Lunedì 4 dicembre 2017

04 dicembre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Pubblicato il bando della Regione: domande da lunedì 11
DAL PATTO SARDEGNA SEI MILIONI PER LA RICERCA

Un bando da sei milioni per progetti di ricerca di base in svariate discipline, che potranno essere proposti da docenti e ricercatori universitari, o da dipendenti delle aziende della sanità e degli enti pubblici di ricerca con sede in Sardegna. Lo ha pubblicato il Centro regionale di programmazione: i fondi arrivano dal Patto per la Sardegna, le domande si possono presentare dall'11 dicembre al 31 gennaio.
«Risorse che ho voluto fortemente nel Patto firmato col governo, e di cui sono una delle componenti più strategicamente importanti», dichiara il governatore Francesco Pigliaru. «L'investimento sulla ricerca di base e applicata è parte del disegno che riguarda tutta la filiera dell'istruzione, a partire dal programma Iscol@». Nel Patto sono destinati alla ricerca 30 milioni: «Un investimento sul presente, concreto e con risorse immediatamente spendibili, perché le nostre università e l'intero sistema della ricerca siano sempre più in grado di mettere i nostri ragazzi alla pari con tutti gli altri».
L'assessore alla Programmazione Raffaele Paci ricorda che «ricerca e innovazione sono due punti fondamentali della politica di questa Giunta e continuiamo a supportarli in ogni modo possibile. Siamo consapevoli di quanto sia importante la ricerca, uno degli strumenti più importanti per lo sviluppo, la crescita delle imprese e delle Università, la formazione del nostro capitale umano e dei laureati. L'innovazione è l'unico strumento a nostra disposizione per diventare competitivi a livello internazionale».
I progetti, da realizzare in 24 mesi, devono far riferimento alle seguenti aree: scienze matematiche e informatiche, fisiche, chimiche, biologiche, della terra, mediche, agrarie e veterinarie, Ingegneria civile e Architettura, Ingegneria industriale e dell'informazione, Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, scienze storiche, filosofiche e pedagogiche, psicologiche, giuridiche, economiche e statistiche, politiche e sociali.
Saranno finanziati in ordine di merito, nei limiti fissati per ciascuna area, i progetti che riporteranno un punteggio minimo fino a esaurimento delle risorse: i criteri di valutazione saranno la qualità del gruppo di ricerca, la qualità organizzativa del progetto e quella in termini costi-risultati.



 

La Nuova Sardegna

 
 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 4 dicembre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 25
CINEMA »BABEL FILM FESTIVAL
Salvatore Mereu racconta la Cagliari dei migranti

di Marco Vitali
CAGLIARITorna l'appuntamento con il grande cinema che guarda e racconta le minoranze, in particolare quelle linguistiche: da oggi a sabato 9 dicembre sarà ancora Babel Film Festival, il primo concorso cinematografico internazionale destinato esclusivamente alle produzioni in lingue minoritarie. Appuntamento con le proiezioni mattutine e pomeridiane (dalle 9.30 alle 19) alla Cineteca Sarda di viale Trieste 126; mentre quelle serali (dalle 20.30) saranno ospitate all'Auditorium comunale di piazza Dettori.Doppia proiezione e doppio incontro con gli autori oggi per la prima giornata. All'Auditorium Comunale a partire dalle 19,30 si terrà l'inaugurazione del festival con gli interventi di Giuseppe Dessena, assessore regionale alla Cultura, Paolo Frau, assessore comunale alla Cultura, e dei direttori artistici Antonello Zanda, Tore Cubeddu e Paolo Carboni. A partire dalle 20,30 il via alle proiezioni: si comincia con il cortometraggio di Salvatore Mereu "Futuro prossimo", recitato in yoruba, sardo e italiano con sottotitoli in italiano. Il corto, girato a Cagliari tra il Poetto e via Roma, è stato realizzato insieme agli studenti dell'Università di Cagliari grazie a un progetto dell'ateneo, e presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia 2017 nella sezione "Orizzonti". Racconta la storia di Rachel e di Mojo, che durante il giorno vagano per la città alla ricerca di un lavoro che non si trova. Di notte, invece, trovano riparo in uno dei casotti di uno stabilimento balneare del litorale. Alle 21 buio in sala per alcuni estratti del film "Subtitles heroes" di Franco Dipietro. Il documentario punta l'obiettivo su un gruppo di adolescenti che nel 2006 ha creato quella community che, oggi, è un punto di riferimento per tutti i fanatici di film e Serie Tv in lingua originale non doppiati. Il fansubbing, come viene definita la traduzione spontanea a opera di fan, è un lavoro duro e lungo, che richiede abilità in vari campi. Questo lavoro è svolto da ogni componente della community a titolo assolutamente gratuito. Al termine delle proiezioni, i registri incontreranno il pubblico in sala. Il Festival è articolato in due sezioni: Sezione ufficiale e Sezioni collaterali. La prima ospita film parlati nelle lingue minoritarie con una presenza superiore al 50% del parlato complessivo. I film sono valutati e giudicati dalla giuria Babel, composta da 7 membri nominati dal Babel Film Festival, che assegna i premi per miglior lungometraggio (documentario o fiction di durata superiore ai 45 minuti), miglior cortometraggio fiction (non superiore a 45 minuti di durata), miglior documentario (non superiore a 60 minuti). La seconda affida a diverse giurie i film parlati nelle lingue minoritarie con una presenza inferiore al 50% del parlato complessivo. Tra le nove giurie che visioneranno i film destinati alla loro sezione (ognuna delle quali assegnerà un premio specifico), anche una giuria composta da studenti universitari iscritti all'Università di Cagliari e una formata da richiedenti asilo. Registi, operatori culturali, studiosi, esperti di lingue minoritarie, musicisti e critici saranno ospiti di questa quinta edizione del Babel. Tra gli altri: Laura Delli Colli, giornalista e scrittrice; Peter Forgacs, regista ungherese; Abeer Nehme, musicologa e cantante libanese; Gary Funk, direttore dell'European Minority Film Festival di Husum (Germania); Mario Piredda, David di Donatello per il miglior cortometraggio nel 2017.

 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 4 dicembre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 24
Nelle miniere di Seruci sarà isolato un isotopo dell'argon,
elemento fondamentale per lo studio della materia oscura
I MISTERI DELL'UNIVERSO Dalla Sardegna parte una nuova sfida

di Tamara Peddis
IGLESIAS Nel 2018 «Aria», il progetto innovativo di ricerca e sperimentazione nel bacino carbonifero del Sulcis Iglesiente, entrerà nella sua fase pratica. Il pozzo 1 della miniera di Seruci (a Gonnesa), dove un tempo di estraeva carbone, si prepara ad accogliere il primo modulo pilota di un imponente impianto chimico, più alto della torre Eiffel. Si tratta di una colonna di distillazione lunga 350 metri che sarà calata nel pozzo della miniera gestita dalla Carbosulcis, società interamente partecipata dalla Regione Sardegna. La torre di distillazione criogenica (cioè produce a basse temperature), sotto terra, catturerà nell'aria alcuni elementi utili come il gas nobile argon. Il macchinario porterà a 200 gradi sotto zero il gas, trasformandolo in un isotopo purissimo, ideale per intercettare le particelle di materia oscura che compone gran parte dell'universo. Un campo di ricerca nel quale son impegnati i laboratori nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica nucleare, l'ente che insieme con la Regione Sardegna è titolare del progetto «Aria».Oltre l'isotopo dell'argon, nell'impianto costruito nel pozzo minerario di Seruci saranno prodotti altri elementi, come l' ossigeno 18, utile nella diagnosi medica tumorale, l'azoto 15, il carbonio 13, difficile da reperire in natura e utile nelle applicazioni in medicina. Sono tutti elementi che hanno un mercato internazionale di grande rilievo e il cui uso a livello mondiale presenta un incremento medio annuo del 10%. La produzione su larga scala ha un costo energetico elevatissimo. Creare un pozzo profondissimo ex novo per posizionare la torre metallica sarebbe stato economicamente insostenibile. Le dimensioni dei pozzi dismessi, gli accessi multipli e i sistemi di sicurezza integrati nell'area gestita dalla Carbosulcis, nel bacino carbonifero del Sulcis, hanno fornito una soluzione ideale per l'intero progetto.«Nel corso del 2018 verrà installato il «Seruci 0», cioè il modulo pilota di 14 metri con un condensatore e un bollitore, identici a quelli che andranno a comporre l'intero impianto di 350 metri. I restanti moduli che faranno parte della colonna si stanno completando e testando al Cern di Ginevra, «il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle», ha spiegato, ieri al Festival della scienza in corso a Iglesias, il coordinatore del progetto, Cristian Galbiati, docente dell'Università di Princeton e ricercatore all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Milano. «L'impianto - ha precisato Galbiati - sarà realizzato con processi a circuito chiuso, senza nessuna dispersione nell'ambiente». Una squadra di ingegneri e di operai della miniera Carbosulcis, oramai in via di dismissione, ha già effettuato i lavori di manutenzione per predisporre il Pozzo 1 all'installazione dell'impianto.Dal 2018 inizierà il piano regionale di chiusura della miniera, che segnerà la fine della coltivazione e della produzione del carbone in una delle aree a suo tempo più importanti dello storico bacino carbonifero. Dal 2018 al 2027 è previsto il piano di ripristino ambientale e contemporaneamente lo sviluppo di attività tecnologiche volte a sfruttare il sito in maniera alternativa. Il progetto «Aria» si colloca in questo contesto. Il finanziamento necessario per realizzare la fase «Seruci 1» (installazione dell'impianto, messa in funzione e sperimentazione)è di 18 milioni di euro. Sono risorse della Regione Sardegna, dell'Istituto nazionale di fisica, del Cipe, del Piano Sulcis.La presentazione del progetto è avvenuta durante uno degli appuntamenti del Festival della scienza, organizzato dalle associazioni «Scienza, Società, Scienza» e «Agorà» insieme con l'Istituto Asproni.

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 4 dicembre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 25
Oggi a Sassari una lectio magistralis del filosofo per il festival "Lettura, Emozione, Intelligenza"
NATOLI: «COSÌ SI IMPARA A ESSERE FELICI»

SASSARI Con la lectio magistralis di Salvatore Natoli dal titolo "La felicità" il festival Lei (Lettura, Emozione, Intelligenza) approda a Sassari oggi alle 17 nel dipartimento di Storia, Scienze dell'uomo e della formazione (Aula O in via Zanfarino) dell'università. «Comunemente si ritiene - sostiene Natoli - che la felicità sia fatta di attimi intensi ma fugaci. È vero, ma non è tutto. A considerarla a fondo è molto di più: è frutto della virtù da intendere, però, nel suo significato originario di perizia, abilità. Per essere felici, bisogna perciò divenire virtuosi ma al modo di come lo si direbbe d'un acrobata, d'un grande pianista: di come lo si dice di tutti coloro che sanno trasformare le difficoltà in stimolo, il dolore in gioia, la fatica in bellezza. Nel concetto di felicità è insito un mistero che coinvolge da sempre l'umanità sollevando dubbi e domande: artisti, scrittori, poeti, filosofi, psicologi, persone comuni riflettono quotidianamente, provano a definire, a raggiungere o semplicemente si impegnano a negare, l'esistenza di questo stato di grazia emozionale. Che resta ad oggi il traguardo (illusorio o reale) a cui tende l'individuo e la collettività. Le emozioni positive rimangono, oggi come ieri, le componenti fondamentali che muovono l'uomo, danno colore e senso all'esistenza, consentono la relazione con l'altro e con l'ambiente circostante. Capire la felicità oggi, intenderne il senso nel presente, consente di creare una mappa per delineare i percorsi individuali e collettivi, ma soprattutto consente di capire la direzione verso cui le società si muovono. Possiamo chiederci se la felicità esista o sia una mera illusione, ma non possiamo negare che consenta a chi la sperimenta di sentirsi vivo, e l'uomo tende da sempre a provare sensazioni ed emozioni che lo appaghino: in una parola, è alla ricerca di uno stato emotivo di benessere che, sia che esista o meno, continuiamo a chiamare felicità.

Questionario e social

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