Martedì 9 gennaio 2018

09 gennaio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 9 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Gabriele Percopo, 47 anni, di Ozieri, in ruolo dal 2015
«IO, INSEGNANTE LAUREATO, RISCHIO IL LICENZIAMENTO»

Gabriele Percopo, 47 anni, di Ozieri, insegna alle scuole elementari. Immesso in ruolo alla fine del 2015, dopo 15 anni di precariato, è uno dei maestri con diploma magistrale che rischia di essere licenziato, senza neppure la possibilità di rientrare nelle graduatorie a esaurimento, dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato.
Qual è la sua storia?
«Ho preso il diploma magistrale prima del 2001-2002. Il titolo conseguito prima di allora è sempre stato abilitante all'insegnamento. Soltanto dopo è stato deciso che occorreva una laurea in scienze della formazione per poter insegnare».
Come ha cominciato?
«Come tutti. Prima con supplenze brevi. Poi, accumulato punteggio, sono arrivate quelle lunghe».
Lei è anche laureato?
«Sì, in Lettere. Ma dopo la sentenza del Consiglio di Stato che smentisce sette pronunce precedenti che riconoscevano il diploma magistrale abilitante, sembra che neppure questo abbia un valore».
Lei ha ottenuto il ruolo, quindi l'assunzione, alla fine del 2015: oggi quel sogno che si avverava dopo tanti anni di precariato ha il sapore della beffa.
«Perché con il ruolo sono uscito per forza di cose dalla Gae e nel 2016 non ho potuto neppure partecipare al concorso. Adesso, però, con quella sentenza perdo tutto: la cattedra e la possibilità di continuare a insegnare».
Se il Miur dovesse applicare la sentenza, perché lei non potrebbe ricominciare, sebbene sia complicato, dalle supplenze?
«No. Perché ho maturato tre annualità su posto vacante e se mi licenzieranno non potrò più mettere piede nella scuola».
È assurdo.
«Lo è. Soprattutto perché ormai insegno da 17 anni, e in tutti questi anni credo di aver acquisito una professionalità. Non solo. Sono andato anche all'estero per formarmi, perché in Italia non mi è stato permesso. E parlo correttamente tre lingue. Di che cosa ha bisogno ancora lo Stato per dichiararmi abile all'insegnamento?».
Cosa farà se sarà licenziato?
«Dovrò rimboccarmi le maniche, come tanti altri colleghi che si trovano nella stessa identica condizione. Ma questa ipotesi mi sembra davvero un'assurdità».
Ma. Mad.

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 9 gennaio 2018 / Lettere e opinioni (Pagina 37 - Edizione CA)
ATENEI GRATIS
Aboliamo le tasse universitarie, ottimo intento. In Scandinavia da sempre è così, ma insieme alla gratuità degli atenei vi è un corpo docente degno di questo nome, in grado di svolgere egregiamente questo compito. Sono passati anni da quando ho finito l’università italiana ma chi è rimasto in quell’ambiente mi riferisce che ormai da quegli ambienti chi esce ha una formazione di gran lunga inferiore a quella di un diplomato degli anni ’80. Al di là di ogni considerazione di carattere qualitativo, vedo in questa proposta un notevole conflitto di interessi. Il governo uscente ha mostrato di avere seri problemi con i titoli di studio, ad iniziare con la stessa signora che sta occupando la carica di ministro della istruzione e della università. Grazie alle università gratis le nuove leve del Pd potranno sfoggiare i famosi pezzi di carta che tante polemiche hanno provocato. Piccola considerazione personale: invece di fare promesse simili il signor Grasso avrebbe fatto meglio a dimostrare di non aver timore di schierarsi contro la lobby dei libri di testo per le scuole di ogni ordine e grado, spesso inutili.
Egidio Kaunis

Venghino, venghino siore e siori! Non c’è che dire, cari lettori: ormai con la campagna elettorale siamo alla fiera delle promesse, una corsa a chi la spara più grossa, dall’abolizione del canone Rai a quella delle tasse universitarie, dal reddito di mille euro alla cancellazione della legge Fornero. Ci mancano solo le pomate miracolose e gli elisir di lunga vita e siamo a posto. Francamente mi meraviglio di come i nostri politici non si rendano conto che i cittadini a queste balle non ci credono più. Povera Italia.

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 9 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Scrivete a cagliarilettere@unionesarda.it
QUANDO LA SANITÀ HA LA “S” MAIUSCOLA

I media in questi mesi si occupano della Sanità, quella Sanità che tutti mettono in discussione, giustamente. Dimenticano spesso di menzionare medici, paramedici, infermieri, oss, generici e impiegati. Sono trascorsi tre mesi da che sono stata sottoposta in regime d'urgenza ad intervento chirurgico al Policlinico. Sono stata operata dal professore Luigi Marongiu. Mi ha salvato la vita. Nella degenza ho incontrato medici e paramedici più che professionali. Non conosco i nomi di tutti per poterli elencare.
Wanda Orrù

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 9 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
CITTADELLA UNIVERSITARIA. Venerdì seminario per i giornalisti
CHI HA PAURA DEI VACCINI? Il ruolo dell'informazione

“Comunicare con cura”. Il programma di formazione continua dei giornalisti della Sardegna riprende venerdì, dalle 14.30 alle 18.30 nell'aula magna Boscolo della Cittadella universitaria di Monserrato. Il seminario, che darà diritto a 4 crediti, riguarda l'informazione e il controverso caso dei vaccini, “storia, filosofia, etica e cronaca di un dibattito aperto”.
I lavori saranno introdotti dal presidente dell'Ordine Francesco Birocchi. Seguiranno le relazioni dei professori Andrea Grignolio (Università di Roma La Sapienza) “Chi ha paura dei vaccini? Storia e psicologia della resistenza ai vaccini”, Paolo Contu (Università di Cagliari) “Il contesto vaccinale in Sardegna: dati/statistiche”, Marcello Montibeller (Università di Sassari) “Costruire prove: il movimento no-vax e l'uso dei dati”, Elisabetta Lalumera (Università Milano-Bicocca) “Resistenza alla vaccinazione e comunicazione etica: il ruolo della fiducia e dei valori”, Francesca Ervas (Università di Cagliari) “Un nuovo lessico per i vaccini? Metafore e comunicazione in ambito sanitario”. Il seminario è organizzato dall'Ordine dei giornalisti della Sardegna con l'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, il corso dl laurea in Scienza della Comunicazione/Filosofia e Teorie della Comunicazione dell'Università di Cagliari e l'Osservatorio socioterritoriale per la comunicazione pubblica.
«L'immunizzazione della popolazione dalle malattie infettive - si legge nella nota che annuncia il seminario - è un obiettivo primario per la salute pubblica. Tuttavia, nonostante l'ampio successo dei vaccini, si assiste a un pericoloso calo della copertura vaccinale. Il seminario ha l'obiettivo di comprendere le ragioni di questo calo, indagando il modo in cui comunicano tanto i sostenitori quanto i detrattori delle vaccinazioni».

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 9 gennaio 2018 / Quartu Sant'Elena (Pagina 18 - Edizione CA)
In via Bizet le domande per partecipare alle selezioni per 4 posti
In centinaia in fila dall'alba per un lavoro al policlinico
Tutti in fila con il sogno di un posto di lavoro. In questi giorni è ressa al centro circoscrizionale per l'impiego in via Bizet. Centinaia di persone si mettono in coda, dalla mattina presto, ben prima che aprano gli sportelli, per presentare le domande per partecipare alla selezione per quattro posti da impiegati ordinari al policlinico di Monserrato. Un esercito di disoccupati, non solo quartesi, che sperano di poter trovare un impiego. L'impresa non sarà facile: per accedere alla selezione bisogna rispettare particolari requisiti e i favoriti saranno quelli con più anni di disoccupazione alle spalle e con un Isee più basso. È la fame di lavoro che spinge centinaia di persone a mettersi in coda per provare ad accedere a una selezione.
LE RICHIESTE Il requisito minino è la licenza media, ma ieri in fila davanti agli sportelli in via Bizet c'erano anche diplomati e laureati. Giovani dai diciotto anni in su che hanno deciso di compilare il modulo, anche se consapevoli di non farcela per via di un Isse più alto di quello consentito. In una sola mattina sono stati distribuiti duecento moduli. «Ho il diploma ma sono disoccupata da tempo», ha spiegato Laura Scano in coda in via Bizet, «per questo volevo tentare anche se so che sarà un'impresa impossibile. Quando sono arrivata, non mi aspettavo però di trovare così tanta gente. Alla fine penso che tornerò domani, perché la coda è troppo lunga».
LE MANSIONI Dei quattro posti per impiegati ordinari, uno è riservato a chi ha fatto il servizio di leva senza demeriti. Per tutti vale il requisito di un Isee non superiore ai 25 mila euro. La procedura non sarà breve: completata la presentazione delle domande (la scadenza è fissata per venerdì), sarà stilata una graduatoria appunto in base all'Isee e agli anni di iscrizione all'ufficio di collocamento e agli anni di disoccupazione. L'elenco sarà poi inviato al policlinico che procederà con le selezioni. Le domande possono essere presentate anche a Cagliari e negli altri centri per l'impiego di appartenenza.
LA SITUAZIONE Si annuncia quindi una settimana di passione per il centro circoscrizionale per l'impiego che anche nei prossimi giorni dovrà accogliere centinaia di disoccupati. Tra l'altro l'attesa è tutt'altro che agevole: all'interno la sala è in grado di accogliere soltanto una trentina di persone. Per tutti gli altri non resta che aspettare fuori.
Giorgia Daga

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 9 gennaio 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 35 - Edizione CA)
ANNO ACCADEMICO
Lunedì 15 gennaio alle 11 in Aula Magna, il Rettore Massimo Carpinelli inaugurerà il 456° Anno Accademico dell'Università di Sassari dalla fondazione. Saranno presenti la ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, e il pianista iraniano Ramin Bahrami.

 

7 - L’UNIONE SARDA di martedì 9 gennaio 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 35 - Edizione CA)
OMAGGIO A MATTONE
Si terrà venerdì 12 alle 17 nell'Aula magna dell'Ateneo la lezione di commiato accademico del professor Antonello Mattone, già ordinario di Storia delle istituzioni politiche. Dopo l'apertura dei lavori da parte del rettore, Massimo Carpinelli, Marco Milanese, direttore del Dipartimento, illustrerà l'impegno scientifico del professor Mattone.

 

 

8 - L’UNIONE SARDA di martedì 9 gennaio 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 35 - Edizione CA)
AOU DA OGGI ALLE URNE
Da oggi, e poi per altre tre giornate, i dipendenti dell'Aou, l'azienda mista ospedaliera andranno alle urne. Ci sono da eleggere, infatti, i componenti elettivi dei comitati di dipartimento. Previsti nel nuovo atto aziendale approvato a ottobre, i comitati di dipartimento dell'Aou di Sassari sono 12 come i dipartimenti. Precisi i compiti dell'organo del dipartimento che resta in carica tre anni.

 

9 - L’UNIONE SARDA di martedì 9 gennaio 2018 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Quando a Cabras sparì una balena
La balenottera di Platamona ha un precedente che fa scuola: il cetaceo spiaggiato nel 2006 a Is Arenas e smaltito ancorandolo su un fondale di 42 metri al largo di Mal di Ventre. L'idea fu dell'allora direttore del Parco marino di Cabras, Bruno Paliaga. Un modo per liberarsi di quella carcassa e per recuperare lo scheletro a fini didattici. Tutto andò come previsto, ma della balena oggi non si ha traccia. Intanto ieri il sopralluogo a Platamona dei veterinari dell'Università di Sassari. A PAGINA 7

Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
CABRAS. La carcassa fu ancorata a un fondale di 42 metri per recuperarne lo scheletro
LA BALENA AFFONDATA E SPARITA
Is Arenas, il grosso cetaceo smaltito in mare. Il sub: so dov'è

Il fantasma della balena di Mal di Ventre, oggi, mastica amaro. Guarda verso Platamona e pensa a quella sua lontana parente (passata a miglior vita anche lei) il cui corpo, in attesa di decisioni da metà novembre, sta cadendo a pezzi. Ieri il sopralluogo effettuato dai veterinari dell'Università di Sassari.
IL PRECEDENTE L'episodio di Platamona non è unico. Al largo dell'isola di Mal di Ventre su un fondale di 42 metri e in un tratto di mare segnato dal perimetro esterno dell'Area marina protetta di Cabras, è stato ancorato il possente scheletro di una balenottera. Mareggiate permettendo lo si potrebbe pure incrociare. Il condizionale è d'obbligo perché, al momento, da quel lontano 2007 il mare sembra esserselo inghiottito tutto intero. La storia è molto simile a quella della balena turritana ed è stata raccontata dalla cronaca dell'epoca. Una decina di anni fa circa, era l'estate 2006, si spiaggiò a Is Arenas la carcassa di una balenottera. Comune di competenza, Narbolia. In quegli anni l'allora direttore dell'Area marina protetta di Cabras, Bruno Paliaga, ebbe una felice intuizione: affidare quell'enorme ammasso di grasso, carne, viscere, ossa e muscoli ai naturali spazzini (micro e macro organismi) del mare così da recuperare lo scheletro, dopo alcuni mesi di lauto banchetto a beneficio degli abitanti del pianeta sommerso, e poterlo esporre ripulito sino alle ossa, nel centro visite dell'Amp del Sinis Mal di Ventre.
L'OBIETTIVO Un progetto che aveva due finalità nelle intenzioni di Paliaga: la prima era lo smaltimento di quell'ingombrante rifiuto speciale; la seconda, utilizzare lo scheletro ricostruito per attività didattiche e turistiche. Il lavoro di recupero, traino al largo e affondamento venne affidato alla società Sub Service di Mogoro: «Era l'unica soluzione possibile e oggi è la sola risposta che si può dare per smaltire la carcassa spiaggiata a Platamona». Giulio Garau, titolare di Sub Service e contattato a novembre dal Comune di Sorso, ribadisce a scanso di equivoci di non essere più interessato a quel lavoro.
L'AMP Giorgio Massaro, oggi direttore dell'Area marina protetta, ricorda le operazioni di traino e affondamento della balenottera di Is Arenas. «Venne portata al largo, a nord ovest dell'isola, calata e poi ancorata sul fondale con un sistema di corpi morti». Un'infinità di massi per un peso complessivo di 15 tonnellate. «Vennero date tutte le autorizzazioni necessarie. Tra Demanio, Regione, Comune, Asl e Capitaneria di Porto», aggiunge Massaro. «Massima attenzioni per due aspetti fondamentali: un possibile inquinamento del fondale e il rischio che il moto ondoso liberasse la carcassa riportandola in superficie, vero pericolo per la navigazione». Massaro conclude: «Dopo alcuni anni abbiamo cercato lo scheletro ma non è stato ritrovato. Probabilmente è stato coperto di sabbia dalle correnti del fondale».
LA SOCIETÀ La Sub Service assicura di poter individuare il sito sommerso. «Non c'è alcun problema, siamo in condizioni di ritrovare con precisione il fondale dove si trova la balena affondata», dichiara Giulio Garau. Che a fine novembre ha anche risposto alla richiesta presentata dal Comune di Sorso per rimuovere l'enorme carcassa da Platamona. «L'esemplare è del tutto identico al cetaceo smaltito da noi con affondamento a mare per conto del Comune di Narbolia». La lettera forniva un primo quadro di fattibilità dell'intervento. A quella nota però «avrebbe dovuto seguire un incontro col sindaco di Sorso e l'ufficio tecnico. Sarebbe stata necessaria una conferenza di servizi con gli enti interessati e le forze dell'ordine competenti», conclude Garau. Non se n'è fatto nulla. Ora c'è da ritrovare la balena del Sinis.
Roberto Ripa



Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Platamona, in azione i veterinari dell'Ateneo
Alla fine bastava conoscersi e stringersi la mano per risolvere il caso della balena spiaggiata, diventato imbarazzante fenomeno mediatico nazionale. Non venti soggetti riuniti in una conferenza di servizi, ma due: il comune di Sorso e il Dipartimento di Veterinaria dell'Università di Sassari. Burocrazia estrema contro buon senso. È stata avviata una collaborazione che trasformerà il Sesto pettine di Platamona, dove la balenottera è spiaggiata da quasi due mesi, in un laboratorio all'aperto dove docenti, tecnici e studenti non solo universitari, lavoreranno allo smaltimento delle carni putrefatte e al recupero dello scheletro. Tutti soddisfatti dopo l'incontro che si è tenuto nella sala della Balena del Dipartimento, dove è esposto uno scheletro ricostruito 33 anni fa. «Abbiamo già stilato un percorso - ha detto il sindaco di Sorso, Giuseppe Morghen - Apriremo un cantiere che attirerà curiosi ed esperti». Meteo permettendo, in un mese la carcassa verrà disossata e pulita dalle carni da smaltire attraverso l'impresa che mercoledì si aggiudicherà l'appalto. Altri due mesi per trasferire le ossa e ricomporre lo scheletro che il comune di Sorso, sentito il parere del Corpo Forestale, deciderà dove collocare. Il direttore del Dipartimento Eraldo Sanna Passino ha visto finalmente riconosciuta la competenza in materia dell'Ateneo. «Il cantiere all'aperto sarà una novità interessante e stimolante per la ricerca e la divulgazione». Il lavoro verrà eseguito da personale del Dipartimento: Marco Zedda, Stefano Rocca e Giovanni Galippa, docenti di anatomia animale. (fr. fe.)

 

 

 

La Nuova Sardegna

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 9 gennaio / Cultura e spettacoli - Pagina 33
DA MONTRESTA A BRUXELLES CERCANDO IL FUTURO
Sul volo Ryanair da Cagliari alla capitale Ue
Migrazioni vecchie e nuove specchio dell'isola

di SALVATORE MEREU, Regista
La composizione di un volo low cost è lo specchio di una comunità. Dentro quel corridoio angusto, tra i sedili che premono sulle ginocchia, c'è una rappresentazione involontaria del mondo in cui viviamo. Come un tempo lo sono stati gli scompartimenti dei treni. I giorni scorsi, mi è capitato di andare a Bruxelles.
IN FILA PER PARTIRE. Il volo Ryanair da Cagliari per la capitale d'Europa è un serbatoio di storie se si ha curiosità di ascoltare e indagare i volti che ti accompagneranno lungo il viaggio. Quando cominciano le operazioni d'imbarco, in fila davanti a me ci sono due giovani genitori di Nuoro che vanno a raggiungere, per le festività di fine anno, il figlio che ha scelto di fare l'università proprio in quella città. La lingua non è più un ostacolo se si può avere una formazione alta e a buon mercato. Il ragazzo non è solo. Nel college che l'università mette a disposizione ci sono altri conterranei. Sono in tanti, sempre più spesso, a scegliere atenei oltre confine: Madrid, Bruxelles, Lisbona, Bucarest sono i luoghi d'elezione di questa nuova diaspora che vanno rimpiazzando le vecchie destinazioni di Milano, Bologna, Torino, Roma.
NUOVE VIE. Le due università sarde, per quanto si attrezzino, difficilmente potranno contenerla. L'apertura di queste nuove vie di comunicazione ha risolto d'un colpo quello che una volta doveva apparire come un viaggio della speranza, come lo devono aver compiuto tanti anni prima la coppia di signori anziani che sono dietro di me. La donna parla al telefono un francese di seconda mano, bello, colorito, tornito da un accento sardo che ancora resiste. Si arrampica sulle parole, le fa rimbalzare dentro il suo vecchio apparecchio, impartendo istruzioni a qualcuno che la attende a destinazione. Il marito tace, preoccupato che la moglie stia tenendo un comizio. Tanti anni di miniera non hanno fiaccato il suo corpo minuscolo e dignità e portamento sono rimasti intatti. Loro, sono i rappresentanti di quella prima ondata migratoria che è andata nelle miniere di Marcinelle e che adesso passa il testimone a questa nuova che va fuori per studiare. Tornano indietro da una visita lampo, forse mossi dalla nostalgia per la loro terra, dalla quale sono stati strappati per sempre. La loro casa è ormai dall'altra parte del mare.
SUL PULLMAN. Si capisce ancora meglio quando arriviamo all'aeroporto di Charleroi, dove ad attenderli c' è un ragazzo sulla ventina che subito si prende cura di loro. E' lui che mi dice quale mezzo prendere per andare in città prima di ripartire insieme ai nonni. Lì, in quello che sembra una sorta di check point, dopo i giorni terribili di Zaventen e Molenbeek, trovo un'altra ragazza che parla italiano. La sua pettorina ci dice che lavora per la compagnia di autobus che portano in città. Anche lei è sarda: padre di Carbonia, madre di Gonnesa, anche se non c'è più nulla degli avi nel suo accento. Sembra perfettamente integrata, orgogliosa di appartenere al nuovo mondo in cui è cresciuta, e decisa a farsi rispettare dal signore che lamenta che il prezzo del biglietto non corrisponde a quello esibito sui vetri del pullman. La Sardegna per lei non è che un lontano ricordo, da rinverdire d'estate. Tutte quante queste storie di migranti che si incrociano mi raccontano il bisogno di andar via, il desiderio di una vita migliore. Non c'è giudizio in questa constatazione, piuttosto la resa a una evidenza. Muoversi, emigrare, cercare condizioni appropriate è nella natura degli uomini, fin dal tempo delle caverne. Difficile resistere a questo istinto, senza il quale non avremmo il mondo così come lo conosciamo. Rimango pochi giorni a Bruxelles ma abbastanza per capire che è una città opulenta, dove andando per le strade le attività non sembrano conoscere crisi e dove la possibilità di una vita migliore e la certezza di un' occupazione per un attimo ti fanno guardare con coraggio anche all' eventualità di sopravvivere con quel cielo grigio. Ed effettivamente, sono lì perché in questo momento in Belgio «ci sono molti soldi».
TAX SHELTER. Le imprese del luogo, per sgravare una parte dei profitti, hanno preso a investire nei film, graziate in parte dal meccanismo fiscale del tax shelter che le premia attirando risorse anche da fuori. A Bruxelles i cani sono legati con le salsicce, come si diceva una volta, in modo beffardo, a chi si apprestava a partire. Al ritorno non è più disponibile da tempo la tratta per Cagliari, presa d'assalto dal Natale. Per arrivare in Sardegna devo passare da Roma. Mi sarebbe piaciuto tornare su quel volo per vedere quali altre storie avrebbe riportato indietro. Tutti i giorni questi aerei ne intrecciano di nuove tessendo questa fitta trama che è la nuova Europa. A Fiumicino un ragazzo ci allieta l'attesa vicino al gate occupando in maniera estemporanea un pianoforte che è stato posizionato lì proprio per quel motivo. La sua tecnica è notevole e dopo Lennon abbraccia il concerto per pianoforte e orchestra di Ciaikovsky. Deve essere il suo pezzo forte. La gente applaude per il diletto e per il talento. Io mi commuovo perché pare già il canto del cigno.
REGALO DI NATALE. Lo rivedo in fila mentre esibisce la sua carta d'imbarco e mi chiedo che posto ci sarà, per lui, una volta tornato a casa. La sua arte, già così matura, sarà sufficiente a fargli superare la soglia proibitiva di una audizione in uno dei due teatri isolani? O ci sarà un futuro da piano bar, come per molti ragazzi che provano a vivere di musica. Proprio come lui sono tornati in tanti in questi giorni. Hanno fatto vivere le nostre città e i nostri paesi, dove è più evidente la loro mancanza, hanno riempito le nostre case. Sono stati una festa per gli occhi, molto più delle luminarie, delle vetrine addobbate. La loro presenza è stata il vero regalo di Natale. Crogiuoli di storie, abbracci, sorrisi, appuntamenti per la sera, per la mattina dopo. Occhi che scintillano ancora pieni di speranza e di propositi, insieme a un incontenibile desiderio di raccontarsi che vince anche sulla tentazione di guardare i palmari.
COL GROPPO IN GOLA. Ma è un privilegio che abbiamo ancora per poco. La loro presenza è a tempo, come le luminarie. Da domani prenderanno a ripartire verso le città da dove sono venuti e a noi non resterà che accompagnarli, col groppo in gola, agli aeroporti, come quei padri che scendono le scale di casa per l'ultima volta con la figlia sottobraccio, e la consegnano in sposa a una nuova vita. Chi se ne occuperà? Qualcuno, speriamo, che abbia davvero voglia di progettare per loro un futuro e che non si limiti ad amministrare l'esistente. Mi rendo conto che, per la mole di risposte a cui sono chiamate, alle attuali classi dirigenti spetta una sfida improba. Ma se non ci si porrà rimedio la diaspora non finirà. Questi pensieri mi portano fino a Montresta sfruttando quella triangolazione imprevista che mi ha fatto arrivare ad Alghero. Andare avanti e indietro per l' isola in questi giorni non è stato facile. A Montresta non ci sono luminarie, e neanche ragazzi. Sono partiti per sempre, e non torneranno più. E nessuno sembra volerne più farne di nuovi. Sono solo due i nati nel 2017.
SARDI GRECIA. E' curiosa la storia di questa comunità di origine greca che comincia ad apparecchiare la propria esistenza solo a metà del settecento, dopo che è costretta a fuggire dalla Corsica dove inizialmente si era insediata. È riparata in quell'altopiano per volere del Re Savoia di allora, Carlo Emanuele III, raggiungendo il momento di massima espansione negli anni Cinquanta, quando arriva a contare quasi 1500 unità. Il ricordo di quei fasti è nella scuola agraria, a pochi chilometri dal paese. Sono venuti a studiare lì da tutta la Sardegna, ai tempi d'oro, qualcuno anche dall'Arabia. Il monumento di quell'orgoglio, insieme alle stalle e alle mungitrici, è la vecchia pompa di benzina che serviva tutti.
IL VOLO DEGLI AVVOLTOI. Oggi se si vuole fare il pieno bisogna andare a Bosa, il paese più vicino, l'avvenire della scuola è oramai alle spalle, come quello della pompa. Alla persona che è venuta a prendermi all'aeroporto non dico che siamo lì per un sopralluogo. Quando si lavora con le immagini ogni spostamento può essere la promessa di un incontro fortuito e spesso si è costretti a mentire e a vendere, per gita, quello che è lavoro sul campo. Siamo a Montresta, paese simbolo dello spopolamento, perché lì sopravvive l'ultima colonia di grifoni di tutta la Sardegna. Per vederli da vicino bisogna cercare il carnaio e l'impresa non è facile se si è senza una guida. Gli avvoltoi, forse avvertiti dal vento, non si presentano, ma per noi, che siamo lì per loro, è importante sapere che ci sono. Il giorno in cui qualcuno smetterà di occuparsi di quel presidio, del loro passaggio su questo angolo di terra non rimarrà che qualche testimonianza fotografica. Il loro stare in vita si deve soltanto a quell'artificio dato che nelle nostre campagne non vi è più bestiame a sufficienza, disposto a scapicollarsi, per nutrirli.
TURISMO E FUTURO. Mentre me ne vado penso che è quello che potrebbe accadere anche a noi, ai nostri figli, se non correremo ai ripari. Il turismo non è un eldorado per tutti, nelle zone interne è meno di un miraggio, e ai nostri ragazzi non resta che scappare per non avere una vita a tempo come questi uccelli che, per poter tirare avanti, devono rimanere abbarbicati al proprio carnaio. Bruxelles e Montresta, quasi le estremità di un diagramma su come possono andare le cose del mondo.

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 9 gennaio / Sassari - Pagina 27
IL VOTO 
I dipendenti dell'Aou alle urne per i comitati di dipartimento

SASSARI Da domani, e poi per altre tre giornate, i dipendenti dell'Aou di Sassari andranno alle urne. Ci sono da eleggere, infatti, i componenti elettivi dei comitati di dipartimento. Previsti nel nuovo atto aziendale approvato a ottobre scorso, i comitati di dipartimento dell'Aou di Sassari sono dodici come i dipartimenti. Ben precisi i compiti dell'organo del dipartimento che, formato da componenti di diritto ed elettivi, resta in carica tre anni. Il comitato concorre alla formulazione del piano delle attività e dell'utilizzazione delle risorse disponibili, quindi concorre al monitoraggio e alla verifica delle attività e partecipa all'individuazione del direttore di dipartimento secondo le modalità previste dalla normativa.Possono votare ed essere eletti i dipendenti che fanno capo ai vari dipartimenti e che siano in servizio a tempo indeterminato al 15 dicembre 2017, oppure assunti a tempo determinato e in possesso dei requisiti per la stabilizzazione. Sono oltre 2000 i dipendenti che andranno a eleggere i loro rappresentanti all'interno dell'organo di dipartimento. Per agevolare le operazioni di voto sono stati organizzati tre seggi: i primi due al settimo piano del Santissima Annunziata e il terzo nell'aula didattica del palazzo della clinica Malattie infettive.Domani, dalle 9 alle 18, saranno chiamati a votare al settimo piano dell'ospedale civile i dipendenti dei dipartimenti di "Emergenza-urgenza" e delle "Specialità Mediche e della Riabilitazione". Si recheranno, invece, a Malattie infettive i dipendenti del dipartimento Medico. Venerdì, sempre dalle 9 alle 18, andranno al civile i dipendenti dei dipartimenti "Cardio toraco vascolare" e "Neuroscienze testa-collo". A Malattie infettive i dipendenti del dipartimento Chirurgico. Martedì 16, stesso orario, al civile voteranno i dipendenti dei dipartimenti "Tutela fragilità" e "Tutela salute donna bambino". In viale San Pietro, palazzina Malattie infettive, i dipendenti dell'Oncoematologico. Giovedì 18, giornata conclusiva, dalle 9 alle 18, all'ospedale di via De Nicola voteranno i dipendenti di "Farmaco e diagnostica" e "Professioni sanitarie". A Malattie infettive andranno a votare i dipendenti di Amministrativo e tecnico.

 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 9 gennaio / Sassari - Pagina 27
Commemorato uno dei padri dell'archeologia sarda scomparso domenica: l'omaggio del rettore
Al museo Sanna l'ultimo saluto a Ercole Contu

SASSARI Si aggiunge anche il rettore Massimo Carpinelli a rendere omaggio alla memoria di Ercole Contu e partecipare al dolore della famiglia di Ercole Contu a nome di tutta l'Università di Sassari.Il professore emerito di Antichità Sarde all'Università degli Studi di Sassari, considerato uno dei padri dell'Archeologia sarda assieme a Giovanni Lilliu, si è spento nella serata di domenica a Sassari.Innumerevoli e di valore inestimabile sono i contributi che Ercole Contu ha dato agli studi e alle ricerche sulla preistoria e la protostoria dell'Isola. Nato nel 1924 a Villanovatulo, laureato all'Università di Cagliari nel 1948, Contu è stato Soprintendente Archeologo per le province di Sassari e Nuoro tra il 1966 e il 1975 e ha insegnato Antichità sarde all'Università di Sassari dal 1970 al 1994, diventando dal 2003 Professore Emerito. Allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, storico e archeologo grande innovatore degli studi classici, Ercole Contu ci ha lasciato una bibliografia impressionante per quantità e qualità, e alla sua instancabile attività si deve la scoperta dell'Altare preistorico di Monte D'Accoddi (1952), gli scavi nella colonia di Turris Libisonis e nel palazzo di Re Barbaro. Tra le attività realizzare fuori dalla Sardegna, si ricordano, tra gli altri, gli scavi nel palazzo minoico di Festo a Creta e la frequenza della Scuola archeologica italiana di Atene.Come docente della ex Facoltà di Magistero, di cui è stato anche Preside, Contu ha avuto il merito di istruire e formare intere generazioni di archeologi, trasmettendo quella passione che, fino all'ultimo giorno, non lo ha mai abbandonato.In tantissimi hanno visitato la camera ardente, allestita nel museo nazionale Sanna in via Roma. E hanno partecipato, nel pomeriggio, alla commemorazione dedicata al padre fondatore dell'archeologia sarda. Contu lascia una sterminata bibliografia, con circa trecento pubblicazioni e alcuni testi di fondamentale importanza, ma soprattutto lascia uno sconfinato amore per lo studio e la didattica, che saranno fulgido esempio per tanti.

 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 9 gennaio / Cultura e spettacoli - Pagina 32
SCELTE BLOCCATE
Biblioteca "Satta" e Università altre emergenze nuoresi

NUORO «In Italia non c'è nulla di più definitivo del provvisorio e nulla di più provvisorio del definitivo» diceva Giuseppe Prezzolini parecchi decenni fa. E l'allarme sulla nomina del direttore del Man - da parte dei tanti appassionati d'arte ma anche dei sardi che considerano Nuoro da sempre la loro piccola-grande Atene - deriva dalla non semplice storia delle istituzioni culturali del capoluogo barbaricino.Il Consorzio della Biblioteca Satta non ha ancora trovato la strada per una pace definitiva. Dopo i cinque anni di commissariamento con Vannina Mulas e la dolorosa scelta della cooperativa di gestione di licenziare nove dipendenti, il 30 dicembre l'amministratore straordinario Paolo Piquereddu è riuscito a consegnare sul filo di lana il bilancio di previsione 2017 e quello triennale per il 2017 -2019. Bilancio atteso dopo il pensionamento l'anno scorso del direttore Cugusi. E proprio sulla nomina del nuovo direttore a tempo indeterminato, la sociologa Maria Dettori, c'è stato il primo inciampo dell'anno: per la funzionaria del Comune Maria Rita Pira è illegittima «e ogni atto adottato dalla dirigente sarà considerato nullo». Situazione stabile ma provvisoria anche per il Consorzio per lo studio universitario. Nell'università cittadina, nonostante le immatricolazioni in aumento e i 450 studenti fuori sede che vivono in città, manca ancora il consiglio di amministrazione. Ne fa le veci dal 2015 il professor Fabrizio Mureddu nominato Commissario straordinario del Consorzio, succeduto a Caterina Loi che ha ricoperto la carica dal 2010. Non è stata semplice nemmeno la nomina di direttore dell'Istituto Regionale Etnografico e del suo Museo del costume. Nel 2015, dopo la storica gestione di Paolo Piquereddu, Cristiana Collu ne assunse il ruolo per qualche mese per poi volare a Roma per la prestigiosa poltrona di direttrice della Galleria d'Arte moderna. Fu fatto il nome dell'architetto Domenio Canu, che non raccolse l'unanimità e fu cassato dalla Regione per mancanza di requisiti. Il posto restò vacante per un anno fino alla scelta di Maura Picciau che arrivava dal Ministero dei Beni culturali.

Questionario e social

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