Lunedì 8 gennaio 2018

08 gennaio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 8 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
COLLEZIONE TIPOGRAFICA
Oggi, alle 20, nella sala degli Specchi della facoltà di Studi umanistici di Sa Duchessa, si terrà la prima conferenza sulla collezione di oggetti e artefatti tipografici di Mariano Deidda (secoli XVIII e XX) organizzata dall'associazione Riprendiamoci la Sardegna con “Arte typografica sarda”.

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 8 gennaio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
VIALE SANT'IGNAZIO. Per la ristrutturazione dell'edificio è stato stanziato mezzo milione
CASA DI RIPOSO, LAVORI BLOCCATI
I soldi ci sono ma bisogna trovare un posto ai 102 senzatetto

I soldi ci sono: mezzo milione di euro recuperato dai bilanci del 2015 e del 2016. La delibera di Giunta che approva il progetto è passata più di tre anni fa. Ma i lavori per la ristrutturazione e la messa in sicurezza della Casa della solidarietà di viale Sant'Ignazio non potranno iniziare fino a quando il Comune non avrà trovato un tetto nuovo per i senzatetto. Centodue persone ospiti della struttura comunale che l'assessorato alle Politiche sociali ha affidato in gestione a diverse associazioni di volontariato in una rete solidale in cui da qualche giorno gli equilibri sono cambiati.
PASSAGGIO DI TESTIMONE Don Carlo Follesa che per anni è stato partner dell'amministrazione nell'accoglienza e nel sostegno degli ultimi ha abbandonato la causa pubblica. «Non posso continuare a lavorare in una struttura non a norma», aveva detto poco prima di Natale quando l'accordo con il Comune era ormai in scadenza. «All'Aquilone di don Follesa è subentrata temporaneamente l'associazione “Donne al traguardo” che aveva già un progetto all'interno dell'edificio e che gestirà altri 15 posti letto», spiega l'assessore ai Servizi sociali Fernando Secchi cui spetta il compito di far traslocare gli ospiti e liberare la struttura per consentire al collega dei Lavori pubblici Gianni Chessa di avviare il cantiere. «L'appalto è già stato affidato ma fino a quando non verranno trasferite le persone che vivono nel centro non potremo fare nulla. La data di inizio lavori è fissata per la primavera prossima. In considerazione delle difficoltà incontrate finora nel trovare un'alternativa dovremo posticipare» spiega l'esponente del Psd'Az. Dal canto suo Secchi fa quel che può. «Trovare una sistemazione per centodue persone non è facile. Tra l'altro ci sono trattative in corso con l'Università e la Regione per la cessione dell'immobile. L'ateneo vorrebbe acquisirlo al suo patrimonio per completare il polo scientifico-economico. Sono molte le ipotesi al vaglio dell'amministrazione e ci sono già stati alcuni incontri interlocutori che finora non hanno portato a definire alcun accordo», spiega Secchi. Dunque, se l'edificio di viale Sant'Ignazio passasse di mano con una permuta al Comune spetterebbe un altro stabile nel quale far traslocare la Casa della solidarietà.
LE ALTERNATIVE «Tra gli stabili che potrebbero ospitare il centro di accoglienza si è parlato anche del San Giovanni di Dio o dell'ex Clinica Macciotta», continua il responsabile dei Servizi sociali. L'ipotesi del trasloco in un'altra struttura mette d'accordo tutti. Anche Gianni Chessa auspica una soluzione diversa rispetto a quella attuale. «Quello di viale Sant'Ignazio è un edifici storico e i 500 mila euro serviranno solo per riparare la copertura. Poi serviranno altri soldi per la messa in sicurezza del resto dell'edificio».
IL PROGETTO L'appalto assegnato il 28 marzo dello scorso anno alla Sardinia service prevede che i lavori dureranno 245 giorni. Difficile stabilire quando potranno iniziare.
Mariella Careddu

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 8 gennaio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 10 - Edizione CA)
PIAZZA INDIPENDENZA. Davanti al Museo archeologico accoglienza per studenti e professionisti
UN COLLEGE CON VISTA MOZZAFIATO
Iniziato il recupero dello storico Conservatorio della Provvidenza

Per oltre un secolo è stato convitto per le orfanelle. Per poi trasformarsi nel prototipo di un campus per le studentesse liceali della “Cagliari bene”. Oggi, quello che un tempo era conosciuto come il “Collegio dei nobili”, poi “Casa per le orfanelle” quindi “Conservatorio della Provvidenza” è avvolto da una grigia impalcatura che ne copre l'elegante facciata su tre livelli e nasconde il cantiere dello storico edificio.
FUTURO DA COLLEGE Nel cuore di Castello, addossato alla bianca mole della Torre di San Pancrazio, proprio davanti al Museo archeologico, nascerà un college con tanto di sala riunioni, cappella e almeno 25 stanze destinate a ospitare studenti e professionisti che alloggeranno a Cagliari: questo il futuro dell'ex Conservatorio, prestigioso immobile che fino a vent'anni fa ospitava le suore vincenziane al numero 8 di piazza Indipendenza.
VINCOLI RIGIDI Andate via le suore e passato alla gestione della fondazione “Istituti riuniti di ricovero minorile”, il complesso era finito all'asta. Andate tutte deserte fino a quando non era arrivata l'offerta del radiologo cagliaritano Paolo Deriu disponibile ad accollarsi onori e oneri dell'operazione di restauro e recupero conservativo dello stabile può vantare uno dei panorami più belli di Cagliari. Nominata un'apposita conferenza di servizi, dopo tre anni di avanti e indietro con la Soprintendenza, è arrivato il via libera ai lavori seppure sottoposti a precisi vincoli tecnici, ma non solo.
VINCOLO MORALE Le Figlie della Carità chiudono definitivamente alle loro spalle il portone dell'Istituto di piazza Indipendenza nel 1999. Resta però in essere un vincolo preciso - più di natura morale che legale - riguardo alla destinazione d'uso in caso di cessione dell'immobile che dovrà essere «a uso servizi di carattere assistenziale o quello ricettivo con esclusione di quello residenziale privato o di quello commerciale».
IL SOGNO DI ALBERTI Ciò che le Figlie di San Vincenzo de' Paoli e la chiesa cagliaritana sognavano per l'ex Conservatorio era la nascita di una Cittadella della carità sullo stile di quelle che oggi Papa Francesco ha creato anche all'interno del Vaticano. «Un complesso sostenuto dalle offerte dell'8 per mille», ricorda suor Rita Columbano, per dieci anni in servizio proprio nella struttura di Castello, «con poliambulatori, dormitori, mensa, spazi di assistenza diretta ai poveri di Cagliari». Era il progetto-utopia di monsignor Ottorino Alberti che vedeva - dice ancora suor Rita - «nel Conservatorio una sorta di prolungamento della Cattedrale e dell'Episcopio con questa dependance tutta a servizio dei poveri della città».
VISTA MOZZAFIATO L'edificio, elegante e inserito armonicamente nella piazza del Museo, ha il suo pezzo forte nel prospetto che si affaccia sul Terrapieno, poggiandosi sui contrafforti delle mura del Castello. «Non ci sono altri caseggiati a Cagliari che possano godere di questa vista mozzafiato», aggiunge suor Rita. La religiosa, oltre che trascorrere dieci anni della sua vita religiosa fra quelle mura («dove ha emesso i suoi primi voti la Beata Giuseppina Nicoli», ricorda) ha anche dedicato al Collegio della Provvidenza la sua tesi di laurea. «Nei grandi dormitori, oggi inconcepibili con le attuali norme», afferma, «hanno trovato alloggio anche duecento ragazze».
CASTELLO RINASCE Il progetto di recupero dell'ex Conservatorio è destinato a scrivere una nuova pagina della storia cagliaritana: all'ombra della torre più alta della città rinascerà comunque un convitto. Magari non più intitolato alla cristiana Provvidenza ma alla accoglienza laica delle capitali mediterranee.
Paolo Matta

 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 8 gennaio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Villasimius, nuova viabilità in centro
Rimodellare piazza Maddalena Cogoni per agevolare il flusso della auto e dei pedoni. È il primo lavoro in programma in vista dell'attuazione dello studio sulla viabilità suggerito dall'università (team coordinato da Mauro Coni), chiamata dall'amministrazione a valutare la bontà delle modifiche apportate due anni fa (in particolare l'inversione del senso di marcia in via Umberto).
Così nei prossimi giorni con un progetto da 37mila euro si interverrà in piazza Cogoni per ridurre l'ingombro della piazza, rivalorizzarla e, allo stesso tempo, consentire l'allargamento della carreggiata. Subito dopo si procederà con la messa in opera dello studio dell'università: «In questa fase - ha spiegato il sindaco Luca Dessì - gli uffici valuteranno la piena fattibilità dello studio, verificheranno cioè ogni particolare, dal punto in cui sistemare i dissuasori a quello dove realizzare un nuovo stallo di sosta. Contiamo di partire entro marzo». Il piano, nelle intenzioni del sindaco, dovrebbe portare alla pedonalizzazione totale del centro del paese: «In primavera - ha aggiunto Dessì - lo sperimenteremo una volta la settimana, in estate tutti i giorni. Se poi la sperimentazione non andrà bene siamo pronti a ritornare indietro». La minoranza è critica. «Per uno studio - hanno sottolineato i consiglieri - che si è rivelato inutile perché non ha verificato eventuali altre soluzioni». A sorpresa è arrivato anche il parere negativo del comandante dei vigili Pierluigi Casu «ma si tratta - ha concluso il sindaco - di una sua opinione, attendo che lo motivi». (g.a.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di lunedì 8 gennaio 2018 / Sport Vari (Pagina 52 - Edizione CA)
Vela: il presidente zonale Massimo Cortese tra bilancio e prossimi traguardi
VERSO UN 2018 STRAORDINARIO  In arrivo “tricolori” e mondiale dei Melges 

La vela sarda cresce in quantità, livello, prospettive. In attesa che il quadro completo venga illustrato a fine mese, in occasione dell'assemblea annuale dei circoli, i primi dati ufficiali confortano e raccontano un ultimo anno in attivo, il primo per Massimo Cortese al vertice della terza zona, che nella geografia federale identifica la Sardegna tutta. Il presidente parte dai numeri, per tracciare un bilancio che vede l'Isola navigare fuori dalla crisi, guadagnare sempre maggiore credibilità in ambito internazionale e radicarsi sempre più nel territorio.
IL TESSERAMENTO Al 31 dicembre 2017, i tesserati risultano 6036, in aumento del 7,5% rispetto al 2016 e meglio, molto meglio, di quanto registrato a livello nazionale dove l'incremento si è attestato al +1,4%. «È un successo figlio della capillare attività delle scuole vela e del progetto Velascuola», analizza Cortese, «è il segnale che la vela è sempre più alla portata di tutti, e piace a giovani e famiglie. La sfida per il 2018, è replicare questi buoni numeri, fidelizzare i nuovi iscritti e renderli parte stabile del movimento». Con la spinta dei raduni: uno a settembre a Cagliari, un altro a novembre a Bosa. Più la full immersion primaverile nella grande scuola di Caprera. «Sono momenti impegnativi, per la federazione, ma preziosi per consolidare il lavoro fatto dai circoli e la passione nei ragazzi».
IL VIVAIO A proposito di settore giovanile, indicazioni positive giungono da più parti, dai club storici del capoluogo, da Alghero, dalla Gallura e dalla novità oristanese di Veliamoci. Sul fronte specialità, la filiera segue ancora il percorso tradizionale, tra Optimist e tavole a vela. Ma la consacrazione del kite a classe olimpica dai Giochi Giovanili 2018, e l'apertura della prima scuola federale a Quartu, saranno una nuova porta d'ingresso alla pratica giovanile.
GLI ISTRUTTORI «Negli ultimi raduni, avevamo un istruttore ogni due velisti», fa notare il presidente, «registriamo un sempre maggiore impegno nella formazione, il livello è ottimo sia nell'insegnamento di base che in quello specialistico». Non è un caso che, dietro grandi talenti di oggi, ci siano coach sardi. «Luca Marcis allena Sofia Tomasoni, neocampionessa mondiale di kitesurf, Mauro Covre segue la pluricampionessa delle tavole Giorgia Speciale e la cagliaritana Enrica Schirru», elenca Cortese, «Gigi Picciau è il tecnico della Nazionale per i doppi giovanili, mentre Enrico Strazzera è il coach del laserista azzurro Francesco Marrai». Ma le braccia non bastano mai. Da qui il coinvolgimento dell'Università di Cagliari, per introdurre la vela nel percorso accademico e tamponare l'emorragia che si presenta, puntuale, al termine del percorso scolastico. Quando molti ragazzi, anche promettenti, si perdono.
LE REGATE Mentre il ritorno di Luna Rossa e la riqualificazione a Cagliari di Marina Piccola fanno sognare in grande, già il futuro prossimo promette nuova visibilità. Stando alle prime anticipazioni, nel 2018 al capoluogo saranno assegnati i Mondiali di Melges 20 e 32. E due sono le candidature pesanti in corso: il campionato italiano di altura 2019, richiesto dai circoli della Gallura; il trofeo Primavela e i campionati nazionali giovanili 2020, che potrebbero tornare a Cagliari.
Clara Mulas

 

6 - L’UNIONE SARDA di lunedì 8 gennaio 2018 / Spettacoli e Società (Pagina 26 - Edizione CA)
L'archeologo, nato nel '24 a Villanova Tulo, dedicò i suoi studi alla preistoria
Addio Ercole Contu, scoprì Monte d'Accoddi

“I sardi sono diversi”. Il libro, l'ultimo, pubblicato dall'archeologo Ercole Contu nel 2014 con Carlo Delfino, ha un titolo provocatorio. La tesi sostenuta: la diversità delle genti sarde confermata dalle espressioni paleolinguistiche e archeologiche tuttora esistenti nell'Isola.
Studioso attento e rigoroso, Ercole Contu - morto ieri a 94 anni - alla preistoria e alla protostoria della Sardegna ha dedicato tutta la vita. Autore di una eccezionale quantità di documenti storici e scientifici, è nato nel 1924 a Villanova Tulo. Allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, Doro Levi e Salvatore Maria Puglisi, si laurea, in lettere, a Cagliari, nel 1948. È di quattro anni dopo la scoperta che farà decollare la sua carriera: l'altare preistorico di Monte d'Accoddi, a Sassari, monumento unico nel bacino del Mediterraneo, parte di un complesso di epoca prenuragica, sviluppatosi sul pianoro a partire dalla seconda metà del IV millennio a.C. e preceduto da tracce di frequentazione riferibili al neolitico medio. Il giovane studioso apre così un nuovo capitolo della preistoria sarda, che lo conduce alla Scuola archeologica italiana di Atene e agli scavi del palazzo minoico di Festòs nell'isola di Creta.
Sarà libero docente di paletnologia (1962-1968); soprintendente reggente per le province di Sassari e Nuoro (1966-1975); docente incaricato di Antichità Sarde a Sassari (dal 1970). In pensione dal 1997, nel 2003 è stato nominato docente emerito.

 

7 - L’UNIONE SARDA di lunedì 8 gennaio 2018 / Cronaca Italiana (Pagina 8 - Edizione CA)
Manifestazioni in tutta Italia. A Cagliari sit-in davanti all'ufficio scolastico
LE MAESTRE OGGI IN PIAZZA
Lezioni a rischio per i bambini di Materna e Primaria

ROMA Cinquantamila in tutta Italia, un migliaio solo in Sardegna. Sono le maestre e i maestri che oggi incroceranno le braccia in segno di protesta contro l'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato che prima di Natale li ha esclusi dalle Gae, le graduatorie ad esaurimento, cancellando quindi il sogno di un posto di ruolo dopo anni di precariato e in molti casi annullando un contratto già stipulato con clausola di riserva. Ma, se gli insegnanti direttamente coinvolti nella protesta (quelli con un diploma magistrale non riconosciuto più come abilitante) rappresentano il 30% circa delle cattedre di materne ed elementari, tanti di più potrebbero essere oggi i docenti in sciopero vista l'adesione di diverse sigle sindacali.
I DISAGI Al rientro dalle vacanze natalizie, il primo giorno di scuola del 2018 sarà quindi all'insegna di disagi, ritardi e orari ridotti nelle scuole dell'infanzia e primaria. L'Anief ha organizzato una manifestazione tra le 9 e le 13 davanti al ministero dell'Istruzione e contemporaneamente sono previsti sit-in davanti agli uffici scolastici regionali di diverse città, compresa Cagliari. Nel capoluogo sardo, nei giorni scorsi, c'è stato un sit-in davanti al provveditorato. «No ai licenziamenti di massa», era scritto su un cartello.
UNA VITA DA PRECARI La richiesta del sindacato è quella di confermare in ruolo i 6mila neoassunti con riserva che hanno superato o stanno superando l'anno di prova e assumere i 44mila colleghi inseriti con riserva nelle Gae, che da molti anni insegnano nelle nostre scuole. «Le famiglie italiane si accorgeranno di cosa vuol dire perdere il maestro del proprio figlio, dopo diversi anni, per colpa di una sentenza che non doveva neanche essere pronunciata, vista l'assenza di un conflitto di giudicato per una categoria, composta dai docenti della scuola dell'infanzia e primaria volutamente dimenticata dal governo e dal Parlamento, anche con l'esclusione dal piano straordinario di assunzioni», attacca Marcello Pacifico presidente dell'Anief, uno dei sindacati della scuola.
LE RICHIESTE «Se un titolo è considerato abilitante e valido per partecipare ai concorsi, come tutte le altre abilitazioni conseguite entro il 2011 - dice Pacifico -, deve essere valido per inserirsi nelle graduatorie a esaurimento. Bisogna riaprire subito le Gae e permettere l'incontro tra domanda e offerta, per non permettere la moltiplicazione di quei corsi e ricorsi che la stessa ministra Valeria Fedeli invita a evitare. Già in due occasioni le Gae sono state riaperte dal Parlamento, nel 2008 e nel 2012, senza attendere il parere dell'Avvocatura dello Stato».



 

La Nuova Sardegna

 


8 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 8 gennaio 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 24
>> IL LUTTO
Ercole Contu si è spento ieri a Sassari a 93 anni
L'ARCHEOLOGIA SARDA HA PERSO UNO DEI PADRI FONDATORI
È stato a capo della Soprintendenza di Sassari e Nuoro tra il 1966 e il 1975 e ha insegnato dal 1970 al 1994 all’Università, ricoprendo la presidenza della Facoltà di Magistero
ALLE 18 AL MUSEO SANNA LA COMMEMORAZIONE

di Paolo Coretti
SASSARI La cultura sarda ha perso una delle sue menti più brillanti e rigorose. Ercole Contu, decano degli archoeologi sardi, si è spento ieri nell'ospedale civile di Sassari pochi giorni prima di compiere 94 anni. La camera ardente è stata allestita nel Museo "G.A. Sanna", in via Roma, e le visite saranno possibili oggi dalle 15,30 alle 20. Sempre oggi alle 18 ci sarà una commemorazione. Non ci saranno cerimonie religiose.Ercole Contu era nato a Villanovatulo il 18 gennaio del 1924 ma a Sassari aveva svolto quasi tutta la sua attività professionale: nei primi anni della carriera era stato assistente del più importante archeologo classicista in Italia, Ranuccio Bianchi Bandinelli, docente all'Università di Cagliari tra il 1947 e il 1950, nonché allievo della Scuola Archeologica Italiana di Atene, nel 1958, sotto la direzione di Doro Levi. Contu è stato Soprintendente archeologo per le province di Sassari e Nuoro tra il 1966 e il 1975 ed è professore emerito dell'Università di Sassari, dove ha insegnato dal 1970 fino al 1994, ricoprendo la presidenza della Facoltà di Magistero e fondando una vera e propria scuola di preistoricisti dediti allo studio dell'archeologia della Sardegna. Nel 2003 era stato nominato "docente emerito".Studi imponenti. Le sue scoperte, il suo lavoro e il suo amore per la didattica sono racchiusi nella sterminata bibliografia, che comprende circa trecento pubblicazioni, tra cui testi di fondamentale importanza, come "La Sardegna preistorica e nuragica" del 1997. Le sue prime pubblicazioni, uscite sulla rivista "Studi sardi", riguardarono proprio alcune delle sue prime scoperte, quelle del tempietto di Esterzili e del nuraghe di Orroli, rispettivamente nel 1948 e nel 1951. Nell'ambito della sua attività all'interno dell'Università, ha prodotto tantissimo anche a livello di scritti. Da citare, in maniera particolare, una serie di lavori su particolari aspetti della preistoria e protostoria della Sardegna: l'inizio dell'Età nuragica, l'Età del rame, l'Antica età del bronzo, e un articolo scritto nel 2008 sulla genetica dei sardi nell'età preistorica. Una produzione quasi sterminata, condensata proprio nei due volumi sulla Sardegna preistorica e nuragica, pubblicati da Chiarella nel 1997/98 e successivamente riediti da Delfino.Un museo per tutti. A Ercole Contu la città di Sassari deve soprattutto il Museo "G.A. Sanna" che ancora conserva l'allestimento da lui voluto negli anni '70 con l'utilizzo di un linguaggio semplice e comprensibile e in una struttura luminosa e accogliente. Nel 1973 la struttura era considerata all'avanguardia per i moderni criteri didattici e per le innovative soluzioni espositive che puntavano a rendere i percorsi didattici comprensibili al più vasto pubblico possibile. Una concezione che tutt'oggi, a quasi cinquant'anni dall'inaugurazione di quell'allestimento, è considerata ancora valida e funzionale.Le sue scoperte. «Per oltre settant'anni, insieme agli amori più cari, il suo non è stato semplicemente lavoro, ma missione di una vita, vissuta all'insegna della ricerca, della didattica e al servizio del patrimonio culturale» diceva di lui un articolo pubblicato nella rivista "Archeo" nel marzo 2017, firmato dall'archeologa Nadia Canu. E questo sintetizza il suo amore per la professione che già nei primi anni lo aveva visto "firmare" importanti scoperte: le prime, a pochi passi da casa, furono il "gigante rosso", ovvero il nuraghe Arrubiu, e il tempio nuragico di Domu de Orgia. Ma a far decollare la sua carriera fu il grande lavoro nel sito dell'altare preistorico di Monte d'Accoddi, tra Sassari e Porto Torres, in un sito di proprietà della famiglia Segni. Ercole Contu nel 1952 riporta alla luce un altare megalitico quadrangolare che tuttura è un "unicum" nel bacino del Mediterraneo e che viene paragonato alle "ziqqurat" della Mesopotamia. Gli scavi andranno avanti fino al 1958 e anche grazie a questa scoperta si arriverà all'istituzione della Soprintendenza nuragica di Sassari e Nuoro.

>> IL RICORDO
Un grande vecchio nuragico con una forza indomabile

di Manlio Brigaglia
L'ultima volta che ci eravamo scritti era pochi giorni prima di quest'ultimo Natale. Più che gli auguri Ercole voleva farmi una domanda: se sapevo chi aveva pubblicato da poco un articolo sull'archeologia sarda cui voleva rispondere. E rispondere polemicamente. Questo era il carattere di Ercole, rimasto uomo di Villanova, cioè di montagna non facile, alta sul Flumendosa, come quella del Siurgus, dove era nato 94 anni fa. L'ho conosciuto nel 1944, studente della Facoltà di Lettere dell'Università di Cagliari. C'era ancora la guerra, anche se da noi era finita con l'abbandono dei tedeschi nel giorno dell'armistizio, e qualche compagno riprendeva gli studi, scontando magari gli anni di richiamo e di servizio militare. Eravamo pochi maschi in una facoltà di molte donne ("rari nantes in gurgite vasto", diceva Ercole scherzando sulla nostra forte minoranza di maschi). Al ritorno dei professori "continentali" divenne allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, ma intanto aveva frequentato anche Giovanni Lilliu, da cui apprese i primi rudimenti di una disciplina che ogni tanto li divideva nei giudizi: quando Lilliu morì Ercole fu chiamata a commemorarlo all'Accademia dei Lincei. Ho spesso raccomandato a qualche amico la lettura di quella commemorazione: non una sbavatura di retorico rimpianto, piuttosto l'elenco (addirittura l'elenco, sicuro) dei punti sui quali si dividevano. Ercole aveva anche pubblicato da poco due volumi sulla Sardegna prenuragica e nuragica in cui aveva riassunto oltre cinquant'anni di ricerche, quasi tutte confluite, del resto, nelle più di 170 pubblicazioni che figurano nella sua bibliografia. Dopo la laurea era andato a specializzarsi in continente, ma per tornare presto a Cagliari e soprattutto a Sassari, dove arrivò nel 1950 come funzionario della Soprintendenza, archeologica. Nel giro di pochi anni ne diventò il direttore, lasciando subito due tracce profonde del suo lavoro: la prima, già a partire dal 1951, la scoperta fra Sassari e Porto Torres del grande altare a "zikurath" di Monte d'Accoddi, uno dei monumenti più originali dell'architettura preistorica isolana; la seconda, la direzione del Museo "Giovanni Antonio Sanna", che restaurò e rinnovò all'insegna dello slogan "Un museo per tutti", fondamento di un grande e decisivo impegno divulgativo. Professore ordinario di Antichità sarde non appena nacque la Facoltà di Magistero, vi insegnò dal 1970 al pensionamento del 1999: della Facoltà era stato anche preside, e vi aveva allevato una intera generazione di archeologi nati nel Nord dell'isola, completando così l'occupazione da parte di decine e decine di giovani "capesusesus" della loro porzione del patrimonio archeologico del territorio isolano. Aveva telefonato qualche giorno fa per dirmi che avrebbe provato a salire le scale di casa mia (abitava anche lui in viale Umberto, dalle parti del vecchio numero civico 119, sacro alla storia dell'archeologia sarda). La notizia della sua morte improvvisa è arrivata come un fulmine: lo immagino abbattuto come una quercia, al modo in cui entravano nei regni d'Oltretomba i grandi vecchi nuragici.

Questionario e social

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