Lunedì 26 febbraio 2018

26 febbraio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 febbraio 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Il presidente della Repubblica è atteso alle 10.30 all'aeroporto di Elmas
Anniversario dello Statuto, in Consiglio arriva Mattarella

Qualcuno, mettendo da parte il normale ossequio verso il Quirinale, ha arricciato il naso per la visita di appena due ore: l'aereo presidenziale atterrerà a Elmas alle 10.30 e ripartirà prima dell'ora di pranzo. Ma la visita di Sergio Mattarella, in occasione dei settant'anni dello Statuto sardo, arriva in un momento particolare: il weekend elettorale è vicino e suggerisce apparizioni ridotte per il Capo dello Stato (in aula ci saranno tanti candidati), visto il ruolo di garanzia. E così sarà.
Mattarella sarà accolto in Consiglio regionale dal presidente Gianfranco Ganau, dal Governatore Francesco Pigliaru e dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda.
IL PROGRAMMA Una breve visita alla mostra allestita per l'occasione (“Cronache dell'Autonomia”, ospitata al piano terra del palazzo), poi l'incontro con gli ex presidenti della Regione. Ci saranno Felicetto Contu, Salvatorangelo Mereu, Giacomo Spissu, Francesco Rais, Angelo Rojch, Mario Floris, Antonello Cabras, Federico Palomba, Renato Soru e Ugo Cappellacci. Non ci sarà invece Mauro Pili, che ieri ha annunciato su Facebook di aver declinato l'invito, e di «non condividere l'ennesima passerella che umilia la Sardegna».
INNO E DISCORSI Il presidente è atteso alle 11 nell'aula consiliare, per l'apertura della seduta solenne. Verrà cantato l'inno nazionale: il coro degli alunni della scuola primaria e secondaria dell'istituto “Puxeddu” di Villasor intonerà Fratelli d'Italia. Poi prenderà la parola il presidente del Consiglio Ganau, seguito dall'intervento di Pigliaru. Il protocollo non prevede un intervento del Capo dello Stato durante la seduta solenne, ma Mattarella potrebbe comunque decidere di prendere la parola. Così ha fatto l'ultima volta che è venuto in Sardegna, per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Cagliari. La seduta sarà chiusa dal brano “Su patriotu sardu a sos feudatarios” (Procurade 'e moderare), candato dal coro Nugoro Amada di Nuoro.
I DIVIETI Subito dopo Mattarella sarà accompagnato a Villa Devoto, sede della presidenza della Regione, dove battezzerà la sala intitolata a Emilio Lussu. La partenza dell'aereo presidenziale è prevista attorno alle 12.30. La viabilità di Cagliari non dovrebbe subire - così ha annunciato la Prefettura - grandi stravolgimenti. Divieti di sosta in viale Regina Margherita e in diverse strade della Marina (via Porcile, via Cavour, via Lepanto, via Sardegna) e in alcuni tratti di viale Merello e via Vittorio Veneto (vicino all'ingresso di Villa Devoto, in via Oslavia). È prevista anche la chiusura totale di via Roma, nel lato portici, al passaggio del corteo: il corpo di Polizia locale cercherà di limitare al minimo il blocco del traffico per evitare ripercussioni sulla viabilità del centro città.
LA PROTESTA Mauro Pili ha annunciato che negli stessi minuti in cui il presidente entrerà in Consiglio regionale, pubblicherà sui social network «il video inedito ed esclusivo del Pentagono che inchioda lo Stato italiano sulle tante morti di soldati italiani nei balcani». Una polemica - quella col capo dello Stato - che si rigenera dopo le prime scintille di qualche settimana fa, in occasione della relazione finale della commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito.
LE VISITE La prima volta nell'Isola da presidente della Repubblica per Sergio Mattarella risale allo scorso ottobre, ospite d'onore dell'inaugurazione dell'anno accademico nell'università di Cagliari. In quell'occasione la visita durò quasi tutta la giornata: oltre alla tappa nel capoluogo - con passeggiata in Castello e parentesi nel museo archeologico per ammirare i Giganti di Mont'e Prama - il capo dello Stato andò anche a Ghilarza per rendere omaggio a Gramsci.
Per un altro tour presidenziale bisogna tornare indietro fino a febbraio 2012, quando Giorgio Napolitano trascorse due giorni nell'Isola tra Cagliari, Sassari e Alghero. Al centro degli incontri con le autorità sarde (in quel periodo a Villa Devoto c'era Ugo Cappellacci) la vertenza sulle Entrate fiscali, le infrastrutture, la crisi delle industrie. Sei anni dopo, i temi non sono cambiati.
Michele Ruffi

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 febbraio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
ITALIA NOSTRA
“La città murata nel paesaggio della Sardegna medievale” è il tema della conferenza che Rossana Martorelli, del dipartimento di Storia dell'Università, terrà venerdì al Search, nel palazzo municipale, ingresso da largo Carlo Felice 2.

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 febbraio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
Concerti, chiasso e buon senso
La notizia circolava insidiosa con il tratto della fake news. E invece. Al concerto capodannesco di Malika Ayane gli organizzatori l'hanno combinata grossa, sparando la voce della cantante oltre i decibel consentiti. Avete capito bene: a un concerto il volume alto non è più l'auspicabile minimo sindacale, ma un'infrazione che va punita dall'ordine costituito. Detto, fatto. La notte del 31 dicembre in piazza c'erano gli orecchiuti ispettori dell'Arpas - la stessa agenzia regionale che, nell'inchiesta sull'inquinamento Fluorsid, confuse milligrammi con microgrammi prendendo una randellata dai periti dell'università - che hanno registrato le cifre dell'affronto sonoro. I vigili urbani non hanno potuto far altro che sanzionare il promoter con 1.032 euro. Forse è il punto di svolta, l'eccezione che si fa genere. D'ora in poi cosa impedirà di multare per eccesso di velocità i piloti della Formula 1?
La novità non tarderà a dispiegare i suoi effetti perversi. Per chiarire che il clima è cambiato si potrebbero denunciare per rissa i boxeur sul ring, per violenza sessuale i fidanzati che baciano con troppo ardore le compagne. La scelta dei campi d'azione è illimitata. Oppure si possono ricondurre a ragione episodi che travalicano la legge. Basta un pizzico di buonsenso.

 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 febbraio 2018 / Provincia di Nuoro (Pagina 25 - Edizione CA)
NUORO. Alloggi in viale Sardegna, aule nel vecchio complesso Gallisai
Studenti universitari divisi tra ex Artiglieria e mulino 

Il passaggio all'Esercito della caserma di Prato Sardo, suggellato dalla cerimonia di giovedì scorso, spiana la strada al recupero dell'ex Artiglieria di viale Sardegna. Strutture sportive e alloggi per studenti conviveranno in un parco urbano aperto a tutti, secondo il disegno della giunta Soddu. Nel giro di qualche settimana è atteso il bando europeo. In ballo 14 milioni di euro, messi a disposizione dalla Regione con il piano di rilancio del Nuorese.
L'UNIVERSITÀ Dei 14 milioni di euro assegnati 3,7 sono destinati alle strutture per gli studenti universitari, il cosiddetto campus tanto caro alle precedenti amministrazioni comunali, messo in crisi da quella attuale. «Quando ci siamo insediati c'erano solo i fondi per gli alloggi degli studenti che faremo nell'ex Artiglieria, ma il cuore didattico dell'università sarà nell'ex mulino Gallisai», spiega Antonio Belloi, assessore ai Lavori pubblici. «Il nostro intervento è servito ad avere finanziamenti maggiori, da 3,7 a 14 milioni, che serviranno per realizzare un parco sportivo urbano fruibile sia dai nuoresi che dagli universitari», sottolinea richiamando anche i 12 milioni di euro assegnati per il mulino Gallisai. «Non è più un'utopia, anche per il mulino siamo pronti a fare le gare di progettazione».
CITTÀ CANTIERE «Nelle ultime settimane siamo riusciti a chiudere tre partite importanti, come il passaggio dell'Artiglieria al Comune, il piano di rilancio del Nuorese e il piano delle periferie. Ora siamo pronti a dare gambe ai progetti», dice Belloi. L'accordo firmato a dicembre a Palazzo Chigi ha reso disponibili 18 milioni di euro per il piano delle periferie. Previsti 22 lotti, con relativi bandi e interventi.
PERIFERIE Quaranta i professionisti che aspirano all'ufficio di piano, nove quelli in corsa per dare supporto al Rup (responsabile unico del procedimento), legati ai primi due bandi. Sono 117 le domande di ingegneri e architetti per la sistemazione dell'area attorno alla palestra Coni di via Lazio. Altri due bandi prevedono la riconfigurazione della viabilità esistente con interventi hardware (sottoservizi, cablatura, antenne smart e pavimentazione) e la progettazione di interventi in slarghi, piazze, cortili e giardini. «I bandi e i lavori che seguiranno - sottolinea Belloi - hanno una importante ricaduta in città e nel territorio, una boccata d'ossigeno per professionisti, imprese, fornitori e altri operatori».
Marilena Orunesu

 

5 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 febbraio 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 23 - Edizione CA)
ORISTANO. Le foto di Michele Ardu pubblicate sul National Geographic
Una Sartiglia internazionale

La magia del carnevale di Oristano raccontata da un giovane nato nella città di Eleonora. Michele Ardu, nella rivista National geographic, ha immortalato la Sartiglia con una ventina di splendidi e suggestivi scatti. Hanno regalato al mondo la competizione cavalleresca di Oristano, una giostra di origini medioevali, unica nel suo genere. Il commento, che accompagna le fotografie magazine, è sempre del fotografo oristanese, 31 anni, residente a Silì. «Attraverso questo reportage - spiega Ardu - ho raccontato la Sartiglia nella rivista più autorevole e prestigiosa del mondo in termini di cultura, viaggi e tradizioni. L'obiettivo è stato quello di dare visibilità alla nostra grande giostra equestre della mia città». Quale migliore occasione di questa vetrina mondiale? Il reportage rievoca la manifestazione del 2017 e si apre con la imponente immagine del Componidori sul cavallo bardato a festa e la maschera che cela il mistero e il fascino della competizione che risale a 500 anni fa. Michele Ardu ha paragonato il Componidori che solleva la stella appena colta sotto la cattedrale, alla statua di New York che solleva la fiaccola della Libertà. «Una stella propizia - spiega nel suo commento - affinché sia un anno ricco di salute e fortuna».
Il racconto che accompagna il reportage spazia dalle notizie storiche sulla nascita della giostra, di periodo spagnolo, ai gremi, ai personaggi che ruotano attorno alla manifestazione, ai tamburini e trombettieri e ai cavalieri, gli attori della competizione. Le foto e ripercorrono i momenti salienti della Sartiglia: dalla benedizione con sa pippia 'e maju , sotto le tribune strapiene di folla, alla consegna dei ceri, al corteo che attraversa il cuore della città. Dalla vestizione di Sergio Ledda al corteo dei costumi di Oristano che brillano sotto la stella appesa al nastro verde. Dal volto dell'uomo terreno che scompare per fare spazio alla figura iconica e suggestiva di su Cumponidori. E poi le belle sequenze che riprendono la discesa in via Duomo, la stella infilzata, la bellissima arremada, la benedizione e le acrobazie delle pariglie in via Mazzini. Michele Ardu, dopo la laurea in Ingegneria biomedica a Cagliari, si è trasferito a Londra nel 2011, per seguire la carriera artistica. Tanti i riconoscimenti ottenuti con pubblicazioni internazionali. Le sue foto sono esposte in Italia, a Londra, a Mosca, a Taipei e ad Abu Dhabi. Ha anche firmato la copertina di uno dei magazine di viaggio più prestigiosi ed importanti della Germania, “Reisemagazin”, con una fotografia scattata a Caprera. Il suo lavoro sulla Sartiglia è stato pubblicato su National geographic di Usa, Italia Olanda e Taipei.
Elia Sanna

 

 

La Nuova Sardegna



 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 26 febbraio 2018 / Nuoro - Pagina 15
Mense, laboratori e residenze per gli studenti al posto della vecchia struttura
I tecnici: «Non verranno realizzati altri edifici ma riqualificati quelli già esistenti»
Da zona militare a campus così cambia l'ex Artiglieria

di Giusy Ferreli
NUORO Dimenticate quei muri e quelle recinzioni che ancora si stagliano alte a dividere la città dall'area dell'ex Artiglieria di Nuoro. Nel progetto di riconversione, parte integrante del Piano delle periferie finanziato con una ingente dote finanziaria in arrivo da Roma, scompaiono. A lavori ultimati il colpo d'occhio sarà diverso. E assumerà i connotati di un open space urbanistico riservato alla formazione universitaria (ma non solo) nel cuore della città. Un luogo senza più barriere, in grado di raccordare l'area un tempo utilizzata dai militari agli agglomerati delle nuove realtà urbane che nel corso degli anni sono diventate qualcosa di diverso dalle periferie. Un luogo diverso, cuore pulsante della formazione universitaria e dell'integrazione sociale. Nella zona sorgeranno impianti sportivi, mense, residenze per gli studenti ma anche laboratori e info point. Ed ancora ci saranno spazi per le attività commerciali nonché un punto di ristoro. Il campus universitario sarà dotato di un campo di calcio e di campi da tennis, in grado di dare valore aggiunto anche all'offerta formativa dell'Università nuorese, già in fase di rilancio. E, nell'ottica dell'integrazione, ci sarà anche un centro diurno per disabili. Il tutto circondato dal verde. Quel verde che nei progetti dell'amministrazione comunale del capoluogo barbaricino, guidata dal sindaco Andrea Soddu, rappresenta il vero trait d'union di tutti gli interventi del piano delle periferie siglato ufficialmente lo scorso 18 dicembre nella capitale alla presenza del premier, Paolo Gentiloni . «Il progetto di riconversione dell'ex caserma dell'Esercito contempla la realizzazione di uno spazio destinato ad assolvere innanzitutto ad un a funzione sociale, luogo di aggregazione per adulti e bambini» spiegano urbanisti e tecnici che hanno lavorato, in un team interdisciplinare, alla progettazione del poderoso intervento. «Non verranno realizzati nuovi edifici ma ristrutturati quelli esistenti» spiegano i tecnici dell'equipe, in primo luogo per evitare il consumo di suolo. La tematica ambientale, infatti, è un altro dei capisaldi dell'intervento sull'ex Artiglieria e sul Piano delle periferie nel suo complesso. Sguardo vigile, quindi, anche sulla sostenibilità ambientale. Gli interventi di riqualificazione degli immobili verranno interverrà sulle facciate esterne con materiali biocompatili. È previsto anche un impianto energetico in grado di garantire il fabbisogno delle strutture con l'utilizzo di materiali a basso contenuto di emissioni di Co2. La delicata azione di rammendo delle periferie nuoresi è stata finanziato con 18 milioni di euro statali, risorse che a loro volta attiveranno investimenti pubblici e privati per un totale di 39 milioni di euro. E di tutti gli interventi previsti dal Piano quello sull'ex Artiglieria farà la parte del leone. A disposizione delle ex aree militari ci sono 26 milioni che arriveranno grazie ad un partenariato tra il pubblico e il privato con fondi statali e regionali. L'agenda è già stata dettata. I lavori riqualificazione della caserma dovranno essere avviati entro il 31 dicembre del prossimo anno. Entro questa data, dovrà essere stata svolta la gara per l'affidamento dei lavori. Il progetto è stata selezionato, unico tra le proposte sarde, anche da Inu - Istituto nazionale di urbanistica, per partecipare a "Urbanpro", la rassegna sui progetti di riqualificazione urbana che si è svolta di recente alla Triennale di Milano, e che ha visto coinvolti 25 professionisti tra ingegneri, architetti e pianificatori urbanistici facenti parte della short list dell'amministrazione comunale di Nuoro. Il cambiamento è appena all'inizio e si baserà sui valori della cultura, dello sport, del benessere fisico e della valorizzazione del verde pubblico.

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 26 febbraio 2018 / Nuoro - Pagina 15
«L'intervento darà valore aggiunto all'Università»
«Il progetto dell'ex Artiglieria? Uno straordinario valore aggiunto per la nostra università, in grado di richiamare studenti da tutta l'isola». Parola di Fabrizio Mureddu (nella foto), commissario straordinario del consorzio universitario nuorese che fa molto affidamento sulla trasformazione della vecchia struttura militare. «Si punta molto sulla logistica e anche sui diversi aspetti della vita di uno studente: dallo sport al tempo libero» prosegue Mureddu. E se l'offerta formativa dell'Università potrà essere ospitata nell'antico mulino Gallisai una volta ristrutturato (altro intervento di riqualificazione previsto dal Piano per le periferie) nell'ex Artiglieria verranno concentrati tutti quei servizi indispensabili per rendere la vita degli studenti fuori sede più agevole. «Sono convinto - conclude il commissario - che l'Università di Nuoro ne trarrà un grandissimo beneficio» (g.f.)

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 26 febbraio 2018 / L’anniversario - Pagina 6
LE CELEBRAZIONI PER L’AUTONOMIA
L'ex presidente della Consulta: «Si applichi in modo più efficace lo Statuto,
smentire la scelta fatta allora significa rinnegare lo spirito che lo determinò»
Onida: «L'insularità decisiva ma non va in Costituzione»

di ALESSANDRO PIRINA
Valerio Onida, già presidente della Corte costituzionale, tra i maggiori esperti di diritto costituzionale in Italia, parla dei 70 anni dello Statuto sardo.Professor Onida, l'autonomia speciale della Sardegna compie 70 anni: è ancora attuale parlare oggi di specialità?«L'Italia in cui nacquero le Regioni a statuto speciale, fra il 1946 (Sicilia) e il 1963 (Friuli-Venezia Giulia) era certo diversa dall'attuale. Tuttavia, le ragioni che furono alla base di quella scelta possono considerarsi ancora attuali, pur in contesti molto cambiati. Sono ragioni non tanto economiche, quanto culturali e logistiche. Per le Regioni alpine era ed è determinante il tema delle minoranze linguistiche e delle tradizioni culturali locali. Per Sicilia e Sardegna era ed è decisiva invece l'insularità, che comporta fra l'altro specifiche politiche delle comunicazioni. In Sardegna essa si accompagna anche a ragioni culturali non dissimili da quelle delle comunità alpine. In ogni caso sono decisive le ragioni storiche: la scelta fatta all'epoca costituente si è consolidata, e smentirla oggi significherebbe contraddire lo spirito autonomistico che a suo tempo la determinò». La riforma del Titolo V del 2001 ha accresciuto i poteri delle regioni a statuto ordinario: oggi hanno ancora ragione di esistere le autonomie speciali?«È vero che con la riforma costituzionale del 2001 le Regioni ordinarie hanno conquistato più autonomia, per alcuni versi superiore anche a quella originariamente prevista dagli statuti speciali: tanto che la riforma stabilì, giustamente, che fin da subito le Regioni speciali godessero anche dei nuovi spazi di autonomia attribuiti alle Regioni ordinarie. Se poi venisse attuata la previsione costituzionale, introdotta nel 2001, dell'attribuzione di nuove forme e condizioni di autonomia a singole Regioni ordinarie, a loro richiesta, si attenuerebbe molto, pur non scomparendo, la differenza fra Regioni ordinarie e Regioni speciali. Oggi tale differenza permane anche per effetto della mancata attuazione di quest'ultima previsione, e d'altro canto per effetto dei differenti regimi finanziari. Quello delle Regioni speciali, a differenza di quello delle Regioni ordinarie, è basato largamente sulla attribuzione di quote predeterminate del gettito locale di grandi imposte statali. Questa differenza non si giustifica razionalmente: per tutte le Regioni dovrebbe valere il regime generale previsto dall'art. 119 della Costituzione». Grazie allo Statuto speciale la Sardegna gode di una maggiore autonomia finanziaria, ma resta tra le regioni più svantaggiate: a suo avviso cosa non ha funzionato?«Il funzionamento odierno dei regimi finanziari delle singole Regioni speciali può dipendere sia da differenze statutarie, sia più probabilmente dal modo in cui sono applicati gli statuti. Non so dire, non conoscendo a fondo la situazione economica della Sardegna, quali siano gli specifici fattori di svantaggio dell'isola. Posso immaginare che pesino la crisi dei grandi insediamenti produttivi minerari o petroliferi un tempo gestiti dalle partecipazioni statali e il mancato pieno sviluppo di un'economia turistica adeguata alle straordinarie caratteristiche e risorse dell'isola».Concedere una maggiore autonomia alle regioni può essere uno strumento per evitare che in Italia, nel nostro caso in Sardegna, si ripeta un caso Catalogna?«L'"indipendentismo", che è cosa ben diversa dall'autonomismo, non ha mai avuto in Sardegna un vero radicamento, e non è certo una prospettiva ragionevolmente affacciabile. È l'autonomia, da sviluppare e da esercitare, la vera prospettiva dell'isola».In Sardegna è stato promosso - e per ora bocciato - un referendum per introdurre il principio di insularità nella Costituzione. Qual è la sua opinione?«L'insularità è una situazione di fatto, che richiede misure e politiche - europee, nazionali e regionali - intese a compensarne gli svantaggi (ad esempio in termini di collegamenti), Non mi pare abbia senso menzionarla nella Costituzione, che già contiene i principi di universalità dei diritti fondamentali, di eguaglianza sostanziale, di tutela del lavoro in tutte le sue forme e applicazioni, di solidarietà anche interterritoriale, che debbono guidare le politiche di sviluppo, fiscali e di spesa».Il federalismo è stato un cavallo di battaglia dei partiti negli anni Novanta e i primi del Duemila, ma ora sembra scomparso dall'agenda politica. «Purtroppo negli anni recenti - complice anche la crisi economica - è andata prevalendo in Italia, in contraddizione con la riforma costituzionale del 2001, una politica centralistica, non conforme al principio di autonomia di cui all'art. 5 della Costituzione. In parte questa politica è anche frutto dell'atteggiamento "anti-politico" che si manifesta nella polemica contro la "casta" e tende a svalorizzare l'impegno nelle istituzioni pubbliche e nei corpi rappresentativi, dipinto come occupazione di "poltrone". Di questo atteggiamento è in parte frutto la proposta di abolire le Province (il che non significa che non vadano corrette tendenze alla moltiplicazione inutile degli enti territoriali)». I referendum di Lombardia e Veneto, per quanto previsto dalla Costituzione, non rischia di rompere il vincolo di solidarietà che sta alla base del patto nazionale?«I recenti referendum consultivi in Lombardia e Veneto sono stati spesso artificiosamente presentati come tendenti a rimettere in discussione il "residuo fiscale" di tali Regioni, cioè la differenza positiva fra il gettito tributario riscosso nel loro territorio e il complesso della spesa pubblica erogata nello stesso territorio (e quindi il loro "contributo di solidarietà" a favore delle Regioni meno ricche). In realtà così non era: essi tendevano ad avallare una iniziativa delle rispettive Regioni per ottenere l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni di autonomia in determinate materie, ai sensi dell'art. 116, terzo comma, della Costituzione. Il conseguente spostamento di risorse dallo Stato alla Regione per svolgere le nuove funzioni attribuite non deve intaccare la quota del gettito regionale destinata alla solidarietà interterritoriale».
CHI È
Il numero uno dei costituzionalisti

Nato a Milano nel 1936, Valerio Onida è considerato il numero uno dei costituzionalisti italiani. Di origini sarde - il padre Pietro, affermato economista e docente universitario alla Sapienza di Roma, era nato nel 1902 a Villanova Monteleone -, Onida è stato eletto nel 1996 giudice costituzionale, divenendo presidente della Corte dal 2004 al 2005. Professore di Diritto costituzionale all'Università di Milano per oltre 25 anni, dal 1970 al 1873 ha insegnato Diritto parlamentare e Istituzioni di diritto pubblico all'università di Sassari.

Questionario e social

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