Domenica 7 gennaio 2018

07 gennaio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 7 gennaio 2018 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
LETTERATURA LATINA
“Tintas”, un'antologia di racconti del Cile curata dagli studenti dell'Ateneo di Cagliari

L'officina del corso di Laurea magistrale in Traduzione specialistica dei testi dell'Università di Cagliari non smette di regalare tesori letterari, ponti tra la cultura mediterranea e quella dell'America latina. Dopo le antologie di racconti messicani e cubani, gli studenti hanno realizzato, con la cura e guida di Maria Cristina Secci, docente del corso di “Traduzione lingua spagnola 2”, la raccolta “Tintas. Tredici racconti dal Cile”(pp. 288, euro 16). Edita da “Gran vìa”, è specchio della ricca narrativa contemporanea del Paese, prodotto di una generazione di scrittori che, accanto al tema della dittatura, si misura con ulteriori motivi di riflessione. Alcuni autori, come Lina Meruane e Alejandro Zamba, sono già noti in Italia. Altri (Carlos Araya Dìaz, Gonzalo Baeza, Alvaro Bisama, Alejandra Costamagna, Nona Fernandez, Andrea Jeftanovic, Benjamin Labatut, Marcelo Leonart, Romina Reyes, Alia Trabucco Zeràn e Diego Zùniga) sono voci di un panorama che merita di essere conosciuto oltre il Cile.
È per questo che il lavoro, nato a Cagliari, ha già ottenuto apprezzamento. Accompagnato dall'introduzione di Maria Cristina Secci e dalla postfazione di Jorge Fornet, direttore della Casa de Las Américas dell'Avana, già visiting professor a Cagliari, il progetto editoriale è lodevole anche perché occasione per gli studenti ispanisti di misurarsi con la traduzione letteraria, tappa fondamentale di un ambizioso percorso di professionalizzazione. Sono 20 gli allievi coinvolti nella realizzazione dell'opera. «Un prodotto di qualità che valorizza le competenze di chi vorrà dedicarsi alla traduzione, favorendo la conoscenza della specificità che la lingua assume a seconda dei Paesi e dei contesti in cui è impiegata», dice Secci.
Il laboratorio di traduzione è già impegnato nella realizzazione di un'antologia della Bolivia. Intanto oggi (dalle 10, Campus Aresu), per il Seminario permanente di studi linguistici e letterari su America Latina e Caraibi “Aulas abiertas”, si terrà l'incontro con Tomás Serrano Coronado dell'Universidad nacional de México.
Manuela Arca

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 7 gennaio 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Gli studi dell'Università di Cagliari e la filiera chiusa a Pula
L'ELISIR DI GIOVINEZZA DALLE BUCCE DELL'UVA
Le proprietà antiossidanti delle vinacce sono state esaltate grazie alla nanotecnologia e a un sistema messo a punto dai tecnici dell'Università di Cagliari.

«Capsule in grado di veicolare al meglio questi principi attivi e migliorare l'efficacia del prodotto», spiega Maria Manconi, docente di tecnologia farmaceutica nella facoltà di Biologia e Farmacia. In laboratorio si sta lavorando anche sul potenziale cosmetico e nutraceutico di diverse piante endemiche dell'Isola come la pompia, un agrume bitorzoluto che cresce in Baronia, potente alleato per combattere l'invecchiamento della pelle.
«Partiamo da uno scarto e arriviamo alla formulazione di un prodotto a costo zero, il che d'altro canto - sottolinea Maria Letizia Manca, tecnico del dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente - porta un vantaggio economico da residui destinati allo smaltimento e sostiene la tutela dell'ambiente».
Dalla ricerca alla produzione di creme, lozioni e unguenti. La filiera si apre nei laboratori dell'Università di Cagliari e si chiude alla Icnoderm srl di Pula, con sede nel parco tecnologico. Nata nel 2012, tre soci e due dipendenti (biologi e farmacisti), è l'unica azienda in Sardegna che fa ricerca e produce in proprio. «Collaboriamo con l'Università alla creazione del prototipo e poi creiamo i prodotti», spiega Marco Zaru, farmacista. Nella camera bianca di produzione («Una vera e propria camera sterile») vengono lavorate creme, lozioni e unguenti. «Ma facciamo anche produzione per conto terzi: tante piccole aziende sarde che vendono unguenti, come quelli per la cura delle scottature, si rivolgono a noi e non più ai laboratori della penisola». Per questo l'azienda sta investendo e, per dire, gli spazi della camera bianca (prima 40 metri quadri) sono stati raddoppiati. (p.s.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 7 gennaio 2018 / Commenti (Pagina 41 - Edizione CA)
INSEGNANTI E REQUISITI
A proposito della laurea come requisito indispensabile per insegnanti elementari e materne a rischio licenziamento: come mai il Consiglio di Stato non si è espresso anche per funzionari comunali e regionali, che con un semplice passaggio interno sono saliti alla categoria superiore, in cui invece è prevista la laurea? Mi sembra che sia la stessa situazione, ma nelle amministrazioni pubbliche non sta succedendo questo, anzi in passato si sono fatti i salti senza neanche una semplice selezione. Conta di più l'esperienza lavorativa o la pergamena della laurea?
Marilisa

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 7 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Molte sorprese nell'elenco dei 62 beneficiari dei contributi erogati dalla Regione nel 2017
QUELLE STRANE ISTITUZIONI SOCIALI
Con 85 milioni finanziati istituti religiosi e organizzatori di rally

La fetta più grossa va alla Fondazione del teatro lirico di Cagliari: 6,7 milioni all'anno fondamentali per far camminare la più grande istituzione culturale della Sardegna. A seguire enti di formazione professionale di ogni genere, soprattutto religiosi, associazioni di categoria, qualche federazione o società sportiva.
In realtà nell'elenco allegato al Rapporto di gestione della Regione sono indicate tutte come “Istituzioni sociali” ed è vero che molte lo sono. Certo, accomunare l'Istituto suore del Getsemani che si dedica «ad ogni opera di bene» all'Asd Great events Sardinia che ha organizzato, tra le altre cose, il Rally Costa Smeralda e un concerto di Uto Ughi, è davvero complicato. Così come non è di immediata comprensione il motivo per cui la pur importante Federazione italiana triathlon sia considerata istituzione sociale quanto la Congregazione ancelle della preghiera Sacra Famiglia. E che dire dei 1.073.874 euro erogati alla società Showlab che produsse il controverso reality Sweet Sardinia andato in onda sulle reti Mediaset e al centro di un contenzioso giudiziario. Anche questa è un'istituzione sociale?
FORMAZIONE PROFESSIONALE Vero è che tra i 62 beneficiari dei “Trasferimenti correnti a Istituzioni sociali“ concessi dalla Regione Sardegna lo scorso anno, la parte più consistente è spettata alla formazione professionale. Il contributo più alto, Lirico a parte, va all'Ifold, l'Istituto formazione lavoro donne che ha incassato poco più di 2,7 milioni. A seguire l'Anap Sardegna (2,5 milioni), l'associazione Cnos-Fap (acronimo di Centro nazionale opere salesiane, formazione e aggiornamento professionale) che riceve 1,7 milioni; la Uniform servizi (1,6 milioni), il Centro italiano opere femminili, braccio rosa dei salesiani, a cui sono stati accreditati poco meno di 1,2 milioni; l'Associazione regionale formazione professionale agricola (602mila euro); lo Ierfop (513mila euro) la Promoform (488mila euro), la Scuola operatori sociali regionali (312mila euro), l'Aics Fp (266mila euro), il Centro di orientamento scolastico professionale e sociale (257mila euro). Curiosamente l'Isfor Api compare due volte e riceve 338.045 euro più 215.898. In totale fa 553.943 euro.
GLI ENTI CARITATEVOLI Lungo l'elenco degli enti caritatevoli: in cima, per consistenza di contributo, c'è la Congregazione delle figlie della carità san Vincenzo de' Paoli che ha ricevuto 948mila euro, 36 mila euro in più dell'altra congregazione, le ancelle della Sacra famiglia. L'istituto Madonna di Bonaria delle figlie di Maria Ausiliatrice incassa invece 522mila euro mentre l'istituto suore missionarie del sacro costato ne porta a casa 362mila e la Congregazione delle figlie di San Giuseppe si ferma a quota 337mila. A seguire un'altra decina di istituti che garantiscono un sostegno all'ampia fascia di popolazione che ha bisogno di ogni tipo di aiuto.
ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA La Regione considera istituzioni sociali anche le associazioni di categoria. E infatti nell'elenco ci sono la Coldiretti (470mila euro), la Confcommercio (377mila), la Fondazione dei consulenti del lavoro (321mila euro), la Confartigianato imprese (238mila), la Confederazione italiana agricoltori (208mila), la Confesercenti (206mila). Anche la Confcooperative nell'elenco compare due volte e porta a casa complessivamente 502mila euro.
LE SOCIETÀ SPORTIVE Tra le società sportive compaiono la Società ginnastica Amsicora (212mila euro), il Cus Cagliari (220mila), l'Asd Vento di Sardegna (250mila euro) e le già citate Federazione italiana triathlon (250mila) e la Great events Sardinia (323mila).
GLI ALTRI In questo pot-pourri di sodalizi di vario genere e orientamento ci sono anche la Conferenza episcopale sarda (600mila euro), la Fondazione Sardegna film commission (950mila euro) e l'Akroama che si occupa di teatro: la Regione la sostiene con 365mila euro.
Fabio Manca

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 7 gennaio 2018 / Fondi Investimento (Pagina 15 - Edizione CA)
NOTIZIE IN BREVE
LA CGIL E LO SVILUPPO ECONOMICO
“Lo sviluppo economico della Sardegna: un flop? Numeri, cause e suggerimenti”. È il titolo di un libro dell'economista Antonio Sassu ma anche il tema del convegno organizzato dalla FP Cgil di Cagliari in programma venerdì alle 18 alla Camera del Lavoro di viale Monastir 15. Lavoratrici, lavoratori e cittadini potranno discutere e confrontarsi sui problemi della Sardegna a partire dal punto di vista dei lavoratori. Discuteranno il tema e la pubblicazione Carla Locci, esperta di sviluppo locale, Antonio Sassu e Carmelo Farci, segretario generale della Camera del Lavoro.

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 7 gennaio 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 35 - Edizione CA)
MOGORO. L'iniziativa
Tanti auguri con un concerto sul Monte Arci

Simone Grussu, 27 anni di Mogoro, laurea in tasca in Scienze dell'architettura, ha scelto di fare della passione per la musica il suo lavoro futuro. In particolare grazie alla sua compagna inseparabile, la fisarmonica. Strumento tipico della tradizione isolana col quale Grussu ha scelto di iniziare il nuovo anno ad 800 metri di altezza, davanti alle Trebine, le vette più alte del Monte Arci in territorio di Morgongiori.
«Sono molto legato a quel luogo», ha raccontato il giovane, allievo del maestro Ignazio Erbì di Gesturi, «le Trebine sono un luogo naturale suggestivo, dal quale si gode di una bellissima visuale». Grussu ha suonato una “Fiudedda” del suo maestro e grazie ad alcuni amici ha trasmesso l'originale concerto con una diretta su facebook. «Ho un rapporto stretto con la natura, in particolare con la natura della mia terra e della mia Isola», ha confessato il fisarmonicista, «secondo me natura e musica possono dialogare fra di loro in maniera molto intima». Un tributo alla natura e alla musica sarda, non a caso, all'inizio del 2018.
«Perché tutto questo possa essere di buon auspicio per la Sardegna. Mi piace pensare che questa poesia ed armonia sonora della musica isolana possa volare e scorrere fra le nuvole della Sardegna e possa augurare a tutti i sardi un anno ricco di prosperità e soddisfazioni». Dal Monte Arci anche un appello alla tutela di musica e tradizioni isolane: «Che la cultura della nostra terra venga valorizzata come merita». ( an. pin. )

 

La Nuova Sardegna

 
7 - LA NUOVA SARDEGNA.it di domenica 7 gennaio 2018 / Sassari - Cronaca
ADDIO A ERCOLE CONTU, L'ARCHEOLOGIA SARDA PERDE IL SUO DECANO
Il professore emerito dell'Università di Sassari si è spento in ospedale a 94 anni

SASSARI. Lutto nell'archeologia sarda: si è spento a Sassari, in ospedale, Ercole Contu, il decano degli archeologi dell'isola. Avrebbe compiuto 94 anni il prossimo 18 gennaio. Nato a Villanova Tulo nel 1924, Ercole Contu è stato per settant'anni uno dei protagonisti dell'archeologia sarda. Nei primi anni della carriera è stato assistente del più importante archeologo classicista in Italia, Ranuccio Bianchi Bandinelli, docente all'Università di Cagliari tra il 1947 e il 1950, nonché allievo della Scuola Archeologica Italiana di Atene, nel 1958, sotto la direzione di Doro Levi. Ercole Contu è stato Soprintendente Archeologo per le province di Sassari e Nuoro tra il 1966 e il 1975 e professore dell'Università di Sassari, dove ha insegnato dal 1970 fino al 1994, ricoprendo la presidenza della Facoltà di Magistero.


8 - LA NUOVA SARDEGNA.it di domenica 7 gennaio 2018 / Nuoro - Cronaca
DA BITTI A GOTTINGEN PER INSEGNARE SARDO ALL'UNIVERSITÀ
La regista teatrale Pierangela Scalzone tiene il corso al dipartimento di Filologia romanza del prestigioso ateneo tedesco 

di Pasqujto Farina
BITTI. Vista l'incoraggiante esperienza con i corsi sovvenzionati dalla Regione Sardegna all'università di Berlino, il dipartimento di Filologia romanza di Göttingen ha inaugurato un corso di lingua sarda (sprachkurs: Sardish), finanziato dalla stessa università con dei fondi che il governo della Bassa Sassonia mette a disposizione per il miglioramento degli studi universitari. Il corso è gestito da Pierangela Calzone, regista teatrale di Bitti, che cura la compilazione dei questionari sulla varietà bittese. È da anni, inoltre, informatrice, per la stessa varietà, del professor Guido Mensching, che sta focalizzando gli studi sulle lingue romanze considerate minoritarie e regionali: il catalano, l'occitanico e, appunto, il sardo.Le lezioni sono molto partecipate, con studenti provenienti da tutta l'Europa, e presentano il sardo nella varietà bittese come lingua romanza, di speciale interesse sia linguistico che culturale. «Sa curiositate chi sos dischentes sono ammustranne pro sa limba nostra est meta, meta manna - dice in bittese stretto Pierangela Calzone - ed est una cosa chi non benit bene a la contare, ca custa curiositate est animata dae un amore pro s'istudiu de sa connoschentzia craru. S'obiettivu est de aeddare in bitzichesu chin sos dischentes e de acher in modu chi issos puru arrivene a s'esprimer atziccu in custa limba. Sa limba este su vitzichesu e supra de custa semus travaglianne. Sa limba iscritta at a essere cussa de sa Limba sarda comuna codificata». Il corso del semestre invernale si concluderà il 29 gennaio 2018 e, come l'anno precedente, con una lezione aperta in collegamento con la Biblioteca di Bitti, affinché gli studenti possano intavolare delle piccole conversazioni direttamente con le persone del posto. Nell'ambito delle Lettere, l'università di Gottinga conserva una lunghissima tradizione. Curioso è sapere che tra i suoi più illustri docenti figurarono Jabob e Wilhelm Grimm, meglio noti come i fratelli Grimm, linguisti e filologi tedeschi, ricordati come i "padri fondatori" della germanistica. In Europa e nel mondo sono conosciuti per aver raccolto e rielaborato le fiabe della tradizione popolare tedesca nell'opera "Fiabe". Attualmente l'università promuove progetti bilaterali e interscambi Erasmus, e il dipartimento di Filologia romanza è considerato uno fra i più prestigiosi centri per lo studio delle lingue neolatine nel mondo germanofono. Visto l'esperimento positivo del corso di lingua sarda, a Göttingen si augurano che queste importanti collaborazioni proseguano in futuro, grazie anche al sempre maggiore interesse da parte della Regione.


9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 7 gennaio 2018 / Attualità - Pagina 13
CERVELLO IN FUGA «TORNO IN CINA, LÌ MI VOGLIONO»
Architetto umbro era rientrato in Italia dopo 9 anni a Hong Kong

FOLIGNO Ci ha provato, eccome. Tornato in Italia dopo nove anni a Hong Kong, ha prima tentato di «districarsi nel mondo dei finanziamenti europei», poi ha disegnato una nuova versione di un oggetto utilizzato dai buddisti che ha suscitato l'interesse di aziende produttrici ma non la loro disponibilità a realizzarlo. Ha dato vita a una ditta di servizi alla persona, ma è ferma al palo. Infine ha avviato un ciclo di conferenze negli Ordini degli architetti sulla sua esperienza nel settore a Hong kong. A 16 mesi e 21 giorni dopo il suo ritorno in patria, l'architetto Moreno Negri, folignate di 51 anni, è di nuovo in Cina. «Vado dove mi vogliono», dice. Negri era partito la prima volta per la Cina nel 2007, a 41 anni. Non giovanissimo, ma forte dell'esperienza da architetto acquisita in Italia, anche con uno studio privato. Non conosceva l'inglese e l'unico contatto in Cina era un suo amico e collega che già lavorava lì da qualche tempo. A Hong Kong non ha mai smesso di lavorare, fra alti e bassi, con grandi soddisfazioni economiche: guadagnava più di 6 mila euro netti al mese.


10 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 7 gennaio 2018 / Attualità - Pagina 14
Per le pagelle conterà anche il numero delle ore lavorate
LINEE GUIDA IN ARRIVO Cambiano i criteri per i voti agli statali
Decreto tra gennaio e febbraio per tre milioni di lavoratori

di Marianna Berti
ROMA Stanno per cambiare i criteri per mettere i voti agli statali. In realtà la materia finora è restata sulla carta ma con il rinnovo dei contratti e la riforma della P.a, sembra venuta l'ora di passare ai fatti. Una tappa imprescindibile sta nella selezione degli indicatori per redigere le pagelle degli oltre tre milioni di dipendenti pubblici. La valutazione delle performance dovrà infatti essere tarata sui cosiddetti «obiettivi della Repubblica». Così prevede il provvedimento Madia entrato in vigore quest'estate. Adesso si tratta di fare un elenco dei target. Lista che viaggerà attraverso un decreto ad hoc e per cui servirà anche l'accordo con Regioni e Comuni. Il ministero è già alle prese con il dossier e tra gli indicatori spunta anche il numero delle ore lavorate. Si mira a un loro aumento, finalizzato sempre a migliorare la qualità del servizio offerto ai cittadini, come la legge stabilisce. Il sistema di valutazione ha già dei punti fermi: conta sia la performance del singolo che quella dell'ufficio. E poi almeno la metà delle risorse per i premi dovrà essere legata alla produttività (contro una distribuzione a pioggia). Ancora ci sarà uno spazio per la «customer satisfaction». Per i travet in palio c'è molto: un voto positivo significa premi ma anche possibilità di fare carriera. Al contrario, collezionare quadri deludenti può portare dritto al licenziamento, che scatta dopo tre anni di bocciature consecutive. Ecco perché servono linee guida che assicurino criteri uniformi. Il decreto in questione sarà presentato tra gennaio e febbraio. Lì compariranno gli «obiettivi generali» a cui ne seguiranno di «specifici». Tra i capisaldi del progetto la velocizzazione dei tempi della P.a, il miglioramento dell'efficienza, la certezza negli esiti, sempre con un'attenzione alle condizioni in cui si presta il servizio (basti pensare alla spinta alla smart working). Nel concreto si passerà dal taglio delle liste di attesa negli ospedali al pagamento più rapido ai fornitori. A livello complessivo, a prescindere dal tipo di ente, si darà un peso al numero di ore lavorate. «Abbiamo bisogno di aumentare la produttività» e «intanto alziamo questo range», visti i risultati del confronto tra «le ore lavorate nel pubblico da noi e la media Ue o quella Ocse», ha spiegato ieri il sottosegretario alla P.a, Angelo Rughetti parlando a Radio Anch'io. Innalzare l'asticella permetterebbe non solo di dare una spallata alla retorica dello statale fannullone ma anche di avere uffici aperti più a lungo. La lotta all'assenteismo è la prima leva, ma anche il ricorso agli straordinari può fare la differenza. Le ore extra in epoca di spending review si sono ridotte al minimo. Ora, con i rinnovi contrattuali, le cose possono cambiare (tanto che agli straordinari è stato posto un tetto)


11 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 7 gennaio 2018 / Lettere e commenti - Pagina 33
IL CENTRO STORICO CON L'UNIVERSITÀ E SASSARI RINASCE
Come a Flensburg, in Germania, Comune e Ateneo devono acquistare qualche centinaio di abilitazioni destinandole ad alloggio degli studenti

di Andrea Saba
Col centro storico morente muore anche Sassari, che non era una città qualsiasi, basta pensare e ciò che ha espresso in campo politico come livello di serietà e cultura politica ed economica, e giuridica. Ma un centro storico non si rivitalizza se non ha una funzione ed è abitato. La soluzione migliore è abbinare centro e università. Avevo proposto, tempo fa, di creare una sorta di "casa dello studente diffusa" cioè sparsa in edifici ed appartamenti diversi. Ma ora vorrei precisare il concetto e fare un esempio concreto.Ho insegnato anni fa nella università di Flensburg che è una città nel nord della Germania. Era un vecchio porto del rum che arrivava dalle Antille. E il centro storico era stato abbandonato quasi del tutto. L'università e il comune hanno comprato le case del centro, a un prezzo bassissimo. Le hanno restaurate molto economicamente e le affittano agli studenti per un prezzo modesto, in più se lo studente si impegna per un giorno alla settimana per fare le pulizie dei locali dell'università, paga metà dell'affitto. Risultato: l'università è pulitissima ed ordinata e il centro storico è rianimato, movimentato e divertente, e i vecchi magazzini del rum in legno sono stati trasformati in facoltà di architettura e sono molto belli.Ho parlato di recente con uno studente sassarese che studiava a Flensburg ed era entusiasta della sistemazione e della atmosfera di un vecchio centro urbano popolato di studenti. Anche io ne ho un ricordo positivo. Poiché il mio corso di lezione si svolgeva in un periodo natalizio, gli studenti mi avevano invitato alle prove del coro studentesco che avrebbe cantato nella cattedrale le cantate di Bach. Dunque a Sassari se si spendesse di meno per le piste ciclabili inutili, il comune e l'università, con un contributo regionale potrebbero comprare qualche centinaio di appartamenti e risolvere l'alloggio degli studenti e la rivitalizzazione del centro storico. Ma l'effetto sarebbe anche culturale e civile: una comunità di studenti con gli abitanti attuali del centro in grande misura extra comunitari di tutte le razze produrrebbe una integrazione di civiltà che è ciò che deve farsi in Europa. Lamentazioni e pregiudizi sono inutili. Il tasso di natalità in Sardegna, e in Italia, è così basso che, specie in Sardegna, fra trenta anni avremo una percentuale di vecchi e una drammatica contrazione della popolazione attiva. Bisogna anche tener conto del fatto che ormai, dopo i diciotto anni, i giovani vanno via a seguire corsi di qualificazione in molte altre sedi europee oppure direttamente a trovarsi una occupazione adatta al loro livello di qualificazione. La richiesta europea si rivolge a studenti che abbiano una buona preparazione in informatica e in altre forme di avanguardia tecnologica, ma la maggior parte delle università italiane non sono in grado di dare questo tipo di preparazione. In tutte le materie, dal diritto alla medicina, oltre che alla ingegneria e alla scienza economica, la tecnologia digitale sta diventando assolutamente necessaria. In un centro storico trasformato progressivamente in "casa dello studente diffusa" si dovrebbe, in un paio di palazzi che sono in vendita per un prezzo irrisorio, creare due centri di formazione per tutti gli studenti di qualunque facoltà: un centro di formazione informatica e uno di lingua inglese. Una università moderna non può prescindere dal dare ai suoi allievi questi due strumenti fondamentali per una formazione professionale adeguata.I ragazzi italiani sono ormai europei anche se i governi delle nazioni esitano ancora a creare quelle istituzioni politiche che dovrebbero portare finalmente alla creazione della nazione federale europea come era negli auspici dei fondatori e in quelli di coloro che - come me - dal 1976 hanno lavorato per la creazione della moneta unica.Un centro storico rivitalizzato potrebbe ospitare, come avviene a Flensburg, molti studenti stranieri che utilizzano l'Erasmus, e creare quella base culturale che è necessaria all'unione europea.


12 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 7 gennaio 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 34
TUTTI IN VISITA AL MUSEO  Salto in avanti nel 2017
SARDEGNA AI PRIMI POSTI
L'assessore regionale Dessena: «Abbiamo seminato bene»
La storica dell'arte Altea: «Premiato lo svecchiamento»

di Paolo Curreli
SASSARI In questi giorni si ridisegna il ritratto sconfortante di un'Italia sonnolenta, poco attratta dalla cultura e agli ultimi posti in Europa per propensione alla lettura. Un cambiamento reale certificato dai numeri di una trasmissione come "La Penisola dei tesori" di Alberto Angela che ha raggiunto - raccogliendo 5 milioni e 662 mila spettatori - lo share del 23.8% a pochi giorni dal successo in tv della (considerata elitaria) danza classica che con Roberto Bolle ha sfiorato i 5 milioni di spettatori. Musei, boom di visite. La foto di famiglia degli interessi degli italiani, e dei turisti che visitano il Bel Paese, viene precisata dai dati dell'Ufficio statistica del Ministero dei beni e delle attività culturali sui risultati dei musei statali nel 2017, divulgati così dal ministro Dario Franceschini: «I dati definitivi del 2017 segnano il nuovo record per i musei: superata la soglia dei 50 milioni di visitatori e incassi che sfiorano i 200 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2016 di circa più di 5 milioni di visitatori e di più di 20 milioni di euro. Il bilancio della riforma dei musei - prosegue Franceschini - è davvero eccezionale: dai 38 milioni del 2013 ai 50 milioni del 2017, i visitatori sono aumentati in quattro anni di circa 12 milioni (+31%) e gli incassi di circa 70 milioni di euro (+53%). Risorse preziose che contribuiscono alla tutela del nostro patrimonio e che tornano regolarmente nelle casse dei musei attraverso un sistema che premia le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà. Per il quarto anno consecutivo - sottolinea Franceschini - l'Italia viaggia in controtendenza rispetto al resto d'Europa con tassi di crescita a due cifre, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno che, anche nel 2017, hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione del trend nazionale». Dessena: «Cresciamo anche noi» Anche l'andamento registrato in Sardegna è positivo. «Più 6,14% il dato sui numeri di visitatori nei musei e siti dell'isola- sottolinea l'assessore regionale alla Pubblica istruzione, e beni culturali Giuseppe Dessena -. Uno dei migliori dati a livello nazionale, frutto della semina che la giunta ha fatto in cultura. Le imprese culturali, le gestioni dei musei e dei siti, i censimenti culturali sono stati finanziati, tra Regione e fondi europei con una cifra superiore ai 40 milioni. Un investimento che parte dall'istruzione, col progetto "Tutti a Iscol@", che ha finanziato otto competenze di base e tra queste le più gettonate sono state proprio i cinque ambiti tematici riferiti alla cultura. Progetto che la giunta Pigliaru ha rafforzato ogni anno con nuovi fondi». L'interesse per il turismo culturale per Dessena deriva anche da una promozione che arriva anche da altri ambiti. «I progetti cinematografici, il teatro, che abbiamo finanziato hanno raccolto premi prestigiosi, così come la partecipazione degli editori sardi al Salone del libro di Francoforte e i Festival letterari, operazioni che hanno acceso un riflettore sull'isola. La novità - conclude Dessena - sta nel fatto di aver scelto una programmazione di lungo respiro che ci assicura un buon risultato anche per il 2018». Altea: «Addio al dinosauro». Giuliana Altea, storica dell'arte, docente all'università di Sassari e presidente del Museo Nivola di Orani, ha un osservatorio privilegiato sul "consumo" della cultura e la vitalità di un museo. «I musei statali italiani, si sa, erano un paradosso: collezioni e siti fantastici, che tutto il mondo ci invidia, ma gestiti malissimo - dice Altea -. Dei veri dinosauri, legati al modello del museo-ufficio e impastoiati dalla burocrazia. Era prevedibile quindi che l'operazione di svecchiamento attuata da Franceschini facesse subito sentire i suoi effetti, immettendo questi musei nel contesto contemporaneo, segnato sempre più dalla democratizzazione della cultura, che in soldoni vuol dire l'annullamento dei confini tra "alto" e "basso", tra educazione e intrattenimento. Uno scenario dominato neanche più dai cosiddetti grandi eventi o dalle mostre blockbuster, ma da un'idea di cultura intesa come "esperienza" a 360 gradi, dove la caffetteria conta più delle sale di esposizione e dove il museo diventa fondale per i selfie - precisa Giuliana Altea- . I vecchi musei italiani erano tragicamente inadeguati a confrontarsi con questa situazione, i nuovi saranno più attrezzati per farlo. C'è solo da augurarsi che non eccedano nel senso opposto».

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie