Mercoledì 14 marzo 2018

14 marzo 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 marzo 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Università, domenica la finale
tra le start up innovative

Al Crea Unica (Centro servizi di ateneo per innovazione e imprenditorialità), sono stati proclamati i sei team che avranno accesso alla finale della #05edizione del Contamination Lab UniCa dell'Università di Cagliari. Nella finale, in programma domenica alle 17 al Teatro lirico, i team avranno sette minuti ciascuno per presentare la propria idea imprenditoriale e convincere la giuria. Le sei start up arrivate in finale propongono idee variegate: EABlock è una startup che protegge i dati delle aziende; eFlavor è il primo device che analizza la sensibilità gustativa umana in meno di 15 minuti; Emfores semplifica la gestione degli elettrodomestici in un contesto di smart home; Glambnb è la prima piattaforma europea dedicata al campeggio di lusso (glamping); HiveGuard propone strumenti e tecnologie altamente innovativi a sostegno degli apicoltori; Maga Orthodontics produce e vende i primi apparecchi ortodontici magnetici progettati ad hoc con un software di calcolo del campo magnetico e dei movimenti ortodontici in condizioni reali.
Ai primi tre classificati vanno premi in denaro e servizi per un valore di circa 50 mila euro. Un premio speciale di 2.500 euro viene offerto dalla rettrice Maria Del Zompo al team con il miglior progetto di impresa, ovvero la startup che più delle altre utilizza il sapere e la conoscenza universitaria per risolvere un problema.
Al percorso lanciato e curato dall'ateneo di Cagliari, teso a costruire e indirizzare alla cultura d'impresa, hanno preso parte centoventi allievi. La #05Edizione del CLab UniCa promuove il concetto del confine come esperienza di vita e di apprendimento con il claim “Contamination Lab Unica, i confini sono un punto di vista”.

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 marzo 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Staccionate per evitare il calpestio delle dune
Le barriere della “piccola Tahiti”

La chiamano “la piccola Tahiti” e estate viene invasa da migliaia di bagnanti che coprono la sua sabbia finissima e bianca con centinaia di teli da mare colorati.
Che la spiaggia di Cala Brandinchi, a San Teodoro, sia un patrimonio ambientale da tutelare, gli amministratori locali e l'Area marina protetta di Capo Coda Cavallo lo sanno bene. È per questo che da tempo questo angolo di paradiso in Gallura è soggetto a numerosi interventi preventivi per combattere l'erosione dell'arenile, primo fra tutti la creazione di aree di stoccaggio per la poseidonia oceanica. «Da anni lavoriamo insieme ai Comuni per portare avanti i vari progetti sulle spiagge», spiega Augusto Navone direttore dell'Amp Tavolara, «grazie anche ad un finanziamento europeo che ci vede collaborare con l'Università di Cagliari. Nella spiaggia di Brandinchi abbiamo posizionato le barriere semi impermeabili, ossia delle staccionate di legno che bloccano il calpestio delle dune e lasciano a tempo stesso la possibilità alla sabbia d muoversi». Poi tanta prevenzione e campagne informative come il progetto “Salva-Mare” mirato a far conoscere l'importanza di rispettare alcune regole e banali accorgimenti. Come le vaschette per il lavaggio di piedi prima di lasciare la spiaggia.
Antonella Brianda

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 marzo 2018 / Borsa (Pagina 13 - Edizione CA)
Comunicazione
“Giulia”, a Cagliari seminario sull'identità

Giulia, la rete nazionale che anche nell'Isola unisce le giornaliste, incontra domani alle 9 nella facoltà di Studi Umanistici di Cagliari, gli studenti di Beni culturali e spettacolo, nell'ambito del corso di “Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico”, tenuto da Pietro Picciau. Il seminario si intitola “La cultura dell'informazione. Per conoscere e interpretare la realtà”. Intervengono: Susi Ronchi, Roberta Celot, Alessandra Addari, Paola Cireddu, Morena Deriu, Federica Ginesu.

 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 marzo 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
L'esperto: si vietano gli asciugamani ma si fa la pulizia con i trattori
EROSIONE, TURISTI E RUSPE
Sos per le spiagge sarde

Per ogni euro ricavato dalle spiagge investiamo in ricerca 0,001 centesimi, e questo la dice lunga sull'attenzione che la Sardegna dedica al suo bene più prezioso. Certo, progetti di salvaguardia ce ne sono - divieto assoluto di avvicinamento, numero chiuso, posidonia ammucchiata in attesa di una ridistribuzione invernale - ma si va in ordine sparso. Gli esperti dicono che una spiaggia su tre è a rischio, al Poetto, per dire, dal 2013 a oggi tra Marina Piccola e il Lido la linea di battigia è arretrata di nove metri.
GLI EFFETTI DELLE RUSPE  «Per una spiaggia si pensa di vietare perfino gli asciugamani per limitare le perdite di sabbia, ma si permette di usare giornalmente, per cinque mesi, ruspe e trattori spesso di notte, fuori da ogni controllo, per ripulire gli arenili, con effetti devastanti», dice Sandro De Muro, professore di Morfodinamica e conservazione dei litorali nel corso di laurea in Scienze e Tecnologie per l'Ambiente e la Natura dell'Università di Cagliari. «L'investimento da 18 milioni di euro annunciato per La Pelosa, coraggioso e importante, fatto su un'unica spiaggia, mi porta a pensare a tutte le altre, ugualmente belle e fragili, e decisamente trascurate. Servirebbero regole stringenti che tengano conto della diversità, una authority con le competenze giuste per gestire un ambiente delicatissimo come il sistema spiaggia-duna. Invece abbiamo una normativa anacronistica che le tratta tutte allo stesso modo e soprattutto mancano una visione sistemica, gli investimenti in ricerca, perfino gli studiosi della materia. In tutta l'Isola, nei due atenei, siamo in tutto una decina, a Trieste i ricercatori che si occupano di mare sono un centinaio».
IL TURISMO  Ancora: «Registriamo il boom del turismo, ma il processo va governato, l'impatto di una sola stagione può causare disastri anche con il calpestio o i souvenir di conchiglie e barattolini di sabbia rubati o con le spiagge grigliate come campi di patate. Non possiamo sacrificare l'ambiente in nome dell'economia, anche perché non è affatto sicuro che questi numeri portino ricchezza ai sardi. Guardate le Baleari, dove si sono svenduti le coste antropizzandole pesantemente per fare milioni e milioni di presenze, e i loro abitanti hanno il reddito pro capite tra i più bassi d'Europa».
L'EROSIONE  Secondo Legambiente l'erosione attacca 165 chilometri (su 459 complessivi), il 36% delle coste basse (la media italiana supera il 42%). «Il tema dovrebbe essere in cima alle priorità della politica, invece troppo spesso si programmano azioni scollegate, senza precedenti studi scientifici, oppure sulla scia di altre regioni, completamente diverse dalla nostra», sottolinea la presidente dell'associazione ambientalista, Annalisa Colombu. «La cura a volte può essere peggiore del male. A Maddalena spiaggia, a Capoterra, ci siamo battuti per sventare la costruzione di una scogliera artificiale, una misura che a Ostia si è rivelata controproducente». Soluzioni intelligenti, invece, sono «il progetto Providune, con il ripristino di habitat dunali, e gli accessi programmati», prosegue Colombu».
GLI ACCESSI  Dunque, spiagge a numero chiuso, come Cala Birìola a Baunei, Biderosa a Orosei, come (in previsione) lo Scoglio di Peppino e Cala Pira a Castiadas, Tuerredda a Teulada, Punta Molentis a Villasimius, «dove», dice il sindaco Gianluca Dessì, «l'estate prossima ridurremo ancora gli accessi e aumenteremo il prezzo dei parcheggi, per disincentivare l'afflusso».
A CAGLIARI  Al Poetto le dune si stanno riformando, grazie a un ecofiltro che mitiga l'effetto delle mareggiate e la dispersione della sabbia spostata dal vento, e alle passerelle pedonali. Inoltre, è in corso “Neptune”, progetto con una banca dati di 1200 campioni - in sostanza lo scrigno del Dna geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari - e una rete di monitoraggio con sistemi di misura ad alta tecnologia di coste, masse d'acqua e fondali marini. Elementi chiave per qualsiasi ripristino futuro.
Cristina Cossu

 

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 marzo 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 30 - Edizione CA)
SANITÀ
Ipnosi contro il tumore

L'ipnosi per affrontare meglio il tumore al seno. Da mesi il gruppo di auto aiuto Komunque Donne sta sperimentando questo nuvoo metodo e sabato se ne parlerà durante il convegno “PersonalMente, nuove alleanze di cura tra mente e corpo” alle 15 all'Hospitalis Sancti Antoni. «Senza mai interrompere le cure mediche e i protocolli tradizionali - spiega Maria Delogu, portavoce del gruppo - stiamo sperimentando l'ipnosi per affrontare la malattia». Tra i relatori la ginecologa Marina Risi, Silvano Tagliagambe professore di filosofia della scienza, Giovanni Biggio professore di neuropsicofarmacologia, l'ipnologo Danilo Sirigu che da diverse prospettive si soffermeranno sull'influenza che i processi mentali ed emozionali hanno sulla malattia. «L'obiettivo del gruppo Komunque Donne è somatizzare il benessere e non la malattia» va avanti. ( v.p. )

 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 marzo 2018 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Presentato ieri il ricchissimo fondo di documenti
L'archivio digitale di Antonio Segni

Tre giugno 2002 - tredici marzo 2018. Sono trascorsi quasi sedici anni dall'avvio del riordino dell'immenso archivio di Antonio Segni fino alla sua digitalizzazione. Un'operazione cominciata nel 2017 dall'Archisar di Sassari e pressoché ultimata per la parte di scannerizzazione e acquisizione dei documenti. Ora è in corso la fase di correzione e l'analisi dettagliata dei documenti, non tutti divulgabili perché riferiti a persona ancora in vita, a cui si dovrà chiedere il consenso per la pubblicazione sull'web. «La digitalizzazione potrà ritenersi ultimata entro l'anno» ha detto l'informatico Attilio Zannoni presentando il progetto nella sede della Fondazione Sardegna sponsor del progetto insieme all'Università «di cui Antonio Segni è stato Rettore dal 1946 al 1951 e fondatore della Facoltà di Agraria» ha ricordato il rettore Massimo Carpinelli.
VALORE STORICO L'archivio di Antonio Segni, definito nel 2002 «di notevole interesse storico» dalla Soprintendenza archivistica per la Sardegna, contiene documenti e note storiche che vanno dal 1863 al 1972. Riguardano soprattutto l'attività politica e istituzionale di Segni. Lo statista sassarese è stato Ministro dei dicasteri dell'Agricoltura, della Pubblica Istruzione e degli Esteri, quindi Presidente del consiglio dei ministri e, dal 1962 al 1964, Presidente della Repubblica. A voler fortemente la digitalizzazione dell'archivio è stato il figlio Mario, un lungo passato di deputato ed europarlamentare. Un lavoro improbo perché, ha ricordato affettuosamente, «mio padre era un grafomane». Nelle carte è stato trovato di tutto, comprese le pagelle dei figli, schizzi, appunti e corrispondenza con alcuni dei principali rappresentanti dei paesi esteri, come Konrad Adenauer e Richard Nixon, e i maggiori uomini politici italiani del tempo come Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Amintore Fanfani, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira e Umberto Terracini.
ARCHIVIO Il fondo documentale è costituito da circa 12 mila carte ed è suddiviso in due grandi versamenti: le carte riordinate dal professor Manlio Brigaglia con particolare cura per il Segni protagonista della Riforma Agraria Generale che animò un forte e anche teso dibattito nella Dc con alcuni interlocutori di partito e di governo. Significativa la lettera che il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi inviò a Segni il 12 marzo del 1950 per esprimere il suo dissenso verso la politica degli espropri dei terreni in Val Padana, «non in linea con quanto concordato». In passato era stato Segni a rivolgere al Presidente del Consiglio un forte appello «in favore delle famiglie del sud d'Italia per la tutela delle loro piccole proprietà terriere, garanzia di lavoro e sostentamento».
Altre 4 mila carte sono quelle catalogate nel 2012 sotto la responsabilità scientifica di Carla Ferrante, direttrice dell'archivio di Stato di Cagliari, grazie a un contributo concesso dalla Regione per attività concernenti il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Il risultato finale è un archivio di 69 mila pagine che occuperanno uno spazio informatico di 170,6 Gb.
LETTERA DI MONTINI Salvatore Mura, autore del Diario e del volume degli scritti politici di Antonio Segni, edito da Il Mulino, ha scelto tra le curiosità una lettera che il cardinale Montini, Arcivescovo di Milano, scrisse il 20 maggio 1962 al presidente della Repubblica per smentire le indiscrezioni apparse su L'Espresso secondo cui il cardinale avrebbe avuto un ruolo nell'ascesa al Quirinale dello statista sassarese: «Le manifesto la mia stima - scrive Montini - ma sono estraneo alla sua elezione».
Gibi Puggioni

 

7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 marzo 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Oggi a Villa Pollini la “Giornata nazionale del paesaggio”
Beni da tutelare: esperti a confronto Villa Pollini, lo storico edificio di via Jenner acquisito dal ministero per i Beni culturali, ospita oggi le celebrazioni per la seconda “Giornata nazionale del paesaggio”. Un appuntamento caratterizzato da una serie di relazioni che puntano a stimolare il dibattito proprio su questo tema. Ad aprire, alle 8.30, gli interventi sarà il soprintendente Fausto Martino che ricorderà la figura di Giuseppe Galasso. A seguire, Antonio Sanna e Alessandro Pusceddu parleranno del ruolo della pianificazione nella gestione delle trasformazioni del paesaggio, Paolo Montorsi del nucleo tutele del patrimonio culturale dei carabinieri si occuperà del contrasto ai reati in materia di paesaggio. Il dirigente del Comune Salvatore Farci descriverà il Piano particolareggiato per il centro storico. Dopo gli interventi di Paolo Margaritella e Monica Stochino, Giovanna Pietra ed Elena Romoli, la mattina sarà chiusa dalla lectio magistralis di Silvano Tagliagambe. Il pomeriggio, a partire dalle 15.30, è dedicato alle relazioni tra creatività e paesaggio: si parlerà di Maria Lai, Mauro Staccioli, Mimmo Paladino. In chiusura di giornata, Paolo Margaritella e Maria Passeroni affronteranno il tema “ Il Paesaggio, il cinema e la Sardegna” e il docente universitario Marcello Tanca parlerà del “Paesaggio: mutazioni e permutazioni”.




 

La Nuova Sardegna

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 14 marzo 2018 / Sardegna - Pagina 5
DISPERSIONE
Nasce l'anagrafe regionale degli studenti

CAGLIARI La Regione intensifica sempre più l' attenzione al mondo della scuola e alla formazione. Monitorare l'abbandono scolastico «in tempo reale», rilevando tutti i campanelli d'allarme, come lo sono assenze frequenti, bocciature e quindi l'insuccesso negli studi: a questo mira l'avvio dell'anagrafe regionale degli studenti prevista nel disegno di legge approvato dal Consiglio regionale. Il sistema, alimentato con l'acquisizione di informazioni sulla tracciabilità dei percorsi scolastici dei singoli studenti, rappresenta uno strumento fondamentale per «il governo dei flussi informativi e rallentare sempre più la dispersione scolastica». L'assessore alla cultura Giuseppe Dessena: «È uno strumento fondamentale che permetterà alla giunta una base per programmare le politiche a favore e a sostegno dell'istruzione e avere la traccia dei percorsi scolastici degli studenti sardi». È l'anagrafe è un tassello in più che si andrà ad aggiungere al piano straordinario di Iscol@.



9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 14 marzo 2018 / Agenda - Pagina 20
OFFERTE LAVORO
L’Università degli Studi di Sassari, seleziona per il periodo lavorativo aprile-dicembre, per l’assunzione di 1 agricoltore, operaio specializzato di colture in pieno campo (Azienda Sperimentale “M. Deidda” – Reg. Ottava Sassari) il 29.03.2018. N. 2 pastori, Dipartimento di Medicina Veterinaria, via Vienna a Sassari il 27.03.2018. Le domande devono essere presentate, nel Centro dei servizi per l’impiego, in via Bottego 1 a Sassari. Avviso integrale al Centro servizi per l’impiego di Sassari e nell’albo dell’Università degli Studi di Sassari.
 
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 14 marzo 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 38
Di corsi sulla "settima arte" nell'isola si è discusso al festival Terre di confine
«FORMARE REGISTI IN SARDEGNA? Sì, ma senza creare illusioni»
Le occasioni di apprendimento non mancano, ma il mercato spesso è spietato

di Fabio Canessa
SOLARUSSA Non rinunciare a coltivare un sogno, senza però farsi illusioni. Perché la motivazione è necessaria, ma la strada difficile, il mercato del cinema spietatamente ristretto. Gli strumenti per tentare di affrontare il percorso al meglio vengono oggi offerti da sempre più scuole di vario tipo. Di alta formazione per lo sviluppo del cinema in Sardegna si è discusso a Solarussa in un incontro organizzato all'interno del festival "Terre di confine". «Quando mi hanno affidato la direzione artistica - dice il regista Marco Antonio Pani - ho pensato subito che potesse essere un'occasione per parlare anche di didattica del cinema. In Sardegna c'è stato un forte sviluppo rispetto a quando ho iniziato io». A discuterne con Pani, Antioco Floris dell'Università di Cagliari e fondatore del Celcam (Centro per l'educazione ai linguaggi del cinema, degli audiovisivi e della multimedialità), Enrico Pau e Salvatore Mereu, Davide Bini e Lorenzo Hendel dell'Accademia di Belle Arti di Sassari, Daniele Maggioni che per anni ha diretto la Scuola di cinema di Milano.Cambiamenti e risultati. La prospettiva del cinema in Sardegna cambia intorno alla metà degli anni Novanta, quando l'isola comincia a essere raccontata da registi sardi. «Si è iniziato a pensare - spiega Antioco Floris - a come formare le competenze cinematografiche a livello locale. L'affermarsi della tecnologia digitale ha aumentato l'attenzione e poi la questione è diventata forte negli anni Duemila con il dibattito sulla legge cinema». Il Celcam fondato da Floris nasce nel 2007. «E negli ultimi anni la continuità di investimento - sottolinea - ha prodotto ottimi risultati. Parte consistente dei giovani sardi che lavorano oggi nel cinema sono passati da noi. Nei corsi di approfondimento coinvolgiamo professionisti, come Pau e Mereu, e i ragazzi possono cimentarsi sul set. Alcuni lavori realizzati con gli studenti hanno avuto riscontri importanti. L'anno scorso due corti sono stati a Venezia». Teoria e pratica. Anche l'Accademia di Belle Arti si è aperta sempre più al cinema. «All'interno dei nostri corsi triennali - racconta il docente Davide Bini - non c'è in realtà niente di specifico, ma dentro arte e media ci sono materie sul cinema. L'obiettivo che mi pongo con i nuovi studenti è all'inizio aprire a una visione più d'autore e poi fargli fare un apprendistato, esercitazioni che mettono in moto qualcosa e li spingono a pensare come possono sviluppare la loro idea di mondo e di cinema. Cosa vogliono raccontare e come. Per arrivare così al terzo anno con un'idea più chiara anche di loro stessi». Dal 2017 l'Accademia propone inoltre un biennio specialistico di cinema documentario curato da Lorenzo Hendel. «Anche con delle masterclass tenute da importanti registi internazionali - evidenzia Hendel - cerchiamo di offrire una panoramica dei differenti approcci: tematico, osservazionale, narrativo. Le tre anime del documentario sulle quali lavoriamo con gli studenti anche dal punto di vista pratico, produttivo».Pericoli e prospettive. Insomma le possibilità di formazione non mancano. Ma il mercato del lavoro? «Bisogna stare attenti - sottolinea Daniele Maggioni - a non formare una massa di utopistici disoccupati. Lo spazio reale di mercato è ridotto e bisogna essere chiari, onesti. Lo strumento audiovisivo permette oggi una possibilità di espressione allargata, e questa è già una cosa importante, ma un altro discorso è viverci». Aspetto sul quale si sofferma anche Salvatore Mereu: «C'è un problema morale dietro la formazione, non possiamo vendere l'illusione che l'accesso alla professione sia scontato con un corso. Questo non vuol dire che bisogna tornare indietro, quelli della mia generazione hanno dovuto fare i salti mortali per formarsi». Più ottimista Enrico Pau: «Non mi piace un freddo ragionamento legato al mercato, non possiamo dire ai ragazzi che l'unica possibilità che hanno è formarsi dentro le grandi scuole di cinema e da lì entrare nella grande industria cinematografica che appiattisce tutto. Io non sono pessimista, penso al futuro, stiamo creando degli artigiani e la cosa darà dei frutti in un meccanismo diverso dal cinema che si fa a Roma».
 
 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 14 marzo 2018 / Agenda - Pagina 21
Benvenuto agli Erasmus con agnello e zichi
L’Ersu accoglie gli studenti stranieri nella mensa con una cena a base di prodotti sardi e balli folk
SASSARI Cena di benvenuto, dedicata agli studenti Erasmus, alla mensa dell’Ersu. L’ente per il diritto allo studio anche quest’anno vuole accogliere al meglio i ragazzi stranieri arrivati in città grazie al programma europeo e ha organizzato l’edizione invernale di un momento conviviale che sarà sicuramente apprezzato. Perché consentirà agli ospiti dell’università giunti da tutto il mondo di calarsi pienamente nella realtà sarda, conoscendo abitudini alimentari e tradizioni culturali.
“Buon appetito Erasmus”, è scritto nella locandina che invita alla partecipazione puntando sulle sempre efficaci proposte gastronomiche. Per l’occasione è stato studiato un menu tutto sardo e grazie alla collaborazione del Consorzio Agnello Sardo IGP gli ospiti internazionali potranno degustare pietanze a base di agnello, elaborate secondo le ricette nostrane; verranno proposti inoltre il tipico pane zichi di Bonorva, salumi e formaggi della Cooperativa Allevatori di Mores e il vino della Cantina Sociale di Sorso e Sennori. Per dare un assaggio non solo gastronomico di quello che è la nostra terra, sarà presente una delegazione del gruppo folk di Florinas che si esibirà nel tradizionale ballo sardo in costume tipico. L’appuntamento è per venerdì 16 marzo, alle 20, 30, nella mensa dell’Ersu in via dei Mille 102. Quella di venerdì sarà la seconda edizione della cena di benvenuto che l’Ersu organizza per dare un segno di ospitalità agli studenti stranieri che sempre più numerosi scelgono l’ateneo cittadino per proseguire nel percorso didattico cominciato nella loro patria.

Questionario e social

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