UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 13 dicembre 2017

Mercoledì 13 dicembre 2017

13 dicembre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 13 dicembre 2017/ Agenda Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
MATTINA CON GRAZIA DELEDDA
Oggi dalle 9, nell'Aula magna del Palazzo del Rettorato, in occasione della ricorrenza del novantesimo anniversario dalla consegna del Premio Nobel a Grazia Deledda, la rettore Maria Del Zompo ha organizzato una mattinata di studio tutta al femminile sulla grande scrittrice sarda, tuttora l'unica donna italiana ad aver vinto il prestigioso riconoscimento. A Rita Fresu, docente di Linguistica, sarà affidato il compito di presentare la scrittrice nel quadro fecondo della produzione letteraria femminile in Italia tra Ottocento e Novecento. Tra oggi e mercoledì 20, nell'atrio del Rettorato, in via Università 40, si potrà visitare un'originale installazione multimediale progettata dal regista Francesco Casu.

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 13 dicembre 2017/ Agenda Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
MUSICA NELL'ATENEO
Domani, a Facoltà di Studi Umanistici ospiterà due laboratori di canto corale. Il laboratorio “Cantare a scuola: repertorio, propedeutiche, tecniche esecutive”, programmato nell'Aula 5 dalle 9 alle 11, è riservato agli studenti del secondo anno di Scienze della formazione primaria, mentre il laboratorio serale “... per tutti, coralmente” si terrà nell'Aula 3 dalle 18 alle 20.

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 13 dicembre 2017/ Lettere e opinioni (Pagina 16 - Edizione CA)
IL DIBATTITO Un mestiere sempre più a rischio
I PROFESSORI IN VIA D’ESTINZIONE
Franco Epifanio Erdas, Docente universitario, pedagogista

Se si continua così, nel giro di qualche decennio (ma forse anche meno) per trovare persone disposte a fare il mestiere di insegnante, si dovranno riciclare vecchi militari in pensione o simili. Non è ancora un fenomeno preoccupante, ma i sintomi di un esodo dalla scuola, già si avvertono. Perché restare? Non che sia a rischio la fortuna del posto fisso. Figuriamoci. Ma non c’è più l’amore di una volta. Quello che alle origini poteva essere una scelta dettata da una vocazione, col sovraccarico di compiti e la compresenza di personaggi del tutto ignoti nella scuola del passato, quell’amore è andato estinguendosi, e ciò che è più grave, con esso si è finito per perdere pezzi importanti della professionalità maturata negli anni con sacrificio con gli studi e l’esperienza. Oggi, anche i professori più bravi (si fa per dire) non sono più motivati a offrire quel di più che la scuola proprio da loro si attende. L’abbandono definitivo della scuola non è solo una supposizione del tutto allarmistica di chi è preoccupato del futuro dei nostri ragazzi. Rappresenta un fenomeno in espansione in molti paesi dell’Unione, e non è un caso che in alcuni di questi, per esempio nel Regno Unito, è già diventata emergenza il reclutamento di nuovi insegnanti. Ma anche in altri paesi la situazione non appare dissimile. In Francia, secondo il rapporto presentato al Senato nel Novembre del 2016, il tasso di abbandono dei professori, che era dell’1,1% negli anni 2012-2913, è cresciuto del 3,2%.
La nuova gestione pubblica della scuola, ecco, il vero nocciolo della questione. Le innovazioni che la ispirano sono tutte di grande rilevanza e tutte condivisibili. Ma ci si è mai chiesti quali effetti hanno avuto e continuano ad avere sulle persone che dovrebbero tradurle in atti concreti? Ci si è chiesti se una maggiore autonomia, la presa in carico di portatori di handicap nella propria classe, la pretesa di percorsi personalizzati per ogni alunno in classi pletoriche, il rendiconto giornaliero di ogni atto, la ricerca di efficacia ad ogni costo per guadagnare più meriti, e così via, non avrebbero rappresentato un aggravamento delle condizioni di lavoro degli insegnanti, in termini di stress, sofferenza psichica, burnout? La gente spesso non sa. Non sa per esempio che gli adempimenti burocratici, spesso inutili, quasi sempre lontani da quello che è il cuore del mestiere, si portano via quasi la metà del tempo scuola. Di più, sempre di più, alla ricerca di livelli sempre più alti di responsabilità. Ma per rispondere agli interessi di chi? Stranamente continuano a contare quasi nulla i vizi antichi e nuovi della burocrazia ministeriale. Continua a non contare il fatto che gli insegnanti hanno modi propri di pensare la scuola e di ragionare sui programmi, e che lo stesso linguaggio è diverso. Per l’insegnante, in principio non c’è il fine, che è sempre ingannevole, ma il destinatario. Il quale non è sempre chi segue le leggi, ma anche chi le interpreta secondo valori che possono non coincidere con quelli di chi quelle leggi ha pensate e prescritte. Secondo l’economista Herbert Simon, premio Nobel nel 1987, il fenomeno va riportato al modo di ragionare di chi esercita una funzione nel sociale. La “razionalità in azione”, come egli la chiama, non coincide con la ragione classica del teorico di professione. È una razionalità meno teorica, più pratica, propria di chi opera in carne ed ossa nella dura realtà, e con questa deve fare i conti. Vale anche per gli insegnanti, come vale per i giudici, che non sono la “bouche de la lois”, come voleva Montesquieu, ma anche interpreti della legge, e in questa funzione possono diventare “producteur del normes juridiques”.

 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 13 dicembre 2017/ Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Rinviate le operazioni e le visite negli ospedali, le liste d'attesa crescono
Un anno e un giorno per una colonscopia nell'azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, 292 giorni per una ecografia della mammella al Brotzu, quasi dieci mesi per una tac nella Assl di Oristano, nove mesi per una spirometria a Lanusei. Le liste d'attesa scoppiano in ogni ospedale e dopo la giornata di sciopero di ieri i numeri, invece che diminuire, sono destinati ad aumentare ancora. Sarà una conseguenza inevitabile, come i disagi per i pazienti che avevano programmato visite, controlli e interventi di routine: la protesta dei medici ha paralizzato per 24 ore le attività nelle cliniche e nelle aziende sanitarie di tutta l'Isola.
OSPEDALI DESERTI Nei corridoi degli ospedali ieri si sentiva solo il rimbombo dei passi. Quasi nessun paziente in fila nei reparti del Brotzu: un vuoto annunciato già dai parcheggi, insolitamente liberi. Stesso discorso anche per il Santissima Trinità di Cagliari e per le altre strutture dell'Isola: da Oristano a Lanusei, Carbonia, Sassari, Olbia, Ghilarza. L'adesione in Sardegna è stata tra l'80 e il 90 per cento, stando alle percentuali diffuse dai sindacati. Gli interventi di routine, quelli programmati da tempo - che vanno a ingrossare le liste d'attesa - sono saltati quasi tutti. I medici che hanno lavorato nonostante la giornata di protesta sono stati impegnati esclusivamente nelle emergenze e nelle visite di pronto soccorso. Nei giorni scorsi le direzioni sanitarie degli ospedali sardi hanno precettato dottori, infermieri e operatori socio sanitari, oltre a tutti gli altri professionisti del settore, che hanno garantito tutte le «prestazioni indispensabili», individuate dal Ministero della Salute in una circolare. Su disposizione del servizio Gestione e sviluppo delle risorse umane dell'Ats tutti i dipendenti dell'azienda unica hanno dovuto comunicare per tempo ai responsabili dei vari reparti l'adesione allo sciopero.
INTERVENTI RINVIATI Proteste contenute da parte dei pazienti: solo in qualche caso si sono presentati comunque in corsia per le visite o gli interventi programmati. La maggior parte è stata avvisata in anticipo della giornata di sciopero ed è stato fissato un nuovo appuntamento. Le liste d'attesa sono destinate ad allungarsi ulteriormente. Secondo il servizio di monitoraggio della Regione, la prestazione con il maggior numero di prenotazioni è la visita oculistica: in tutta l'Isola i pazienti che aspettano l'esame sono 2860. In media, l'appuntamento arriva in 115 giorni. Le visite cardiologiche invece sono 2381. Conseguenza, secondo i medici, degli organici ridotti all'osso: «Il turn over, nonostante gli annunci, è bloccato da tempo. Mancano anestesisti e cardiologi, ma ormai le carenze sono in tutti i campi», sottolinea Susanna Montaldo, segretario regionale di Anaao Assomed Sardegna.
«SARDEGNA IN RITARDO» E nel giorno dello sciopero generale dei camici bianchi arriva anche un appello a far decollare in tempi brevi la Breast unit, il centro di senologia che dovrà occuparsi degli oltre mille nuovi casi di tumore della mammella che ogni anni si verificano in Sardegna, spesso ad un'età più bassa rispetto a quella che si registra in altre regioni. «A un anno della scadenza della legge in materia, metà delle donne italiane con tumore al seno ancora non possono essere curate in una Breast unit della loro Regione, e quasi tutte non sanno nemmeno cosa sia un centro di senologia multidisciplinare», è la denuncia di “Europa Donna Italia”, che ha affidato all'attrice Marisa Laurito il ruolo di testimonial: «Nessuna Regione è in regola, anche se qualcuna si dà molto da fare». La Sardegna è tra quelle che almeno hanno mosso i primi passi (con la nuova rete ospedaliera) ma il traguardo è ancora lontano: «Chiediamo di sbrigarsi e rendere operative le Breast unit. Che cosa state aspettando?». (m. r.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 13 dicembre 2017/ Provincia di Sassari (Pagina 43 - Edizione CA)
SASSARI. Esposti e ricorsi al Tar hanno fatto partire l'indagine
Scontro nell'Università sui concorsi nelle cliniche

Esposti in Procura, ricorsi al Tar (con relativi controricorsi) e segnalazioni alla Corte dei Conti. Dietro l'inchiesta affidata alla Guardia di Finanza su concorsi e assegnazioni di incarichi nei ruoli apicali delle cliniche universitarie di Sassari c'è uno scontro, neppure tanto sotterraneo, che è sfociato in una vicenda giudiziaria ancora tutta da scrivere. La posta in gioco sono le caselle che contano ai vertici delle strutture complesse, gli incarichi a tempo determinato, i rinnovi dei contratti e gli stessi concorsi.
GUERRA DI ESPOSTI Stando a indiscrezioni, gli esposti presentati negli ultimi mesi sono numerosi e hanno imposto l'avvio di accertamenti che hanno portato il personale della Guardia di Finanza di Sassari, negli uffici dell'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. I militari del Nucleo di polizia tributaria, coordinati dal colonnello Marco Sebastiani, avrebbero già sentito diverse persone a sommarie informazioni. Sul contenuto dei verbali delle Fiamme Gialle, non ci sono indiscrezioni. Ma è certo che i finanzieri, ora, possono lavorare sulle presunte anomalie delle selezioni che riguardano i docenti universitari candidati alla direzione delle cliniche.
LA CLINICA DI ORTOPEDIA I diversi procedimenti aperti sono perlopiù, almeno in questa fase, a carico di ignoti. Gli esposti indicano delle situazioni e gli autori invitano la polizia giudiziaria a verificare ipotesi di abuso d'ufficio e altri reati collegati. Un fascicolo che ha già fatto molta strada è quello per un incarico a tempo determinato, oltre 110mila euro all'anno, nell'organigramma della struttura complessa di Ortopedia. La vicenda rende perfettamente l'idea dello scontro in atto tra candidati.
Dopo l'assegnazione dell'incarico per un periodo abbastanza limitato, a un docente universitario, un collega escluso, che ritiene di avere un curriculum migliore, presenta un esposto. Il caso finisce in Procura e viene aperta un'inchiesta. La Guardia di finanza, in effetti, individua alcune anomalie. I pm, però, non ritengono che abbiano una rilevanza penale. Viene richiesta l'archiviazione. Nel frattempo, però, il docente escluso dalla selezione per l'incarico provvisorio, vince il concorso bandito per la copertura del posto in via definitiva. E contro il professore in cima alla guaduatoria, parte un ricorso al Tar. Ora il gip di Sassari ha disposto ulteriori approfondimenti sulla vicenda.
LA CORTE DEI CONTI E ora, sulla scena, c'è anche la magistratura contabile che ha aperto un dossier sulle spese. I documenti acquisiti nei giorni scorsi saranno spesso sul tavolo dei giudici della Corte dei conti.
A. B.

 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 13 dicembre 2017/ Quartu Sant'Elena (Pagina 27 - Edizione CA)
PITZ'E SERRA. Il progetto per verificare la presenza del gas, coinvolte due classi
Gli studenti del Levi misurano il radon a scuola

All'istituto tecnico Levi gli studenti vanno a caccia di radon, il gas prodotto da rocce e suolo che, se presente in concentrazioni troppo elevate, diventa pericoloso per la salute umana. Gli alunni della 4C e 5C del triennio di Chimica e biotecnologie ambientali sono giunti alla fase finale del “Progetto Radon”, iniziato nel febbraio del 2016 con lo scopo di effettuare una misurazione scientifica delle percentuali del gas presenti negli ambienti scolastici.
Guidati dalla docente Elisabetta Bina, i ragazzi si sono trasformati in chimici: hanno preparato ed esposto per 12 mesi i “dosimetri passivi” (cioè lo strumento di rilevazione) in tutti gli ambienti scolastici, quindi li hanno trattati chimicamente, li hanno letti al microscopio ottico e hanno elaborato i dati. Dopo questa fase di analisi la scuola sarà in grado di fare una prima valutazione del rischio legato all'esposizione al radon, anticipando così questo tipo di studio che diventerà obbligatorio negli ambienti di lavoro. Le verifiche e i risultati saranno illustrati in un seminario al dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari.
La presenza di radon, che si forma dal decadimento del radio, generato a sua volta dal decadimento dell'uranio, diventa rilevante quando viene isolata negli ambienti chiusi ed è la causa del dieci per cento dei tumori polmonari. La valutazione del rischio è il primo passo per attuare una prevenzione a lungo termine: per questo è nato il progetto di studio, misurazione e monitoraggio. Nel portarlo avanti, gli studenti del Levi hanno acquisito diverse competenze tra cui la capacità di lavorare in gruppo e di osservare, elaborare e interpretare i dati. Non è la prima volta che i ragazzi vengono coinvolti in attività che vanno al di là del normale corso di studio. Lo scorso anno avevano prodotto una loro birra, imbottigliata con l'etichetta della scuola.
G. Da.

 

7 - L’UNIONE SARDA.IT di martedì 12 dicembre 2017 » Cronaca » Cagliari 14:54 - ultimo agg.to 16:09 
CAGLIARI, CROLLA UN CONTROSOFFITTO AL PALAZZO DELLE SCIENZE: AULE INAGIBILI
Aule inagibili al Palazzo delle Scienze, dove si svolgono alcune lezioni della Facoltà di Matematica e Informatica dell'Università di Cagliari.
Nella notte tra domenica e lunedì (fortunatamente, dunque, in assenza di studenti e personale) è crollato un controsoffitto, costringendo i vertici dell'ateneo a disporre la temporanea chiusura dei locali di via Ospedale. L'incidente ha interessato l'aula D al primo piano, ma - precisano dall'Università - "per ragioni di sicurezza sono state interdette anche le stanze e gli uffici attigui". "Quanto accaduto - viene spiegato - ha subito fatto scattare una serie di verifiche su altri locali del palazzo e sono già iniziate le opere di ripristino. Entro un paio di giorni - precisa l'ateneo - tutto dovrebbe tornare alla normalità". L'Università ricorda come solo una minima parte dei locali del Palazzo delle Scienze sia utilizzata per l'attività didattica, in quanto la maggioranza delle lezioni è stata da tempo trasferita alla Cittadella di Monserrato.
(Redazione Online/l.f.)




 

La Nuova Sardegna

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 13 dicembre 2017 / Lettere e commenti - Pagina 34
LA PAROLA AI LETTORI | RISPONDE MANLIO BRIGAGLIA
L'università e il convegno sulla massoneria

Giorgio Simula, Sassari
Da giovane avevo un sogno: laurearmi in Economia. Purtroppo, figlio di operai, non mi è stato possibile realizzare questo sogno, ma con mio grande sacrificio ho preso il diploma di ragioniere. Oggi sono orgoglioso di essere riuscito ad iscrivere mio figlio all'Università, poiché sono convinto che la cultura sia un bene inestimabile, che nessuno può toglierti. Di recente, lo stesso mio figlio mi ha presentato una locandina: l'Università di Sassari ha organizzato per sabato 16 Dicembre, nella sua sontuosa aula magna, il Congresso dei massoni del Grande Oriente, per celebrare Armandino Corona. Pensavo fosse uno scherzo, invece no. Addirittura il Rettore Massimo Carpinelli darà il saluto all'apertura dei lavori.Senza fare moralismi, penso che ogni essere umano possa appartenere a qualsiasi sesso, religione, partito politico, etc, in casa propria. Ma che l'Università, un'istituzione pubblica, possa aprire così sfacciatamente le porte alla massoneria nazionale, mi preoccupa e non poco. La domanda che mi viene spontanea è: ma per gli esami mio figlio sarà giudicato per quanto merita, o sarà favorito il suo compagno di studi eventualmente iscritto alla massoneria? Quanto questa "infiltrazione" potrà garantire agli studenti un metodo di giudizio trasparente? E ancora peggio, considerato che, come qualcuno diceva, pensare male è peccato ma qualche volta ci si azzecca, non vorrei che l'università da tempio della cultura si trasformi in tempio della massoneria allo scopo di reclutare adepti tra gli studenti.

* * *Non conosco la notizia se non per voci confuse e scandalizzate. Se è l'Università che organizza, la cosa mi sorprende e non finirà in fretta di farlo. Se invece c'è un congresso della Massoneria in ricordo di Armandino Corona e l'Università offre l'aula magna, che sorpresa? Il rettore porta il suo saluto, si vede che è persona educata. Non capisco questa cattiva fama della Massoneria. Io, professore di Storia, penso alla Massoneria del Risorgimento che, con grandi uomini e molti mezzi, ha aiutato a fondare l'Italia unita. L'unico che ha cercato di abolire la Massoneria è stato Mussolini, nel 1925: quella volta Gramsci pronunciò il suo primo e ultimo discorso parlamentare, e raccontano che Mussolini lo ascoltasse chino verso di lui, con la mano dietro l'orecchio per sentirlo meglio.

Questionario e social

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