UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 6 dicembre 2017

Mercoledì 6 dicembre 2017

06 dicembre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 dicembre 2017/ Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Dopo l'ok di Snam. «Impegnati anche su continuità e infrastrutture»
Renzi: la Sardegna dal 2020 avrà il metano

Matteo corre veloce, almeno ci prova, sulle strade sarde: «Ho fatto un pezzo della Sassari-Olbia. Ho visto i cantieri, ma solo da alcune parti. I soldi ci sono, eppure la gente non li vede». Da nord a sud, da est a ovest, nove ore d'un fiato. «So che ci sono tanti problemi, sono venuto per ascoltare», ripete Renzi nelle sue cinque tappe: Olbia, Thiesi, Nuoro, Ghilarza, Cagliari. E c'è spazio per l'annuncio: «Arriva una notizia importante, partono i cantieri per la metanizzazione, la Sardegna nel primo semestre del 2020 inizierà il percorso del gas».
IL PATTO PER LA SARDEGNA Nella sala congressi dell'aeroporto di Elmas - davanti a tutte le forze produttive dell'Isola - il segretario del Pd ricorda che è stato messo in moto «un fracco di denari» per la Sardegna, «ma la gente spesso non vede questi soldi e non può rendersi conto delle cose che vengono fatte». Piano da un miliardo e ottocento milioni, sottolinea il ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti (con loro c'è anche il ministro dello Sport Luca Lotti), «per strade, ferrovie, edilizia scolastica e banda larga». Il problema, rilancia Renzi, «è che burocrazia e ritardi non fanno capire come vanno davvero le cose». Il governatore Pigliaru spiega che a volte vanno bene: «Siamo la terza regione europea per investimenti nelle zone rurali».
LA CONTINUITÀ TERRITORIALE L'effetto trasporti (che non funzionano) rimbalza continuamente durante la giornata del leader dem: «La continuità territoriale è un tema importante e caro. Dobbiamo lavorare su questo, così come sui trasporti interni». Gabor Pinna, presidente della Sogaer, società di gestione dello scalo di Elmas, mette il dito nella piaga: «C'è un quadro giuridico incerto. Dopo giugno il vuoto. Nessuno - sardo o turista - può programmare nulla per l'estate». Pigliaru se la prende con l'Unione europea: «È assurda l'incomprensione sull'insularità. Abbiamo bisogno di essere accompagnati dal governo italiano, Bruxelles deve capire che la nostra alta velocità sono gli aerei».
LA PLATEA Sul tavolo di Renzi arriva l'elenco dei problemi dell'Isola. «È un viaggio di ascolto. Siamo qui per prendere appunti, raccogliere suggerimenti e critiche». Dal fronte universitario il rettore di Cagliari Maria Del Zompo e il prorettore di Sassari Luca Deidda si soffermano sul taglio delle risorse statali agli atenei, mentre il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani, punta il dito sul probelema dell'edilizia e della «governance» della scuola. Alberto Scanu, presidente di Confindustria, parla dell'importanza «della banda larga», e della «burocrazia» che costiuisce un freno per le imprese in un'isola «ai primi posti per la disoccupazione giovanile». C'è anche Massimo Zedda. Il sindaco di Cagliari si presenta all'aeroporto di Elmas in perfetta sintonia politica col segretario: il mio è un atto dovuto «nei confronti di chi, come Matteo e il Partito democratico, mi ha sostenuto». Ci sono però da affrontare le emergenze da primo cittadino del capoluogo e della città metropolitana: come lo sblocco delle assunzioni, «per esempio nella polizia municipale», e il taglio dei trasferimenti «a Comuni e Province»
CON LE INSEGNANTI Renzi scambia due battute con tre insegnanti, che gli presentano una lettera-appello: «Siamo state costrette a lavorare in sedi impossibili da raggiungere. Abbiamo diritto a spiegazioni e soluzioni umane». Più tardi l'ex premier chiarirà: «Noi vogliamo andare avanti, provandoci sempre. Anche facendo errori. È il caso della scuola: ieri c'erano contestazioni per 700 licenziamenti, oggi ci sono per i 100mila precari assunti».
LE FRECCIATE Non tardano i colpi sugli avversari elettorali. Prima tocca al centrodestra «che ha rischiato di portare il Paese al tracollo», poi arriva quello frontale ai Cinquestelle: «Non ci si può solo lamentare e vivere nel rancore. Come chi sceglie di non fare. Cosa sarebbe successo per Cagliari se il sindaco di Roma non avesse detto no alle Olimpiadi? Ha fatto perdere un'occasione incredibile alla vostra città».
L'OPPOSIZIONE Il coordinatore di Forza Italia Ugo Cappellacci ironizza: «Da è arrivato l'arrotino a è arrivato il metano. Si contrabbanda come obiettivo raggiunto quello che è solo un annuncio». Il vicecapogruppo azzurro in Consiglio regionale Marco Tedde vede «l'ennesima passerella di chi viene in Sardegna solo per cercare voti in vista delle prossime elezioni».
Giulio Zasso

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 dicembre 2017/ Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
POLICLINICO
Ostetricia e ginecologia tra le migliori in Italia

L'Osservatorio nazionale sulla salute della donna premia gli ospedali “in rosa”: tre bollini assegnati al Policlinico Duilio Casula, il il reparto di ostetricia e ginecologia tra i migliori d'Italia. I bollini sono assegnati a ospedali impegnati nella promozione della medicina di genere che si distinguono per l'offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie femminili. Il Policlinico Duilio Casula ne ha ricevuto ieri, da Onda, ben tre. «La nostra azienda si conferma attenta alle esigenze della donna con servizi dedicati», ha spiegato Giorgio Sorrentino, direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria, «teniamo ai processi di umanizzazione e ai percorsi che garantiscano ai pazienti le cure migliori». Dice il direttore di Ginecologia e ostetricia, Gian Benedetto Melis: «Abbiamo sempre avuto un rapporto speciale con le nostre pazienti, pensiamo che sia fondamentale prenderci cura dei nostri pazienti, essere attenti alle loro esigenze».

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 dicembre 2017/ Borsa (Pagina 18 - Edizione CA)
Oltre 56 milioni del Fondo sociale europeo saranno destinati alla formazione
LAVORO, POCHI PROFESSIONISTI
L'Aspal: «Manca il 40% delle specializzazioni richieste»

Gli strumenti e le risorse per favorire l'occupazione esistono, ma devono adattarsi a un mondo del lavoro in perenne trasformazione. Ecco perché è necessario ripartire da una buona formazione e puntare sempre di più sulle figure professionali ricercate dalle imprese. Ieri, nel corso dell'incontro “Più opportunità verso il lavoro che cambia”, che si è svolto a Cagliari, alla Manifattura Tabacchi, sono stati snocciolati i risultati più significativi delle politiche per il lavoro.
L'evento annuale del Fondo sociale europeo 2014-2020, è stato promosso dall'autorità di gestione del programma per fare il punto sulle azioni e sui nuovi strumenti che saranno presto attivati dall'assessorato regionale del Lavoro e dall'Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro (Aspal).
«RISPOSTE AI DISOCCUPATI» «In questo momento», ha detto l'assessora regionale del Lavoro, Virginia Mura, «dobbiamo dare la spinta per poter avviare ulteriori iniziative che ci consentano di dare risposte ai disoccupati sardi. Una misura che reputo importante, ad esempio, è quella sulla formazione professionale con i bandi di Green & blue economy. Stiamo parlando di 56 milioni di Fondo sociale europeo, destinati a creare soprattutto delle attività imprenditoriali in campi innovativi».
Massimo Temussi, direttore generale dell'Aspal, ha chiarito che le iniziative partono «da una completa riconfigurazione del servizio. Le aziende chiedono delle professionalità, e noi per oltre il 40% non le abbiamo. È un problema non solo della Sardegna, ma dell'Europa, a cui si sta cercando di sopperire con un progetto di oltre 17 miliardi di euro».
I FONDI PROGRAMMATI Luca Galassi, autorità di gestione del Por Fse Sardegna 2014-2020, ha precisato che «la situazione è abbastanza confortante, perché a fronte dei 444 milioni di euro complessivi, ne sono già stati programmati oltre 300. Lo sforzo fatto dagli uffici regionali in questi due anni ci conforta, e quest'anno abbiamo anche cominciato a spendere». Salvatore Pirrone, direttore generale dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal), ha puntato l'attenzione anche su Garanzia giovani che «rappresenta un programma di intervento a favore dell'occupazione dei giovani, ma soprattutto il rilancio delle politiche attive e il lancio di una nuova forma di collaborazione tra Stato e amministrazioni regionali». In conclusione, Roberto Doneddu, direttore del Servizio formazione e del servizio di supporto all'autorità di gestione del Por Fse ha focalizzato il suo intervento sul ruolo della formazione.
Eleonora Bullegas


 

La Nuova Sardegna

 
 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 6 dicembre 2017 / Olbia - Pagina 31
L'UNIVERSITÀ
Niente mensa per gli studenti
Satta: «Intervenga la Regione»

OLBIA Ancora niente servizio mensa per gli studenti del Polo universitario di Olbia, nel terminal dell'aeroporto Costa Smeralda e il caso è sempre all'attenzione del consiglio regionale. Ad anno accademico abbondantemente avviato (alcuni mesi fa), infatti, l'Ersu non ha ancora individuato il gestore del servizio e gli studenti sono costretti ad affrontare pesanti disagi.La politica olbiese e regionale si è già fatta interprete del problema e, dopo il primo intervento del consigliere regionale Giuseppe Meloni (Pd), adesso arriva una nuova interrogazione presentata questa volta da Giovanni Satta, consigliere regionale Uds. Satta sollecita l'intervento decisivo del presidente della Regione e dell'assessore alla pubblica istruzione per sbloccare la situazione sia per quanto riguarda la mensa che per gli impianti sportivi. In particolare, Giovanni Satta invoca azioni concrete da parte della Regione, «a cominciare dalla prerogativa di un intervento sostitutivo da parte della stessa Regione».

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 6 dicembre 2017 / Attualità - Pagina 15
PROMOSSI IN LETTURA Alunni italiani al top nella media europea
Gli scolari francesi i più somari d'Europa Il ministro ordina: «Un dettato al giorno»

di Alice Fumis
ROMA Alunni italiani promossi in lettura. Nel 2016 la loro performance migliora rispetto a quella del 2011 (+7 punti) e supera il punteggio medio ottenuto dai Paesi Ocse e dai Paesi Europei. In generale, in Italia le bambine sono più brave dei bambini e gli scolari del Nord più bravi di quelli del Sud. Si registra qualche difficoltà invece nella lettura online. È quanto emerge da un'indagine condotta dall'Invalsi, nell'ambito di una rilevazione internazionale dell'Iea svolta in 50 Paesi, sull'apprendimento della lettura (Pirls) negli studenti di 9-10 anni (quarta primaria). Circa 3.900 i bambini che hanno partecipato nel nostro Paese in rappresentanza di oltre 520 mila iscritti.Italia sopra la media. Con un punteggio di 548 (la media internazionale è di 500), più alto della media dei Paesi Ocse (541) ed europei (544), l'Italia è al 17/mo posto della classifica e supera Germania (537), Spagna (528) e Francia (511). Una performance che migliora rispetto alla prima rilevazione del 2001 (+7), contestualmente a un aumento significativo della proporzione di studenti immigrati dal 2% al 10%. Nel 2016 il punteggio è superiore anche rispetto alle prove del 2011 (+7).Più brave le femmine. Ma lo scarto con i maschi, osservano i ricercatori, è contenuto (+7) rispetto a quello che si registra in Ue (+14) e tra i Paesi Ocse (+13). Per quanto riguarda il livello delle performance, la percentuale di studenti italiani che raggiunge quello avanzato, rispondendo con successo ai quesiti più difficili di Pirls, è dell'11%, in linea con la media Ue e Ocse. La quasi totalità (98%) riesce a rispondere ai quesiti più semplici (Ue 97%; Ocse 96%). C'è divario tra Nord e Sud. Nord Ovest (562) e Nord Est (557) hanno punteggi medi in lettura significativamente più alti del dato medio dell'Italia; il Sud (538) e il Sud-Isole (525) significativamente più bassi. 549 è il risultato del Centro.

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 6 dicembre 2017 / Economia - Pagina 17
I dubbi dell’Ocse sull’età della pensione
In Italia per i nati nel 1996 dovrebbe essere già salita a 71 anni. Ma per gli uomini l’età di uscita “effettiva” sarà più bassa

PARIGI Giovani in pensione a 71 anni, ma l'età effettiva arriva prima, molto prima, e non va bene: questo, in sintesi, uno degli aspetti del sistema previdenziale italiano fotografati nel «Panorama sulle Pensioni 2017» pubblicato ieri dall'Ocse. Secondo l'organismo con sede a Parigi, l'età di pensionamento per i nati nel 1996 dovrebbe crescere a 71,2 anni, il livello più elevato di tutta la zona dopo la Danimarca. Secondo le tabelle della Ragioneria dello Stato, nel 2065 arriverà a 70 anni e 6 mesi. E tuttavia, secondo l'Ocse, l'Italia è il Paese che ha per gli uomini l'età di uscita «effettiva» per pensionamento più bassa rispetto a quella di vecchiaia legale. Nel 2016 ci sarebbero stati tra l'età di uscita per vecchiaia (66,7 anni) e quella media effettiva 4,4 anni di differenza, il divario più alto di tutti i Paesi Ocse. Si esce quindi abbondantemente prima dei 63 anni. In media nell'area il divario tra età legale ed effettiva di uscita per pensionamento è di 0,8 anni per gli uomini e di 0,2 anni per le donne. Quanto alla spesa previdenziale, rappresenta oltre il 15% del Pil con un tasso di contribuzione pari al 33% e va tagliata. «L'attuale sfida dell'Italia - avverte il think tank parigino - è limitare al tempo stesso la spesa pensionistica nel breve e medio termine e affrontare i problemi di adeguamento per i futuri pensionati». Di qui, prosegue, «l'aumento dell'età pensionabile effettiva dovrebbe continuare a essere la priorità» dell'Italia al «fine di garantire benefici adeguati senza minacciare la sostenibilità finanziaria. Ciò significa concentrarsi sull'aumento dei tassi di occupazione, in particolare tra i gruppi vulnerabili. Un mercato del lavoro più inclusivo ridurrebbe anche il futuro tasso di utilizzo delle prestazioni sociali per la vecchiaia». Soprattutto, l'Italia deve dare maggiori «opportunità ai giovani». La lotta contro la disoccupazione giovanile «dev'essere la priorità assoluta, anche perché in un sistema previdenziale contributivo, la pensione è data dagli anni effettivi di contribuzione. Ogni anno perso di lavoro è un anno perso in termini di montante pensionistico», mette in guardia Stefano Scarpetta, direttore del dipartimento lavoro e affari sociali dell'Ocse, intervistato dal Gr1 Rai economia. In merito al tema degli esodati, l'esperto dice di sperare «che la vicenda finisca prima possibile: è stato un problema drammatico per i soggetti coinvolti, speriamo sia un problema solo temporaneo legato alla transizione che la riforma ha generato, si tratta di una priorità sociale ma anche economica». Scarpetta invita poi l'Italia ad «utilizzare per il suo futuro tutte le risorse che ha, promuovendo la partecipazione al mercato del lavoro dei gruppi sottorappresentati». Giovani ma anche donne. «Il tasso di occupazione femminile - osserva - è ancora ampiamente al disotto della media Ocse e anche di molti paesi europei». Ok, infine, alle misure di adeguamento dell'età pensionabile: «Ovviamente bisogna aiutare le persone a restare occupabili e occupate, cosicché possano arrivare all'età di pensionamento, e poi occuparsi di coloro che hanno difficoltà a rimanere occupate: in questo senso vanno i nuovi strumenti come l'Ape, che è una sperimentazione importante da perseguire, senza necessariamente cambiare l'adeguamento alle aspettative di vita». Quanto al tasso di sostituzione per un lavoratore a tempo pieno, in Italia salirà all'83% rispetto a una medie Ocse del 53%. Un livello inferiore solo a Olanda, Portogallo e Turchia.

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