Domenica 21 gennaio 2018

21 gennaio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 gennaio 2018 / Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
FISICA  Il progetto Darkside tra Usa, Gran Sasso e Sulcis
Nel pozzo Seruci dove l'Argon diventa purissimo

“DarkSide” sembra il titolo di un racconto di fantascienza. Invece è il nome di una «trappola per la materia oscura», del tutto reale. Un esperimento che si svolgerà nel laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, incluso nel progetto Aria, e ha un'anima tutta sarda. Coinvolge infatti il pozzo minerario “Seruci I” della miniera “Monte Sinni”. L'obiettivo del progetto è la separazione dell'aria nei suoi componenti fondamentali, in particolare, l'Argon-40, utilizzato nella ricerca della materia. Ne abbiamo parlato con Cristiano Galbiati, coordinatore dell'esperimento e professore alla Princeton University, negli Stati Uniti.
Professore, a che cosa serve l'Argon?
«L'Argon serve per individuare particelle di materia oscura: componente molto importante dell'universo. Che cosa sia ancora nessuno lo sa, ma le osservazioni su scala cosmologica hanno permesso di stabilire che il 25 per cento dell'energia dell'universo proviene da una materia diversa da quella di cui siamo fatti, che ne costituisce solo il 5. La materia oscura interagisce debolmente con i nostri corpi e ci passa attraverso, ma senza il suo potere di attrazione gravitazionale non si sarebbero formate le galassie e l'universo sarebbe una distesa di gas rarefatto. Gli ultimi risultati ottenuti al CERN di Ginevra sembrano indicare che sia troppo pesante per essere generata nelle collisioni analizzate negli acceleratori di particelle. Per osservarne i rarissimi urti con la materia ordinaria, è necessario andare a grandi profondità ed evitare i disturbi causati da altre particelle cosmiche. Lunghi studi hanno dimostrato che l'Argon è l'elemento ideale per queste ricerche. In Italia abbiamo i Laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l'infrastruttura di riferimento mondiale in questo settore.»
Può essere utilizzato un qualsiasi Argon?
«Quello che respiriamo nell'atmosfera contiene una piccola traccia di radioattività causata dai raggi cosmici. Quello utilizzato per il progetto viene raccolto da profondi pozzi in Colorado, dove è protetto dai raggi cosmici, e da lì portato in Sardegna per essere sottoposto a un processo di purificazione. Per questo abbiamo disegnato un processo unico al mondo: distillazione a bassissima temperatura dell'Argon in una torre alta 350 metri nel pozzo minerario “Seruci I” appartenente alla Società Carbosulcis.»
Quali sono i gruppi di ricerca coinvolti?
«La collaborazione coinvolge 350 ricercatori provenienti da dodici paesi finanziati principalmente dall'INFN e dalla US National Science Foundation. Di recente “DarkSide” è diventato il primo sforzo globale per la rivelazione della materia oscura, riunendo tutti i ricercatori interessati a questi studi. Tale successo è stato possibile grazie al vantaggio tecnologico fornito dall'Argon purissimo e dalla disponibilità di sensori innovativi per la rivelazione della luce a temperature bassissime, sviluppati in Italia.»
Che accoglienza ha trovato in Sardegna?
«Eccezionale. Il Progetto Aria era molto ambizioso e apparentemente irrealizzabile. Un primo tentativo nel Nord Italia era andato a vuoto per i costi della realizzazione di un nuovo pozzo esagerati. Prima di chiudere il progetto, feci un ultimo tentativo e con mia grossa sorpresa il professor Alberto Devoto dell'Università di Cagliari e il deputato Francesco Sanna, individuarono una soluzione ideale: riutilizzare le infrastrutture del ciclo di estrazione del carbone per un progetto tecnologicamente avanzato. Le istituzioni ci hanno supportato: il presidente della giunta Francesco Pigliaru, e gli assessori Raffaele Paci e Maria Grazia Piras ci hanno da subito richiesto di andare oltre la produzione dell'Argon. Parte da qui l'iniziativa di studiare la produzione di isotopi stabili per la diagnostica medica. I dirigenti dell'INFN, Fernando Ferroni, Speranza Falciano, Stefano Ragazzi e il direttore della sezione di Cagliari Alberto Masoni, hanno mostrato lungimiranza e capacità di visione. Un grande supporto è arrivato dai funzionari regionali Gianluca Serra, Gianluca Cadeddu, Roberto Saba e Fabio Tore. Il Rettore dell'Università di Cagliari, Maria Del Zompo, si è sempre prodigata a fornirci il suo supporto. Le prossime fasi del Progetto Aria vedranno un grosso coinvolgimento dei ricercatori dell'Università e del gruppo INFN di Cagliari guidato da Walter Bonivento. La Carbosulcis è un'eccellenza sarda e italiana, con professionalità eccelse in un lavoro antico e nobile, fortemente radicato nel Sulcis. Tremila anni di storia mineraria non possono finire nel nulla. Sono stato colpito dalla passione delle maestranze. Sono un ricercatore e valuto persone e strutture basandomi sulle loro competenze tecniche e manageriali. Infine siamo in contatto con l'amministratore unico Antonio Martini della Carbosulcis, grande promotore del progetto, per assicurarne il miglior avvio.»
Torniamo in America. Che effetto le fa insegnare a Princeton dove visse anche Albert Einstein?
«Princeton è casa mia da venti anni. Albert Einstein lavorava all'Institute of Advanced Science, a brevissima distanza dall'Università. Alla Princeton University lavorano tanti fisici di rilievo: degli otto vincitori del Premio Nobel per la Fisica negli ultimi tre anni ben quattro sono passati per la Princeton University. Art McDonald, princetoniano e Nobel 2015, è uno degli ultimi ingressi nel progetto “DarkSide”, e quattro mesi fa ha visitato il sito di Carbosulcis.»
Andrea Mameli

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
Film all'Università
Il film “Blade Runner” sarà proiettato giovedì alle 17.15, nella biblioteca di via Trentino

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 21 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
In evidenza
Città metropolitane di Cagliari e Firenze

Mercoledì alle 15 all'ex Manifattura, si terrà il Convegno “Città Metropolitana e futuro delle autonomie locali nei 70 anni della Costituzione : Cagliari e Firenze a confronto”. Previsti gli interventi di amministatori e docenti universitari.



 

La Nuova Sardegna

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 21 gennaio 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 34
LIBERTÀ E RIGORE
LA GRANDE LEZIONE DI NEREIDE RUDAS
A Cagliari l'omaggio all'antropologa a un anno dalla morte
Il ruolo delle donne in una terra segnata da forti contraddizioni

di Daniela Paba
CAGLIARI Non fiori recisi chiedeva, sulla sua tomba, nei versi di "Casa finale". Ma solo parole. E con parole di riconoscenza, omaggio, nostalgia l'hanno ricordata, durante la giornata di studi a lei dedicata: "Nereide Rudas che parlò con voce di donna", nell'aula magna del Rettorato, a un anno esatto dalla morte.Giornata intensa, tesa a ridare contorno all'assenza ingombrante di una donna che sempre ha coniugato la professione di psichiatra e accademica al ruolo d'intellettuale attiva. E se la mattina restituisce la donna luminosa, ricca di intuizioni, madre simbolica, scomoda e imprescindibile, per studi di genere, studi sociali, diritto forense; la sera ha riportato, nel ricordo degli amici suoi più intimi, delle "Mille anime di Nereide", quella più intima e crepuscolare, incline alla malinconia, capace di scrivere poesie, milonghe per il bandito Salvatore Stocchino, di tradurre Borges. Nereide Rudas non si considerava femminista, ha puntualizzato Annalisa Cao Diaz: «Era semmai una donna emancipata e autorevole, che guardava avanti». Ma, come ha ricordato Susi Ronchi introducendo il convegno, Rudas ha studiato la violenza di genere in "Donne morte senza riposo", uno dei suoi ultimi saggi, scritto insieme a Sabrina Perra e Giuseppe Puggioni. E lì, consapevole dell'importanza simbolica del linguaggio, ha proposto di sostituire la parola "feminicidio", mutuata velocemente dall'inglese, con "muliericidio", perché se il primo termine porta con sé, nell'accezione italiana, il disvalore della "femmina" sessualizzata, il secondo restituisce dignità al ruolo della donna in un contesto familiare e di coppia nel quale si scatena la violenza più antica. «Se la Rudas non è riuscita a imporre il vocabolo - ha aggiunto Ronchi - ha comunque indicato la strada per comprendere il vissuto di «donne rese visibili solo per la loro tragica vicenda, bruciate dalla morte prima di avere davvero vissuto. Perciò non trovano riposo. Ma questo non dovrebbe essere concesso neanche a noi...Per risarcirle, almeno simbolicamente, bisogna fare loro una promessa... di operare insieme perché quello che hanno sofferto non riaccada». Nereide Rudas studiosa di antropologia è attenta al tema dell'origine, indaga il sentimento di appartenenza - più volte è stata citata dai relatori la raccolta di saggi "L'isola dei coralli" - e il sentimento contraddittorio dell'isola-madre di un popolo omologato, che però nutre profondi sentimenti identitari. L'esempio della Rudas psichiatra forense resta fondamentale nell'immaginario delle avvocate e magistrate, così come l'invito a «uscire dagli stereotipi e farci testimoni del nostro agire perché la realtà diventi più plurale», ha detto Maria Giovanna Piano. «Abbiamo mitizzato il matriarcato - ha ricordato Rita Dedola - ma il bandito buono ha una madre che instilla in lui il desiderio di vendetta». E mentre ancora negli anni Ottanta le donne erano considerate non adatte ad affrontare materie penali perché «troppo impressionabili e incapaci di obiettività», come ha ricordato Cristina Ornano, sono passati «trent'anni in cui abbiamo dovuto lavorare il doppio dei nostri colleghi meno preparati», ma resta ancora da costruire un modello culturale in cui le donne siano protagoniste, se è vero che il gap tra le parcelle degli avvocati uomini e donne è del 47%, su 18.000 docenti universitari le donne sono solo 2800, su 87 rettori, solo due. Crollano, davanti al metodo della verità processuale, delle sentenze scritte con voce di donna, i miti del banditismo buono, dei sardi che rispettano le donne e amano la loro terra. Crollano come miti di una società androcentrica, perché ci dicono che sequestri e abigeato non sono dettati da bisogno, se i banditi sono sempre proprietari benestanti, gli ostaggi sono sottoposti a violenza bruta e il profilo dei valori resta quello della sopraffazione del più debole. «Quanto ai maltrattamenti inflitti alla nostra terra - ha aggiunto Ornano - basta pensare ai veleni che inquinano l'isola e al mito del mattone che ha sempre osteggiato i tentativi di tutela nei paesi e sulle coste. Tra una milonga di Jorge Cardoso e un montaggio di foto ricordo, il pomeriggio trascorre sull'onda dei ricordi di tanti amici e collaboratori. Che hanno dato un taglio affettivo agli interventi, perché Nereide Rudas era donna affettiva, una maestra di libertà per tutti i suoi allievi, capace di parlare all'anima di chi l'ascoltava.

Questionario e social

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