UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 3 gennaio 2018

Mercoledì 3 gennaio 2018

03 gennaio 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Borsa (Pagina 12 - Edizione CA)
Avviate le trattative per il rinnovo degli accordi nei settori Scuola e Università
IL CONTRATTO SALE IN CATTEDRA
Aumenti in arrivo per 40mila docenti e impiegati sardi

Buste paga più pesanti e maggiore potere alla contrattazione. La trattativa tra Governo e sindacati sul rinnovo contrattuale degli occupati nei settori Scuola e Università è ripartita ieri pomeriggio a Roma con il primo faccia a faccia dell'anno. Un confronto, che servirà a riprendere il dialogo interrotto prima delle festività con animi distesi e idee chiare su entrambi i fronti.
La posta in gioco è alta: l'aggiornamento degli accordi di categoria, valido per il triennio 2016-18 e atteso da otto anni, interesserà solo in Sardegna quasi 40.000 lavoratori tra insegnanti, personale Ata, collaboratori, docenti universitari e ricercatori.
AUMENTO DI 85 EURO Tra i principali punti di convergenza ci sono gli 85 euro, lordi, al mese che la ministra dell'Istruzione Fedeli ha da tempo promesso alle sigle sindacali. Ma attorno al tavolo la discussione proseguirà nei prossimi giorni anche su contrattazione di secondo livello, stanziamenti aggiuntivi per contratto del 2019.
A MARZO GLI ARRETRATI «I presupposti e le risorse per chiudere l'intesa positivamente e in tempi brevi ci sono», conferma Giuseppe Corrias, rappresentante della Uil Scuola, «85 euro in più in busta paga possono sembrare poca cosa, ma rappresentano pur sempre un buon inizio per intavolare un accordo per il prossimo contratto. Non bisogna dimenticare che, se gli accordi preliminari verranno rispettati, nell'assegno di marzo i lavoratori troveranno anche gli arretrati maturati nel 2016 e 2017, pari a circa 570 euro».
IL FONDO DA 600 MILIONI Nello stipendio di migliaia di sardi potrebbero finire però altri soldi recuperati da un fondo di quasi 600 milioni di euro riservato inizialmente a gratifiche e incentivi professionali. «Chiediamo che i 200 milioni di euro per i bonus lasciati alla discrezionalità dei direttori scolastici e i 380 milioni assegnati all'aggiornamento professionale entrino a far parte del nuovo contratto», spiega Ivo Vacca, segretario regionale della Flc Cgil. «Pretendiamo inoltre che gli aumenti salariali non compromettano l'accesso al bonus da 80 euro di Renzi, causando paradossalmente un alleggerimento della busta paga».
I CONTRATTI INTEGRATIVI La battaglia dei sindacati si è concentrata inoltre sul versante della contrattazione di secondo livello, riportata in auge dopo anni di paralisi. «È importante recuperare credibilità nei confronti dei lavoratori», dice Corrias. Gli fa eco il collega: «Siamo riusciti a riportare la trattativa sindacale al centro del confronto», aggiunge Vacca, «imponendo che ogni tipo di voce in busta paga sia frutto di una contrattazione».
Luca Mascia

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
La nuova linea partirà da Caracalla e attraverserà Monserrato, Selargius e Quartucciu
A QUARTU IN METROPOLITANA  Il ministro dei Trasporti Delrio firma il decreto da 58 milioni

Da piazza Matteotti a Quartu in metropolitana, attraverso Monserrato, Selargius e Quartucciu. Non sarà sufficiente a completare la linea, ma il decreto da 58 milioni di euro firmato dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio consentirà ai tecnici dell'Arst di realizzare una parte del progetto da 129 milioni di euro necessari per collegare il capoluogo dell'Isola con la terza città della Sardegna in modo veloce, sicuro ed economico. Difficile fissare i tempi della tabella di marcia (legata a gare d'appalto e agli immancabili ricorsi al Tar), ma è certo che il finanziamento è nella disponibilità dell'assessorato regionale ai Trasporti che dovrà anche acquistare quattro nuovi convogli per incrementare la flotta dell'Arst.
IL PROGETTO Il tracciato della linea che collegherà l'hinterland è stato approvato l'anno scorso dai Comuni di Quartucciu, Selargius e Quartu, e partirà dalla stazione Caracalla di Monserrato. A Quartu ci saranno un anello con capolinea in via Norvegia e un deposito nelle vicinanze, nel quartiere di Pitz'e Serra. Da piazza Republica, e tra due anni da piazza Matteotti, sarà quindi possibile raggiungere il capolinea quartese senza alcuno scalo, grazie a uno snodo che, alla stazione Caracalla, consentirà ai convogli di proseguire per la linea esistente che conduce alla Cittadella universitaria.
I TEMPI «Stiamo completando la progettazione preliminare, il prossimo passo sarà il bando di gara». Carlo Poledrini è il direttore generale dell'Arst, cui fa capo Metrocagliari: «Il merito del finanziamento va alla Regione. Gli oltre 58 milioni di euro non saranno sufficienti per completare l'intero percorso sino a Quartu, ci consentiranno però di realizzare una parte importante del progetto». Per lo studio della pianificazione dei percorsi i tecnici dell'Arst hanno a disposizione 7 milioni di euro per tutta la linea che interessa l'Area metropolitana e che comprende anche i fondi per la progettazione della diramazione via Vesalio-via Giotto-ospedali, così come quella da Bonaria a Margine Rosso (finanziata solo fino a Marina Piccola). Dove saranno realizzate le stazioni della metro? «Non è stato ancora deciso», precisa Poledrini.
REPUBBLICA-MATTEOTTI A breve partiranno i lavori per il prolungamento della linea principale che dall'attuale capolinea di piazza Repubblica condurrà in piazza Matteotti attraverso via Dante, viale Bonaria, viale Diaz, via Roma, per un totale di sei fermate in più. L'ingresso dei treni in stazione sarà tramite il cancello destro dei parcheggi. Per questo prolungamento, sono disponibili anche i soldi per acquistare nuovi treni e per raddoppiare i binari sulla tratta Repubblica-Caracalla.
CITTÀ METROPOLITANA Il sindaco Massimo Zedda, a capo della Città Metropoliana, è soddisfatto: «I finanziamenti approvati dal Cipe, che si sommano alle altre risorse stanziate, sono un riconoscimento del lavoro fatto in questi anni dai sindaci che compongono l'area metropolitana. Abbiamo l'obiettivo comune di migliorare la qualità della vita dei cittadini: permettere loro di spostarsi in maniera rapida senza la necessità di utilizzare l'auto privata, quindi risparmiare tempo, salvaguardare l'ambiente e guadagnare in termini economici. Non è un caso che sempre più risorse arrivino dai Governi su progetti che riguardano la mobilità sostenibile. Adesso - conclude Zedda - dobbiamo continuare il percorso iniziato con Arst e Regione per coinvolgere quanti più Comuni possibile».
Andrea Artizzu

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Uno studio illustra i costi che la Sardegna subisce per la condizione geografica
TRE MILIARDI DI EURO ALL'ANNO: ECCO LA ZAVORRA DELL'INSULARITÀ

I costi della condizione insulare sono notevoli. E questo già si sapeva. Nel 2015 il governatore Francesco Pigliaru consegnò un dossier al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, con la quantificazione finanziaria del gap: un miliardo e cento milioni all'anno il prezzo che i sardi pagano per il fatto di non vivere sulla terraferma. In realtà, secondo il Comitato che promuove il referendum per l'inserimento del principio di insularità nella Costituzione, il valore è molto più alto: tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro all'anno, ha spiegato ieri Franco Meloni (ex direttore del centro studi dei Riformatori). Ecco perché, ha aggiunto a nome del Comitato, «i 2,9 miliardi del Patto per la Sardegna nato dal dossier della Giunta non sono sufficienti».
INFRASTRUTTURE A fare la differenza rispetto ai numeri della Regione sono più che altro gli indici di infrastrutturazione nell'Isola, molto bassi anche rispetto alla media delle regioni del Mezzogiorno. «Valori che abbiamo avuto dalla commissione Lavori pubblici della Camera», ha precisato Meloni. L'indice più clamoroso riguarda le reti ferroviarie: corrisponde al 15% nell'Isola, contro l'87,7% nel Sud Italia; segue quello delle reti energetiche, 35,2% contro il 64,5. Divario considerevole anche sulle reti stradali: è del 45,5% l'indice sardo, dell'87,1% quello delle regioni meridionali. Infine la forbice nelle infrastrutture economico-sociali (scuole, università e ospedali): il 66,1% in Sardegna mentre il Sud si colloca all'84,4.
VENTI MILIARDI IN MENO Indici così bassi sono la conseguenza di investimenti statali altrettanto esigui tra il 2000 e il 2010, per un totale di 20 miliardi di euro in meno rispetto alla media delle altre regioni. «L'inserimento del principio di insularità in Costituzione consentirebbe un pesante recupero degli investimenti aggiuntivi»: ovviamente, ha chiarito Meloni, «anche il Pil crescerebbe, e la Sardegna potrebbe raggiungere l'indipendenza economica».
Come? «Ogni tre miliardi di Pil l'Isola ne produce 1,5 di imposte e contributi, ma se maggiori investimenti e le quote di riequilibrio facessero crescere il Pil del 25%, lo Stato potrebbe quasi annullare il suo intervento mettendo a carico della Sardegna costi che attualmente sostiene per garantire servizi omogenei rispetto al resto del territorio».
TRASPORTI I 2,5-3 miliardi di gap comprendono anche i trade costs , cioè i costi legati al commercio e non direttamente a quello dei prodotti che si scambiano, nonché quelli relativi a un tipo di mercato confinato ma sparso in un territorio enorme, che comporta costi addizionali per le imprese. Il dossier del comitato non può non tenere conto dei disagi collegati con i trasporti navali di persone e merci e con il trasporto aereo: nel primo caso, per distanze equivalenti a quelle percorribili via terra, lo svantaggio è di 660 milioni di euro, 600 nel caso del trasporto aereo.
Una delle personalità attive del Comitato, il presidente della Banca di Cagliari Aldo Pavan, sostiene che «l'infrastrutturazione, in prospettiva di continuità territoriale, è uno degli aspetti più importanti della proposta del Comitato». In particolare «si dovrà pensare adesso a interventi compensativi, magari sui trasporti in continuità territoriale, oltre che lavorare sulle altre infrastrutture come una banda larga adeguata ai massimi standard internazionale e all'energia». Direttore e presidente di Cna, Francesco Porcu e Pierpaolo Piras, hanno sottolineato che «la Sardegna non deve chiedere assistenza ma giusti investimenti al pari delle altre regioni».
LE SCUOLE Per l'ex assessore al Lavoro, Franco Manca, «un ruolo decisivo è ricoperto da costi sociali e sistema scolastico. O si fa un'adeguata infrastrutturazione scolastica oppure restiamo indietro». Manca ha ricordato che «il tasso di partecipazione al sistema istruzione in Sardegna è del 29,1% per i giovani tra 20 e 24 anni, dell'81,8% tra i 15-19enni», e che «la Sardegna è penultima nella dispersione scolastica».
«La scuola soffre - ha fatto notare l'ex assessora regionale alla Cultura e componente del Comitato, Maria Antonietta Mongiu - e l'università dovrebbe fare uno sforzo sulle scuole, perché i dati sulla mancanza dei giovani sono preoccupanti». La professoressa ha anche ribadito l'obiettivo della battaglia sull'insularità, «che è quello di oltrepassare il concetto di specialità come condanna e iniziare a considerarlo una risorsa».
«Con la presentazione del dossier - ha concluso il presidente del Comitato, Roberto Frongia - parte la seconda fase della campagna per il referendum, che si dovrebbe tenere a ottobre». Il 27 dicembre scorso sono state depositate 92mila firme in Corte d'Appello a Cagliari.
Roberto Murgia

 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 36 - Edizione CA)
SASSARI
Bike sharing gratis per 100 studenti

Cento, tra studenti e studentesse, iscritti in un percorso universitario o di alta formazione accademica a Sassari riceveranno gratuitamente un abbonamento annuale per poter usufruire del servizio di Bike sharing cittadino. È il frutto di un accordo tra Ersu Sassari e assessorato alla Mobilità del Comune, contenuto in una convenzione deliberata dalla giunta comunale lo scorso 28 dicembre, che mira a promuovere la cultura della mobilità sostenibile tra la popolazione studentesca. Il documento prevede l'erogazione di cento tessere annuali al costo agevolato di 25 euro (anzichè 30) a totale carico dell'Ersu Sassari che saranno destinate ad altrettanti iscritti a un qualsiasi corso di laurea dell'Università di Sassari, dell'Accademia di Belle arti, dell'Istituto Superiore di Scienze religiose di Sassari-Tempio Ampurias e del Conservatorio di musica di I, II e III livello, compresi gli studenti coinvolti in programmi di mobilità internazionale.

 

La Nuova Sardegna


5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Pagina 14 - Economia
IL NUOVO CIRCUITO» SARDCOIN
Una moneta virtuale per i turisti del futuro

di Salvatore Santoni
CAGLIARI Tecnicamente è una criptovaluta come il bitcoin, e infatti si conia nello stesso cuore, la blockchain. Di diverso c'è che non è fatto per accumulare soldi ma per farli girare. Non ovunque ma in un posto ben preciso: la filiera del turismo dell'isola. Si chiama SardCoin ed è la nuova moneta digitale nata nel dipartimento di Matematica e informatica dell'università di Cagliari. Il progetto, finanziato dalla Regione con 270mila euro, coinvolge un cluster di tredici aziende in un primo ecosistema che verrà allargato progressivamente fino a farne la nuova moneta del turista. La blockchain. Ultimamente il successo di bitcoin e delle altre criptovalute ha acceso i riflettori sul potenziale della tecnologia blockchain, la catena di blocchi che rappresenta il cuore delle monete digitali. Questa catena funge da registro pubblico sul quale vengono scritte, in modo sicuro e persistente, tutte le transazioni. Un dettaglio che consente di evitare il fenomeno del double spending, la spendita doppia della stessa moneta. Ma la tecnologia di questa catena di blocchi permette anche di realizzare applicazioni più sofisticate delle criptovalute, come gli smart contracts: è da questi presupposti che è partita l'idea degli esperti dell'università di Cagliari. Il team. La zecca dove verrà coniato il nuovo SardCoin si trova nel dipartimento di Matematica e informatica dell'università di Cagliari. Il gruppo di lavoro, guidato dal responsabile scientifico Michele Marchesi, è formato da una serie di docenti, ricercatori e assegnisti come - per citarne alcuni - Massimo Bartoletti, Salvatore Mario Carta, Michele Pinna e Katiuscia Mannaro. Il dipartimento è già da tempo ai vertici internazionali nel settore dello sviluppo di software e anche nella ricerca - dal 2014, i primi in Italia - sulle tecnologie blockchain. Nuovo approccio. L'idea di applicare la tecnologia blockchain al comparto turistico non è completamente nuova: progetti pilota sono stati avviati a Dubai e in Norvegia. Ma il SardCoin approccia il problema in modo innovativo rispetto alle altre proposte in giro per il mondo, che bene o male incentivano il turismo soltanto attraverso tecniche di gamification. I ricercatori dell'università di Cagliari vogliono invece mettere a disposizione delle imprese sarde un'infrastruttura che funga da catalizzatore per iniziative di promozione dei servizi turistici regionali. E sarà proprio il coinvolgimento delle imprese del cluster - nel progetto ne sono state coinvolte tredici con varie competenze nella filiera turistica - la chiave per arrivare a una soluzione integrata alle criticità di tutto il comparto regionale. Com'è fatto. L'embrione del SardCoin è in una ricerca preliminare, finanziata nell'ambito di un progetto regionale, gli esperti hanno sviluppato un generico sistema di coupon che consente l'inserimento e la prenotazione di servizi di varia natura: aule universitarie, car sharing, hotel e ristoranti e altro ancora. L'evoluzione che i ricercatori hanno intravisto è farne una criptomoneta sarda votata al turismo. Si tratta di un'infrastruttura di smart coupon per la promozione dei servizi turistici regionali da implementare in un cluster di aziende, che potranno impostare come meglio credono le strategie di promozione turistica. La scia è quella del successo di una moneta locale come il Sardex, che incentiva lo scambio di beni e servizi tra imprese. Mentre lo smart coupon funziona in un ecosistema diverso, tra imprese e turisti. L'ecosistema. I coupon circoleranno in una grande rete di hotel, ristoranti, musei, agenzie di viaggio, tour operatori, assessorati al turismo e turisti: tutti insieme in un ecosistema governato - e soprattutto blindato - dalla blockchain. La duttilità di questo strumento tecnologico consente di creare carte del turista su misura, secondo le necessità degli enti che andranno a gestirle. Nel caso d'uso più semplice, sarà possibile fornire carte prepagate per accedere ai servizi pianificati.
 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Sardegna - Pagina 3
LA FOTOGRAFIA DELL’ISTAT
L'ISOLA DI SINGLE E FIGLI UNICI PIÙ VECCHI E INSODDISFATTI
Natalità in calo, over 65 in aumento. Punti di forza: clima e amore per la lettura

di Silvia Sanna
SASSARI Scontenti, più lamentosi della media. E più vecchi, con un indice di natalità tra i bassi d'Italia. Ma curiosi, quasi avidi nel divorare libri e giornali quotidiani: un'abitudine per oltre 56 sardi su 100. La fotografia che viene fuori dall'analisi dell'Istat è quella di un'isola che mostra ancora il fiato corto. Nella quale se anche una debole ripresa è iniziata, ancora non mostra segni evidenti. La Sardegna nelle classifiche che riguardano lavoro e famiglia sta quasi sempre indietro, mentre vola in alto in quelle che riguardano il clima e la qualità della vita: per chi il bicchiere preferisce vederlo mezzo pieno, l'isola afflitta da molti problemi ha anche più di una ragione per sorridere.Le famiglie. È un'isola di single o di figli unici. L'indice di natalità è il secondo più basso d'Italia (fa peggio solo la Liguria): nascono 6,4 bambini ogni 1000 abitanti, più o meno 1,1 figli per coppia. La media nazionale è più alta, 7,8 ogni 1000, ed è più alta anche la media di famiglie con 1 o più figli. In Sardegna la tipologia di famiglia più diffusa è quella senza figli (31,8%) seguita da quella con 1 (27.3%) o 2 figli (21.4%). Nell'isola è più presente il nucleo composto da madre e figli, 9.5 ogni 1000 a fronte di 8 su 1000 nel resto d'Italia. La popolazione. Il saldo morti nascite è sempre a favore del primo e la popolazione invecchia in maniera costante e per ora inesorabile. La fascia 0-14 anni è quella meno rappresentata perché mette insieme appena l'11,6% della popolazione, quasi due punti in meno rispetto alla media nazionale (13.5%). La fascia più nutrita è quella 14-65 anni con il 65,7%, un punto e mezzo più del resto d'Italia. E gli anziani over 65 sono il 22.7% a fronte di una media del 22.3%. E nell'isola dei centenari che custodisce nelle zone interne l'elisir di lunga vita studiato dagli esperti di tutto il mondo, si scopre che le aspettative di vita alla nascita sono perfettamente in linea con quelle medie nazionali: 80,2 anni per gli uomini (a fronte di 80,6) e 85,4 anni per le donne (a fronte di 85,1).Matrimoni e divorzi. Ci si sposa un po' di meno ma il legame si rivela appena più solido. L'anno scorso in Sardegna sono stati celebrati 4880 matrimoni, di cui 2590 religiosi e 2290 con rito civile. Il quoziente di nuzialità, dice l'Istat, è 2,9 per mille. Nel resto d'Italia è più alto - 3,2 - ma è superiore anche l'indice di divorzi/separazioni: 1,3 in Sardegna (con 2207 coppie scoppiate in un anno), 1,4 la media nazionale. Qualità dei servizi. Male l'acqua, malino l'energia elettrica. Nella sezione riservata al grado di soddisfazione per la qualità dei servizi offerti, l'isola si distingue. Per l'acqua innanzitutto, da due punti di vista. Il primo: quella che si perde per strada durante la distribuzione nelle reti. Il dato non è aggiornatissimo, nel frattempo la situazione è migliorata, ma un anno fa la percentuale di dispersione era del 59,3%, 22 punti in più rispetto alla media nazionale. Peggio della Sardegna fanno solo la Basilicata e il Molise. Il secondo dato è ancora più clamoroso: il 63% dei sardi dichiara di non fidarsi a bere l'acqua dal rubinetto. La media nazionale è 29,9%, l'isola domina nettamente la classifica. Non fa pieno di consensi neppure il servizio elettrico: la percentuale di sardi che si dichiarano soddisfatti del servizio è alta- 75,6% - ma inferiore di 12 punti - 87,9 - alla media nazionale. Lavoro e soldi. Disoccupazione e precariato, questi i mali principali del mercato del lavoro isolano. Dove una ripresa c'è stata ma ha riguardato prevalentemente i contratti a tempo determinato: sono il 16,9% del totale a fronte del 12,5 di media. E l'indice di soddisfazione è basso. Appena 2,1 sardi su 100 sono molto felici della propria professione, mentre 37,4 lo sono abbastanza: rispettivamente 1 punto e 10 punti in meno della media. Poco soddisfatti 28,9 (a fronte di 34,8) e del tutto scontenti 19,1 su 100, 6 in più che nel resto d'Italia.L'isola al top. Anni luce avanti rispetto alle regioni del centro sud e a piani alti della classifica nazionale, più sud rispetto a regioni del nord come l'Emilia Romagna: i sardi leggono di più: Ben 45,7 su 100 hanno letto un libro negli ultimi 12 mesi, 56,6 su 100 leggono abitualmente un giornale quotidiano (la media nazionale è 43,9). Ma ci sono anche altri dati sui quali l'isola eccelle. Per esempio il clima che la rende una delle regioni più desiderate. Nel 2016, anno molto caldo, le temperature minime più basse si sono avute a dicembre (5,2 gradi) quelle più alte a luglio con 30 gradi di media, seguito da agosto e da giugno. Infine l'ambiente: poche lamentele per l'inquinamento (16% rispetto a 38) e per il rumore (21 rispetto a 31).
SANITÀ Tanti medici e assistenza scarsa
Un capitolo dell'annuario Istat è dedicato alla sanità, tra posti letto nelle strutture, numero di ricoveri e di medici, patologie curate e durata della degenza. C'è poi anche il consueto sondaggio su famiglie a campione per verificare il livello di soddisfazione per l'assistenza sanitaria. Viene fuori - non troppo a sorpresa - che i sardi sono poco soddisfatti del grado di assistenza: 18,8 su 100 a fronte di 12 su 100 che invece si dicono molto soddisfatti a fronte di 17,3 a livello nazionale. Un dato in contrasto con l'alto numero di medici che operano in Sardegna, in percentuale superiore alla media nazionale rispetto alla popolazione. Due esempi: i pediatri sono 10,5 ogni 10mila abitanti mentre la media è 9,2. Nettamente superiore è il distacco per quanto riguarda i medici di guardia medica: sono 44,8 ogni 100mila abitanti in Sardegna, 19,1 la media nazionale. Infine, il numero degli ambulatori sanitari presenti nel territorio: ce ne sono 45,6 ogni 100mila residenti nell'isola, 41,3 è invece il dato che viene fuori facendo la media tra tutte le regioni.


7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Ogliastra - Pagina 25
Gairo vecchio
tesi di laurea sul borgo

GAIRO Vi ricordate il borgo fantasma di Gairo vecchio? Ebbene le tipologie costruttive che venivano utilizzate nel paese ogliastrino che venne abbandonato in massa dai suoi abitanti dopo l'alluvione degli anni Cinquanta sono al centro di un'interessante tesi di laurea che verrà presentata nella sal polifunzionale di Gairo venerdì prossimo. La prima parte del lavoro di Daniele Figus verte su una ricerca generale riguardante i borghi fantasma in Italia. Successivamente, attraverso una ricerca storica, si analizza il caso di Gairo vecchio e sulle sue tecniche costruttive tradizionali ormai non più utilizzate sebbene molto interessanti. L'appuntamento con la presentazione del lavoro di Figus sull'abbandono delle vecchie tipologie è fissato per le 17 nella sala polifunzionale di piazza Pietro Melis.


8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Economia - Pagina 15
FORMAZIONE
Un master in Management per professionisti della sanità

NUORO Medici specialistici, farmacisti, infermieri e professionisti sanitari in genere, ma anche personale amministrativo operante nel settore che ricopre ruoli dirigenziali o aspira a ricoprirli: questi i destinatari del master in Management per dirigenti di struttura complessa - Madisco della Liuc Business School di Castellanza, che si svolgerà a partire da maggio 2018 presso l'EuroHotel a Nuoro.Un corso innovativo nel panorama della formazione post-laurea in Sardegna, che nelle prime tre edizioni ha formato 76 professionisti. Il Master nasce nell'ambito dell'attività del Centro sull'Economia e il Management in sanità e nel sociale della Liuc Business School, punto di riferimento a livello nazionale per la formazione e l'aggiornamento delle figure che operano a vari livelli nel settore. Questo corso in particolare nasce con l'obiettivo di garantire una reale crescita professionale dei partecipanti per un inserimento in équipe multidisciplinari che governano la "complessità di cura", in linea con le esigenze aziendali e territoriali. Nuove competenze, dunque, ma anche nuovi strumenti manageriali per differenti modelli organizzativi e per una maggiore efficacia ed efficienza dei servizi erogati alla popolazione. Iscrizioni entro il 9 marzo. Per informazioni: www.liuc.it, fmarinello@liuc.it.


9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Economia - Pagina 15
VISITE FISCALI, SALTA IL RITOCCO DEGLI ORARI  Decreto Madia, sì al bis. C’è la stretta sugli invalidi.
Il presidente dell’Inps Boeri: “Con fasce diverse, rischio meno controlli”

di Marianna Berti
ROMA Le visite fiscali continueranno a seguire i soliti orari, con una finestra di 4 ore per i dipendenti privati e di 7 per gli statali. Salta così l'armonizzazione, indicata nella riforma del pubblico impiego come una delle finalità da perseguire con la nascita del polo unico per i controlli. La decisione è sancita nel decreto firmato dalla ministra Madia di concerto con il collega Poletti. Decreto che trova critico il presidente dell'Inps Boeri: la mancata uniformazione potrebbe «far diminuire le visite fiscali nella Pa». Nel provvedimento vengono allineate le regole in fatto di esclusioni dall'obbligo di reperibilità. La deroga vale se l'invalidità è pari o superiore al 67%. Finora invece nella Pa tetti non ce ne erano. L'altra novità sta nella possibilità di svolgere accertamenti «con cadenza sistematica e ripetitiva, anche in prossimità delle giornate festive e di riposo settimanale». Una misura «anti-furbetti», già annunciata e ora confermata nella versione ufficiale del decreto, che entrerà in vigore il 13 gennaio. Passate le vacanze quindi nella Pa non farà più fede il regolamento di Renato Brunetta ma il decreto firmato dalla ministra della Funzione pubblica Marianna Madia con il titolare del Lavoro, Giuliano Poletti. Si parte però dal fatto che nulla cambia per le fasce orarie: «Dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18». Il decreto nulla aggiunge sui dipendenti privati, per cui le finestre di reperibilità restano più corte (10-12 e 17-19). D'altra parte erano due le strade percorribili: allargare gli spazi per i lavoratori del privato, come più volte proposto dal numero uno dell'Inps Tito Boeri, che si era espresso per portare tutti a sette ore; oppure accorciare la reperibilità per gli statali, opzione però giudicata non percorribile dalla Funzione pubblica. Il ministero della Pa, già in occasione del parere del Consiglio di Stato, aveva spiegato come armonizzare la materia facendo leva sul pubblico avrebbe comportato una riduzione delle fasce a sole quattro ore e, quindi, «una minore incisività della disciplina dei controlli». Non restava quindi che cambiare nel privato ma, almeno per ora, non si è proceduto. Un peccato secondo Boeri. Non armonizzare «rende più difficile realizzare quelle economie di scala che sono alla base della scelta del polo unico. Se ci sono due dipendenti malati, uno pubblico e uno privato in una piccola località, per ridurre i costi unitari dei controlli si potrà essere costretti a rinunciare a visitare sia l'uno che l'altro». Per Boeri rischia di «creare inefficienze» anche la procedura per il cambio d'indirizzo di reperibilità, da comunicare all'amministrazione che a sua volta lo dovrà segnalare all'Inps: se non si dà subito notizia «potrebbe partire una visita inutile». In ogni caso, assicura, «l'Inps applicherà quel che il governo decide».


10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 3 gennaio 2018 / Agenda - Pagina 20
LA CONVENZIONE
"BIKE SHARING" abbonamenti gratis per gli studenti

SASSARI Cento, tra studenti e studentesse, iscritti in un percorso universitario o di alta formazione accademica a Sassari riceveranno gratuitamente un abbonamento annuale per poter usufruire del servizio di Bike Sharing cittadino. E' il frutto di un accordo tra Ersu e assessorato alla Mobilità del Comune, contenuto in una convenzione deliberata dalla giunta comunale lo scorso 28 dicembre, che mira a promuovere la cultura della mobilità sostenibile tra la popolazione studentesca.In sintesi, il documento, firmato dal dg di Ersu Antonello Arghittu e dall'assessore alla Mobilità Antonio Piu, prevede l'erogazione di cento tessere annuali al costo agevolato di 25 euro (anzichè 30) a totale carico dell'Ersu Sassari che saranno destinate ad altrettanti iscritti a un qualsiasi corso di laurea dell'università di Sassari, dell'accademia di Belle Arti, dell'istituto superiore di Scienze Religiose di Sassari-Tempio Ampurias e del Conservatorio di Musica di I°, II° e III° livello, compresi gli studenti coinvolti in programmi di mobilità internazionale.La card avrà coperti i costi di iscrizione al servizio di Bike Sharing e conterrà la prima ricarica di cinque euro, mentre l'assicurazione per la Responsabilità Civile verso Terzi sarà facoltativa e potrà essere aggiunta in autonomia dallo studente al costo di 5 euro accedendo alla propria area personale sul sito del servizio www.bicincitta.com. Per utilizzare le bike in città, i costi resteranno quelli in vigore attualmente, ovvero la prima ora sarà gratuita, mentre le ore successive alla prima avranno un costo di 1,00 euro l'ora.«Ho accolto con grande entusiasmo la proposta dell'assessore alla Mobilità Antonio Piu di unire le forze tra Ersu e Comune di Sassari per promuovere l'uso di mezzi alternativi e sostenibili tra gli studenti e le studentesse iscritti a Sassari - spiega il dg dell'Ersu Antonello Arghittu, - si fa sempre più necessaria un'azione di sensibilizzazione ed educazione al rispetto dell'ambiente, soprattutto grazie a forme di trasporto responsabile, specialmente nella popolazione studentesca, che rappresenterà la futura classe dirigente della società a venire».Per l'assessore Antonio Piu «si può vincere solo se si è insieme nella battaglia contro l'inquinamento e il surriscaldamento globale: il Comune di Sassari a partire dal 22 settembre scorso ha dato il via al servizio di bike sharing in città e da subito ha registrato una grande partecipazione della popolazione: nei primi tre mesi di attivazione del servizio sono stati acquistati ben centocinquanta abbonamenti e sono stati tre mila i prelievi delle biciclette dagli appositi stalli. Sassari - prosegue l'assessore comunale Antonio Piu - dimostra, giorno dopo giorno, di voler andare sempre più verso un modello di città sostenibile, a misura di uomo, donna e bambino e siamo felici di poter contribuire a realizzare questo progetto virtuoso».

Questionario e social

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