Martedì 6 febbraio 2018

06 febbraio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 6 febbraio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
POLICLINICO. Operate due pazienti che avevano subito la mastectomia
Pap flap, primi in Italia
Applicata la nuova tecnica per ricostruire il seno

Il Policlinico universitario di Cagliari all'avanguardia in Italia nella microchirurgia ricostruttiva del seno. Due pazienti che avevano subito la mastectomia a causa di un tumore sono state infatti operate con successo con la tecnica del “Pap flap”, utilizzata per la prima volta nel nostro Paese.
GLI INTERVENTI INNOVATIVI A eseguire gli interventi l'équipe di Chirurgia plastica e microchirurgia guidata dal professor Andrea Figus che per la ricostruzione della mammella ha utilizzato contemporaneamente due lembi di tessuto (grasso e pelle) prelevati dall'interno delle cosce delle pazienti. In precedenza entrambe avevano tentato la via delle protesi ma gli interventi non erano andati bene e le possibilità ricostruttive erano ormai limitate. «Abbiamo valutato insieme alle pazienti soluzioni che potessero offrire una ricostruzione duratura ed un risultato soddisfacente - ha spiegato Andrea Figus - e abbiamo optato per una ricostruzione nuova e complessa ma che, vista la nostra esperienza, abbiamo potuto eseguire con successo e sicurezza a Cagliari, per la prima volta in Italia». A circa due mesi dall'intervento, le pazienti stanno bene e stanno ritornando alla loro vita quotidiana.
«CENTRO DI ECCELLENZA» «La microchirurgia ricostruttiva della Aou di Cagliari - rivendicano con orgoglio dall'azienda - si sta affermando come uno dei servizi di eccellenza della sanità in Sardegna». Collabora con tutte le altre discipline chirurgiche, prime fra tutte la Otorinolaringoiatria e la Chirurgia generale, e ha numeri importanti: in meno di 11 mesi sono stati eseguiti 54 interventi complessi con lembi microchirurgici. «Un numero altamente significativo per un centro Italiano appena costituito», che oggi grazie alla collaborazione con i reparti diretti da Roberto Puxeddu e Pietro Giorgio Calò «sono diventati interventi di routine che portano il Policlinico ad essere un punto di riferimento in Sardegna».
L'ESPERTO «Oggi - conclude il professor Andrea Figus - la chirurgia oncologica e la chirurgia traumatologica non possono prescindere dalla ricostruzione ed avere in Sardegna un centro di eccellenza che consente di offrire tutte le opzioni ricostruttive disponibili nel settore dà ai cittadini una opportunità di migliorare la qualità di vita associata alla sicurezza del trattamento oncologico. Questo è un passo concreto per rispondere alle esigenze dei pazienti sardi affetti da tumore mammario e della testa e del collo, che non devono essere costretti a ricercare trattamenti ricostruttivi costosi e difficili da affrontare al di fuori della Sardegna».

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 6 febbraio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
SISTEMI INDUSTRIALI
Il dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell'Università di Cagliari ha organizzato il ciclo di seminari “Organizzazione e gestione di sistemi industriali”. L'incontro avrà luogo oggi nell'aula magna della facoltà di Ingegneria in piazza d'Armi, e sarà indirizzato agli studenti del corso di laurea in ingegneria meccanica.

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 6 febbraio 2018 / Lavoro (Pagina 11 - Edizione CA)
STUDIARE INFORMATICA, ECCO LA RICETTA ANTI-DISOCCUPAZIONE
Gli iscritti all’ateneo di Cagliari trovano un lavoro prima di laurearsi Studiare informatica è un investimento per il futuro. Tra le professioni che riescono a offrire maggiori sbocchi occupazionali rientrano quelle legate al mondo dell'informatica. In questo momento, nelle aziende che si occupano di tecnologia, ci sono altissimi margini di assunzione per chi ha una specializzazione in questo campo.
LA RICHIESTA «Attualmente, le uniche persone che sono riuscito a proporre alle aziende che richiedono informatici», chiarisce Gianni Fenu, delegato rettorale per l'Informatica all'Università di Cagliari, «sono quelle che devono ancora laurearsi. In questo campo, il tasso di disoccupazione è meno di zero, al punto che riusciamo a pre-allocare gli studenti prima ancora che finiscano il corso di studi. In media, ricevo tra le 5 e le 10 richieste di posizione a diverso titolo, ogni 10-15 giorni, a fronte di circa 120 laureati all'anno. Il nostro è un corso di laurea a numero chiuso. Con alcune grandi imprese abbiamo siglato accordi che consentono di fare i tirocini curricolari in azienda, che sono obbligatori alla fine del terzo anno. Abbiamo una marea di aziende convenzionate. Tra quelle presenti nell'Isola, nel resto d'Italia e all'estero, ce ne sono oltre 120. Giusto per citarne alcune che hanno sedi presenti anche in Sardegna, ci sono Avanade, Accenture e Ibm. Molti ragazzi che vanno a fare il tirocinio lo legano alla loro tesi di laurea e, se stanno in un'azienda, poi magari vengono assunti».
LE OPZIONI Chi fa il tirocinio curriculare ha tre opzioni: si laurea con la triennale, oppure prosegue negli studi per laurearsi con la magistrale e, se è particolarmente interessato alla materia, effettua un dottorato di ricerca. «Alla triennale abbiamo il numero chiuso: ne prendiamo solo 150. Con l'obbligo di frequenza costringiamo gli studenti a terminare più o meno regolari. Il nostro è uno dei corsi tra i più efficienti in Italia. Non abbiamo problemi di occupazione».
LE NOVITÀ Per rendere sempre più appetibile ai potenziali studenti il corso di studi, ogni anno i docenti prevedono delle novità. «Nei corsi che faccio io, ad esempio, introduco sempre qualcosa di nuovo, altrimenti non starei al passo. Abbiamo studiato un sistema che ci consente di proporre temi estremamente innovativi», sottolinea Fenu, «come quelli legati ai Big data, all'Internet of things (Iot), alla grafica avanzata, al Mobile application, fino agli algoritmi di previsione». Con queste competenze, trovare un lavoro nelle aziende che si occupano di tecnologia avanzata e anche nelle imprese che si possono qualificare nella categoria “Industria 4.0”, non sarà difficile. Meglio pensarci quando ci si iscrive all'Università per avere la strada spianata per il futuro.
Eleonora Bullegas

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 6 febbraio 2018 / Lavoro (Pagina 11 - Edizione CA)
Ingegneri elettrici e informatici occupati in 2 mesi
Nell'Ateneo cagliaritano è possibile laurearsi in Ingegneria elettrica, elettronica e informatica, nella facoltà di Ingegneria. Anche in questo caso, ci sono ottime possibilità per trovare un'occupazione. La conferma arriva da Almalaurea. «Secondo i dati aggiornati a ottobre 2017», evidenzia Fabio Roli, docente di Ingegneria industriale e dell'Informazione nell'ateneo cagliaritano, «per gli studenti di Ingegneria informatica, a cinque anni dalla laurea il quadro è di un'occupazione completa. Il tempo di ingresso nel mondo del lavoro avviene in meno di due mesi e le retribuzioni sono superiori alla media». Non solo. «Le stime tra il 2016 e il 2018», conclude Roli, «evidenziano una domanda, che oscilla tra le 5.000 e le 20 mila unità». ( e. b. )

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 6 febbraio 2018 / Lavoro (Pagina 11 - Edizione CA)
Il docente: tante occasioni nell'Isola
Riccardo Scateni, docente di Informatica nella facoltà di Scienze, all'Università di Cagliari, conferma che «le aziende che assumono i laureati in informatica sono Accenture (multinazionale di consulenza) e Avanade (società fondata da Accenture e Microsoft, offre soluzioni e servizi innovativi alle aziende attraverso la piattaforma Microsoft, ndc). Grandi imprese che hanno sede anche a Cagliari e che, fino a oggi, hanno preso a lavorare 300 persone». «Un'altra società che ha una sede anche a Cagliari è Engineering Ingegneria Informatica (gruppo italiano che si occupa di business integration, outsourcing applicativo e infrastrutturale, soluzioni innovative e consulenza strategica, ndc)», aggiunge il docente universitario.
( e. b. )

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 6 febbraio 2018 / Lettere e opinioni (Pagina 37 - Edizione CA)
IL DIBATTITO
Un’opera che andrebbe scritta
LEGGERE LA STORIA AL FEMMINILE

di Franco Epifanio Erdas
Docente universitario, pedagogista 

C’è una storia che ancora attende di essere scritta. È la storia delle donne che in ogni tempo, dall’antichità ad oggi, hanno contribuito a scrivere la grande storia dell’umanità. Delle donne di potere, guerriere, rivoluzionarie, avventuriere, intellettuali, scienziate, artiste e – perché no? - anche seduttrici, alla maniera di Cleopatra o d’Emile de Chatelet, la cui celebrità è stata per lungo tempo legata al suo ruolo di amante di Voltaire. Relegate per millenni al ruolo di spose e genitrici, nel quadro di un dominio quasi assoluto del ruolo maschile della vita di comunità e di una rigida gerarchia tra i due sessi, è solo da circa due secoli che ha cominciato a svilupparsi un formidabile movimento di emancipazione che ha invaso l’intero pianeta, ma è ancora ben lontano dal compiersi. La realtà, purtroppo, è ancora amara. I pregiudizi di un tempo sono rimasti, ed in alcuni campi, forse, sono diventati più forti. Nella storia di tutti i popoli non sono pochi i casi di donne che hanno pagato con la vita il coraggio di aver anticipato i tempi contro lo strapotere maschile (Giovanna d’Arco bruciata viva, Olympia De Gouges, decapitata, eccetera, gli esempi potrebbero essere tanti). Ma anche in pieno secolo XX, chi non ricorda le cattiverie e le maldicenze nei confronti di donne di altissimo valore culturale e scientifico, come Marie Curie, Maria Montessori, Alexandra D. Neel, Simone de Beauvoir, o di Simone Veil? Con l’avvento dell’Europa cristiana, il tradizionale antifemminismo, non che ridursi, si è enormemente rafforzato con argomenti che lasciano del tutto sgomenti. Sono stati gli stessi teologi a diabolizzare la figura della donna, relegandola al triste ruolo di “dì agente di Satana”, “nata per ingannare, covo di vipere, perfide” (Bernard de Morlas, monaco del dodicesimo secolo). E che altro ancora? Quando agli inizi del tredicesimo secolo, col diffondersi delle eresie, si mettono in atto inaudite repressioni contro la cosiddetta stregoneria, le donne sono state le principali vittime. Il movimento assume dimensioni ancora maggiori nel quindicesimo secolo con la redazione di Manuali destinati agli inquisitori, nei quali la donna è descritta “la tentatrice naturale, la calamità indesiderata, il pericolo domestico più amaro della morte”. I numeri confermano il carattere prettamente sessista della repressione. Le accuse sono quasi del tutto inventate, spesso ridicole: rischio di malattie infettive, un insulto, il rifiuto di un dono. Col nuovo secolo si comincia a prendere atto che una storia esclusivamente al maschile non regge più: non c’è campo del sapere in cui le donne non abbiano dato contributi di altissimo valore culturale e scientifico al progresso umano. Ciascuna a suo modo, qualche volta anche assumendo ruoli maschili, ma quasi sempre facendo leva sulle proprie doti specificamente femminili di donne impegnate negli studi e nelle professioni un tempo dominio quasi assoluto dell’altro sesso, in ogni campo hanno scritto pagine rilevanti della nostra grande storia. E tuttavia questi aspetti fondamentali sono in larga parte misconosciuti. Chi era Maria Montessori? Se non fosse per una fiction sulla sua vita privata, avremmo mai saputo delle enormi potenzialità dell’infanzia? Che saremmo ancora ad una concezione che emargina tutti quelli che non seguono il normale corso di studi? E Grazia Deledda? Senza i suoi romanzi saremmo mai riusciti a riconoscerci e a raccontarci come siamo? E Marie Curie, e tantissime altre donne ancora? Ecco perchè questa storia attende di essere davvero scritta, compiutamente, come meriterebbe.

 

7 - L’UNIONE SARDA di martedì 6 febbraio 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Tre vittime nelle ultime settimane
Febbre suina, sette casi nell'Isola
È allarme contagi 

Nella cartina dell'Istituto superiore di Sanità ci sono due province in neretto: Nuoro e Ogliastra - i sistemi di raccolta dati rispettano ancora le vecchie ripartizioni - sono i territori italiani in cui l'influenza, senza distinzioni tra un virus e l'altro, ha registrato l'incidenza maggiore nell'ultima settimana.
Cinque morti, di cui tre legati al ceppo A/H1N1 (l'influenza suina, di cui si contano sette casi in tutta la regione), e quattordici persone ricoverate in gravi condizioni. Tanto per fare un paragone: nel Lazio, con quasi sei milioni di abitanti, i morti sono quattro.
«NESSUN ALLARME» Negli ospedali sardi, dall'inizio dell'anno, sono stati sette i pazienti ricoverati per il virus “suino”, chiamato così perché contiene geni uguali a quelli trovati nell'influenza dei maiali. La preoccupazione aumenta, ma negli ospedali predicano calma e serenità: «La mortalità legata a questo tipo di infezione è decisamente inferiore rispetto a quelli della classica influenza stagionale», chiarisce Nando Coghe, direttore del dipartimento Diagnosi e cura dell'azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. Per capire: nel caso dell'influenza suina la percentuale dei decessi è dello 0,0029 per cento, contro lo 0,15 per cento del virus stagionale.
«Il virus A\H1N1 è partito dal Messico e si è diffuso a livello planetario nel 2009. In quegli anni ci aspettavamo un impatto molto più pesante. Poi, per fortuna, la mortalità è stata ridotta, decisamente inferiore alle attese», dice Coghe.
I VACCINI Fino a qualche anno fa non esistevano i vaccini in grado di neutralizzare l'influenza suina. Ora invece il siero per il ceppo A\H1N1 è contenuto nelle immunizzazioni distribuite dal servizio sanitario regionale: «Il vaccino diffuso in Sardegna quest'anno è efficace anche contro questo tipo di influenza. Ovviamente bisogna ricorrere alle vaccinazioni per tempo».
I sieri sono in continua evoluzione: «Proprio a causa della sua origine, che mette insieme più componenti, il virus può avere tante combinazioni e generare molti sottotipi. Può mutare e rendere inefficace il sistema di protezione già messo in piedi. Ecco perché il vaccino va fatto ogni anno», spiega il dirigente del policlinico universitario di Cagliari.
I CASI La febbre suina in questa prima parte del 2018 ha fatto tre vittime in Sardegna. A fine gennaio un uomo è morto al Giovanni Paolo II di Olbia a causa delle complicanze legate all'influenza A\H1N1. La scorsa settimana, dopo venti giorni di ricovero al Santissima Annunziata di Sassari è morto un sessantenne di Triei. Ieri l'ultima vittima: la trentacinquenne di Bari Sardo, che aveva dato alla luce due gemelline tre settimane fa.
LE COMPLICANZE «Per quanto possano essere notizie drammatiche, va detto che non stiamo vivendo una situazione anomala», spiega Nando Coghe.
Spesso a rendere più difficile la cura dei pazienti arrivano le complicanze: «Il virus può essere particolarmente aggressivo e produrre conseguenze molto gravi, in particolare nelle persone che hanno già altre malattie. Patologie come diabete e cardiopatia aumentano i rischi, ad esempio. Chi ha un sistema immunitario compromesso è più esposto».
Michele Ruffi

 

8 - L’UNIONE SARDA di martedì 6 febbraio 2018 / Lavoro (Pagina 12 - Edizione CA)
Gran Sasso Institute: 17 borse di studio
Il Gran Sasso Science Institute, uno dei maggiori centri di ricerca europei e del mondo, ha indetto un nuovo bando per il conferimento di diciassette assegni di ricerca nelle aree scientifiche di fisica, matematica, informatica e scienze sociali. Chi lavora per questo istituto deve avere importanti requisiti di preparazione per poter operare in un campo scientifico molto avanzato. Le domande di partecipazione al concorso, da compilare esclusivamente mediante una procedura on line, deve essere inoltrata entro il prossimo venerdì 2 marzo. L'avviso del concorso è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 5 del 16 gennaio 2018. Il testo integrale del bando è consultabile sul sito web www.gssi.it/. ( g. dep. )

 

9 - L’UNIONE SARDA di martedì 6 febbraio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
CORSO SULL'ACCOGLIENZA Si occupa di minori stranieri non accompagnati la quinta giornata del corso di formazione “Le buone pratiche del sistema di accoglienza. Casi studio”, organizzato dall'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea del Cnr e dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Giovedì alle 9, nell'aula Arcari della facoltà di Scienze economiche, politiche e giuridiche, si parlerà di “Minori stranieri non accompagnati-Msna, legislazione e accoglienza”.




 

La Nuova Sardegna

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 6 febbraio 2018 / Sardegna - Pagina 8
CAGLIARI ALL’AVANGUARDIA
Seno ricostruito con una nuova tecnica

CAGLIARI. Sono stati eseguiti, per la prima volta in Italia, a Cagliari dal servizio di chirurgia plastica e microchirurgia del professor Andrea Figus del Policlinico Duilio Casula di Monserrato, due interventi di microchirurgia ricostruttiva del seno utilizzando contemporaneamente due lembi di tessuto (grasso e pelle) prelevati dall'interno delle cosce delle pazienti e trasferiti, uniti insieme, nella regione mammaria. La novità principale di questo tipo di interventi con la tecnica detta Pfap Flap è che questi tessuti, dopo il trasferimento, restano vitali grazie al fatto che, lasciando intatti i muscoli, il chirurgo li preleva con un'arteria e una vena, che vengono anastomizzate (collegate), sotto il microscopio, con le arterie e le vene che passano vicino allo sterno. Entrambe le donne operate erano molto magre e avevano subito una mastectomia seguita da chemioterapia e radioterapia. Una ricostruzione con impianto protesico era fallita in precedenza e le possibilità ricostruttive erano limitatissime considerando le dimensioni del seno controlaterale. «Abbiamo valutato insieme alle pazienti – spiega professor Figus – soluzioni che potessero offrire una ricostruzione duratura e un risultato soddisfacente e abbiamo optato per una ricostruzione nuova e complessa ma che, vista la nostra esperienza, abbiamo potuto eseguire con successo e sicurezza a Cagliari, per la prima volta in Italia». A circa due mesi dall'intervento, le pazienti stanno bene e stanno ritornando velocemente alla loro vita quotidiana con grande soddisfazione. La microchirurgia ricostruttiva della Aou di Cagliari, in poco tempo, si sta affermando come uno dei servizi di eccellenza della sanità in Sardegna. La sua attività è unica nel suo genere e collabora con tutte le altre discipline chirurgiche, prime fra tutte la Otorinolaringoiatria e la Chirurgia Generale. In meno di 11 mesi sono stati eseguiti 54 interventi complessi con lembi microchirurgici, un numero altamente significativo per un centro italiano appena costituito.

Questionario e social

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