Venerdì 8 dicembre 2017

08 dicembre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 8 dicembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
IN EVIDENZA
Flash mob in piazzetta Savoia

Alle 18.30 in Piazzetta Savoia, il flash mob “Fermiamoci nella storia”, il laboratorio teatrale che sta coinvolgendo venti studenti del corso di laurea triennale in Scienze dell'Educazione e della Formazione dell'Università di Cagliari.

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 8 dicembre 2017 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Gli esperti: «Viene ancora considerata espressione dell'arretratezza»
Se i ragazzi non parlano la lingua degli anziani

I piccoli alunni della maestra Maddalena Caria, docente della scuola materna di Decimo, rispondono all'appello con la lingua dei loro nonni. «Ci seu», per dire presente; «Non c'esti», per avvisare l'insegnante dell'assenza di un compagnetto. «Con i bambini parlo il sardo quotidianamente, accanto all'italiano e all'inglese. Sono figli di coppie giovani che in casa non parlano in dialetto. Ma vedo che pian piano, proprio tramite i piccoli, i genitori stanno riscoprendo la nostra lingua».
PUNTO DEBOLE È il lavoro fatto da tanti docenti in Sardegna, mosche bianche dentro un sistema scolastico nel quale l'insegnamento della lingua sarda non rientra nei programmi ufficiali ed è confinato ai progetti (moduli di 24 ore), finanziati dalle leggi statali e regionali, spesso senza alcuna continuità. Scuola a parte, le lingue della Sardegna respirano forse meglio in altri settori? «Rispetto a 15 anni fa si scrive senz'altro molto di più: libri, articoli, interventi su Internet. Il problema è che si parla sempre meno». Ivo Murgia, scrittore ed esperto di didattica del sardo, dice che questa è «una lingua negata. Tutto, attorno a noi, parla italiano». Certo, aggiunge, «si è fatto tanto per sdoganarla, ma il problema principale è che ancora viene considerata la lingua della marginalità, dell'arretratezza, della povertà». Il tarlo che cominciò a far danni a partire dagli anni Sessanta quando pure i vecchi cercavano di parlare in italiano ai nipoti con la convinzione che solo così sarebbero diventati dottori e maestre.
LO STACCO «La vera frattura c'è stata negli anni '70 e '80: da allora si è persa la trasmissione generazionale della lingua - sottolinea Maurizio Virdis, docente di linguistica sarda all'Università di Cagliari -. Dopo, chi ha avuto modo di recuperare qualcosa lo ha fatto attraverso le amicizie, le frequentazioni. Ma a quel punto non è più la lingua abituale, quella con cui si pensa». Il professor Virdis è il docente che nel 2011 e 2012 tenne i corsi per insegnanti sulla didattica del sardo. Lezioni finanziate dalla Regione che formarono un centinaio di maestri e professori. Da allora non si è fatto più nulla.
LA SALVEZZA A conti fatti, se va avanti così la lingua sarda comincerà a puzzare di morto. Quali le terapie di rianimazione? «Ben vengano la scuola e le leggi, ma il punto è che bisogna parlarla, questa lingua. Non di tanto in tanto, per sfoggiarla come un abito buono: non serve a nulla se non si riflette anche sul senso del perché la parli». Il senso, «di un'altra finestra sul mondo. La lingua è un patrimonio immateriale, quello più potente. È per questo che viene osteggiata. Dà fastidio perché viene considerata una minaccia».
DIFESA A PAROLE Oggi c'è più coscienza ma meno lingua, avverte Diego Corraine, presidente della Sotziedade pro sa limba sarda ed editore di Papiros. Dice che sì, «è una lingua che rischia di morire anche perché mancano interventi adeguati, con leggi di politica linguistica e facoltà universitarie». La legge, secondo Priamo Farris, pedagogista e formatore di docenti, «è un passaggio fondamentale perché, ad esempio, si riconosca al sardo dignità di materia scolastica dentro i programmi di studio». Qualcosa potrebbe fare il nuovo disegno di legge (primo firmatario Paolo Zedda, Rossomori) che arriverà presto in Consiglio regionale.
IL RITORNO Diego Corraine dice che «oggi c'è da registrare un grande ritorno al sardo parlato da parte dei trentenni e quarantenni». È quel che constata anche Cristiano Urru, esperto di lingua sarda che tiene corsi nelle scuole, negli enti nonché per gli appassionati che vogliono imparare grammatica e sintassi. «C'è un ritorno da parte degli adulti. È inutile che i bambini parlino in sardo a scuola se poi i genitori usano solo l'italiano. È così che muore una lingua».
I TESTIMONIAL Intanto che ancora resiste, però, magari occorre spiegare che, dice Ivo Murgia, «come tutte le lingue del mondo, la nostra è in grado di raccontare il tempo che viviamo, la modernità». Lui è convinto che uno dei passi da fare per salvarla sia una campagna di comunicazione. «Proprio così, una campagna per dire che la nostra lingua è viva, affascinante e moderna. E i testimonial potrebbero essere gli artisti, gli scrittori: ne abbiamo tanti, no?». Persone vincenti che parlano sardo, puntualizza il professor Maurizio Virdis. Lui è dello stesso avviso e intanto sogna «una campagna pubblicitaria di Armani fatta in sardo».
Piera Serusi

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 8 dicembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Definito con la Regione il passaggio di tutta l'infrastruttura energetica
Al Comune la rete elettrica: Berchidda è smart community

«Una svolta epocale per il Comune di Berchidda e per i suoi abitanti». Il sindaco Andrea Nieddu non ha dubbi: la firma apposta ieri mattina sull'intesa preliminare per la cessione al Comune della parte di rete elettrica di e-Distribuzione nel territorio dell'agro berchiddese rappresenta un momento chiave per la cittadina ai piedi del Limbara.
IL SINDACO «Dopo circa vent'anni siamo riusciti a sanare una situazione di irregolarità che si viveva a Berchidda dal 1999, da quando il decreto Bersani impediva di avere in un unico territorio più distributori di energia - ha spiegato Nieddu a margine dell'incontro con l'assessore regionale all'Industria, Maria Grazia Piras -. Adesso Berchidda ha un fornitore unico che si estende fino all'agro e si appresta a diventare a tutti gli effetti una Smart Community».
L'INTESA L'accordo di Berchidda arriva a un mese e mezzo di distanza da quello siglato a Benetutti, altro comune che sta intraprendendo il percorso delle energie rinnovabili. La Regione è intervenuta finanziando il progetto con due milioni e mezzo di euro, fondi che hanno consentito di far entrare in possesso dell'amministrazione la rete energetica presente in circa ventimila ettari di territorio che ricade sotto il Comune di Berchidda. Con questo accordo, dunque, i due Comuni del sassarese possono portare avanti gli obiettivi prefissati dalla Regione che punta a promuovere le rinnovabili e incentivare l'autoconsumo e la condivisione dell'energia.
LA SCOMMESSA «La nostra sfida adesso è quella di costruire una rete intelligente e produrre energia da fonti rinnovabili per sperimentare un modello da esportare in tutto il territorio regionale - ha detto il sindaco -. Puntiamo a far diventare il nostro servizio elettrico un centro di ricerca e di eccellenza sarda che può attrarre nuovi investimenti privati e pubblici, oltre ad abbassare il costo dell'energia all'utente finale». L'assessora Piras ha aggiunto: «Si tratta di un altro risultato fondamentale nel percorso intrapreso con il Piano energetico regionale che mira a far diventare l'isola un modello europeo basato su sistemi per la gestione intelligente dell'energia».
PIANO ENERGETICO All'incontro ha preso parte anche Alfonso Damiano, referente del Piano energetico e professore dell'Università di Ingegneria di Cagliari: «Grazie alle risorse del POR Sardegna 2014-2020, Berchidda potrà ammodernare e rendere più efficienti le reti di distribuzione attraverso la realizzazione delle Smart Grid. Inoltre, da questo sviluppo potranno trarne vantaggio anche le imprese e le start up sarde che operano nell'ICT». Il Comune si candida così a diventare capofila di un progetto pilota molto più lungimirante e di rilevanza nazionale.
Antonella Brianda

 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 8 dicembre 2017 / Provincia Medio Camp (Pagina 37 - Edizione CA)
COLLINAS. La richiesta del sindaco Cannas al Comune di Cagliari
«Dateci la stella di Tuveri dimenticata in cimitero»

«La lapide è abbandonata: datecela». L'applauso scrosciante dei cittadini, riuniti nella sala del Montegranatico, è l'immagine di Collinas, unita all'appello che il sindaco, Franco Cannas, lancia alla città di Cagliari. «In occasione dei 130 anni dalla morte di Giovanni Battista Tuveri, indimenticabile concittadino, il sogno è avere la stella commemorativa, posta nel cimitero di Bonaria e dimenticata da tutti». Un ricordo degli studenti universitari che oggi rischia di diventare lapide della discordia. «Tuveri è un simbolo anche per Cagliari», è la replica dell'assessore agli Affari generali, Danilo Fadda. «Sarà la città a decidere se donare la stele al paese natio».
IL TRASFERIMENTO Per rendere omaggio alla memoria del suo più illustre concittadino, il paesino della Marmilla ha concluso l'anno di celebrazioni a lui dedicate con una richiesta al sindaco di Cagliari: il prestito per un breve periodo della stele funeraria di Tuveri. Richiesta accolta. Non una carta in bianco, ma vincoli ben precisi dalla Soprintendenza archeologica: «L'opera deve essere imballata e trasferita con un mezzo idoneo; coperta da assicurazione durante il trasporto; accompagnata da personale specializzato». Non resta che definire il giorno della partenza.
LA LAPIDE «Stiamo temporeggiando - spiega Cannas - nella speranza che il Comune di Cagliari accolga la proposta di un trasferimento definitivo. Per noi un sogno che si avvera, per Cagliari l'immagine di una città generosa e vicina a una comunità che ha solo l'obiettivo di tenere aperta la finestra storica sul più grande dei suoi figli: Giovanni Battista Tuveri». Con un pizzico di rabbia, aggiunge: «La lapide è abbandonata, in alto, sotto un arco di passaggio. Mai un fiore, un ricordo, una progetto di recupero. La stessa scritta è illeggibile, usurata dal tempo. Nelle quattro punte, le parole libertà, eguaglianza, probità e lavoro sono appena visibili. Destinata a rimanere una stella anonima. Nella sua terra sarebbe al centro dell'attenzione. I soldi per valorizzarla sono già in bilancio».
IL CONVEGNO A Collinas, nel Montegranatico, organizzato per ricordare la straordinaria figura del pensatore sardo, è arrivato il messaggio della Giunta di Cagliari. «È ammirevole - ha detto l'assessore Fadda - quanto siete legati e quanto fate in memoria di un grande protagonista della nostra storia. Un uomo che è vissuto a Cagliari per molto tempo, per questo caro alla città. Spogliarci di un simbolo che lo ricorda, non dipende da me. In un clima di collaborazione, se ne potrà discutere. L'ultima parola spetta alla città, attraverso i suoi organi istituzionali".
Santina Ravì



5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 8 dicembre 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 43 - Edizione CA)
ORISTANO. Il sito dell'Istar consigliato dall'archivio di Barcellona
La Carta de Logu sul web arriva in Russia e Afghanistan

Cinquemila visualizzazioni in due settimane, con accessi dalla Russia e Afghanistan. La Carta de Logu vola nella piazza virtuale: da quando il codice degli Arborea è stato pubblicato sull'web si sono moltiplicati i contatti sul sito istituzionale dell'Istar, Arborensia. Un passo avanti importante nella divulgazione storica anche perché da due giorni il sito è stato inserito anche tra quelli internazionali consigliati dall'archivio di Barcellona.
IL SITO Arborensia, fondato dal direttore scientifico dell'Istar Giampaolo Mele (www.istar.oristano.it) è un vasto contenitore di storia e cultura arborense che coinvolge una trentina di studiosi. «Il sito offre a storici, studenti e appassionati di storia medievale l'opportunità di conoscere la storia di Oristano e del Giudicato d'Arborea», spiega. Proprio la precisione scientifica accanto al carattere divulgativo delle pagine sembrano la carte vincente di un sito che in due settimane ha registrato ben cinquemila visualizzazioni, con oltre mille accessi; mentre da quando il sito è stato inserito nell'archivio di Barcellona ci sono stati una decina di accessi dalla Spagna, due dalla Russia e dall'Afghanistan e altri da Francia, Inghilterra e Germania.
SITI INTERNAZIONALI Anche il direttore dell'archivio della Corona d'Aragona, Carlos López (componente del Comitato scientifico insieme ad esponenti dell'Università di Sassari e di Cagliari) ha scommesso su questo nuovo sito e ha inserito Arborensia tra i siti suggeriti dall'archivio di Barcellona. La pagina, tradotta in sei lingue, è disponibile all'indirizzo http://www.mecd.gob.es/archivos-aca/enlaces- de-interes.html. Il sito oristanese è l'unico italiano, insieme all'Istituto per gli studi storici ad essere ospitato dall'istituto catalano.
GLI SCENARI Il sito diventa quindi un importante strumento che potrà essere utilizzato anche nelle scuole. «È una scelta molto importante quella di pubblicare la Carta de logu e renderla disponibile a tutti gratuitamente - ha commentato Pino Tilocca , dirigente scolastico del liceo classico De Castro - Sicuramente anche a scuola potremo farne tesoro, ne parleremo ai nostri studenti per far conoscere e approfondire la storia della città». Anche Marcello Marras , direttore del Centro servizi culturali parla «di un importante passo avanti dell'Istar, un'ulteriore prova che in città ci sono tante strutture che lavorano in silenzio e ottengono risultati culturali di rilievo». ( v. p. )

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie