotto i mille. «Il ddl della Regione, decantato come innovativo perché vorrebbe spalmare le azioni nei 377 comuni della Sardegna, di fatto, senza riconoscere i diversi scenari che concorrono a definire l'insieme, dimostra di non cambiare quasi niente rispetto alle norme attuali. Tra le altre cose sottovaluta l'incidenza che hanno le seconde case e che ormai non sono più competitive per il turismo». E affonda ancora. «La pianificazione urbanistica regionale degli ultimi 20 anni ha favorito gli ambiti urbani senza contrastare l'abbandono delle zone interne. Il ddl non cambia questo approccio urbanistico indistinto nei differenti habitat della Sardegna. Il sostenere che le condizioni delle diverse parti dell'isola sono tutte identiche, non solo non risponde alla realtà, ma alimenta sempre più il disinteresse verso un'equilibrata urbanistica regionale». Una bocciatura. «Non ci sembra che il testo con i suoi 113 articoli possa considerarsi uno strumento di facile memorizzazione e applicazione, tanto più che non semplifica le procedure di elaborazione, di verifica e di approvazione degli strumenti urbanistici». (l.roj)

Questionario e social

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