Sabato 6 gennaio 2018

06 gennaio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 6 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
COLLEZIONE TIPOGRAFICA
Lunedì, alle 20, nella sala degli Specchi della facoltà di Studi umanistici di Sa Duchessa, si terrà la prima conferenza sulla collezione di oggetti e artefatti tipografici di Mariano Deidda (secoli XVIII e XX) organizzata dall'associazione Riprendiamoci la Sardegna con “Arte typografica sarda”.

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 6 gennaio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Team di ricercatori guidato da due ingegneri dell'Università tra i protagonisti del progetto
MANO BIONICA, TECNOLOGIA CAGLIARITANA
NELLA PROTESI CON IL SENSO DEL TATTO

Le hanno indiscutibilmente dato una mano. Mica una qualsiasi: è una protesi bionica, nel senso che la muove con istruzioni provenienti dal cervello e riceve in cambio delle sensazioni che ricordano quelle procurate dal tatto. Almerina Mascarello, una donna veneta che, la sua mano, l'aveva persa in seguito a un incidente stradale, se l'è fatta impiantare (gli elettrodi, per la precisione) nel 2016 al Policlinico Gemelli di Roma e l'ha tenuta per diversi mesi: la sperimentazione, ora giunta alle ultime fasi, si è affidata a questa paziente volontaria. Grazie a un'elettronica sofisticatissima, Mascarello era in grado di afferrare gli oggetti con la giusta pressione e di percepirli nella mano.
LA “QUOTA SARDA” Quella parte elettronica della mano - realizzata dalla scuola superiore Sant'Anna di Pisa - è nata a Cagliari, precisamente all'Eolab: è il Laboratorio di microelettronica e bioingegneria dei Dipartimenti di energia elettrica ed elettronica dell'Università cittadina. Il team di ricercatori, coordinati dal docente Luigi Raffo, si è occupato dell'elettronica e dell'elaborazione del segnale: quello che consente di far funzionare la comunicazione tra il cervello della paziente e la mano robotica. Una parte dell'elaborazione del segnale è stata realizzata dall'Ateneo cagliaritano sotto il coordinamento del docente Danilo Pani, mentre gli elettrodi si devono al Politecnico di Losanna. La Scuola di Pisa ha coordinato il progetto europeo. Lo sviluppo dell'elettronica è opera del team di Ingegneria di Cagliari coordinato dal docente di Elettronica, Massimo Barbaro. Nella squadra anche i ricercatori Gianluca Barabino, Lorenzo Bisoni, Caterina Carboni e Roberto Puddu.
LA RICERCA Non è la prima mano bionica realizzata in Europa, in sostituzione di una mancante. La particolarità è che l'arto neuro-controllato fatto indossare alla paziente veneta è il primo, per così dire, portatile: può funzionare anche quando chi lo indossa non è in casa, grazie a uno zaino che contiene la parte elettronica. «Con questa protesi collegata direttamente al sistema nervoso», spiega il professor Raffo, «il paziente percepisce l'arto artificiale come parte del suo corpo e può controllarlo come se fosse un arto naturale, ricevendo anche sensazioni tattili».
I FINANZIAMENTI Poco meno di un milione di euro, ha ricevuto il team cagliaritano per sviluppare la propria parte di questo progetto europeo, che si chiama Nebias. Un successo che va oltre le previsioni, i cui effetti si faranno vedere: «Ma non subito», frena il professor Barbaro: «Ora si deve seguire tutta la trafila riservata alle nuove pratiche e strumentazioni biomediche». Le pubblicazioni, prima di tutto, poi i perfezionamenti della mano neuro-controllata (migliorabile, undici anni dopo la sua ideazione e al termine della sperimentazione), infine le approvazioni dalle varie autorità sanitarie mondiali. «Significa attendere alcuni anni prima di iniziare la produzione industriale di questa mano artificiale», premette Barbaro, «ma di certo i risultati sono fin da ora più che positivi». Una nuova strada è stata aperta, insomma, e ora si tratta di attendere il via libera finale. Questione di anni, ma non troppi: si possono contare sulle dita di una mano.
Luigi Almiento

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 6 gennaio 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Prezzi e tariffe in rialzo: nel 2018 si spenderanno 942 euro in più
UNA STANGATA DOPO L'ALTRA
Sardi coi portafogli vuoti Poveri consumatori, studenti, pendolari, automobilisti con i portafogli sempre più vuoti. Aumenta ogni cosa: benzina, acqua, luce, assicurazioni, alimentari, ristoranti, libri e quaderni per la scuola. Botte che nel bilancio familiare complessivo del 2018 peseranno in media oltre 940 euro.
Puntuale come la brutta influenza di stagione è arrivata nei giorni scorsi la notizia sui prossimi rincari di prezzi e tariffe, e ieri, per rimestare ancora, dagli ultimi dati sull'inflazione diffusi dall'Istat è emersa - secondo i Consumatori - una stangata 2017 di circa 364 euro a famiglia.
L'ACQUA «Un colpo pesante per i cittadini, ancora di più per quelli sardi, che certo non stanno benissimo e faticano a uscire dalla crisi», avverte Andrea Pusceddu, responsabile di Federconsumatori nell'Isola. «I rincari delle tariffe, penso in particolare a quelli dell'acqua annunciati da Egas, sono ancora meno giustificati se pensiamo alla qualità del servizio che abbiamo in cambio. Insomma, è vero che in Sardegna l'acqua costa meno che nel resto d'Italia, ma è anche vero che rispetto alla gestione paghiamo tantissimo. Ma il peggio deve ancora venire: quando ci sarà la tariffa unica nazionale - probabilmente entro il 2018 - prevediamo aumenti del 50%».
ALTROCONSUMO Nel primo trimestre di quest'anno - rileva Altroconsumo - ci aspettano bollette della luce più care del 5,3%, ma gli aumenti investiranno tutti i settori: costerà di più fare la spesa e mangiare fuori; riprenderà la corsa del prezzo dei carburanti, e da energia e benzina scaturiranno incrementi dei listini al dettaglio per complessivi 209 euro. Per i trasporti (aerei, treni, taxi, mezzi pubblici, traghetti) un nucleo familiare tipo dovrà affrontare una maggiore spesa pari a circa 80 euro; proseguiranno i rincari anche per i servizi bancari, già certificati nel 2017, e in salita risulterà anche l'Rc auto. Più caro anche mandare a scuola i figli, tra corredo, libri, mense e altri costi legati all'istruzione (circa 40 euro annui).
«Cifre che allarmano, e non fanno altro che intaccare il reddito già basso dei sardi», avverte il referente per la Sardegna Francesco Mattana, «la nostra è una terra in cui lo svantaggio e la povertà si trasmettono ai figli, come una maledetta eredità, un circolo vizioso che compromette il futuro anche di tantissimi bambini. Ci vuole uno sforzo imponente, soprattutto sul fronte dell'occupazione, poi, si possono adottare altre misure, ad esempio creare gruppi di acquisto solidale sempre più ampi».
L'ISTAT Intanto, è certificato che i prezzi sono tornati a crescere nell'anno appena concluso: +1,2% - fa sapere l'Istat. E se l'addio alla deflazione è positivo per lo stato di salute dell'economia, lo è decisamente meno per le tasche dei cittadini. Se per Confcommercio i dati sono «di buon supporto» per il 2018, le associazioni parlano di salasso. Secondo l'Unione nazionale consumatori, la «pessima notizia» si traduce in una maggior spesa annua complessiva di 469 euro per le famiglie con due figli. Per i genitori con un solo bimbo la spesa sarebbe pari a 432 euro, mentre per una coppia senza figli è stata di 365 euro. Leggermente più ottimista il calcolo del Codacons, che stima un rincaro medio a famiglia di 364 euro. L'aumento dei prezzi dei soli alimentari comporta un esborso di 102 euro.
L'ANALISI Paolo Mattana, docente di Economia politica, direttore del Dipartimento di Scienze economiche dell'Università di Cagliari, raccomanda «prudenza e attenzione» nel commentare i rincari. «Capisco che i cittadini si sentano in qualche modo “rapinati” dallo Stato, ma consideriamo anche che da un lato ci sono i prezzi che dipendono direttamente da congiunture internazionali, come le quotazioni petrolifere, e che una serie di aumenti servono a sostenere le politiche del governo. Ad esempio, se Alcoa riparte, grazie al decreto che taglia i costi per le aziende energivore, la differenza ricade sulla collettività ma in cambio recuperiamo molti posti di lavoro, vitali per quel territorio e per la Sardegna. Poi, sì, servirebbe una migliore comunicazione, e per quanto riguarda i rincari da parte dei privati, come banche e poste, una maggiore concorrenza sarebbe utilissima».
Cristina Cossu



4 - L’UNIONE SARDA di sabato 6 gennaio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 31 - Edizione CA)
SUELLI. Dal 30 dicembre i volontari fanno i turni giorno e notte
Presidio anti-tombaroli negli scavi di Pranu Siara

I volontari tengono alla larga i tombaroli dalla nuova importante scoperta archeologica di Suelli. Neppure il freddo ha scoraggiato le squadre composte da cittadini di Suelli, appassionati di storia antica arrivati da vari paesi dell'Isola, studenti e ricercatori, rappresentanti delle associazioni locali e amministratori comunali che, da ormai sei giorni, si stanno dando il cambio, giorno e notte, per scoraggiare gli scavi illegali.
I TURNI Sono già stati ribattezzati i vigilantes del patrimonio archeologico : un manipolo di coraggiosi guardiani del passato. A Suelli in pochi giorni è diventato virale l'appello del sindaco Massimiliano Garau che ha chiesto aiuto per tutelare quello che si pensa possa essere un nuovo sito archeologico di grandissima importanza. Sta arrivando da tutta la Sardegna la solidarietà e la disponibilità a presidiare e difendere l'incolumità della tomba prenuragica rinvenuta nei giorni scorsi a Pranu Siara, nelle campagne del piccolo centro della Trexenta.
TOMBAROLI Il fenomeno degli scavi clandestini, alimentato dalla crescente richiesta di collezionisti italiani e stranieri, è alla base dell'impoverimento del patrimonio culturale e della perdita di una parte fondamentale della memoria storica del territorio. Dal 30 dicembre, un presidio permanente di volontari sta garantendo la tutela della nuova scoperta di Pranu Siara. «Purtroppo i tempi della burocrazia non sono in linea con le urgenze dei territori», lamenta il sindaco Garau, che ha firmato l'ordinanza per dare il via al servizio di controllo. «Abbiamo teso la mano alla Soprintendenza archeologica che fa un lavoro eccezionale in tutto il territorio nonostante i numerosissimi impegni e incombenze e a tutte le amministrazioni dello Stato che hanno competenza in materia», conclude Garau.
LA SCOPERTA La tomba prenuragica è riemersa dai misteri del passato quasi per caso. Alcuni giorni fa il professor Pierluigi Montalbano, studioso e ricercatore, ha notato la singolare struttura che timidamente fuoriusciva dal terreno. Dopo i sopralluoghi effettuati dai funzionari incaricati e dal sindaco, avvenuti il 31 dicembre e il 4 gennaio, in Comune è arrivata la notizia dell'imminente avvio di un primo saggio di scavo. Vincente anche l'idea di dare una mano d'aiuto a chi è preposto alla tutela dei siti e alla vigilanza. «Il presidio è anche un modo per attivare nei cittadini la sensibilizzazione alla difesa della propria cultura», dice Angela Floris, giovane guida turistica di Suelli.
È l'altra faccia dell'archeologia della Trexenta, nata per passione e senso di appartenenza, che ha restituito un ruolo da protagonista al volontariato nella tutela del patrimonio storico della zona.
Severino Sirigu

La Nuova Sardegna

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 6 gennaio 2018 / Economia - Pagina 13
HI-TECH, 7 START UP VOLANO A LAS VEGAS
L'isola protagonista all'evento mondiale sull'innovazione. Pigliaru e Piras: «Settore da sostenere»
CAGLIARI Sardegna protagonista a Las Vegas per l'edizione 2018 del CES, l'evento mondiale dedicato all'hi-tech: è la regione italiana con il numero più alto di start up innovative. Su un totale di 40 imprese, che dal 9 al 12 gennaio saranno ospitate in uno spazio esclusivo dedicato ai prodotti tecnologicamente avanzati, le start up isolane selezionate dagli organizzatori sono 7 (inizialmente erano 8 ma una ha rinunciato). L'isola delle start up. La Sardegna è al 15° posto nella classifica delle regioni italiane per peso percentuale delle startup innovative sul totale nazionale e al 12° per incidenza startup innovative sul totale delle società di capitali attive. È al 17° posto nella classifica delle regioni italiane per numero di startup in ambito energetico, con 17 start up su 1.115 nazionali. Quanto alla posizione delle province, Cagliari (non Sud Sardegna) è al 19° posto per l'incidenza startup innovative sull'intera popolazione di società di capitali attive.
Missione Las Vegas. Dopo Singapore e Los Angeles a novembre 2017, le 7 start up isolane saranno a Las Vegas grazie al Programma di Internazionalizzazione, varato dalla giunta Pigliaru e gestito dall'Assessorato dell'Industria. Il Programma ha messo in campo oltre 16 milioni di euro per consentire alle imprese sarde, con un focus specifico su quelle dell'Ict e dell'agroalimentare, di aprirsi ai mercati esteri e attrarre nuovi investitori. A queste risorse si sono aggiunte quelle che, annualmente, sono destinate all'organizzazione di missioni all'estero, sempre in collaborazione con ICE Agenzia. A partire, inoltre da fine 2017, le imprese sarde possono partecipare alle iniziative organizzate all'interno del Piano Export Sud II gestito da ICE, in collaborazione con la Regione. Pigliaru e Piras. «Sviluppo significa individuare i punti di forza e sostenerli nella crescita - spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru - e nelle start up innovative la Sardegna ha chiaramente un punto di forza: abbiamo una storia tecnologica importante, buone Università che sfornano giovani competenti e, non ultimo, questo genere di aziende produce beni che non soffrono degli svantaggi causati dall'insularità, perché nell'ambito digitale le barriere geografiche smettono di esistere. Promuovere e rafforzare le start up e le PMI innovative soprattutto all'estero - prosegue Pigliaru - è un processo positivo che per noi è essenziale consolidare». Sulla stessa linea l'assessore all'Industria Maria Grazia Piras: «Il fatto che un quinto delle start up innovative italiane presenti all'evento di Las Vegas sia rappresentato da aziende sarde, la dice lunga sulla vitalità di questo settore nella nostra regione. Si tratta di imprese che hanno idee e competenze sviluppatesi in Sardegna, dove si contano tantissime esperienze legate alla ricerca e all'innovazione. Il nostro compito, come Assessorato, è consentire alle imprese, soprattutto quelle più giovani e impegnate nella sfida delle nuove tecnologie, di avere gli strumenti opportuni per misurarsi con i grandi mercati internazionali».

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 6 gennaio 2018 / Agenda - Pagina 18
Da Bitti a Göttingen per insegnare sardo all'università
di Paqujto Farina
BITTI Vista l'incoraggiante esperienza con i corsi sovvenzionati dalla Regione Sardegna all'università di Berlino, il dipartimento di Filologia romanza di Göttingen ha inaugurato un corso di lingua sarda (sprachkurs: Sardish), finanziato dalla stessa università con dei fondi che il governo della Bassa Sassonia mette a disposizione per il miglioramento degli studi universitari. Il corso è gestito da Pierangela Calzone, regista teatrale di Bitti, che cura la compilazione dei questionari sulla varietà bittese. È da anni, inoltre, informatrice, per la stessa varietà, del professor Guido Mensching, che sta focalizzando gli studi sulle lingue romanze considerate minoritarie e regionali: il catalano, l'occitanico e, appunto, il sardo.Le lezioni sono molto partecipate, con studenti provenienti da tutta l'Europa, e presentano il sardo nella varietà bittese come lingua romanza, di speciale interesse sia linguistico che culturale. «Sa curiositate chi sos dischentes sono ammustranne pro sa limba nostra est meta, meta manna - dice in bittese stretto Pierangela Calzone - ed est una cosa chi non benit bene a la contare, ca custa curiositate est animata dae un amore pro s'istudiu de sa connoschentzia craru. S'obiettivu est de aeddare in bitzichesu chin sos dischentes e de acher in modu chi issos puru arrivene a s'esprimer atziccu in custa limba. Sa limba este su vitzichesu e supra de custa semus travaglianne. Sa limba iscritta at a essere cussa de sa Limba sarda comuna codificata». Il corso del semestre invernale si concluderà il 29 gennaio 2018 e, come l'anno precedente, con una lezione aperta in collegamento con la Biblioteca di Bitti, affinché gli studenti possano intavolare delle piccole conversazioni direttamente con le persone del posto. Nell'ambito delle Lettere, l'università di Gottinga conserva una lunghissima tradizione. Curioso è sapere che tra i suoi più illustri docenti figurarono Jabob e Wilhelm Grimm, meglio noti come i fratelli Grimm, linguisti e filologi tedeschi, ricordati come i "padri fondatori" della germanistica. In Europa e nel mondo sono conosciuti per aver raccolto e rielaborato le fiabe della tradizione popolare tedesca nell'opera "Fiabe". Attualmente l'università promuove progetti bilaterali e interscambi Erasmus, e il dipartimento di Filologia romanza è considerato uno fra i più prestigiosi centri per lo studio delle lingue neolatine nel mondo germanofono. Visto l'esperimento positivo del corso di lingua sarda, a Göttingen si augurano che queste importanti collaborazioni proseguano in futuro, grazie anche al sempre maggiore interesse da parte della Regione.


7 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 6 gennaio 2018 / Atlanti - Pagina 24
ARTE > PINUCCIO SCIOLA
A San Sperate il giardino delle meraviglie
Parla Maria, figlia dell’artista e curatrice di uno straordinario museo a cielo aperto

di Paolo Curreli
Pinuccio Sciola se n'è andato in una tersa giornata di maggio del 2016, le più di 8 mila persone che parteciparono ai suoi funerali furono la testimonianza migliore, più di qualsiasi necrologio, di quanto la sua grandissima lezione artistica fosse amata, compresa e seguita dall'intera isola. Quella mattina a San Sperate - il suo paese che volle museo a cielo aperto - tutti: dagli amici, agli ammiratori della sua arte fino alle più alte cariche della Regione, dissero che non l'avrebbero dimenticato, che i suoi progetti dovevano essere realizzati e che la sua enorme eredità artistica andava valorizzata e studiata. Un percorso non semplice che ebbe una fondamentale tappa di partenza, nel luglio del 2016, con la concretizzazione del progetto della Fondazione Sciola, voluta dall'artista nel suo ultimo anno di vita, con la missione di preservare le opere ma anche quella di far vivere lo spirito di accoglienza e condivisione che muoveva il figlio di contadini Pinuccio, l'uomo, oltre che il grande artista internazionale. Il cuore della memoria e motore della Fondazione sono i figli Chiara, Tomaso e Maria, che hanno donato la casa, il Giardino delle pietre sonore e gli altri beni alla Fondazione. E proprio Maria, direttrice della Fondazione e curatrice dello straordinario Giardino creato da Sciola a San Sperate è stata indicata dal giornalista Gianni Mura su Repubblica tra i 100 nomi da non lasciare soli nel realizzare gli obiettivi nel 2018. «Il 2017 è stato per noi un periodo di rodaggio, un apprendistato - dice Maria Sciola, giovane madre con lo sguardo forte e luminoso del padre - . Adesso dopo le prime prove ed ansie ci sentiamo più sereni, la Regione dovrebbe firmare presto la delibera legata alla gestione e promozione della Fondazione. Si comincia a capire quanto grande e riconosciuta nel mondo dell'arte internazionale sia la figura di mio padre e quanto sia importante per la Sardegna. Il 2018 sarà l'anno della struttura vera e propria della Fondazione e segnerà la nascita dell'archivio e l'inizio della catalogazione delle opere dell'Artista, e dei suoi progetti rivoluzionari». Un primo anno di messa a punto ma ricchissimo di eventi e conferme. Presto verrà installata nella piazza dedicata la scultura "Omaggio a Gramsci" commissionata dal Comune di Cagliari. Prosegue lo studio dei suoni delle pietre, che ha segnato la grandezza di Sciola, capace di far parlare l'arte oltre la materia, facendola diventare musica continuamente rinnovata dall'interpretazione. Il compositore Andrea Granitzio ha portato il suono unico del calcare e basalto al conservatorio di Birmingham. Importanti i concerti che hanno visto protagoniste le Pietre Sonore che nel 2017 hanno suonato insieme a grandi nomi del jazz, fino alla Banda di Monastir che le ha portate alle Olimpiadi delle bande in Olanda. Il Teatro di Sardegna ha scelto i suoni delle pietre per il "Macbettu", premio Ubu come migliore spettacolo dell'anno in Italia. "Born of Stone" documentario di Emilio Bellu, raccoglie premi e gira il mondo raccontando, con le parole di Pinuccio, la sua arte. Tante le mostre: al Museo Ciusa di Nuoro e alla Biennale di Gubbio e l'esposizione fatta al Lirico di Cagliari: "Genesi della Turandot". Le mostre restano attività di studio e divulgazione, come quella di Cagliari che ha svelato uno Sciola inedito nell'utilizzo del ferro e della tela. Giulia Pilloni, ha raccontato anni e attività inedite di Sciola in una tesi di laurea (110 e lode) all'università di Cagliari. In tanti visitano il Giardino sonoro e la tomba dello scultore nel quale si legge la sua vera biografia: "Nato da una pietra. Amante dei fiori, dell'acqua, del sole". «Abbiamo ricevuto positivi segnali dalle istituzioni che ci fanno sperare di poter avviare nel 2018 le attività di ristrutturazione della casa museo di San Sperate e di nuovi progetti multimediali e di tutela relativi al Giardino Sonoro - sottolinea Tomaso Sciola, presidente della Fondazione -. Nel 50ennale del muralismo saranno diverse le iniziative legate allo studio su ciò che è stata ed è l'esperienza del paese museo di San Sperate. Poi ci sarà l'edizione 2018 di Sant'Arte, Festival culturale di arti visive il cui preludio del 2017 ha avuto un incredibile seguito e che si cercherà di rendere appuntamento stabile nel palinsesto degli eventi culturali». «C'è un mondo accanto alla figura di nostro padre, un mondo di arte, suoni e di commozione di chi si approccia anche solo qualche ora ai suoi lavori ed alla sua filosofia di vita - sottolinea Maria -. E' vero che chi muore resta, per noi resta nell'obiettivo della realizzazione dei suoi progetti, e resta nei figli, in me, Tomaso e Chiara, la grinta di portare avanti un lavoro che non ha sosta nella quale ognuno, con le proprie competenze, sfida quel tempo che non ha permesso di realizzare i tanti sogni di babbo. Faremo ancora tanto perché venga sempre più conosciuto e riconosciuto il vero patrimonio di Pinuccio: la sua umanità, la sua grandezza nell'umiltà, la sua arte così raffinata e vibrante. Pinuccio regalerà a noi tutti, alla sua terra, al mondo, ancora tante sorprese, idee e inventive. Noi abbiamo sempre creduto in lui, il futuro non ci spaventa. Il 2018 inizia con importanti segni di supporto - conclude Maria Sciola- . Come la collaborazione con l'università di Cagliari che da subito si è mostrata interessata ad aiutarci, a studiare questo artista così poliedrico. Per me è una missione di vita... parlare, sempre, di lui che ho tanto amato. Tramando con la sua umiltà perché tutti si rendano conto di quanto fosse unico».


8 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 6 gennaio 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 29
La critica d'arte spiega l'idea dell'ateneo sassarese di formare tecnici del settore
«ECCO IL CORSO UNIVERSITARIO PER RILANCIARE I MUSEI SARDI»
Ammessi cinquanta studenti. La qualifica regionale sarà riconosciuta in Europa

di Andrea Massidda
Tanti (forse troppi), poco frequentati e male uniti. Ma soprattutto privi di quelle professionalità capaci di rilanciarli, se non addirittura di avviarli. Salvo alcune eccellenze che dovrebbero servire da modello (dal Man di Nuoro al consorzio "Sa Corona Arrubia" di Villanovaforru, giusto per fare due nomi), la fotografia dei musei e delle aree archeologiche della Sardegna è piuttosto desolante. Mancano le sinergie e di conseguenza i biglietti staccati a volte si contano sulle dita di una mano. E suscita un sorriso amaro sapere che secondo un'indagine condotta dal Crenos qualche anno fa, tra gli elementi positivi rilevati c'è un grande apprezzamento da parte dei visitatori per i ridotti tempi d'attesa all'ingresso. Urge una svolta, dunque. E il new deal potrebbe partire proprio grazie a un nuovo corso universitario messo in piedi dall'ateneo di Sassari attraverso un progetto finanziato dalla Regione nell'ambito del programma europeo Por. Si tratta di "Must" (Musei e territorio), una serie sistematica di lezioni gratuite per il conseguimento della qualifica regionale riconosciuta a livello europeo di Tecnico della fruizione museale. Diretto da Giuliana Altea (storica dell'arte e docente universitaria di Storia dell'arte contemporanea) e coordinato da Antonella Camarda (anch'essa associata e direttrice del Museo Nivola, a Orani), il corso - le cui iscrizioni sono aperte sino a lunedì prossimo - si rivolge a inoccupati e disoccupati residenti o domiciliati nell'isola in possesso almeno del diploma di scuola media superiore. «L'obiettivo - dice Giuliana Altea - è formare una figura di operatore culturale ad alta capacità di problem solving, in grado di orientarsi efficacemente nel complesso mondo della tutela, gestione e valorizzazione dei beni culturali attraverso lezioni frontali, workshop, attività sul campo e un periodo di avviamento al lavoro presso le imprese culturali del territorio».Sassari e Nuoro saranno le sedi dell'attività formativa (sono previste due edizioni identiche in ciascuna delle due città, con un massimo di 25 studenti ciascuna di cui almeno il 45 per cento donne). Il corso non solo è completamente gratuito, ma include anche un'indennità di frequenza per i partecipanti.Giuliana Altea, nell'acronimo che dà il titolo al corso si coglie anche un gioco di parole inglese. "Must" sta per iniziativa che va fatta per forza?«Sì, è così. E aggiungo che non c'è tempo da perdere. La maggior parte dei musei della Sardegna è in una situazione insostenibile: rapportati alla popolazione dell'isola sono troppi e molti di questi si possono dire musei soltanto sulla carta, nel senso che non hanno collezioni oppure le hanno povere, insufficienti e ripetitive. Inoltre spesso non fanno attività».Perché succede questo?«Detto senza giri di parole: il personale non è sufficientemente preparato, mancano competenze specifiche. Sappiamo tutti come molte di queste realtà sono nate. Si tratta di piccolissime collezioni che le amministrazioni comunali cercano di valorizzare e spesso questo finisce per trasformarsi in una sorta di ammortizzatore sociale. Tuttavia è innegabile che il personale che lavora in questi musei potrebbe essere davvero una risorsa importante. Si tratta di qualificarlo. Ed è per questa ragione che è nato il corso. C'è molta richiesta, stiamo già selezionando ben 300 domande».C'è anche il fatto che non si riesce a fare sistema, per usare una locuzione di moda qualche anno fa.«In realtà "fare sistema" è ancora una parola d'ordine, la sinergia viene sempre presentata come una delle esigenze principali. Al momento è più un'ambizione che altro, si procede a piccoli passi. Tanto per dire, il Museo Nivola ha un accordo di bigliettazione comune con il Museo delle Maschere di Mamoiada e con l'Acquario di Cala Gonone. La verità, però, è che un vero sistema museale sardo ancora non si può dire che esista».
Esattamente, che tipo di figura professionale è il tecnico della fruizione museale? «Molte delle realtà museali isolane sono così piccole che ovviamente non possono permettersi un organico che possieda tutte le competenze necessarie. Dunque serve almeno una figura con competenze diversificate. Non un genio universale, sia chiaro, ma una persona che posta davanti ai vari problemi che si presentano nella gestione di un museo si sappia almeno orientare per capire come e dove andare a cercare le soluzioni. E come dialogare con gli specialisti ai quali si rivolge».
Faccia un esempio. «Mettiamo che io debba curare una mostra e che, putacaso, abbia anche i soldi per pagare chi mi fa l'allestimento. Ecco, è chiaro che io, in quanto curatore, abbia una mia idea su quello che la mostra deve dire e quindi devo essere in grado di saper interagire con l'allestitore. E per far questo devo conoscere come minimo i fondamentali». Che materie si insegneranno al corso? «Alle discipline fondamentali per la valorizzazione del patrimonio culturale della Sardegna, che poi sono Museologia, Antropologia, Archeologia, Storia dell'arte, Sviluppo territoriale, abbiamo pensato di una rosa di competenze teorico-pratiche destinate a fornire ai partecipanti gli strumenti necessari per operare professionalmente sul territorio. E quindi faremo lezioni di Elementi di progettazione degli allestimenti museali, Comunicazione e promozione di eventi e siti culturali, Elementi di progettazione grafica, Didattica museale, Elementi di progettazione europea, Informatica applicata ai beni culturali, Legislazione dei beni culturali, Management dei beni culturali, Sicurezza e benessere nei luoghi di lavoro e naturalmente Inglese».

Questionario e social

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