Martedì 16 gennaio 2018

16 gennaio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
A Cagliari e Sassari
La ministra Fedeli nell'Isola, docenti in rivolta

Una polemica con gli “insegnanti con la valigia” ma Valeria Fedeli assicura: «Leggerò il documento. Bisogna ascoltare, valutare e poi provare a risolvere i problemi». Giornata intensa ieri nell'Isola per la ministra dell'Istruzione: di mattina a Sassari all'inaugurazione dell'anno accademico, di pomeriggio a Cagliari al Cus per i settant'anni di attività.  C. COSSU, MARRAS A PAGINA 5

Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
La ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli a Cagliari: polemica con i docenti
«Proveremo a darvi risposte, ma non siete dei “deportati”»

«Siamo deportati, cosa farete per risolvere il nostro dramma?». La voce, forte e chiara di un “insegnante con la valigia” si leva tra la folla di persone che accoglie la ministra (vuole essere chiamata così, al femminile) Valeria Fedeli nel cortile della cittadella di Sa Duchessa. Le hanno appena consegnato una lettera-appello e lei si è impegnata a leggerla, ma quella voce proprio non le va giù. «Deportati? Non puoi usare quella parola», replica, «il linguaggio è importante, e io tengo al rispetto della storia, non puoi usare quella parola - ripete - soprattutto ora, che cade il settantesimo anniversario della Costituzione e l'ottantesimo delle leggi razziali. Erano deportati coloro che venivano trascinati con la forza nei campi di concentramento, non chi viene trasferito per lavoro in un'altra città».
LA VISITA Dopo la polemica, tutto rientra nella normalità. Fedeli ieri ha trascorso una giornata in Sardegna: dopo la tappa di mattina a Sassari per l'inaugurazione dell'anno accademico, nel pomeriggio è a Cagliari, per prendere parte alla chiusura delle celebrazioni per il compleanno del Centro universitario sportivo (il numero 70, caduto esattamente l'11 giugno scorso), con inaugurazioni di sale per lo studio, di nuovi campi, premiazioni a ex atleti e tanti auspici per il futuro, una cerimonia organizzata dal presidente del Cus, Marco Meloni, deputato del Pd, a cui hanno partecipato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il sindaco Massimo Zedda, il rettore Maria Del Zompo.
IL COMITATO 10 AGOSTO «Sono molto contenta di essere qui», sottolinea la ministra dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca, «ho una grande passione per questa terra, risponderò, leggerò con attenzione il documento, sono convinta che bisogna ascoltare, valutare e poi provare a risolvere i problemi». Il problema specifico riguarda un centinaio di docenti di ruolo - riuniti nel Comitato 10 agosto - con esperienza nel sostegno, senza titolo di specializzazione, titolari di cattedre lontano da casa. «Molti di noi sono impossibilitati a raggiungere la sede fuori dall'Isola», sottolineano, e «consapevoli del fatto che la priorità vada a colleghi con la specializzazione, ma anche che i posti disponibili sono molto superiori agli specializzati, chiediamo di poter essere utilizzati nella nostra provincia al pari dei colleghi precari neppure abilitati, che sia tempestivamente organizzato un corso, che sia dato peso alla contrattazione regionale. Cerchiamo un dialogo costruttivo con le istituzioni, che garantisca un'organizzazione efficace e impedisca lo spreco di risorse».
L'IMPEGNO DI PIGLIARU Una questione che il presidente della Regione sta seguendo da vicino. «Ho parlato col ministro del caso di questi docenti, e ne parleremo ancora nei prossimi giorni», sottolinea Francesco Pigliaru, «c'è un problema di “scopertura”, di docenti che potrebbero colmare questi vuoti ma non hanno la specializzazione giusta, quindi dobbiamo mettere insieme tutti gli elementi e capire cosa si può fare». Inoltre - prosegue - «abbiamo discusso dei protocolli da firmare per Iscol@, per valorizzare i percorsi dei docenti che portiamo dentro, in aggiunta agli altri, cioè che abbiano punteggi riconosciuti per la loro carriera. Ancora, ho chiesto al ministro di fare insieme un grande evento per la lotta alla dispersione scolastica, un appuntamento nazionale qui da noi, una riflessione per confrontare le politiche adottate nelle altre regioni e in Europa. Noi abbiamo ancora una dispersione elevata, ma stiamo ottenendo buoni risultati».
LA DISPERSIONE È dei giorni scorsi la notizia che l'abbandono delle aule sta calando, l'ultimo tasso registrato a livello nazionale è del 13,8%, contro il 20,8% di dieci anni fa. Dunque l'Italia si avvicina all'obiettivo Europa 2020, al raggiungimento del livello del 10%. Ma restano forti gli squilibri territoriali, con Sicilia, Campania, Sardegna sopra la media nazionale. Nell'Isola è scesa dal 23,5% del 2014 al 18,1% del 2016. «Il segnale è chiaro», spiega Pigliaru, «ma dobbiamo proseguire con determinazione su questa strada, impegnandoci ancora di più sia sul fronte dell'edilizia scolastica con Iscol@ che su quello dell'apprendimento con Tutti a Iscol@».
LA CABINA DI REGIA E la ministra Fedeli ha istituito una cabina di regia sulla dispersione scolastica e la povertà educativa, guidata da Marco Rossi Doria, ex sottosegretario all'Istruzione, esperto della materia. Si porta avanti un lavoro che partendo dai dati e dall'analisi delle buone pratiche, aiuterà nella costruzione di un piano nazionale di contrasto. «Perché questo - sottolinea Fedeli - non è semplicemente uno dei problemi della scuola italiana. È il problema. Della scuola e del Paese intero».
Cristina Cossu

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
«Dateci i fondi per i palazzi storici»
L'APPELLO DI DEL ZOMPO

«Università, studio e sport devono andare avanti insieme», sostiene la ministra Fedeli. E allora ecco «molti fondi» (li annuncia il presidente Pigliaru), che consentiranno di avere impianti sportivi anche nella Cittadella di Monserrato (un campo da pallacanestro, mentre si studia la fattibilità di aprire una piscina) per intervenire nel miglioramento dei campi e delle strutture già esistenti. La buona notizia arriva durante la cerimonia per i settant'anni del Cus, nella palestra di Sa Duchessa, e il rettore Maria Del Zompo ne approfitta per chiedere alla vecchia amica ministra dell'Istruzione e ospite d'onore, «risorse anche per ristrutturare gli edifici universitari storici. Perché - sottolinea - abbiamo palazzi bellissimi nel cuore di Cagliari e vogliamo riprendere a utilizzarli, non vogliamo andare in periferia in nuovi edifici, ma stare dentro la nostra città». Il sindaco Massimo Zedda, a margine della manifestazione, ha ricordato la firma del protocollo d'intesa tra Comune e Cus che ha «l'obiettivo di realizzare progetti di promozione della pratica sportiva quale fattore di inclusione sociale e integrazione».

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Meloni: i progetti per il futuro di Sa Duchessa
«OLTRE LO SPORT, LA CULTURA»

Sette parole chiave - settanta, centro, universitario, sportivo, Cagliari, progetti, squadra - racchiudono, secondo il presidente del Cus Cagliari Marco Meloni, il senso di una festa e gli obiettivi per il prossimo futuro. «Vogliamo essere un luogo d'attrazione e d'accoglienza», spiega, «e più in là, dove ci sono le aule, vogliamo inaugurare anche uno spazio per cultura e spettacoli».
“Il tempo corre ma noi siamo più veloci. Cus Cagliari dal 1947” è il motto che ha accompagnato le tre giornate (da sabato a ieri) di chiusura delle celebrazioni dei settant'anni della società di Sa Duchessa. Premi a diciannove bandiere e capitani: Daniela Porcelli (atletica); Consuelo Scameroni e Silvana Lenzu (basket); Mario Friargiu e Claudio Faccin (calcio); Gianmarco Piga in memoriam, Andrea Argiolas e Luigi Serra (canoa); Giuliano Loddo in memoriam (hockey su prato); Luisanna Fodde (tennis); Corrado Ancis (scherma); Giuseppe Spanedda (decano dei soci); Pompilio Bargone (decano dei tecnici); Giuseppe De Fanti, Leonardo Coiana in memoriam e Stefano Arrica che riceverà il premio anche per suo padre, Andrea Arrica, in memoriam. Premi speciali per Angelo Binaghi, uno degli atleti più vincenti nella storia del Cusi e Adriano Rossi, presidente del sodalizio di Sa Duchessa dal 1970 al 2015.
Durante la serata è stata promossa la campagna, che partirà a breve, “Sport Against Cancer”, della Lega italiana contro i tumori di Cagliari, del Cus, e dell'Associazione italiana degli oncologi medici.

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Anche l'ex ministro all'inaugurazione dell'anno accademico: più fondi per le università
A SASSARI L'ABBRACCIO CON BERLINGUER

L'abbraccio dell'ex ministro Luigi Berlinguer ha smosso il rigido protocollo di accoglienza a Valeria Fedeli, ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca. Il discorso ironico e il regalo della feluca e del mirto rosso e bianco da parte dell'Associazione Goliardica Turritana le ha regalato uno dei rari sorrisi genuini in un periodo dove la responsabile del dicastero è accerchiata da polemiche.
La visita all'Università di Sassari per l'inaugurazione del 456° anno accademico le ha dato modo di riaffermare le iniziative di governo. Senza contraddittorio però, dal momento che non ha concesso interviste. Dopo una premessa omaggio all'isola «la Sardegna ha dato tanto alla vita culturale e politica italiana» Valeria Fedeli ha snocciolato cifre e obiettivi: «Abbiamo avviato una riflessione sul sistema universitario con le rappresentanze e i soggetti interessati. Non si faceva da 20 anni. Abbiamo aumentato il Ffo (Finanziamento di fondo ordinario) del 6,4% pari a quasi mezzo miliardo in più rispetto al 2015. Verranno assunti 1118 ricercatori di tipo B e 600 ricercatori di tipo A per il Sud, quindi è compresa Sassari, e in totale avremo l'ingresso nel sistema universitario di 4.000 ricercatori». Ha poi aggiunto: «Sappiamo che non basta, ma è un segnale di inversione di tendenza. Ci sono anche misure per sbloccare le carriere».
Autonomia e merito sono le stelle polari che guidano l'azione di Governo. Tre invece le traiettorie di intervento: capitale umano, diritto allo studio, ricerche di base. «Bisogna avere visione lunga e sapere che gli investimenti di oggi guardano al futuro dell'istruzione e della società. Non vogliamo piegarci all'immediatezza di scelte che non sono in accordo con questa visione».
In apertura di cerimonia ha parlato il rettore Massimo Carpinelli, mentre è stato il pianista iraniano Ramin Bahrami a tenere la lectio magistralis dal titolo Bach, ieri, oggi e domani .
Giampiero Marras

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Dal prossimo anno in città lo Scientifico Internazionale
Al Convitto nuovo liceo con l'opzione del cinese

A partire dal prossimo anno scolastico il Convitto Nazionale di Cagliari proporrà nei locali della Scala di ferro una nuova sezione dei suoi Licei, lo Scientifico internazionale con opzione della lingua cinese. L'iniziativa è stata presentata sabato scorso dal Rettore, dottor Paolo Rossetti, che ha sottolineato come il nuovo indirizzo proposto sia una naturale evoluzione della collaborazione con l'Aula Confucio dell'Università di Cagliari, istituita già nel 2014 in seguito all'accordo con l'Hanban di Pechino e La Sapienza di Roma.
L'obiettivo del nuovo Liceo è quello di fornire una formazione umanistica e scientifica fortemente potenziata nell'insegnamento delle lingue inglese e cinese per tutta la durata del corso con il supporto di docenti madrelingua. L'acquisizione delle competenze linguistiche maturata dai ragazzi sarà periodicamente valutata, riconosciuta e certificata. Per il primo anno ci sarà una sola classe di 25 alunni ma l'obiettivo è naturalmente quello di ampliare l'offerta già dal secondo anno. Lo Scientifico Internazionale è una realtà in altre città e il prossimo anno, oltre a Cagliari, nascerà anche a Sassari e Udine. Già dall'anno prossimo sono previsti stage e soggiorni linguistici in Cina. D'altronde anche l'estate scorsa hanno potuto fare questa esperienza, visitando Pechino e Shangai, studenti degli altri Licei del Convitto (Classico, Europeo e Scientifico sportivo) che avevano seguito il corso di cinese. L'importanza della Cina nel mondo è testimoniata dalla sua cultura millenaria ma anche dal ruolo economico che la grande nazione orientale sta progressivamente conquistando. In questo quadro l'iniziativa del Convitto appare di sicura prospettiva. Il test d'ingresso al nuovo Liceo si terrà alla Scala di Ferro l'8 febbraio. Le informazioni si trovano sul sito web del Convitto.
M. C.

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Sestu
AL VIA I LAVORI DELLA STRADA PER IL POLICLINICO

Iniziati i lavori di sistemazione degli argini e delle cunette della strada provinciale che collega Sestu con la Cittadella universitaria. Dopo le polemiche delle scorse settimane per la pericolosità dei tre chilometri che separano l'abitato dal ponte sulla 554 dedicato a Emanuela Loi sono comparsi l'altra mattina gli operai che hanno potato alcune piante che ormai invadevano la carreggiata.
Resta però da risolvere la questione legata alla segnaletica orizzontale che, nelle ore notturne, è poco visibile e mettere in serio pericolo gli automobilisti. In qualche tratto, infatti, le strisce sono ormai scomparse e non è ben visibile la banchina.
Dopo un primo periodo di incidenti a catena, invece, ha iniziato a funzionare il nuovo svincolo davanti al villaggio Ateneo: chi percorre la provinciale si trova lo Stop per permettere l'uscita in sicurezza dei veicoli dal quartiere. In futuro quello svincolo potrebbe essere sostituito da una nuova rotatoria. (fr. pi.)

 

7 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Contratti disponibili da oggi: stop alla carenza di medicinali e alla ricerca negli altri ospedali
FARMACI, SBLOCCATO L'APPALTO
Oltre un miliardo di euro per le forniture alle aziende sanitarie

Un appalto da oltre un miliardo e 109 milioni di euro che dovrebbe porre fine all'emergenza legata alla carenza di farmaci nelle strutture sanitarie della Sardegna. Da oggi alla Assl di Cagliari sono finalmente disponibili, anche se con notevole ritardo, i primi contratti della cosiddetta Cat 1, la mega gara bandita dalla Centrale regionale di committenza per la fornitura triennale di medicinali. Stessa cosa per le altre Assl (via Ats) e per le tre aziende ospedaliere sarde, il Brotzu e quelle universitarie di Cagliari e Sassari.
LA GARA MILIARDARIA Ci è voluto quasi un anno (il termine per la ricezione delle offerte era il 27 marzo 2017), ma ora finalmente la situazione si è sbloccata, l'iter di aggiudicazione dei vari lotti si è concluso e gli effetti benefici si dovrebbero vedere già nelle prossime settimane. Quello principale? Non dovrebbe più accadere, come registrato in questi mesi terribili di disagi e polemiche, che negli ospedali o nelle farmacie territoriali manchino del tutto medicinali fondamentali e si debbano fare vorticosi giri di telefonate per chiederli ad altri presidi e tamponare così l'emergenza.
GLI ALTRI APPALTI Il cosiddetto Cat 1 però non è che uno dei tre appalti banditi dal Servizio della Centrale di committenza della Sardegna, che dipende direttamente dalla Regione. Ci sono infatti altre due gare triennali relative all'acquisto di alcune categorie di medicinali escluse dal primo bando: una da 620 milioni - denominato Cat 2 - i cui termini sono scaduti e si sta procedendo all'aggiudicazione definitiva, la terza da 192 milioni - il Cat 3 - le cui offerte scadono il 22 gennaio. A conti fatti la spesa complessiva per la sanità sarda relativa ai soli farmaci nel prossimo triennio sarà dunque di 1 miliardo e 922 milioni di euro.
IL SISTEMA Ma come funziona il nuovo sistema di approvvigionamento? La novità rispetto al passato è che le Assl non possono più fare singole gare di appalto, ma per i medicinali e per alcune categorie di dispositivi medici di largo uso come aghi e siringhe (altra nota dolente), debbono obbligatoriamente attendere l'espletamento delle gare centralizzate, che possono essere bandite a livello regionale, attraverso appunto il Cat, o a livello nazionale, via Consip. Una svolta imposta dalla nuova legge sugli appalti, anche se in Sardegna già esisteva una legge regionale, utilizzata solo parzialmente, che imponeva la centralizzazione delle procedure di appalto in ambito sanitario con le unioni d'acquisto. Una volta che i lotti sono stati aggiudicati alle aziende farmaceutiche, i contratti devono poi essere recepiti dall'Ats (e poi da ogni singola Assl) e dalle Aziende ospedaliere, che a quel punto riceveranno le forniture in base al loro fabbisogno. Quale il vantaggio? La ratio è quella del taglio agli sprechi e della trasparenza, perché in tutta la Sardegna per ogni farmaco ci sarà lo stesso prezzo e un unico fornitore.
SITUAZIONE DRAMMATICA Di certo c'è però che oggi la situazione negli ospedali e nei presidi territoriali è a dir poco drammatica. E se è vero che il problema della carenza di medicinali è precedente alla riforma sanitaria regionale, la creazione dell'Azienda della tutela della salute ha reso ancora più farraginoso il meccanismo di approvvigionamento, allungando i tempi delle gare monstre . Tanto è vero che nell'ultimo anno si è andati avanti sino a dicembre con piccoli acquisti attivati con procedure di urgenza dall'Ats (o dalle singole Assl previa autorizzazione), in grado di sopperire ai fabbisogni delle varie strutture ospedaliere e territoriali per un mese o due. E quando la situazione era al limite, si è tamponata l'emergenza con operazioni di vero e proprio mutuo soccorso, cioè spostando medicinali da una Assl all'altra. Sino ad arrivare all'assurdo caso di qualche giorno fa, quando al Santissima Trinità di Cagliari un paziente che doveva essere operato ha dovuto acquistare di tasca sua in farmacia un medicinale - l'atossisclerol - perché in ospedale avevano finito le scorte. Ora finalmente si vede la luce in fondo al tunnel, anche solo il tempo dirà se l'emergenza sia davvero alle spalle.
Massimo Ledda

 

8 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
La segretaria del sindacato Sinafo apprezza la conclusione del bando
«E ADESSO SI SPERA CHE I PROBLEMI FINISCANO»

«Tutti i problemi relativi alla carenza di farmaci che abbiamo avuto sinora in Sardegna dovrebbero andare a scemare. Adesso speriamo che le procedure per gli altri due bandi vadano spedite e che il nuovo sistema di approvvigionamento centralizzato entri finalmente a regime».
Gisella Carrucciu, segretaria regionale del Sinafo - il sindacato nazionale farmacisti dirigenti - e responsabile della farmacia dell'ospedale Binaghi, commenta così la notizia che da ieri l'Assl di Cagliari può utilizzare i contratti di fornitura relativi al bando Cat 1. «L'aspettavamo da fine luglio - spiega - ma evidentemente la macchina aveva bisogno di un certo rodaggio». Peccato però che in questi mesi e sino a fine dicembre negli ospedali sardi siano stati addirittura rinviati interventi urgenti perché erano finite le scorte di alcuni medicinali. «Il problema generale della carenza di farmaci si trascina da tempo - spiega -, ancora prima che nascesse l'Azienda tutela della salute. Ad esempio perché le Asl erano in ritardo nell'attivazione delle gare in unione d'acquisto, che erano già previste da una legge regionale».
La creazione dell'Azienda unica, operativa dal primo gennaio del 2017, ha però appesantito ulteriormente i tempi. Anche perché nel frattempo è entrato in vigore il nuovo codice degli appalti che obbliga a procedere a gare centralizzate a livello regionale o nazionale - e non più singole azienda per azienda - per l'acquisto della maggior parte dei medicinali e di una serie di dispositivi medici. «Non credo sia stato facile gestire questa problematica e la situazione per l'Ats non era affatto ideale - spiega la Carrucciu -, ma se debbo fare un rilievo è che prima di cambiare radicalmente il sistema arrivando a un'azienda unica forse si sarebbe dovuta rodare la struttura amministrativa per la centralizzazione degli acquisti». Invece per scelta politica si è fatto l'opposto: si è accelerato sulla riforma sanitaria e solo successivamente si è messa a punto la complessa macchina del Servizio della Centrale regionale di committenza, nel frattempo passato alla Regione, con ripercussioni evidenti sulla qualità dell'offerta sanitaria. «In questi mesi si è riusciti a sopravvivere soltanto con quello che rimaneva dai vecchi contratti di fornitura e cooperando tra le varie aree dell'Ats - spiega la Carrucciu -. E quando le scorte non erano più sufficienti, le varie Assl hanno proceduto con piccoli acquisti attraverso procedure di urgenza previamente autorizzate, arrivando però a coprire il fabbisogno soltanto per periodi brevi». Un'emergenza continua e non più gestibile dunque, che con lo sblocco del primo mega appalto dovrebbe finalmente essere finita. Anche se la centralizzazione del sistema di acquisto presenta inconvenienti: «Se l'unica azienda fornitrice di una certa molecola dovesse avere problemi - conclude la Carrucciu -, l'Assl di Cagliari non potrebbe ad esempio chiedere aiuto all'Assl di Carbonia, cosa che invece era possibile quando le gare erano diversificate e ognuno aveva il suo fornitore e il suo contratto». (m. le.)

 

9 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
CINEMA. GIORNATA DELLA MEMORIA
Aktion T4, sterminio dei ragazzi disabili

In occasione della celebrazione della Giornata della Memoria 2018, l'Acit, associazione culturale italotedesca, invita alla proiezione (domani alle 21,15 al Cinema Odissea, in viale Trieste, 84 a Cagliari) di “Nebel in August” (Nebbia in agosto), il film del regista Kai Wessel che ricostruisce la tragica vicenda del quattordicenne Ernst Lossa, vittima del programma eugenetico “Aktion T4”, con il quale i nazisti sterminarono centinaia di migliaia di bambini e ragazzi disabili o considerati “difficili e ineducabili”.
La proiezione sarà introdotta da Claudio Natoli, professore ordinario del Dipartimento di Storia dell'Università di Cagliari, che collabora all'iniziativa insieme all'Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell'Autonomia. L'iniziativa ha il patrocinio del Goethe Institut e del Comune di Cagliari.
L'ingresso al proiezione del film in lingua originale con i sottotitoli in italiano è libero e gratuito.

 

10 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Lettere e opinioni (Pagina 11 - Edizione CA)
IL DIBATTITO
Dal Bitcoin fino al Sardex
VANTAGGI E LIMITI
DELLE CRIPTOVALUTE

Le criptovalute, ed in particolare Bitcoin, sono attività che negli ultimi anni hanno creato grande interesse non solo tra gli speculatori ma anche nel grande pubblico. Dal punto di vista tecnico, si tratta di mezzi di pagamento che possono sostituire la moneta statale, quando i due contraenti sono d’accordo. Il fatto che questi “scambi” siano gestiti esclusivamente da sistemi informatici, permette di mantenere costi di transazione molto bassi, decisamente concorrenziali rispetto al classico bonifico bancario. Questo è uno dei fattori che ne ha decretato il successo. La progressiva richiesta di questa “valuta” ha inoltre innescato una crescita del prezzo della valuta, ovvero del suo tasso di cambio, che è risultata irregolare ma progressiva, diventando uno degli investimenti speculativi più interessanti del mercato. Nel 2017 il tasso di cambio tra Bitcoin e Dollaro USA ha iniziato con una quotazione di 901, e chiuso a 13.895, registrando una crescita di circa 15 volte il valore iniziale. Tuttavia, tra il 17 e il 22 dicembre lo stesso tasso è passato da 19.784 a 12.034, perdendo circa il 40% in appena cinque giorni. Si tratta quindi di un investimento che può permettere grandi guadagni, ma che è caratterizzato da altissima incertezza. Da cosa deriva questa instabilità? I motivi sono diversi. Un primo fattore riguarda la “concorrenza” tra le valute statali e quelle virtuali. Anche se finora il volume di transazioni in Bitcoin è marginale rispetto a quanto avviene per le valute statali, e quindi non c’è il rischio che le banche centrali perdano il controllo della quantità di moneta circolante, tuttavia alcune preoccupazioni cominciano a manifestarsi sui possibili effetti delle criptovalute sui mercati finanziari, ovvero ci si comincia a chiedere quali effetti potrebbe indurre una crisi delle quotazioni dei Bitcoin. Un secondo fronte di dubbi riguarda la non tracciabilità delle operazioni. Se da una parte questo è un fattore di attrazione, dall’altra sollecita preoccupazioni sul perché ci si rivolga a operazioni non tracciabili. Alcune notizie di cronaca danno un’idea dei problemi: nello scorso mese di dicembre è apparsa sulla stampa la notizia di una donna che in Danimarca avrebbe assoldato un killer professionista offrendo il pagamento in Bitcoin per non essere rintracciabile. Più recentemente, il governo USA ha denunciato il possibile uso di Bitcoin da parte della Corea del Nord per aggirare le sanzioni internazionali. Di fatto, le transazioni criptate pongono gli stessi problemi legati alla circolazione di contante non tracciabile e delle transazioni verso paradisi fiscali, che vengono spesso utilizzate per motivi illegali, se non criminali. Ovviamente gli Stati possono lasciar fare fino a quando il problema rimane limitato, ma nel momento in cui, per qualunque motivo, queste “valute” diventassero pericolose, gli interventi governativi cambierebbero completamente il quadro. D’altra parte, mentre le valute statali hanno come garanzia riserve di oro e valuta, e la credibilità di un governo e di un apparato statale, le criptovalute non hanno altra contropartita che la possibilità di essere usate per gli scambi, soggetta all’umore e alle condizioni del mercato. La introduzione di altre criptovalute, che facciano concorrenza a quelle già presenti, è un altro rischio da tener presente. Un esperimento per certi versi simile lo abbiamo in Sardegna. Si chiama Sardex, ed è anche esso un mezzo di pagamento accettato dagli aderenti a un circuito, gestito da una società che ne controlla e garantisce la funzionalità. Non permette grandi guadagni, non è un investimento speculativo, ma facilita gli scambi tra imprese e tra imprese e privati. E questo, in una fase di debolezza dell’economia e di difficoltà ad avere credito dalle banche, è uno dei risultati che contano davvero.
Stefano Zedda, Docente di matematica finanziaria Università di Cagliari

 

11 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
SELARGIUS. La struttura di via Sant'Olimpia non è funzionale Fuga dalla biblioteca
Gli studenti: orario ridotto e wi-fi lumaca

Orari restrittivi e linea wi-fi lumaca nella biblioteca comunale di Selargius di via Sant'Olimpia, inaugurata più di due anni fa. Un edificio nuovo e accogliente, ma sempre meno frequentato dagli studenti selargini, soprattutto quelli universitari. «Troppe criticità rendono il servizio praticamente assente - denunciano i giovani selargini - Un peccato visto che la biblioteca è nuova e ha grosse potenzialità». E c'è chi preferisce studiare nelle biblioteche universitarie di Cagliari, aperte fino a tardi senza chiusura nella pausa pranzo.
GLI ORARI Il problema principale riguarda gli orari che non vanno incontro alle esigenze degli studenti. La biblioteca apre infatti dal lunedì al venerdì, la mattina dalle 9 alle 13, e il pomeriggio dalle 16 alle 19, tranne il martedì e il giovedì che si anticipa l'apertura alle 15,30. «La sera soltanto tre ore - dice Matteo Cardia, 21enne selargino iscritto al terzo anno di Scienze politiche - Troppo poco tempo, tenerla aperta almeno fino alle 20 sarebbe più utile. E poi molti di noi, in periodo di esami, la sfrutterebbero dalla mattina alla sera, ma non è previsto l'orario continuato».
INTERNET C'è poi il problema del wi-fi: esiste una rete internet regionale ma è troppo lenta e spesso non funziona. «Io personalmente ci ho rinunciato - aggiunge il ragazzo - perché la procedura per l'accesso è lunga e contorta». Dello stesso parere Federico Fara, studente di Giurisprudenza: «Lo spazio è bello e accogliente ma ha troppe limitazioni. Il fatto che non esista una rete internet decente è molto limitativo: il wi-fi al giorno d'oggi è fondamentale per chi studia. Il Comune dovrebbe intervenire, perché a causa di questi disagi la biblioteca ormai è sempre meno frequentata».
PROTESTA Per Giorgia Melis, laureanda in Lingue, «il servizio è come se non esistesse, io ormai preferisco stare a Cagliari dove le biblioteche funzionano davvero. E come me tanti altri studenti selargini. Non lamentiamoci poi se Selargius è uno dei paesi dove sempre più giovani emigrano».
IL COMUNE La vicesindaca Gabriella Mameli precisa che i disagi «dipendono dalle risorse a disposizione. Terremo conto delle esigenze degli utenti e cercheremo di reperire i fondi necessari per ampliare la fascia oraria di fruizione. Per quanto riguarda il wi-fi, uno degli obiettivi dell'amministrazione è proprio quello di estendere e portare la rete wireless in tutti gli edifici comunali, biblioteca compresa».
Federica Lai

 

12 - L’UNIONE SARDA di martedì 16 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
INSULARITÀ. Ci sono 92mila firme
Verso il referendum, la parola agli esperti: «Nuova autonomia»

Il Comitato promotore del referendum per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione dà la parola agli esperti, costituzionalisti e non solo: «La nostra battaglia affonda su robuste radici giuridiche», ha spiegato ieri il presidente del Comitato, Roberto Frongia, dopo aver ricordato le 92mila firme raccolte in quattro mesi e già depositate in Corte d'Appello, che consentiranno di indire la consultazione a ottobre. Un referendum che «ci consentirà di affrontare in modo nuovo il tema dell'Autonomia - ha spiegato Vanni Lobrano, ordinario di diritto romano a Sassari - uscendo da una concezione decentralista insopportabile». Un passaggio, ha rincarato la professoressa e ed ex assessora regionale alla Cultura, Maria Antonietta Mongiu, «necessario per avviare un processo culturale utile per superare il problema dell'autoesclusione e autodiscriminazione che impedisce ai sardi di avere pari opportunità con gli altri cittadini dell'Unione Europea». In questi mesi, «abbiamo cercato di cambiare il linguaggio secondo la teoria delle trasformazioni dei paradigmi, per questo ritengo utile produrre un dossier sul gap dell'insularità da diffondere nei Comuni, anche per venire incontro a un sentimento popolare che c'è e riempirlo di sostanza giuridica»
Enrico Altieri, presidente aggiunto onorario della Cassazione, ha parlato del recupero della parità economica per le popolazioni di zone svantaggiate che deriverebbe dall'inserimento del principio di insularità in Costituzione: «Il vantaggio meno complesso da ottenere è un regime fiscale di favore». L'ordinario di diritto Costituzionale all'Università di Cagliari, Felice Ancora, ha ricordato che «il numero delle firme raccolte è significativo e non può che incidere positivamente per il successo dell'iniziativa». Ma ha anche ricordato che non si possono fare previsioni sull'approvazione della riforma costituzionale. Il referendum è consultivo, quindi sarà il Parlamento a decidere, nelle forme previste, se avviare una riforma. (ro. mu.)



 

La Nuova Sardegna

 
 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 16 gennaio 2018 / Prima pagina
UNIVERSITÀ, CRISI ALLE SPALLE
SASSARI, VIA ALL’ANNO ACCADEMICO DAVANTI ALLA MINISTRA

La cerimonia si è aperta con la lectio magistralis del pianista iraniano Ramin Bahrami. Intervenuti anche i rappresentanti di studenti e personale. Approvata l’istituzione di 4 nuovi corsi di laurea: Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari, Wildlife Management, Ingegneria informatica e Gestione e Sicurezza
Unici per cento di immatricolazioni in più per quest’anno dopo il +14% di quello precedente, quattro nuovi corsi di laurea: rivendicando questi numeri positivi il rettore Massimo Carpinelli ha inaugurato, davanti alla ministra dell’istruzione Valeria Fedeli (e all’ex ministro Luigi Berlinguer), il 45esimo anno accademico dell’Università di Sassari. Carpinelli, tuttavia, non ha nascosto i ritardi dell’Italia, all’ultimi posto in Europa per laureati tra i 25 e 34 anni. Valeria Fedeli ha risposto con ottimismo, sottolineando che dopo un decennio difficile la crisi è alle spalle e la nuova legge di Bilancio investe in maniera importante sull’istruzione e in particolare sull’università.  GRIMALDI ALLE PAGINE 4 E 5

Sardegna - Pagina 4
Carpinelli ha inaugurato il 456esimo anno accademico dell'ateneo turritano
Positivi i dati delle immatricolazioni: più 11 per cento rispetto a un anno fa
L'ALLARME DEL RETTORE: TROPPO POCHI LAUREATI

di Gabriella Grimaldi
SASSARI Il genio di un interprete musicale noto in tutto il mondo e i numeri che delineano il futuro della "filiera della conoscenza" in Italia sono stati gli elementi portanti dell'inaugurazione del 456° anno accademico dell'università di Sassari.Il rettore Massimo Carpinelli, per la cerimonia che si è svolta ieri mattina in un'aula magna della sede centrale strapiena di pubblico, ha scelto di puntare sulla cultura senza confini, senza razze, senza epoca, senza luoghi come la musica espressa da Johann Sebastian Bach e, oggi, dal suo maggiore interprete, il pianista iraniano Ramin Bahrami che ieri ha tenuto una lectio magistralis sul compositore tedesco.Ma siccome è necessario inquadrare lo sviluppo della cultura e della conoscenza dentro una più che concreta programmazione politica, l'altro piatto forte della cerimonia è stata la presenza della ministra per l'Istruzione, l'università e la ricerca Valeria Fedeli che ha sciorinato una serie di dati a dimostrazione che questo Governo - che si avvia alla conclusione - investe sull'istruzione e in particolare sul sistema università.«La nuova legge di Bilancio per il 2018 interviene in modo chiaro sul diritto allo studio, incrementando il fondo e portandolo ai 237 milioni di euro a regime (cui si aggiungono i provvedimenti varati lo scorso anno e oggi pienamente operativi della no tax area e dei fondi per l'orientamento su cui variamo ora un piano in accordo con Cun e Crui) e sulle borse di dottorato di ricerca, aumentandone l'importo di circa il 10 per cento dopo dieci anni di congelamento. E nella ricerca la legge ha appena varato il più ricco finanziamento per i bandi Prin mai registratosi: quasi 400 milioni di euro con traiettorie specifiche per i giovani e per il Sud», ha sottolineato la ministra.La cerimonia era cominciata alle 11 di ieri con il consueto ingresso del corteo accademico preceduto dal coro dell'Università. Poi il rettore ha salutato i presenti con la sua relazione: ha ricordato che con un incremento del 14 per cento lo scorso anno e dell'11 per cento quest'anno, le immatricolazioni con segno più sono il primo "termometro utile" per verificare il gradimento da parte dei protagonisti del sistema dell'istruzione: gli studenti e le studentesse. Buone notizie dunque ma Massimo Carpinelli, che compie il terzo anno del proprio mandato, ha anche annunciato la recente approvazione, da parte del Senato e del Consiglio di amministrazione, di quattro nuovi corsi di laurea: "Qualità e sicurezza dei prodotti Alimentari", "Wildlife Management, Conservation and Control" (corso internazionale interamente in inglese), "Ingegneria Informatica", e "Gestione e sicurezza" (corso di laurea professionalizzante, realizzato grazie alla collaborazione tra l'università e l'ordine dei Periti industriali). Naturalmente non mancano le note dolenti che il rettore ha voluto sottolineare come ad esempio il fatto concreto che «in Italia abbiamo 67 università statali, 19 non statali e 11 telematiche: sono 97 in tutto, contro, ad esempio, le 161 del Regno Unito. In Italia ci sono 56.480 docenti contro i 185.580 dell'Inghilterra, in Italia ci sono 61.636 unità di personale amministrativo contro le 196.935 dell'Inghilterra. Ma soprattutto, in Italia solo il 18 per cento della popolazione adulta è laureata, dato che peggiora ulteriormente e ci precipita all'ultimo posto in Europa per laureati fra i 25 e i 34 anni». Dubbi e preoccupazioni che hanno trovato parziale risposta nelle parole della ministra Fedeli.Il vero momento emozionante della cerimonia è stata invece la lectio magistralis di Ramin Bahrami dedicata a "Bach ieri, oggi, domani". Al compositore tedesco, Bahrami, nato a Teheran e diplomato al Conservatorio "G. Verdi" di Milano con Piero Rattalino, ha dedicato tre libri: due editi da Mondadori, uno pubblicato nel 2015 da Bompiani intitolato "Nonno Bach", scritto sottoforma di dialogo tra Johann Sebastian Bach e i bambini (sottotitolo è infatti "La musica spiegata ai bambini"). Il musicista ha voluto proporre al pubblico un estratto di questo testo, la "Lettera all'umanità": «Il mondo non è una nostra proprietà, e non dura per sempre. O meglio, siamo noi a non durare, siamo noi che dobbiamo andarcene, a un certo punto. Le sole cose eterne sono i quadri, la musica, i libri, i monumenti, le grandi opere. Cerchiamo di tenerli vivi, di usarli bene, di farli nostri. Diamoci il tempo per tutto questo. Prendiamolo. Spegniamo la televisione, il computer, il telefonino. E lasciamoci invadere dalla musica che è vita, che ci induce a danzare, a cantare». Secondo Ramin Bahrami, Bach dovrebbe diventare materia di studio perché la musica è un linguaggio universale che non conosce confini, razza e geografia. Bahrami stesso ha sangue russo, turco, tedesco, persiano: «Ecco perché ritengo la musica di Bach la cosa più vicina a Dio e che valga la pena ascoltarla per imparare che cosa è veramente l'universalità». Ramin Bahrami ha ricevuto dalle mani del rettore l'onorificenza dell'università di Sassari: il sigillo storico.Alla cerimonia hanno preso parte con un intervento la presidente del Consiglio del Personale tecnico amministrativo, Stefania Idini e il rappresentante degli studenti in Senato Gianfilippo Caggiari.
 
 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 16 gennaio 2018 / Sardegna - Pagina 4
PIGLIARU
«Con la Finanziaria più borse di studio»

«Dobbiamo fare i complimenti al nostro sistema universitario - così il governatore Francesco Pigliaru nel suo intervento a Cagliari -, perché sa mantenere alta la qualità nonostante gli svantaggi oggettivi dati dalla condizione insulare, di cui è però necessario tenere conto nella definizione dei parametri per la ripartizione delle risorse. Vogliamo che i nostri giovani possano restare a studiare in Sardegna, ma perché restino dobbiamo assicurare un'istruzione di qualità. Noi facciamo la nostra parte», ha concluso Pigliaru, ricordando gli investimenti per le borse di studio che da 4mila nel 2012 sono passate a 9mila, garantendo il 100% della copertura. «Ora miglioreremo ancora perché nella Finanziaria ci sono 17 milioni in più per l'università e questo permetterà di allargare la platea dei borsisti. Poi investiamo per la preparazione di base con il programma Iscol@, con quasi 300 milioni di risorse».
 
 

15 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 16 gennaio 2018 / Sardegna - Pagina 4
Alla cerimonia il presidente Ganau, le assessore Piras e Spano, il sindaco Sanna e il vescovo Saba
In sala anche l'ex ministro Berlinguer

di Vincenzo Garofalo
SASSARI Dal momento solenne dell'inno cantato dal coro dell'università, e da pochi altri in sala, al momento della satira liberatoria, distribuita fra le poltrone delle autorità dal discorso "in cionfra" di Mario Piga, studente di Medicina, alias Pontefice Massimo "Thorra I - Il Magnifico", guida suprema dell'Associazione goliardica turritana. Alla cerimonia di inaugurazione del 456esimo anno accademico, mentre la sede dell'ateneo è presidiata come una fortezza dalle forze dell'ordine, l'aula magna è un condensato di onorevoli, professori, notabili e graduati. Un vero parterre de roi in salsa sassarese, dove ogni autorità e ogni ospite più o meno famoso, siede composto sulla poltroncina assegnatagli dalla scrupolosissima organizzazione. Quando l'Università invita, all'appello non manca nessuno, tanto più che ospite d'onore c'è una ministra. In prima fila ci sono il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, gli assessori Maria Grazia Piras e Donatella Spano, il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, en plein di senatori, deputati e consiglieri Pd, e una marea di ex, a cominciare da Luigi Berlinguer, già ministro dell'Istruzione, abbracciato affettuosamente dalla ministra Fedeli, al suo arrivo in ateneo. E non mancano i rappresentanti di tutte le forze dell'ordine, e il nuovo arcivescovo metropolita di Sassari, monsignor Gian Franco Saba. Una platea serissima che ha ascoltato e apprezzato gli interventi dei relatori, le esibizioni dei musicisti, e che infine scioglie tutta la tensione di una cerimonia ufficiale con gli applausi e le risate liberatorie, qualcuna anche a denti stretti, quando il microfono passa nelle mani dell'Associazione goliardica turritana. Secondo consolidata tradizione il Pontefice dei goliardi sassaresi vivacizza con il suo intervento la sala un po' intorpidita dopo quasi due ore di discorsi solenni. Thorra I ne ha per tutti: saluta il magnifico rettore "impiccababbu", il calvissimo prorettore e il "ciclabilissimo" sindaco, che non se la prende e ride di gusto. E fra una battuta sarcastica e una finta riverenza, il goliarda infila con sapienza una stoccata: «In codesto giorno di festa e giubilo però, non possiamo non rivolgere un breve ma sentito pensiero a chi non è più con noi. In questo ultimo anno accademico ci ha infatti lasciato una grande istituzione del nostro Ateneo, il dipartimento, ora dipartito, di Scienze politiche. Culla di una formazione poliedrica, ha negli anni sfornato fior fiore di politologi, scienziati della comunicazione, amministrativi e tante altre professioni afferenti come call centristi, benzinai, magazzinieri, disoccupati e, ovviamente, anche grandi goliardi», dice Thorra I, scatenando risate e sorrisi imbarazzati. E per non affondare troppo il colpo la ributta subito sullo scherzo puro riallacciandosi all'attualità: «I suoi docenti sono stati smistati in altri dipartimenti e la sua carcassa giace in decomposizione in viale Mancini. Il professor Sanna Passino si è immediatamente offerto per smaltirne i resti».
 
 

16 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 16 gennaio 2018 / Sardegna - Pagina 5
La titolare dell'Istruzione ospite d'onore della cerimonia
LA FEDELI È OTTIMISTA «DECENNIO DIFFICILE LA CRISI È ALLE SPALLE»
Sulla ricerca: «400 milioni di fondi per i giovani e il Sud»

SASSARI La buona notizia è che «la legge di Bilancio 2018 ha stanziato 70 milioni e, tra le altre cose, con questi fondi verranno reclutati 1300 ricercatori di tipo B. Inoltre, entro il 2018 verranno assunti altri 1100 ricercatori di tipo B più 600 di tipo A per gli atenei del Mezzogiorno, compresa l'università di Sassari». Con questi numeri ieri la ministra (ormai in scadenza) Valeria Fedeli si è presentata a un uditorio, quello dei docenti universitari e degli studenti, ansioso di capire quali strade stia imboccando la politica nazionale per ripescare dagli abissi delle classifiche internazionali un sistema universitario che negli ultimi anni ha assistito impotente al progressivo impoverimento delle risorse messe a disposizione.A sentire le parole della ministra però le notizie confortanti non finiscono qui, quindi una ventata di speranza ha attraversato la platea radunata davanti alle toghe del Senato accademico. «L'appuntamento di oggi è anche un'ottima occasione per un bilancio di quanto fatto sin qui - ha detto la Fedeli -. Come ben sapete l'università italiana esce da un decennio difficilissimo. Un decennio contraddistinto da una forte crisi strutturale, crisi di sistema e crisi di obiettivi. Ma questa fase la stiamo lasciando alle spalle. Lo confermano i primi segnali positivi che potrei condensare nelle tre grandi traiettorie d'intervento degli ultimi mesi: capitale umano, diritto allo studio e ricerca di base». E sarebbe su queste tre traiettorie che si incrociano i destini di tanti ricercatori precari, dei docenti che non vedono riconosciuti i propri diritti retributivi, del personale tecnico-amministrativo in perenne sofferenza ma soprattutto degli studenti che hanno investito il loro futuro in un corso di laurea e dal quale vorrebbero uscire con una possibilità concreta di approdo al mondo del lavoro. «L'incremento delle risorse complessive - ha proseguito la rappresentante del Governo Gentiloni - va inquadrato nella ripresa del Fondo di funzionamento ordinario che per la prima volta dal 2015 aumenta. L'Ffo infatti cresce nel 2018 del 6,4 per cento, percentuale pari a circa mezzo miliardo di euro in più rispetto agli anni precedenti». La stagione delle riforme, a quanto ha riferito la ministra, si è spesa anche nel settore dei diritti degli studenti. La nuova legge di Bilancio per il 2018 interviene «in modo chiaro: sul diritto allo studio, incrementando il fondo e portandolo a 237 milioni di euro e sulle borse di dottorato di ricerca, aumentandone l'importo di circa il 10 per cento dopo dieci anni di congelamento. In sostanza il Governo ha individuato pochi ma importanti obiettivi: gli studenti, i giovani ricercatori, il potenziamento delle eccellenze. E per la ricerca il Governo ha varato il più ricco finanziamento per i bandi Prin mai registrato: quasi 400 milioni di euro con indirizzi specifici per i giovani e per il Sud».Ma la ministra ha anche posto l'accento sull'idea stessa del sistema universitario e sul suo valore. «L'università deve servire innanzitutto alla formazione culturale, scientifica, alla crescita della conoscenza e dei saperi, oltre che al senso di responsabilità e, solo dopo, all'utile. E l'utile è costituito dalle necessità di sviluppo economico dell'Italia di fronte alle sfide della competizione globale, per il quale dobbiamo irrobustire il nostro sistema puntando su maggiori competenze, come stiamo facendo con il progetto "Industria 4.0».Tutte parole condivisibili ma accolte da qualche sommesso borbottio («sì ma perché scivolare nel politichese? Qui ci vogliono fatti concreti»). Scettici subito "accontentati" da una serie di cifre impressionanti: 80 milioni di euro nel 2020, 120 nel 2021 e 150 nel 2022, tutti destinati agli scatti di anzianità dei docenti, bloccati da decenni. Una vera e propria boccata d'ossigeno: parola di Valeria Fedeli. (g.g.)

 

17 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 16 gennaio 2018 / Sardegna - Pagina 5
A Cagliari i docenti con la valigia: ci avete deportati. E lei: non usi quella parola
DUELLO TRA MINISTRA E INSEGNANTI

di Stefano Ambu
CAGLIARI Uno l'hanno mandato in provincia di Genova, un'altra in provincia di Varese. Un'altra a Ostia e un'altra ancora a Civitavecchia. Quasi tutti insegnanti con figli piccoli. Molti hanno scelto di non partire e di restare senza stipendio (aspettativa) o quasi (congedo parentale) perché economicamente e affettivamente la partenza era insostenibile. In tutto un centinaio di casi tra fuori provincia e fuori regione. Una delegazione di docenti mandati lontano da casa era lì ad attenderla al varco. E per la ministra Valeria Fedeli la tappa cagliaritana è cominciata subito con un battibecco pieno di polemiche. Tutto è cominciato all'arrivo al Cus Cagliari della ministra, invitata nel capoluogo per i 70 anni del Centro universitario sportivo. Prima una battuta scherzosa partita da un insegnante sui consigli per il voto del 4 marzo. Poi è spuntata la parola "deportato". Ed è iniziato subito il botta e risposta: «Per cortesia - è salita in cattedra Fedeli - non usi più quella parola». Ma il docente l'ha interrotta riportando subito il dialogo sulla questione trasferimenti: «Lo sa dove ci hanno mandato con la legge 107?». La ministra ha risposto ma si è subito allontanata continuando a parlare dei valori della Costituzione, delle leggi razziali e dell'uso, a suo dire, inappropriato della parola "deportazione". Ancora "duello" a distanza con il docente che la incalzava. E poi la ministra è entrata al Cus. Fine prima parte. Ma poi è arrivata la seconda. A una richiesta (in nome della Costituzione e al microfono) di un parere sulle donne lavoratrici mandate lontano dalla famiglia Fedeli ha detto: «L'equilibrio che va trovato è tra l'esercizio di una professione e la professione che si sceglie. Noi lavoriamo per trovare questo equilibrio. Questo è il punto politico». La sentenza che rimanda a casa una docente sarda trasferita in provincia di Como? »Non l'ho ancora vista, gli uffici me la danno domani (ndc oggi)». Poco prima un gruppo di insegnanti fuori sede le aveva consegnato una lettera rivendicando il diritto a tornare a casa. La risposta? «La leggerò attentamente». Un altro docente aveva puntualizzato: «3.500 cattedre scoperte sono state assegnate a precari neppure abilitati». Risposta: «Il presidente della Regione me ne parlerà». Blitz anche degli insegnanti che rischiano di perdere per l'ultima sentenza del Consiglio di Stato: mille in Sardegna, 43mila in tutta Italia. Durante l'intervento al Cus Fedeli ha parlato di «università e sport che devono procedere insieme». E ha ascoltato la proposta di Pigliaru: «Ci aiuti - ha detto il presidente - a organizzare qui in Sardegna un grande evento nazionale sulla dispersione scolastica».
 
 

18 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 16 gennaio 2018 / Lettere e commenti - Pagina 35
LA PAROLA AI LETTORI >> RISPONDE MANLIO BRIGAGLIA
Chissà se la ministra Fedeli leggerà quella lettera

La lettera pubblicata nei giorni scorsi dalla Nuova Sardegna e indirizzata alla ministra Fedeli sul non rispetto dei parametri numerici previsti dalle leggi vigenti a tutela delle minoranze linguistiche nelle scuole sarde obbliga a più di una riflessione. Il collega sottolinea i danni sociali ed occupazionali derivanti dal non rispetto delle norme, traducibili in migliaia di posti di lavoro in meno.Se quanto viene argomentato dal docente, che fornisce tutti i riferimenti di legge, corrisponde al vero, e si scoprisse che la nostra isola viene trattata diversamente da altre regioni d'Italia con minoranze linguistiche, non sarebbe il caso di far svegliare dal torpore i nostri consiglieri regionali, nonché i rappresentanti sardi nelle due Camere, affinché pretendano che la Costituzione venga rispettata anche nelle nostre scuole?
Pietrina Rubanu Orgosolo

* * * La lettera indirizzata alla ministra Fedeli chissà se la ministra Fedeli la leggerà. Un tempo, voglio dire nei primi decenni della Repubblica, i ministri giravano spesso per le diverse regioni di cui si compone lo Stato, prendevano consapevolezza dei loro problemi, magari si facevano fare un appuntino per averli meglio presenti. Venivano seguiti da scorte di funzionari del loro ministero, alcuni dei quali avevano proprio questo compito: profittare della visita per vedere da vicino la realtà che si andava a conoscere, sia pure di volo (e anche per capire meglio le reali dimensioni dei problemi che venivano presentati). Mettiamo ci fosse stata, allora, una lettera su un giornale locale come immagina Lei: qualcuno di quei funzionari ne avrebbe fatto un appunto e lo avrebbe passato al ministro perché tenesse conto di quello che, seppure in breve, rifletteva un pezzo "vero" di quello che sentivano i cittadini della regione visitata. C'è ancora questa abitudine? Io penso che c'era, almeno sino a poco tempo fa. Ora siamo entrati in una girandola di visite, interrogativi, discorsi e promesse in cui non c'è più tempo né per tenere conto di quelle segnalazioni né più possibilità di trovare il capo del bandolo e cercare di consolidare qualche risposta credibile: promettere senza stare lì a soppesare il problema e studiarne i termini (o addirittura senza conoscerne il contenuto reale) è molto più facile che pensare e proporre una soluzione credibile. L'inverno è una cattiva stagione, ma la stagione elettorale è ancora peggio.



19 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 16 gennaio 2018 / Primo piano - Pagina 3
Le province di Sassari e Nuoro sono prime in Italia per quelli personali
Sardi sempre più indebitati
sono in vetta per i prestiti

di Claudio Zoccheddu
SASSARI C'è chi si indebita per comprare l'auto, chi fa le rate per acquistare il cappotto griffato ma anche chi non rinuncia all'ultimo modello di smartphone ed è disposto a sottoscrivere un finanziamento. I sardi, però, preferiscono i soldi, il cash. Senza alcun vincolo d'acquisto. Si chiamano prestiti personali e nell'isola hanno uno stato di salute migliore di quelli finalizzati all'acquisto di determinati beni. Nuoro e Sassari sono le province che comandano la graduatoria nazionale dei prestiti personali con un importo medio di 14mila euro. In altri tempi sarebbe stato un segnale incoraggiante, adesso rappresenta un dato da maneggiare con le pinze perché chi chiede soldi lo può fare per tanti motivi, tra cui anche pagare i debiti. Nell'isola, infatti, i dati non sono omogenei: è cresciuta la richiesta di prestiti personali, finanziamenti non vincolati all'acquisto di un bene o di servizio specifico, ma è crollata quella di prestiti finalizzati, che invece sono strettamente legati all'acquisto di beni di consumo. I prestiti nell'isola. Per quanto riguarda il numero di richieste di prestiti finalizzati all'acquisto di beni e servizi come auto e moto, arredo, elettronica ed elettrodomestici, ma anche viaggi, spese mediche, palestre, la Sardegna ha segnato nel 2017 un calo pari al -1,2 per cento rispetto al 2016, mentre a livello nazionale si è registrata una variazione in negativo dello 0,8 per cento. In termini di importo richiesto, la media regionale per i prestiti finalizzati è stata di 5.062 euro. Un numero parecchio al di sotto del dato nazionale, che invece ha raggiunto i 5.954 euro. L'importo più consistente è stato rilevato nella provincia di Olbia-Tempio, dove la media dei prestiti finalizzati è stata di 5.579 euro. Per quanto riguarda i prestiti personali, nel 2017 la Sardegna ha fatto segnare un incremento nel numero di richieste del 7,2 per cento rispetto al 2016, ben più forte della variazione rilevata a livello nazionale che non ha superato il 5,4 per cento. In tutte le province si evidenziano crescite decisamente significative. Ogliastra e Olbia-Tempio si posizionano al primo posto, entrambe con aumenti dell'8,9 per cento. In coda al gruppo c'è la provincia di Oristano, che ha registrato una crescita seppure con una variazione decisamente più modesta che, infatti, non ha superato il +2,3 per cento. L'economista. Prima di leggere tra le righe delle fredde tabelle che raccontano l'indebitamento dei sardi è necessaria una guida che possa essere in grado di interpretare i numeri e metterli al posto giusto quando si tratta di decidere quale possa essere il valore di segni, positivi e negativi. Perché se aumentano le richieste di prestito non è detto che si tratti esclusivamente di un segnale di ripresa, o di una rinnovata fiducia nelle capacità di ripresa di cui parlano i politici. un aspetto sui cui i cittadini hanno più di un dubbio. Riccardo de Lisa, docente di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari all'Università di Cagliari ha una chiave di lettura che supera quanto è possibile leggere sugli schemi stilati dal Crif: «Si può certamente dire che i dati evidenziano come il mercato mostri alcuni segnali di vivacità, seppure non troppo rilevanti. Ma adesso è necessario comprendere se i prestiti finalizzati diminuiscono perché i consumatori non comprano sfruttando il debito o se invece si tratta di un contenimento complessivo dei beni di consumo. Diciamo che a questo punto le possibilità sono due: le persone hanno deciso di mettere i soldi da parte rinunciando a qualche acquisto, oppure non si compra per un motivo molto più semplice, le spese non sono sostenibili dalle famiglie che non possono permettersi esborsi per acquistare beni di consumo». Riccardo de Lisa ha un altro dubbio decisamente significativo: «L'aumento dei prestiti personali - spiega l'economista - deve essere valutato in tutte le sue possibilità. Ad esempio, al momento è difficile capire come possano essere investiti i soldi affidati alle famiglie perché se venissero utilizzati per coprire altri debiti a cui non è stato possibile fare fronte con le entrate normali, è chiaro che la lettura cambierebbe. Se i prestiti venissero utilizzati per consolidare altri debiti sarebbe difficile parlare della ripresa dei consumi».

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