UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 7 febbraio 2018

Mercoledì 7 febbraio 2018

07 febbraio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 7 febbraio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
ASSL
«Sclerosi multipla, restano i posti-letto»

I posti letto del centro per la sclerosi multipla al Binaghi non saranno, per il momento, diminuiti. Lo precisa l'Assl Cagliari dopo l'allarme lanciato lunedì dal consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco. «La direzione di area Ats-Assl Cagliari», si legge in una nota, «precisa che, allo stato attuale, non risulta alcuna variazione dell'assetto organizzativo né dei posti letto della struttura».
«Nell'ambito della riorganizzazione complessiva della rete ospedaliera dell'area metropolitana», prosegue, «non si possono escludere, in futuro, delle variazioni dell'assetto organizzativo che, tuttavia, non dovranno avere impatto sulla qualità dell'assistenza e che saranno comunicate tempestivamente e nelle opportune sedi da Ats Sardegna».

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 7 febbraio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Corso sull'accoglienza
Nell'Aula Arcari di Scienze economiche si parlerà domani alle 9 dei minori stranieri non accompagnati

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 7 febbraio 2018 / Lettere e opinioni (Pagina 110 - Edizione CA)
IL DIBATTITO
Il monito del fondatore di Alibaba
I ROBOT UCCIDERANNO I POSTI DI LAVORO

di Giampaolo Muntoni, Docente
Milioni di posti di lavoro saranno cancellati dai robot nel prossimo futuro, secondo la previsione di Jack Ma. Non la prima persona che capita, ma il fondatore di Alibaba. Se c’è ancora qualcuno che non conosce Alibaba, deve sapere che è un’azienda con molti tratti in comune rispetto a Google e Amazon. Per comprendere la sua grandezza, è sufficiente il dato di vendite registrato dalla compagnia cinese in occasione del Singles’ day (il Black Friday di Alibaba): 25,4 miliardi di dollari in 24 ore. Un dato superiore due volte a quanto fatto da Amazon durante la giornata del Black Friday. Jack Ma, uno degli uomini più potenti e ricchi del mondo, ha lanciato un preoccupante allarme per il mondo del lavoro nei prossimi anni. «I robot uccideranno un sacco di posti di lavoro», un passaggio chiave del discorso pronunciato dal fondatore e numero 1 di Alibaba nel corso del suo intervento a Davos. Secondo Jack Ma, le macchine andranno a svolgere i compiti che oggi spettano ai lavoratori.Il pensiero di Jack Ma non è nuovo all’interno dell’elite dell’economia mondiale, a conferma della preoccupazione crescente riguardo all’automazione del lavoro. Nel recente passato, anche Bill Gates e Stephen Hawking avevano manifestato la propria perplessità sulla strada intrapresa. Jack Ma ha infine evocato lo scenario della Terza Guerra Mondiale, prendendo come metro di paragone quanto accaduto negli anni antecedenti alla Seconda Guerra Mondiale: la prima e la seconda rivoluzione tecnologica. Secondo Ma, quella che stiamo vivendo è la terza rivoluzione tecnologica. L’augurio di Ma è che si possa fare la guerra contro le malattie, la povertà, l’inquinamento, e non contro “noi stessi”.

 
 
 
 

La Nuova Sardegna

4 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 7 febbraio 2018 / Lettere e commenti - Pagina 32
L’opinione
SASSARI DIGITALE ORA È POSSIBILE, FINALMENTE

di Stefano Sotgiu
In tanti e tante se le fanno, sono domande delle cento pistole in una città come Sassari: "Troverò un lavoro quest'anno?" "Continuerò a lavorare?" "Di cosa vive la nostra città?" "Perché prima ci sembrava di stare meglio e adesso avere un'occupazione soddisfacente - o anche solo un'occupazione - è così difficile?" "Perché ad alcuni sembra andare così bene e altri sono costretti in condizioni di povertà o ad una vita di privazioni?" Non è facile rispondere in maniera certa. Sassari, storicamente, è stata un grande mercato, una città di servizi, un luogo nel quale s'incontravano domanda e offerta di merci, una città agricola, di piccolo artigianato. Nella modernità, poi, una città nella quale sono fiorite alcune delle funzioni economiche che hanno contraddistinto fortemente il diciannovesimo e il ventesimo secolo: su tutte quelle finanziarie. Una città di servizi nella quale trovavano spazio quelli commerciali, quelli culturali - scuole e università di rango più elevato rispetto a quello della città - e dal quale partivano per l'esportazione numerosi prodotti. Una città dall'economia varia e per questo, tutto sommato, solida perché "ecodiversa". Un ecosistema socio-economico che funzionava, anche se larghi strati della popolazione, soprattutto i ceti popolari, vivevano un'esistenza dura, di sacrifici. Questo sistema ha subito diversi shock, di cui il più importante è stato quello portato dall'industrializzazione primaria di matrice esogena, la petrolchimica arrivata per farci planare nel mondo industrializzato, contemporaneo. Una nuova vocazione produttiva forte, un polo di sviluppo che doveva sparigliare equilibri sociali ed economici consolidati da decenni e decenni e proiettarci in una dimensione più integrata nella modernità. Con tante contraddizioni, prima fra tutte il sacrificio del territorio, lo fece. Larghi strati della popolazione emersero da una condizione di grave disagio, Sassari crebbe. Salimmo dunque sul treno della modernità industriale. E in quel periodo commettemmo il grave errore di pensare che quello fosse un approdo definitivo. L'evoluzione tecnologica, la domanda di mercato, la legislazione portavano altrove. In un momento di snodo cruciale della storia economica non ci accorgemmo dell'emergere delle tecnologie dell'informazione e poi del digitale, proseguimmo a difendere a oltranza quell'acquisizione industriale così importante senza muoverci verso il nuovo orizzonte. Nacquero alcuni corsi superiori d'informatica ma fu, sostanzialmente, una realtà che subimmo.Altre realtà sarde, Cagliari ad esempio, capirono più di noi cosa accadeva. Grazie all'azione di imprenditori innovatori e alla compresenza di una formazione universitaria a supporto, entrarono prima nel mondo delle nuove tecnologie. Questo può dare una prima risposta ad alcune domande: Sassari è in ritardo nell'ingresso in una realtà profondamente modificata. Per fortuna, però, le cose cambiano. In particolare negli ultimi anni, grazie all'ingresso sulla scena di nuove realtà imprenditoriali radicate nel tessuto cittadino ma con importanti relazioni nazionali e internazionali, sostenute inizialmente da istituzioni economiche come la Camera di commercio, Sassari sta facendo il suo (tardivo ma incoraggiante) ingresso nell'età digitale. Contemporaneamente l'Università, che aveva già attivato servizi innovativi per l'innovazione, dichiara di voler attivare un corso di laurea in Ingegneria informatica. Le associazioni di categoria avviano programmi attraverso le politiche di Industria 4.0. La Fondazioni sono ben disposte al supporto di questo processo. Le Istituzioni locali lo vogliono sostenere. Si tratta delle tessere del nuovo puzzle di sviluppo: dobbiamo mettere insieme i pezzi del mosaico. Sarebbe un imperdonabile peccato non farlo. Fra città che prosperano e città che declinano, ce lo insegna la storia economica, la differenza è questa: essere state capaci, al bivio, di prendere il sentiero giusto. Sassari digitale, ora, è possibile.

Questionario e social

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