UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 10 dicembre 2017

Domenica 10 dicembre 2017

10 dicembre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 dicembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. L'appuntamento mercoledì in Rettorato
CONVEGNO PER GLI 80 ANNI DEL NOBEL ALLA DELEDDA

Mercoledì alle 9, nell'aula magna del palazzo del Rettorato, in occasione del novantesimo anniversario dalla consegna del Premio Nobel a Grazia Deledda, la rettrice dell'Università di Cagliari Maria Del Zompo ha organizzato una mattinata di studio tutta al femminile sulla grande scrittrice sarda, tuttora l'unica donna italiana ad aver vinto il prestigioso riconoscimento. A Rita Fresu, docente di Linguistica italiana, sarà affidato il compito di presentare la scrittrice nel quadro fecondo della produzione letteraria femminile in Italia tra Ottocento e Novecento. A dare conto della formazione che Grazia Deledda ha compiuto a contatto con letture eterogenee non solo italiane, saranno chiamate Sharon Wood, docente emerita dell'Università di Leicester, con un intervento su “Arte e realtà nei primi romanzi di Grazia Deledda”; e Stefania Lucamante, docente alla Catholic University of America, con un intervento sul romanzo “La chiesa della solitudine”. Nella seconda parte del convegno interverranno Maddalena Rasera, che ha recentemente curato la pubblicazione delle lettere al grande traduttore francese Georges Hérelle, e Maura Picciau, direttrice del servizio tecnico-scientifico dell'Isre. Il coordinamento sarà affidato a Duilio Caocci, docente all'Università di Cagliari, segretario della Commissione per l'edizione nazionale dell'opera omnia di Grazia Deledda. Durante il convegno, l'attrice e regista Lia Careddu, attrice e regista di grande esperienza e prestigio, leggerà alcuni passi scelti dai romanzi e dalle novelle. Tra il 13 e il 20 dicembre nell'atrio del Rettorato, si potrà visitare l'installazione multimediale del regista Francesco Casu con la collaborazione del gruppo Collaborative and Social Enviroinments del CRS4 e impreziosita dalle letture di Daniela Deidda.

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 dicembre 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 58 - Edizione CA)
LIBRI. Cagliari, Scienze politiche
IL RICORDO DI SOZZI LUNEDÌ ALL'UNIVERSITÀ

FOTO Un viaggio negli anni settanta, in una stagione di grande fermento politico e culturale, raccontata attraverso l'esperienza di Pier Giuseppe Sozzi, leader politico scomparso a 67 anni nel 2014, che guidò l'organizzazione giovanile delle Acli dal 1970 al 1973. Elementi contenuti nel libro “La politica come partecipazione”, curato da Dolores Deidda, che verrà presentato domani alle 16.30 nell'aula magna della facoltà di Scienze politiche di Cagliari. Attraverso le tesimonianze e le interviste a esperti e amici, si racconta l'attività di Sozzi che, durante il periodo alla guida delle Acli, produsse proposte originali di impegno politico militante, nel tentativo di rafforzare la strategia unitaria del movimento operaio. L'introduzione è affidata a Piera Loi, direttore del Centro studi di relazioni industriali, mentre al dibattito interverranno Marco Sozzi, Gianni Loy, Salvatore Cudeddu, Franco Marras e Franco Siddi; coordinerà Dolores Deidda. (m. s.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 dicembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Chiusi per lavori due reparti al Brotzu, intasati gli altri presìdi
POSTI LETTO FINITI NEGLI OSPEDALI, INTERVENTI CHIRURGICI A RISCHIO
«Cari pazienti, tornate a casa: non vi operiamo più». Al Policlinico universitario di Monserrato parlano di quasi certo rinvio di tutti gli interventi chirurgici programmati, quindi non urgenti: la decisione non è ancora ufficiale, ma a quanto pare lo sarà molto presto. Negli ospedali dell'Assl di Cagliari, soprattutto al “Santissima Trinità”, si sta imboccando la stessa strada, sulla quale peraltro potrebbe viaggiare anche il “Brotzu”, che fa azienda a sé con “Binaghi” e Microcitemico. In via Peretti, la chiusura dei reparti da ottanta posti letto di Medicina 1 e 2 - si stanno rifacendo gli impianti elettrici ormai fuori norma, e sul punto hanno polemizzato l'ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e l'attuale assessore alla Sanità, Luigi Arru - ha messo all'asta i pazienti “sfrattati” dai lavori. Se li sono aggiudicati, senza fare alcuna offerta e neanche tanto volentieri, gli altri ospedali cagliaritani, ricevendo in cambio una probabile paralisi. Già, perché non solo devono accogliere le urgenze del “Brotzu”, oltre che le proprie, ma stanno anche sistemando i pazienti di via Peretti nelle proprie Medicine, che però non bastano. Dunque, l'invasione si estende agli altri reparti, e i letti sono ora quasi tutti occupati. Il rinvio di tutti gli interventi chirurgici non urgenti è ora ben più che un'eventualità.
L'ASSL 8 «L'avevamo messo nel conto, dopo le riunioni organizzate dalla Regione per prepararsi all'emergenza», allarga le braccia Paolo Tecleme, direttore dell'Assl di Cagliari, «peraltro il trasferimento dei pazienti di Medicina 1 e 2 avviene anche nello stesso “Brotzu”, in altri reparti dove ci siano posti liberi». Quindi, nell'ospedale di via Peretti la possibilità di rinvio degli interventi programmati è sempre più alta, così come in quelli dell'Assl 8, e il pericolo aumenta giorno dopo giorno.
IL POLICLINICO All'Aou (Azienda ospedaliero universitaria), nessuno parla con l'ufficialità di nome e carica, ma parlano: «Questa situazione è un disagio gigantesco. Ad esempio, una decina di degenti delle Medicine del “Brotzu” sono ora ospiti della nostra Chirurgia». Ne consegue che, già solo per questo, molti interventi per i quali i pazienti avevano la sala operatoria prenotata sono stati cancellati dalla lavagnetta della Chirurgia dell'Aou. Spariscono nomi anche da quelle degli altri reparti dove i profughi del “Brotzu hanno trovato un letto e un pasto caldo, oltre che l'assistenza sanitaria, soprattutto post-operatoria.
IL FUTURO Il disagio si prolungherà a lungo, perché ogni intervento chirurgico non urgente che sarà rinviato andrà, inevitabilmente, ad allungare la fila di pazienti che attendono la chiamata in sala operatoria. In sintesi, è prevedibile che, negli ospedali che hanno accolto quelli del “Brotzu”, altri pazienti dovranno attendere più a lungo in lista d'attesa: gli interventi chirurgici per i quali avevano appuntamento potrebbero essere rinviati.
Luigi Almiento

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 dicembre 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 46 - Edizione CA)
SANT'ANTIOCO. La protesta
Porto Solky: «Statale 126 dimenticata»

«Il tratto di Statale 126 che va dal bivio Sirai a Sant'Antioco è il tassello primario per lo sviluppo turistico ed economico del Sulcis». Lo ribadiscono i componenti dell'associazione Porto Solky che da tempo chiedono di rimodulare il finanziamento di alcune opere previste nel Piano Sulcis a favore di altre, per ora non pianificate, ma «basilari per lo sviluppo del territorio».
Una di queste è appunto la statale 126 nel tratto tra Carbonia e Sant'Antioco. Il comitato, in una nota firmata da Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau, sottolinea che l'arteria costituisce l'anello viario tra l'Iglesiente e il Basso Sulcis e che, oltre ad assolvere una funzione di collegamento extraurbano, serve molteplici attività imprenditoriali e commerciali che si sono localizzate lungo il percorso ed a cui si accede attraverso numerosi accessi a rischio sicurezza: «Interventi che potrebbero essere messi in atto con una riqualificazione viaria che riveda gli accessi alle città e i numerosi incroci a raso esistenti, - dicono - cancellando ciò che rende la strada teatro di numerosi incidenti stradali spesso mortali». Si tratta di interventi che, 2012, erano stati previsti dal Piano provinciale trasporti e mobilità con uno studio commissionato dalla ex Provincia di Carbonia Iglesias e sviluppato dal dipartimento di Ingegneria della Università di Cagliari e prevedevano una spesa di circa 27 milioni di euro, ma di cui nel Piano Sulcis non ci sarebbe traccia. «Riteniamo perciò che i tempi siano maturi - spiegano i portavoce del comitato Porto Solky - affinché ci si possa sedere attorno ad un tavolo per rimodulare il finanziamento di un inutile nuovo ponte di Sant'Antioco a favore della messa in sicurezza della Statale 126 e la realizzazione del nuovo porto Polifunzionale del golfo di Palmas.
Tito Siddi

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 dicembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
Il manager cagliaritano, 54 anni, da un decennio guida la multinazionale Twinings in Italia
Fabio Pesce, il signore del tè
«Diamo risposte ai consumatori senza perdere di vista la storia» 

Può essere considerato un emigrato di ritorno anche se continua a lavorare tra Milano e Londra dal lunedì al venerdì. Da quindici anni, ogni weekend rientra in Sardegna per godersi il mare della nostra Isola, la pesca, Capoterra, Cagliari e la sua famiglia. Fabio Pesce, 54 anni, nato nel capoluogo sardo, studi al Liceo Siotto, ha lasciato l'Isola tanti anni fa, subito dopo la maturità, per laurearsi alla Luiss e intraprendere una carriera che oggi lo ha portato a guidare la Twinings in Italia. General manager della società inglese leader nella produzione di tè, dirige nel nostro Paese un colosso con stabilimenti in tutto il mondo e si trova a fare i conti con la Brexit. «Quando si è avuta notizia dei risultati del referendum ero a Londra, in riunione nella casa madre», racconta, «inizialmente c'è stato un momento di panico. Fino a quel momento nessuno pensava seriamente alla Brexit. In ogni caso, noi produciamo in tanti Paesi, per cui non credo che avremo problemi».
LA FORMAZIONE Dopo essersi laureato in Economia alla Luiss, a Roma, Fabio Pesce, negli anni Novanta decide di proseguire la sua formazione all'estero. «Gli Usa erano considerati la patria del marketing e mi attirava l'idea di andare lì a completare la mia formazione», spiega dalla sua scrivania nella sede italiana di Twinings. Lo sbarco negli States lo porta nella Silicon Valley, ma poi si sposta a New York dove inizia a lavorare con un consorzio, Sardegna Export, legato a Confindustria. «Vendevo nella Grande Mela la Sardegna, ho girato tutti i ristoranti italiani proponendo bottarga e altri prodotti agroalimentari», racconta il manager cagliaritano. Esporta anche marmi e graniti provenienti dall'Isola. Poi completa gli studi con un master in Business Administration (Mba) alla Stern School of Business di New York. A questo punto la sua carriera prende il volo in aziende multinazionali. «Mi sono occupato di marketing soprattutto di alimentari o beni legati al settore, come prodotti da forno e per l'infanzia, drink, biscotti, solo per citarne alcuni».
LA SVOLTA Il passaggio dal marketing al commerciale è quasi obbligato. «All'inizio non avevo un'idea chiarissima di cosa volessi fare da grande, ma ho cercato di farmi guidare dalle opportunità e dalle emozioni, nel tentativo di accedere a esperienze diverse», aggiunge, «fino a qualche anno fa si apprezzava una iper-specializzazione, mentre oggi le aziende sono alla ricerca di comprovate doti di “agilitá” derivate da un percorso fatto di esperienze diverse. Mi capita di confrontarmi con agenzie di Recruiting e tra i valori che si cercano c'è proprio la curiosità e la volontà di esplorare settori differenti».
Per il manager cagliaritano, avere una buona dose di elasticità mentale è una dote da apprezzare in un giovane che esce dall'Università, «anche perché l'economia oggi viaggia a un'altra velocità». Valori che hanno permesso a Fabio Pesce di conquistare ottimi risultati con Twinings in Italia, dove vengono apprezzate le nuove linee produttive, studiate per assecondare le indicazioni dei consumatori. Fare in modo che un'azienda con 300 anni di storia mantenga il proprio primato sui mercati non è semplice, «ma ci riusciamo», spiega, «studiando i nuovi orientamenti di consumo e mettendoci al passo con i tempi, pur nel solco della tradizione. I nostri maestri miscelatori sono bravissimi nel creare nuovi prodotti seguendo le indicazioni che vengono dal mercato. Oggi, ad esempio, si parla di salutismo e quindi con il tè deteinato e gli infusi andiamo incontro alle richieste dei consumatori». Le nuove linee dell'azienda vanno in questa direzione.
LA SARDEGNA Un principio che Fabio Pesce applicherebbe anche all'Isola. «Non ho mai lavorato in Sardegna ma in tanti altri posti invidiano i nostri prodotti», spiega. L'Isola però dovrebbe accelerare su alcuni fronti, «a iniziare dalla formazione». Per esempio, «bisognerebbe parlare più l'inglese e collegare maggiormente le università alle aziende», mentre i giovani dovrebbero «esporsi a varie esperienze per capire quale strada intraprendere». Magari sorseggiando un tè al Poetto.
Giuseppe Deiana

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 10 dicembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
Ibba: io, dal 1981 un usato sicuro
Mai un inciampo. Nell'ordine dei medici ho superato tredici esami di fila. Ogni tre anni gli iscritti mi hanno contato i peli sulla schiena. Evidentemente hanno accertato che tutto era in regola». Mondino Ibba è il sempiterno presidente provinciale di 6832 medici chirurghi e 825 odontoiatri. Un piccolo ras che ha conquistato il potere nel 1981, anno dell'attentato a Papa Wojtyla, senza più separarsene. Trentasei anni al vertice su sessantasette certificati all'anagrafe: «Dicono che sono un ri-usato sicuro? Giusto, la sicurezza è importante».
Non percepisce stipendio e neppure gettoni di presenza per amministrare un regno vasto da Villasimius a Carloforte. Di sicuro la vita ordinistico-professionale non ha ostacolato quella politica, anzi si sono sovrapposte nei dieci anni da consigliere regionale del partito socialista: «Mai cambiato bandiera da quando ero ragazzino». A marzo il Tribunale di Cagliari l'ha condannato a due anni e due mesi per l'uso dei fondi regionali destinati ai gruppi politici. Prima della sentenza, ha restituito 135 mila euro intascati indebitamente. Una macchia che non gli ha impedito di (ri)vincere le elezioni dell'Ordine qualche giorno fa: «Evidentemente il mio modo di affrontare i problemi della categoria è gradito ai colleghi».
Perché?
«Se hanno un problema di carattere generale oppure particolare trovano in me una persona che li aiuta a risolverli».
Cosa gestisce l'Ordine?
«Le quote e le attività che contribuiscono ad elevare la formazione professionale dei medici, soprattutto quella post laurea. Nel 2017 abbiamo distribuito cinquecentomila crediti».
Se la legge Severino si applicasse agli ordini professionali lei non si sarebbe potuto candidare.
«La legge prevede l'incandidabilità in casi precisi: deputati, senatori, consiglieri regionali e comunali».
È sensato che non contempli gli Ordini?
«Sì, perché sono organi ausiliari con compiti speciali. Gestiscono anche i procedimenti disciplinari nei confronti degli iscritti. E infatti è stato l'Ordine a radiare Gabriella Mereu, non un Tribunale».
Quanti le chiedono un aiuto per la carriera?
«Qualcuno ci ha provato quando ero consigliere regionale. Oggi spiego che il sistema è ancorato a regole ferree, non c'è discrezionalità».
Pneumologo all'Inrca di Pirri: mai esercitato?
«Dal settembre 1979 al primo aprile 2010, escluso il periodo compreso tra il primo febbraio 2000 e il 30 marzo 2009. Il primo aprile 2010 sono andato in pensione».
Dicono che sia socio di diversi centri medici.
«Neppure uno».
Come si fa a resistere trentasei anni?
«Non ho avuto capacità particolari nel difendermi, forse gli altri sono stati scarsi nel tentare di scalzarmi. Per fare il presidente devi essere animato da un grande spirito di servizio, devi sentirti gratificato. Mentre i miei colleghi facevano carriera, aprivano ambulatori, incassavano soldi in regime di libera professione, mi occupavo dell'Ordine senza guadagnare un centesimo ma divertendomi molto».
Il segreto per vincere sempre?
«Ribalto la domanda: come si fa a perdere ogni elezione? Sono disponibile tutti i giorni dell'anno. Gli avversari si svegliano regolarmente tre mesi prima del voto. Così i colleghi scelgono tra chi fa proclami e non si è mai visto e chi non fa proclami ma è sempre presente».
Non riesce a staccarsi dal potere?
«Non provo interesse per il potere».
Come lo chiama?
«L'ho detto: spirito di servizio».
Condivide la nuova riorganizzazione della sanità sarda?
«No, nella maniera più assoluta».
Perché?
«Della neonata Azienda per la tutela della salute penso tutto il male possibile. Non migliora l'assistenza, aumenta la burocrazia, preclude ai medici la possibilità di essere utilizzati al meglio, ogni scelta è centrata sul risparmio e non sull'assistenza ai pazienti. Non fa neppure distinzioni tra le diverse realtà economiche, culturali e geografiche della Regione. Il Sulcis non è la Gallura, l'Ogliastra non è il Campidano di Cagliari. I pessimi risultati si vedono. Il direttore generale Moirano, pur essendo competente e furbo, ad oggi non è riuscito a risolvere un problema che sia uno. Intanto si allungano le liste di attesa e si moltiplicano i viaggi della speranza».
Il sindaco ha sostenuto che la riforma ha maltrattato la sanità cagliaritana.
«Massimo Zedda è persona attenta e precisa: ha detto una grande verità. C'è una manovra politica che tende a portare verso il nord, in particolare Olbia, la centralità della Regione. Sassari è soltanto una tappa».
Non condivide il decentramento?
«Dov'è la logica nello spostare la sede dell'Ats a Sassari mentre la più grande Assl è a Cagliari, tanto è vero che Moirano il giovedì e il venerdì si deve trasferire qui per affrontare i problemi».
Lei è massone?
«No».
Quanto conta la massoneria nella sanità cagliaritana?
«Secondo me, niente. Non mi risulta che la massoneria abbia mai determinato un primario».
Proprio sicuro?
«È la politica regionale a determinare certe scelte».
Tutti i primari rispondono alla politica?
«Da una quindicina d'anni molto meno».
L'Università ha un peso crescente nella sanità?
«Tutt'altro. Dovrebbe essere un motore della Sardegna e invece il presidente e il vice presidente della Regione - i docenti Francesco Pigliaru e Raffaele Paci - la trascurano».
Le cliniche private sono di un livello mediocre?
«È complessivamente buono, integra le carenze del servizio sanitario nazionale».
Un giudizio sull'avversaria alle elezioni?
«L'ultima? Susanna Montaldo?»
Sì.
«Bisogna dare sempre l'onore delle armi. È una che si farà».
L'affluenza al 38 per cento è un brutto segnale.
«No, il quorum è stato superato di cinque punti».
È stato contemporaneamente presidente uscente e del seggio elettorale, ricandidato al Consiglio direttivo.
«Lo prevede la legge, che va cambiata. È stata varata quando i medici nella provincia di Cagliari non arrivavano a duecento. Era il 1946, lo stesso anno in cui il Paese votò per la Repubblica».
Ci sono state denunce di brogli, la Procura ha aperto un'inchiesta.
«Tutto in regola, mi sono attenuto rigidamente alle norme. Se qualcuno di quelli che hanno perso si vuole attaccare a questo sbaglia i conti».
Paolo Paolini

 
 

La Nuova Sardegna

 
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 10 dicembre 2017 / Sardegna - Pagina 4
LA CLASSIFICA  Cinque ospedali a misura di donna
Bollino rosa per Monserrato, Cagliari, Nuoro, Oristano e Olbia

CAGLIARI Cinque ospedali sardi hanno ottenuto i «bollini rosa» per la qualità del servizio a favore delle donne. Il massimo dei voti è stato assegnato alla clinica universitaria di Monserrato, con quattro riconoscimenti, poi al Santissima Trinità di Cagliari e al San Francesco di Nuoro, entrambi con tre. Due al San Martino di Oristano, uno al San Giovanni Paolo II di Olbia. Il prestigioso riconoscimento è assegnato dall’Osservatorio Nazionale per la salute della donna alle strutture ospedaliere, che si distinguono per l'offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie delle donne. Gli ospedali sardi si sono distinti per l'offerta di percorsi di diagnosi e cura delle patologie ostetriche e ginecologiche, per i servizi offerti a gestanti e neomamme, e ancora i protocolli di assistenza e accoglienza dedicati alle donne, come il «codice rosa» nei pronto soccorso a favore delle vittime di violenza. L’assegnazione dei bollini rosa è arrivata dopo un questionario di oltre 300 domande suddivise in 16 aree specialistiche.

Questionario e social

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