UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 28 febbraio 2018

Mercoledì 28 febbraio 2018

28 febbraio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 febbraio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
QUARTUCCIU. Tre studentesse hanno duscusso la tesi nell'istituto per minori
La sfida delle neo architette: «Il carcere può essere bello»

La commissione schierata, i parenti con i mazzi di fiori e le macchine fotografiche sono lo scenario tradizionale delle lauree, ma ieri mattina tre studentesse hanno completato gli sudi di Architettura all'interno del carcere minorile di Quartucciu. Laura Spano, Giulia Rubiu e Alice Salimbeni per lavorare alle loro tesi hanno passato un po' di tempo all'interno dell'istituto minorile a stretto contatto coi giovani detenuti grazie al progetto “Fuori Luogo” curato dalla professoressa Barbara Cadeddu nell'ambito del laboratorio di Progettazione architettonica II del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura.
LE TESI L'istituto non è nato per ospitare ragazzi e le tre neodottoresse hanno studiato come trasformare la struttura migliorando le condizioni di vita dei giovani detenuti e dei loro parenti in visita ma anche quelle di lavoro degli operatori e della polizia penitenziaria.
I COLORI Laura Spano ha discusso la sua tesi “Spazio al colore” analizzando tutte le sfumature cromatiche presenti nei vari ambienti del carcere proponendo variazioni che portino benessere abbinando i colori alle luce. Giulia Rubiu con “La strategia Building information modeling and management applicata al caso studio dell'Ipm di Quartucciu” ha sfruttato le tecnologie della realtà virtuale e della cosiddetta realtà aumentata per ri-immaginare gli spazi assieme ai detenuti.
GLI ESTERNI Alice Salimbeni per la sua tesi “Da le celle alle stelle: uno spazio autocostruito all'Ipm di Quartucciu”, ha lavorato assieme ai ragazzi ascoltando i loro bisogni e realizzando alcune strutture all'esterno come alcune panche di legno che permettono di osservare il cielo attraverso finestre senza sbarre.
IL RETTORE Alle lauree dietro le sbarre ha partecipato anche il rettore Maria Del Zompo che si è detta «sorpresa, meravigliata e molto orgogliosa» del percorso fatto dalle studentesse assieme ai docenti e ai ragazzi del carcere. Ha voluto ringraziare le famiglie delle studentesse «perché hanno accettato con molta serenità di fare la proclamazione della tesi in questo ambiente, è un bellissimo segnale di responsabilità sociale e di accettazione della diversità, in questo caso di ragazzi che hanno fatto degli errori nel loro percorso».
LA DIRETTRICE La direttrice dell'istituto Giovanna Allegri ha sottolineato la sensibilità delle studentesse. «Ci hanno fatto vedere un carcere bello e non c'è scritto da nessuna parte che il carcere debba essere brutto - ha spiegato - se riusciamo a circondarci di cose belle stiamo tutti meglio: i ragazzi, gli operatori di polizia e gli educatori».
Marcello Zasso

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 febbraio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Oggi alla Fondazione di Sardegna il video di Sergio Orani
Quel 28 febbraio 1943: pioggia di bombe in città

Sono trascorsi 75 anni dai terribili giorni del 1943 quando Cagliari patisce il bombardamento da parte degli alleati anglo-americani, giorni tragicamente segnati dalla morte e dalla distruzione. Per non dimenticare, oggi alle 18,30 nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2, sarà proiettato il documentario a cura di Sergio Orani “Pioggia di bombe su Cagliari”. Con il curatore, dopo la proiezione, ne parleranno il professor Antioco Floris, docente di Storia del cinema all'Università di Cagliari e lo storico Marco Coni, avvocato, autore del fortunato libro “La portaerei del Mediterraneo, storia della guerra aerea sulla Sardegna 1940-1943”. Il filmato è stato curato da Sergio Orani, ottantenne, che lo ha costamente aggiornato. Quello che verrà proiettato stasera alla Fondazione di Sardegna contiene molti brani e immagini del tutto inedite, raccolte da Orani con le sue ricerche metodiche sui drammatici anni del fascismo e sulla devastazione di Cagliari. L'avvocato Coni racconterà invece come tutta la Sardegna fosse diventata un'isola di morte con le stragi avvenute anche a Monserrato, Gonnosfanagida, Selargius, Villacidro, Olbia, Alghero. La proiezione di “Pioggia di bombe su Cagliari” durerà cinquanta minuti. Ogni anno quel 28 febbraio 1943 viene rievocato con le immagini di Orani, di volta in volta rinnovate. Era una domenica di sole a Cagliari, quando in pochi minuti gli aerei americani scaricarono sulla città una pioggia di bombe, distruggendola e seminando morte. I sopravvissuti alle bombe del '43 sono oggi ultraottuagenari, testimoni di un massacro che ha lasciato il segno sul capoluogo, tra Stampace, Marina e Castello.

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 febbraio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Liceo De Sanctis
Mobilità sostenibile, gli studenti a Londra

Gli studenti di oggi futuri imprenditori della mobilità ciclabile. È il progetto che la Città metropolitana e il liceo scientifico De Sanctis Deledda hanno elaborato per i ragazzi che frequentano l'istituto di via Cornalias e che studieranno i temi legati agli spostamenti con il mezzo più sano ed economico del mondo: la bicicletta. In pratica diventeranno istruttori di scuola guida grazie anche a un viaggio a Londra dove approfondiranno le loro competenze. Una sorta di catena di contagio che dovrà arrivare sino agli alunni delle elementari. L'iniziativa nasce dalla tenacia del consigliere con delega a Viabilità, mobilità e trasporti Fabrizio Marcello, dei docenti Kevin Bruce Legge e Laura Bifulco e del preside Aldo Cannas. «Domani consegneremo in comodato d'uso ai ragazzi 20 biciclette che utilizzeranno per esercitarsi», spiega Marcello. «Le bici fanno parte di un lotto di mille mezzi, 590 già consegnati ad altri istituti secondari e all'Ersu, a disposizione della Città metropolitana per la mobilità sostenibile». (a. a.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 febbraio 2018 / Cultura (Pagina 38 - Edizione CA)
Allievo di Quaroni e Cellini, co-fondatore dell'Inu Sardegna, è mancato a 69 anni
Ignazio Garau, l'architetto del '68 che amava la terra

U n uomo della terra, con la mente raffinata e la curiosità dell'intellettuale, la mano felice dell'artista - ma anche dell'artigiano, di quello che sa toccare  e fare  le cose. Era questo, e molto altro, Ignazio Garau, architetto, co-fondatore, nel 1977, della sezione sarda dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, cultore e rivitalizzatore di centri storici e insediamenti rurali che gli altri definivano minori ; pioniere del riuso della terra cruda nell'edilizia contemporanea. Morto a 69 anni la settimana scorsa.  Garau era nato a San Giovanni Suergiu. Legatissimo alle sue radici, di recente aveva investito terre di famiglia in un progetto collettivo di recupero dei grani tipici sardi. Era anche - lo era rimasto - un ragazzo del '68, militante del Manifesto. Quando giunge all'Università di Roma, divampa il fuoco della rivolta contro i poteri costituiti, i baroni, l'architettura asservita. «Garau è brillante allievo del grande Ludovico Quaroni e del suo allora assistente Francesco Cellini, che fonderà la seconda facoltà di Architettura, a Roma 3: negli anni Novanta forse la più innovativa d'Italia», ricorda Antonello Sanna, direttore del Dipartimento di Architettura all'Università di Cagliari. Garau torna in Sardegna, è membro attivo dell'Inu. Si fa notare dal gruppo di giovani impegnati che all'Università di Cagliari ruota intorno a Enrico Corti. «Univa curiosità intellettuale e talento artistico. Aveva una mano felicissima di creativo, una grande capacità poetica», continua Sanna. Ma il suo bisogno era spendersi «nella costruzione fisica dell'ambiente». Mai per la speculazione. Sempre in supporto di amministrazioni sensibili, disarmate davanti a imprese rampanti. Negli anni Ottanta, a Domus De Maria, contribuisce a una trattativa da miracolo: spostare in collina una lottizzazione da 70 mila metri cubi (già approvati) che avrebbe devastato stagni e dune di Chia. «Con la sua capacità tecnica ha sostenuto l'amministrazione pubblica nel tradurre in norme la nuova sensibilità ambientale», ricorda Vincenzo Tiana di Legambiente. Nel 1990 Garau è tra i promotori dell'associazione arch.terra. Il ladiri, ci dice, è materiale dell'oggi. «Non era interessato all'aspetto folkloristico delle tradizioni. Riconosceva l'importanza delle culture contadine e tradizionali per la modernità e nella modernità», ricorda l'antropologo Benedetto Meloni, che con Garau ha lavorato, fra l'altro, al centro storico di Villamassargia. Colto e appassionato lo ricorda l'ex sindaco, Walter Secci, oggi segretario dell'associazione Città della terra cruda. Lo ha visto pochi giorni prima che si spegnesse, nell'ospedale di Sorgono. «Mi chiedeva di Luxi, la ricerca sui colori delle terre di Sardegna che l'artista Isabella Breda stava facendo in paese», dice Secci. «Sapeva che il suo lavoro, comunque, sarebbe proseguito».
Daniela Pinna

 

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 febbraio 2018 / Cronaca di Nuoro (Pagina 33 - Edizione CA)
NUORO
Incontro sul progetto Lavo-Ras

Domani, alle 10, nell'auditorium “Giovanni Lilliu” di via Mereu, a Nuoro, si terrà un incontro informativo su LavoRas, il programma plurifondo da 127,7 milioni di euro varato dalla Regione per fronteggiare il problema della disoccupazione. Si sviluppa su diversi ambiti, da quello ambientale e culturale passando per edilizia, patrimonio e archeologia, con risorse destinate ai Comuni, ripartite in base al numero dei disoccupati. Secondo le intenzioni della Giunta regionale, il programma LavoRas dovrebbe garantire l'inserimento lavorativo di 3500 persone. All'incontro di domani, organizzato da Regione, Anci e al Consiglio delle autonomie locali, parteciperà il presidente Francesco Pigliaru con gli assessori Cristiano Erriu, Virginia Mura e Raffaele Paci. Insieme a loro i presidenti di Cal e Anci, Andrea Soddu che presiederà e condurrà i lavori, ed Emiliano Deiana. Alle 15,30 nell'aula magna del Consorzio universitario in via Salaris la presentazione di “Talent-Up”, bando promosso dall'Aspal per stimolare la voglia di fare impresa dei giovani laureati e degli studenti universitari.

 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 febbraio 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 31 - Edizione CA)
ORISTANO. Il successo della “Giornata del geometra”
Tra AutoCad e progettazione 3D

Alternanza scuola-lavoro, laurea del geometra e prospettive occupazionali della professione. Sono soltanto alcuni dei temi trattati durante la “Giornata del geometra”, un'iniziativa organizzata dal Collegio provinciale in collaborazione con l'istituto Mossa. Gli studenti hanno partecipato con molta attenzione alla mattinata di formazione, mentre il Collegio ha fornito un corso di AutoCad 2017, un software che sarà illustrato ai ragazzi e ai docenti dagli stessi geometri grazie a un nuovo percorso formativo teorico - pratico, valido per l'alternanza scuola-lavoro. «Il nostro impegno continuerà anche nel campo dell'orientamento - ha spiegato Fulvio Deriu, presidente del collegio provinciale - partiranno a breve nelle scuole medie alcuni laboratori didattici per avvicinare i ragazzi alla progettazione in 3D e all'educazione e sostenibilità ambientale, ma anche alla sicurezza e all'efficienza energetica». Alla giornata ha partecipato anche il presidente del consiglio nazionale dei geometri Maurizio Savoncelli: «Queste iniziative con gli studenti e i dirigenti scolastici sono fondamentali per orientare e formare i tecnici delle costruzioni di domani - ha commentato - studiare per diventare geometra è una valida scelta e la formazione universitaria valorizzerà ulteriormente questa figura professionale in un mercato del lavoro sempre più dinamico». ( v.p. )




 

La Nuova Sardegna

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 febbraio 2018 / Sardegna - Pagina 5
Il costituzionalista non è d'accordo con Onida: «Era già un'idea dei costituenti»
Il comitato ha presentato ricorso al Tar contro la bocciatura del referendum
INSULARITÀ, il giurista Celotto: «Va inserita nella Carta»

di Alessandro Pirina
SASSARI L'ufficio regionale che ha bocciato il referendum per l'inserimento del principio di insularità nella Costituzione ha trovato un alleato nel costituzionalista Valerio Onida. In una intervista alla Nuova, l'ex presidente della Consulta non è entrato nel merito della decisione, ma ha sottolineato che «l'insularità è una situazione di fatto, che richiede misure e politiche intese a compensarne gli svantaggi. Ma non mi pare abbia senso menzionarla nella Costituzione». Onida ritiene che siano sufficienti «i principi di universalità dei diritti fondamentali, di eguaglianza sostanziale, di tutela del lavoro in tutte le sue forme e applicazioni, di solidarietà anche interterritoriale, che debbono guidare le politiche di sviluppo, fiscali e di spesa» già contenuti nella Carta. Ma per i promotori del referendum il quesito è più che valido. Anzi, ad avviso del comitato guidato da Roberto Frongia, e supportato dalle firme di 92mila sardi, quella piccola modifica costituzionale potrebbe essere la grande svolta per la Sardegna. E a dare loro manforte ci sono anche alcuni addetti ai lavori. Come Alfonso Celotto, dal 2001 docente di Diritto costituzionale all'università di Roma Tre. Il costituzionalista. «Siamo in un'epoca di trasformazione dell'assetto territoriale dello Stato, in cui bisogna valorizzare la differenziazione - spiega il costituzionalista -, in cui bisogna capire se l'assetto del costituente basato su Province, Regioni e Comuni sia ancora adeguato. Ecco allora che si giustificano gli interventi per rendere specifiche le misure sulle singole aree ed ecco allora che può trovare piena cittadinanza l'idea di sviluppare un principio di insularità della Sardegna». Per Celotto la strada, però, non può essere l'articolo 116 «perché al terzo comma prevediamo forme speciali di autonomia, ma tuttavia sono forme che la Sardegna già ha. Ecco allora che va trovato un altro appiglio costituzionale che mio avviso può essere all'articolo 119, che prevede degli interventi speciali per determinate aree e questi interventi speciali vanno letti anche nell'ottica originaria del costituente che al vecchio articolo 119 prevedeva le misure per valorizzare in particolare Mezzogiorno e isole. Quindi i costituenti già avevano un'idea di dover differenziare e valorizzare insularità, come del resto avvenuto con le Regioni a statuto speciale, le due isole maggiori». Nessun ostacolo, secondo il costituzionalista, può arrivare dall'articolo 5 che sancisce il principio che la Repubblica è una e indivisibile. «Lo stesso articolo 5 - aggiunge Celotto - ci dice che deve essere previsto e favorito il decentramento. E ovviamente dev'essere un decentramento ragionevole e razionale, cioè un decentramento che differenzia le aree a seconda delle loro esigenze. Ecco allora che un'affermazione nell'alveo di questi principi dell'insularità della Sardegna può essere un ottimo volano anche in Costituzione per porsi in maniera seria il problema della Sardegna».Proposta di legge. Intanto, dopo la bocciatura dell'ufficio regionale il comitato promotore ha deciso di opporsi alla decisione. Ha dunque presentato ricorso al Tar. Ma non solo Frongia ha anche deciso di rilanciare con una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare. Una modalità che in Italia non ha precedenti. L'oggetto è lo stesso del quesito dichiarato illegittimo il 30 gennaio scorso: l'inserimento del principio di insularità in Costituzione. Cinquantamila firme da raccogliere nelle principali città italiane, in tutte le 21 regioni del Paese. Del comitato scientifico per il referendum fanno parte, tra gli altri, l'ex ministro Paolo Savona, il rettore dell'università di Sassari, Massimo Carpinelli, l'ex rettore di Cagliari, Pasquale Mistretta, l'ex assessora alla Cultura Maria Antonietta Mongiu, il giudice Simonetta Sotgiu, il docente Giovanni Lobrano.
 
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 febbraio 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 36
Nella collana Scrittori di Sardegna il romanzo "Doppio cielo" uno dei racconti più avvincenti dell'autore di Guasila
ANGIONI, L'IDENTITÀ COME UN TERRITORIO APERTO AL MONDO
Pubblichiamo un ricordo di Giulio Angioni tratto dal libro "Cose da prendere sul serio", pubblicato dalla casa editrice Il Maestrale. L'autore, Giacomo Casti, è un noto operatore culturale, tra gli animatori dell'associazione Chourmo, che organizza il Festival Marina Café Noir.

* * * di Giacomo Casti
«Un buon consiglio per un neolaureato in lettere?», chiesi anni fa a Giulio Angioni.«Salire sulle spalle dei giganti. Leggere e rileggere Gramsci», mi rispose. Però, prima di essere un ottimo dispensatore di consigli, Giulio Angioni è stato per me diverse altre cose. Un uomo che poteva mettere in difficoltà, tanto per iniziare. Che è un'ottima qualità, a ben rifletterci. Ci riusciva regolarmente, ancora e da subito non appena ci incontravamo, quando capitava di incontrarci. Ad esempio, non sapevo mai bene come rivolgermi a lui, nel senso del "tu" o del "lei", nel senso del chiamarlo Professore oppure Giulio, visto che da anni mi aveva dato anche questa possibilità, quella di un rapporto amichevole e di uno scambio paritario.IL PROFESSORE. Cercavo a volte la via di mezzo, cioè gli davo del tu e però lo chiamavo Professore, in un modo che può sembrare ironico - «Professore, quanto zucchero vuoi?» suona un po' strano, no? - ma in realtà era il mio tentativo di mantenere le giuste proporzioni tra me e lui.Che vuol dire che, sino a prova contraria, lui era quello che insegnava e io quello che apprendeva, anche se quando bevevamo il caffè o facevamo una battuta eravamo alla pari. Eppure non era iniziata troppo bene, la nostra conoscenza; ricordo che da studente ho equivocato il suo senso dell'umorismo più di una volta, e qualche volta c'è scappato pure il battibecco. CAMPI DA GIOCO. Durante il lavoro di tesi di laurea - lui correlatore, sempre cari Felice Tiragallo e Franco Lai - il nostro confronto migliorò decisamente e arrivò lo scambio vero, la franchezza tra persone. Forse per un motivo molto semplice: eravamo entrambi... be', non so esattamente cosa eravamo entrambi, dato che lui era uno dei più grandi antropologi e scrittori italiani e io sono uno studioso mancato e un appassionato scrivente, però... ecco, forse è la confidenza, o meglio la vocazione alla confidenza con entrambi questi campi da gioco, così prossimi e così distanti, quello dell'antropologia e quello della letteratura, che un po' ci rendeva affini.Però così parlo troppo di me. Rendiamoci utili. Per chi non sapesse, o ha dimenticato alcune informazioni, proverò a integrare il suo breve profilo, quello che capeggiava nel suo sito e in molte terze e quarte di copertine dei suoi libri: «Giulio Angioni insegna Antropologia culturale nell'Università di Cagliari dal 1981. Ama segnalare che ha avuto come maestri Ernesto De Martino e Alberto Mario Cirese, che ha studiato e insegnato in Germania, in Francia e in Gran Bretagna, che ha studiato molto i Gua di Trexenta in Sardegna e che come scrittore ha raccontato soprattutto di un luogo detto Fraus».I MAESTRI. Con grande stringatezza e una certa dose di ironia, era così che Giulio Angioni, in due righe, si raccontava. È interessante rilevare come, pure nel brevissimo, egli non mancasse di riconoscere e ricordare, come faceva appunto in questa quasi epigrafica nota, il suo duplice rapporto di "discendenza" dai maestri De Martino e Cirese (sebbene sia relativamente semplice considerare Cirese il maestro effettivo e De Martino quello elettivo; elettivo, sì, ma con ruolo seminale). Angioni stesso ha raccontato a chi scrive che una delle sue prime "tesine" di ricerca, da giovane studente, gli fu assegnata proprio da De Martino, all'epoca, come è noto, docente di Storia delle religioni a Cagliari).Quindi, integrando un po' a caso il suo ritratto autoriale e umano: Angioni era del 1939, l'ultima generazione ad aver visto una Sardegna ancora primitiva, come qualche volta gli ho sentito dire; ha scritto moltissimo e letto di più (quest'ultimo particolare sempre meno sottovalutabile, dati i tempi); condotto fondamentali ricerche sul mondo agricolo e pastorale della nostra isola; scritto alcuni dei pezzi giornalistici più efficaci e precisi che io abbia mai letto, penso ad esempio a una intervista sul dramma degli incendi pubblicata su Liberazione nel 2009; vissuto e lavorato non solo in Germania, Francia e Gran Bretagna ma anche a Milano, nel suo periodo da migrante, insieme a un mio caro zio ex-tramviere, Nino (lo scoprimmo per caso qualche anno fa); partecipato a diverse edizioni del Festival letterario Marina Cafè Noir, di cui mi occupo, senza mai rompere troppo le tasche, qualità che non sempre tutti gli ospiti rivelano; partecipato (insieme al solito scrivente) a un videoclip della band Ratapignata, nel rispettabilissimo e ormai scomparso ruolo de su bandidori (il banditore). PADRI E FIGLI. Inoltre: mi ha dato a suo tempo un consiglio strepitoso (appunto: «Sali sulle spalle dei giganti, leggi Gramsci»), mi ha chiesto se volevo «insegnare al babbo a fare figli» per qualche mia ovvietà di troppo e consigliato, senza saperlo, come avrei potuto portare la barba. Ancora di più, credo abbia insegnato a più generazioni di allievi e lettori, soprattutto sardi, che a essere di un luogo piuttosto che di un altro non c'è niente di speciale, ma che a quella specialità - riconosciuta e riconoscibile - che è potenzialmente propria di ogni luogo e ancor di più di ogni persona, ognuno dovrebbe tendere in quanto individuo, senza mai dimenticare il mondo da cui proviene, e anche il modo in cui quel mondo dovrebbe essere e invece non è. SARDO SENZA VEZZI. Concludo dicendo che cosa davvero penso, quando penso a Giulio Angioni: che è stato un uomo di sinistra senza ostentazioni né nascondimenti, un sardo internazionalista senza tic o vezzi stereotipati, un uomo che metteva in difficoltà, come accennavo all'inizio, soprattutto i luoghi comuni e le menzogne. Per questo è così importante, Giulio Angioni. Per questo leggeremo, e leggeranno, a lungo i suoi libri.

Questionario e social

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